Da mamma a mamma
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Da mamma a mamma

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  1. 312 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
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Da mamma a mamma

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Informazioni sul libro

"Incinta. Io. Sono. Incinta. IO SONO INCINTA." È un momento magico quello in cui si scopre di aspettare un bambino. Un momento di sospensione, che rimarrà per sempre impresso nella tua mente. Gioia, incredulità, paure. "E adesso da che parte comincio?" Tranquilla. La vivacissima community di nostrofiglio.it, il primo sito d'Italia per genitori, ha già pensato a tutto.
Da mamma a mamma è infatti il primo libro sulla gravidanza dove a parlare sono le mamme (e anche i papà) che condividono e raccontano, spesso con umorismo e leggerezza, le loro esperienze, dando consigli e suggerimenti per aiutarti a vivere bene i nove mesi di "dolce attesa". Da mamma a mamma parla di tutto quello che una futura mamma di oggi deve sapere: come scegliere il ginecologo, le abitudini da rivedere, la tabella di marcia di visite, ecografie ed esami, i disturbi della gravidanza, la dieta e lo sport, la bellezza, i diritti della maternità e della famiglia, come scegliere il nome del bambino, come organizzare un baby shower o fare la lista nascita e la borsa dell'ospedale, tutto sul parto e sulle prime ore dopo il parto. I consigli medici, sull'alimentazione e sulle leggi sono stati redatti con la consulenza di esperti del settore. Da mamma a mamma è anche e soprattutto un libro che parla di sentimenti, emozioni, sensazioni e paure che percorrono la mente delle future mamme (e dei futuri papà) prima del salto verso la più grande e fantastica avventura di una vita: quella di crescere un bambino.

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2013
ISBN
9788852039102

1. Tesoro, facciamo un bambino?

TIC TAC TIC TAC. Lo chiamano l’orologio biologico. Prima o poi scatta per tutte (o quasi). A volte all’improvviso. Ci si alza una mattina e ci si rende conto che il tempo a disposizione per avere un bambino non è più infinito.
Alcune però non se ne accorgono subito e continuano la vita di sempre. Lavoro, shopping il sabato, una pizza con gli amici, domenica sotto le coperte fino a mezzogiorno. Commento tipico: “Ma chi gliel’ha fatto fare a mia cugina di fare un figlio dopo solo un anno di matrimonio? Non potevano godersela ancora un po’?“.
Il tic tac però inizia a lanciare segnali inequivocabili. Ti trovi a guardare di sottecchi i passeggini altrui, cominci ad apprezzare le tinte pastello e poi quella pazza di tua cugina un giorno ti ha messo tra le braccia il mostriciattolo e tu? Hai provato una dolcezza immensa. Poi ti ha sorriso. E tu nel suo sorriso ti sei persa, l’odore di borotalco ti ha inebriato.
Sì, è la vita che ti chiama. Seguila. Le forumine di nostrofiglio.it lo hanno fatto e non se ne sono pentite.
Qui inizia l’avventura.
L’istinto materno, questo sconosciuto
Io non mi sono mai sentita mamma, non ho mai avuto alcun istinto materno, non ho mai guardato i bambini estasiata, come le mie amiche, perse davanti ai figli degli altri… Mi sembravano delle stupide… ma che ci trovavano??? Io, anzi, ne ero infastidita: le urla, gli schiamazzi, quel correre di qua e di là impiastricciando tutto… Me ne stavo alla larga, non li prendevo neanche in braccio. Mio marito sapeva di questo mio rifiuto, tanto che ormai credeva che non avremmo mai avuto figli.
Non provava neanche a manifestare il suo desiderio di paternità, che poi ho scoperto essere fortissimo… Forse il suo silenzio non mi spronava a cambiare idea, ma so che se avesse detto troppo mi sarei infastidita. E comunque avevo dei problemi di salute, perciò non ci pensavamo proprio.
Poi è scattata la molla… Una cara amica mi ha chiesto di fare da madrina di battesimo a sua figlia e io mi sono sentita investita di un ruolo importante. La bambina, oltretutto, mi sorrideva dolcemente e mi veniva incontro felice ogni volta che mi vedeva.
Qualcosa ha iniziato a cambiare in me, e il giorno in cui ho compiuto 33 anni mi sono svegliata e mi sono detta: da oggi posso iniziare a cercare un figlio, ora mi sento pronta. Appena l’ho detto a mio marito, la sua gioia è stata talmente grande che non ha voluto perdere tempo (o forse aveva paura che ci ripensassi…) e Vanessa è stata concepita in quello stesso istante. Forse mia figlia era anche lei lì, in attesa che mi decidessi a chiamarla, e nemmeno lei ha voluto perdere tempo…
Durante i nove mesi di attesa mi sono abituata all’idea che avrei avuto presto fra le mani uno di quei cosini urlanti e fastidiosi, e la cosa non mi dispiaceva più. Ora anche io guardo i figli degli altri e sorrido: mi sembrano tutti così carini… Insomma, mi ci è voluto solo più tempo rispetto alle altre donne: non tutte nasciamo con l’istinto materno. Ma una cosa è certa: ora non potrei più fare a meno della mia bambina. (vanessa 14)
Voglio un bambino che abbia i suoi occhi
Facciamo l’amore per la prima volta. È bellissimo, mi sembra di perdere i sensi. Qualche giorno dopo, ancora. Non capisco più nulla. È come se mi avesse stregato. Riparto, scappo via da questa storia iniziata neanch’io so perché. Torno a casa e c’è lui che mi aspetta. Mi viene voglia di dirgli “amore”, ma non lo dico.
C’è ancora mio marito nella mia testa, anche se ormai dovrei dire ex marito, visto che mi ha lasciata per un’altra. Riparto, scappo via. Torno e lui è ancora lì, con i suoi occhi profondi.
Comincio a pensare a un bambino, a dei bambini. Con lui. Inizio a vederlo come il padre dei nostri figli e il mio compagno di vita. Non capisco se sia follia o visione.
Il mio ex marito torna all’attacco. Posso, devo riprovarci. Ma continuo a pensare a lui. Così diverso, così uguale a me. E quando penso a lui penso all’amore, ai bambini con i suoi occhi, a Giovanni, a Valentina, a Giacomo. Parto con il cuore a pezzi per un viaggio con il mio ex. Quando torno, dico basta a tutto.
Mi rifugio nel nuovo lavoro e, la sera, nel silenzio della mia casa. Passano i giorni, passano i mesi e torna la fiducia. Insieme alla consapevolezza che credere sempre nella vita e nell’amore sia l’unica cosa che conta. E che se ti sbilanci, l’infinito è pronto a sostenerti… Così due anni dopo arriva Giovanni, e due anni dopo ancora la piccola Valentina. Chissà se arriverà anche Giacomo? Il papà è lui. E chi altri?
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(rosa)
Stasera è quella giusta
Era da un po’ che volevo un figlio, mi sentivo pronta. Il problema era che non era pronta la vita intorno a me: dovevamo comprare casa, arredarla, avere la certezza di un lavoro stabile che ci permettesse di mantenerci.
Così, appena siamo entrati nella nostra nuova casa, abbiamo deciso che era arrivato il momento: ho smesso la pillola e ho cercato di mandare L. a fare una visita, così, per sicurezza… ma non c’è stato verso!
Poi un giorno ho sentito che era quello giusto: avremmo concepito nostro figlio!
Con un sms (“Stasera facciamo un bambino?”) chiedo a mio marito di tornare a casa subito dopo il lavoro e di passare a prendermi da un’amica. In quel periodo faceva i turni e tornava alle 22.
Alle 22 precise esco da casa dell’amica e lo aspetto. Arriva alle 22.20… ma dove ha perso tempo??? Mi saluta e mi bacia… mentre io penso: “Ma la accendi ’sta macchina??? Abbiamo da fare!!”.
Finalmente parte. Arriviamo a casa, come un tornado mi spoglio e mi metto sotto le coperte, mentre L. va in bagno, si cambia, controlla il computer con tutta la calma del mondo. Finalmente arriva in camera, si siede sul letto e mi chiede: «E allora? Com’è andata la tua giornata? A me è successo bla bla bla…».
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«A te è successo??? Che cosa può essere successo di così importante da non poter aspettare???»
Scoppio a piangere… è evidente che lui non capisce niente!! Mi chiede anche che cos’ho… CHE COS’HO?? Dobbiamo concepire un figlio, subito, prima che sia troppo tardi!!!
Si offende e mi dice che la metto giù come un lavoro…
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Chiaro!!! Certo che è un lavoro!! Qui bisogna produrre, per il romanticismo abbiamo una vita, per concepire nostro figlio questa serata!
Un paio di settimane dopo, mentre stiamo andando alle terme, sento un fastidiosissimo mal di pancia. Stanno arrivando… Noooooooooooooo, lacrime a non finire! Torniamo indietro, è inutile andare alle terme se mi stanno arrivando…
Quel giorno non sono arrivate, il giorno dopo neanche, quattro giorni dopo faccio il test: una sbiadita linea rosa ci acceca più del sole. Quella lineetta ci avvertiva che la nostra tiranna aveva ormai preso il volo verso la nostra vita. (stefy 104)
Lui super romantico con la lettera e l’anello.
Come dirgli di no!
Da piccola dicevo che avrei voluto almeno cinque bambini. Poi, crescendo, avevo cambiato idea. Ma ho continuato ad amarli: ho fatto volontariato con i bambini cardiopatici, li adoravo tutti, così indifesi eppure così forti davanti alla loro malattia… mi hanno insegnato tanto.
E così, quando finalmente ho incontrato la mia dolce metà con un super colpo di fulmine, dopo cinque mesi vivevamo insieme e io ero già pronta a sfornare quattro gemelli.
Lui per fortuna era più cauto e così, quando ogni tanto gli raccontavo della mega famiglia che avevo in mente, diceva: «Chissà!».
Per un po’ non ne abbiamo parlato, poi una sera, mentre eravamo sul lettone a lottare con i cuscini, sotto il mio bellissimo peluche trovo un piccolo pacchetto con una lettera. Leggo prima la lettera, bellissima, emozionante, ho le lacrime già alla seconda riga.
La lettera finisce così: “E allora, ti ho convinta? Facciamo un bimbo tutto nostro?!”. Eh sì, è stato lui a chiedermelo… Lo abbraccio stretto stretto e gli rispondo: «Sì, sì, sì, mille volte sì…». Dimentico il pacchettino, e lui: «Ehi, il regalino!».
«Oh, può aspettare, dobbiamo lavorare sul contenuto della lettera…
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Poi l’ho aperto: c’era un anello in oro bianco con brillante… con la nostra data… bellissimo! E così, una settimana dopo, mi sentivo strana, bella, in forma, tutti mi facevano i complimenti per il mio aspetto super… E infatti un mese dopo ho fatto il test: positivo!!! Anche se dentro di me già sapevo, e già sapevo che sarebbe stato un maschietto, un adorabile maschietto… (Sandra 77)
Le cose da fare prima di rimanere incinta
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Quando una coppia si sente pronta a concepire un figlio, è bene che adotti una serie di accortezze perché i nove mesi siano vissuti bene e senza “intoppi”. Insomma, il buongiorno si vede dal mattino.
La visita dal ginecologo
Vogliamo un bambino. Lui ha la testa fra le nuvole, ma io no. Sono sempre stata una pianificatrice, una ragioniera della vita. Sì, lo so, sono poco romantica. Tutta d’un pezzo. Per farla breve, il giorno dopo la decisione ho chiamato il ginecologo e nel giro di una settimana sono andata a chiarire tutti i miei dubbi. Di lì a sei mesi ero in dolce attesa. So che ci vuole anche una certa dose di fortuna, ma è andato tutto bene. (sara)
Sara ha ragione. Molte donne ancora oggi si recano dal ginecologo solo quando il test di gravidanza è positivo, mentre invece sarebbe importante sottoporsi a una visita preconcezionale. A che cosa serve e come avviene? Innanzitutto il ginecologo ricostruisce l’anamnesi personale e familiare, informandosi se gli aspiranti genitori o le loro famiglie soffrano di patologie che possono rappresentare fattori di rischio per malformazioni genetiche o cromosomiche, oppure se vi siano stati esiti avversi in gravidanze precedenti. In questo modo potrà valutare la necessità di ulteriori approfondimenti oppure di un consulto genetico.
Segue la visita ginecologica più un’ecografia per controllare che l’apparato riproduttivo sia sano e non vi siano ostacoli al concepimento e al prosieguo della gestazione, come fibromi o polipi di grosse dimensioni o localizzati in sedi particolari. Poi il ginecologo controlla il peso della donna, per stabilire se sia necessario perdere qualche chilo di troppo o metterne su qualcuno per arrivare alla gravidanza con le giuste “scorte”.
Il ginecologo prescriverà anche alcuni esami del sangue, come l’emocromo per individuare carenze di ferro o anemie di origine genetica, quale l’anemia mediterranea, la glicemia per accertare l’assenza di patologie diabetiche, le transaminasi per escludere patologie epatiche, la creatinemia per le patologie renali. Indispensabile il rubeo-test, per sapere se l’aspirante mamma è immune alla rosolia, una malattia infettiva che, se contratta nel corso della gravidanza, potrebbe causare malformazioni anche gravi al nascituro; in caso di esito negativo, basta sottoporsi a un vaccino e aspettare tre mesi prima di “mettersi all’opera”.
Un’altra malattia esantematica per la quale è possibile vaccinarsi è la varicella che, soprattutto se presa in prossimità del parto, può essere pericolosa per il neonato; ancora una volta basta un prelievo di sangue per accertare se si sia già contratto il virus.
Tra gli esami preconcezionali rientra anche il toxotest, volto ad accertare la presenza di anticorpi contro la toxoplasmosi. Al contrario di rosolia e varicella, non esiste un vaccino che consenta di immunizzarsi da questa malattia; tuttavia, sapere di non averla mai contratta serve a adottare da subito certi accorgimenti, come evitare di toccare le feci dei gatti o di consumare salumi o carni crude. Infine, entrambi i partner dovranno sottoporsi ad alcuni test infettivologici per la ricerca di Hiv o epatite B e l’identificazione del gruppo sanguigno. La maggior parte di questi esami è a carico del Servizio sanitario nazionale.
È importante inoltre riferire al ginecologo se vi siano patologie pregresse. Alcune malattie (soprattutto materne, ma talvolta anche paterne) possono influire sul buon andamento della gravidanza e provocare c...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Da mamma a mamma
  3. 1. Tesoro, facciamo un bambino?
  4. Il primo trimestre – settimane 1-13
  5. Il secondo trimestre – settimane 14-28
  6. Il terzo trimestre – settimane 29-40
  7. Copyright