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Manuale di sopravvivenza all'esame di maturità

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  1. 144 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Manuale di sopravvivenza all'esame di maturità

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Come organizzare e velocizzare lo studio, come sviluppare una memoria infallibile, come scrivere e presentare una tesina perfetta, come affrontare gli scritti, come gestire l'ansia e lo stress, come affrontare il colloquio finale e conquistare i prof per essere promosso!

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2013
ISBN
9788852037863

appendice

STRUMENTI
E CONSIGLI
PRATICI

L’ITALIANO È UNA LINGUA,
NON UN SACCO DA BOXE

Memore dei cinque anni di scuola appena trascorsi, e degli otto precedenti, durante i quali schiere di insegnanti più o meno noiosi o solerti avranno tentato di inculcarti le regole base della nostra difficile, ma ricchissima lingua, sicuramente sai anche tu che l’esame di maturità non è la sede per fare a botte con l’italiano. A quello, meglio riservare altri momenti, magari più privati e non davanti a una commissione in parte esterna. Questa pagina è dedicata agli errori più frequenti, che sono di tre tipi:
• punteggiatura;
• coniugazioni dei verbi;
• ortografia.
Di seguito, trovate tutto quello che dovete sapere per consegnare prove grammaticalmente corrette – ai contenuti, ahimè, dovrete pensare voi.
La punteggiatura, croce e delizia
di generazioni di italiani
LA VIRGOLA (,)
Indica una breve pausa nella lettura e serve per dividere le frasi di un periodo.
• Esempio: Luca corre sempre da solo, si allena per un’ora.
Separa parole o gruppi di parole all’interno di una frase.
Esempio: Mangio mele, pere, banane, prugne.
Va inserita dopo un vocativo.
Esempio: San Francesco, ascolta la mia preghiera.
Bisogna ricordarsi di apporla prima, ma soprattutto dopo un inciso, cioè una frase indipendente inserita in un’altra frase.
Esempio: Oggi, essendo il tempo brutto, rimango a casa.
Serve per isolare un’apposizione, cioè la specificazione di un soggetto.
Esempio: Giulio Cesare, re di Roma, è stato assassinato.
LA VIRGOLA NON SI METTE MAI:
tra soggetto e verbo (esempio: Massimo, legge un libro.)
tra verbo e complemento oggetto (esempio: Io bevo, il vino.)
tra un nome e il suo aggettivo (esempio: Ho mangiato una buona, pizza.)
I DUE PUNTI (:)
Devono essere anteposti al discorso diretto e a una citazione, chiusi tra virgolette.
Esempio: Franco ha risposto: “Ora, preferisco leggere un libro”.
Servono per presentare un elenco.
Esempio: Sono arrivati: Marco, Caterina, Riccardo.
Introducono una spiegazione.
Esempio: Il risultato di tutto ciò è: E=mc2.
IL PUNTO E VIRGOLA (;)
Indica una pausa più lunga della virgola e più breve di quella del punto, per esempio: Bevo sempre molta acqua; sento che mi fa bene.
IL PUNTO (.)
Esprime una pausa lunga. In assenza di altri segni di interpunzione (punto interrogativo, esclamativo, puntini di sospensione) chiude il periodo. Il punto richiede, dopo, la lettera maiuscola.
Se il periodo successivo parla di un altro argomento, bisogna andare a capo.
SIGLE E ABBREVIAZIONI
Il punto viene utilizzato anche nelle sigle (esempio: N.A.T.O.) e nelle abbreviazioni (esempio: dott.).
IL PUNTO ESCLAMATIVO (!)
Va posto alla fine di un periodo, che conclude. Si usa per comunicare meraviglia, o una certa emozione, per esempio: Che bella sorpresa!
IL PUNTO INTERROGATIVO (?)
Serve per conferire alla frase l’inflessione interrogativa. Viene posto alla fine della domanda diretta, per esempio: Che ore sono?
I PUNTINI DI SOSPENSIONE (…)
Sono funzionali a lasciare in sospeso qualcosa che non si può o non si vuole dire. Il segno di interpunzione è formato da tre puntini, di meno o di più sono un errore. Esempio: Domani ci vediamo, vedrai…
LE LINEETTE (–)
Isolano una frase (potrebbe trattarsi di un inciso) e, in alcuni casi, sostituiscono le virgolette nel discorso diretto. Un esempio del primo caso potrebbe essere: Carlo Magno – tutti lo sanno – fu un grande imperatore. Un esempio del secondo: “Non voglio mangiare – ha detto Luca – ora vado via”.
LE VIRGOLETTE (“ ")
Alte (“ ”) o basse (« ») segnalano l’estraneità del gruppo di parole che contengono rispetto al contesto. Si utilizzano per aprire e chiudere un discorso diretto (per esempio: Antonio dice: “Quando sto male, preferisco digiunare”) oppure per riportare citazioni (per esempio: «Nella rinuncia di ciò che abbiamo, otteniamo l’unica cosa che ci appartiene: noi stessi», Franz Grillparzer). Talvolta, vengono utilizzate anche per indicare titoli (di libri o di giornali, per esempio) come nella frase Manzoni ha scritto “I promessi sposi”.
IL TRATTINO (-)
Si usa per indicare la sillabazione di una parola quando si va a capo o p...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Promosso!
  3. I. PIACERE
  4. II. SEMPLIFICARSI LA VITA
  5. III. LE PROVE
  6. IV. RESPIRA
  7. V. NON TI RESTA CHE PREGARE
  8. APPENDICE: STRUMENTI E CONSIGLI PRATICI
  9. Copyright