Il giro del mondo
eBook - ePub

Il giro del mondo

Album di lettere e fotografie

  1. 368 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Il giro del mondo

Album di lettere e fotografie

Dettagli del libro
Anteprima del libro
Indice dei contenuti
Citazioni

Informazioni sul libro

Desideravo ardentemente
vedere il mondo, e non credevo
che sarebbe mai successo davvero.
Girare il mondo fu una delle cose
più straordinarie che mi siano mai capitate.

Domande frequenti

È semplicissimo: basta accedere alla sezione Account nelle Impostazioni e cliccare su "Annulla abbonamento". Dopo la cancellazione, l'abbonamento rimarrà attivo per il periodo rimanente già pagato. Per maggiori informazioni, clicca qui
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui
Entrambi i piani ti danno accesso illimitato alla libreria e a tutte le funzionalità di Perlego. Le uniche differenze sono il prezzo e il periodo di abbonamento: con il piano annuale risparmierai circa il 30% rispetto a 12 rate con quello mensile.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì, puoi accedere a Il giro del mondo di Agatha Christie in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Literatura e Biografías literarias. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2013
ISBN
9788852037146

Sudafrica

Invito a pranzo
Di Città del Capo conservo ricordi più vividi rispetto alle altre tappe del viaggio, forse perché fu il primo porto in cui stazionammo un po’ più a lungo, e ogni cosa mi risultava completamente nuova. I cafri, la bizzarra Table Mountain dalla forma piatta, il sole, le pesche dolcissime, i bagni: era tutto meraviglioso. Chissà come mai non ho più pensato di farci una capatina, visto che me ne ero innamorata. Alloggiavamo in uno degli hotel più eleganti, dove Belcher si fece notare sin dal primo giorno: s’infuriò perché la frutta della colazione era acerba. «Voi come le chiamate, queste?» sbottò. «Pesche? Non si farebbero niente nemmeno se le gettassi a terra.» Passò dalle parole ai fatti, e ne scagliò qualcuna al suolo. «Visto? Se fossero mature sì che si spappolerebbero.»
Fu allora che ebbi il primo, vago sentore che viaggiare in compagnia di Belcher non sarebbe stato così piacevole come avevo immaginato quella sera in cui era venuto a cena da noi.
Questa non è una guida turistica. Desidero solo indugiare su quei ricordi che si stagliano ancora nella mia mente: momenti speciali, luoghi e vicende che mi incantarono. Il Sudafrica rappresentò molto per me. A Città del Capo il gruppo si divise. Archie, la signora Hiam e Sylvia proseguirono verso Port Elizabeth, e ci avrebbero raggiunto in Rhodesia. Io, Belcher e Hiam visitammo le miniere di diamanti a Kimberley e le Matopos, per poi continuare fino a Salisbury. La memoria mi restituisce giornate caldissime e polverose, trascorse in treno diretti a nord in mezzo al Karroo, bevendo limonate ghiacciate per far fronte alla sete incessante. Mi tornano in mente un infinito rettilineo nel Bechuanaland e scene sfocate di Belcher che tormenta Bates e attacca briga con Hiam. Non dimenticherò mai le Matopos, con quei grandi massi accatastati l’uno sull’altro, quasi fossero stati scagliati da un gigante.
Una foto di gruppo a Hout’s Bay, Città del Capo.
Una foto di gruppo a Hout’s Bay, Città del Capo.
La permanenza a Salisbury fu molto piacevole, in compagnia di inglesi allegri e vivaci, e io e Archie ci regalammo una piccola escursione alle Cascate Vittoria. Sono contenta di non esservi più tornata, in modo tale che il mio primo ricordo rimanga inalterato. Alberi immensi, veli di bruma dei colori dell’arcobaleno, e io e Archie che vagavamo nella foresta. Di tanto in tanto quella foschia iridescente si schiudeva per mostrarci, fugace, uno scorcio delle cascate che precipitavano in tutto il loro splendore. Sì, le ho inserite tra le mie sette meraviglie del mondo.
A Livingstone vedemmo i coccodrilli nuotarci accanto, e anche gli ippopotami. Dal viaggio in treno portai a casa delle statuine di legno a forma di animaletti che i ragazzini indigeni vendevano nelle stazioni a pochi penny. Erano incantevoli. Ne ho ancora diverse, intagliate in un legno morbido con un attizzatoio incandescente: antilopi, giraffe, ippopotami, zebre. Sono essenziali, grezze, ma possiedono un nonsoché di speciale.
Poi andammo a Johannesburg, di cui non conservo alcun ricordo, e a Pretoria, di cui rammento la pietra dorata del Palazzo dell’Unione; poi a Durban, che fu una delusione perché ci si poteva fare il bagno solo in una chiusa, separata dal mare aperto da una rete. Nella Provincia del Capo più di ogni altra cosa mi piacque il mare. Quando riuscivamo a rimediare un po’ di tempo, o meglio quando ci riusciva Archie, salivamo sul primo treno per Muizenberg e andavamo a fare surf. Le tavole in Sudafrica erano di legno leggero e sottile, facili da reggere, e si riusciva ben presto a stare in equilibrio sulle onde. Certo, ci si poteva fare male quando si picchiava con il naso sulla sabbia, ma in linea di massima era uno sport abbastanza semplice e molto divertente, che coniugavamo con bei picnic sulle dune. La memoria mi restituisce fiori bellissimi, in particolar modo, se non vado errata, nella casa o nel palazzo del vescovo che ammirammo in occasione di un ricevimento. C’era un giardino rosso, e anche uno blu, con fiori grandi, che il manto di piombaggini rendeva incantevole.
Dal punto di vista economico ce la cavammo bene in Sudafrica, per fortuna. Fummo ospiti del governo praticamente in tutti gli hotel e viaggiammo gratis in treno, perciò soltanto il nostro viaggetto alle Cascate Vittoria comportò spese un po’ più consistenti.
MOUNT NELSON HOTEL
6 febbraio [lunedì]
Siamo arrivati! Eravamo tutti in fibrillazione, perché non si sapeva se ce l’avremmo fatta ad approdare in giornata. Dopo cena il capomacchinista ci ha invitato tutti nella sua cabina, ci ha offerto del Van Dams e ne ha bevuti anche lui diversi bicchieri che lo hanno reso un po’ troppo loquace per uno scozzese, e poi ha cominciato a lamentarsi del fatto che la Kildonan sarebbe arrivata in ritardo per la prima volta. Tra la multa di cento sterline per ogni ora di ritardo dopo le sei del mattino e la paura per la possibile reazione del consiglio direttivo se avesse impiegato troppe centinaia di tonnellate di carbone, quel pover’uomo era a pezzi. Poi si è schierato animatamente contro le unioni precoci e ha implorato Sylvia di non contrarre un matrimonio avventato. Avevamo pensato che magari fosse stato vittima di un’unione infelice, e invece è saltato fuori che è devoto a sua moglie, e che addirittura la compatisce per averlo sposato!
Il Mount Nelson Hotel.
Il Mount Nelson Hotel.
Nel pomeriggio ci siamo imbattuti in un banco di nebbia, e la nave è rimasta ferma a emettere fischi cupi finché non ha schiarito. Siamo riusciti ad attraccare verso le sette e mezzo, appena in tempo per poter ammirare Table Mountain al tramonto. Un rappresentante dell’Unione Sudafricana è salito a bordo per accoglierci, insieme al vicecommissario per il commercio, il maggiore Featherston. Aveva fatto preparare delle auto per noi e aveva disposto che i nostri bagagli passassero i controlli della dogana senza essere esaminati, visto che veniamo direttamente dall’Inghilterra. Le camere e il bagno sono accoglienti, il cibo mediocre, e nessuno risponde mai al campanello, se non per puro caso, ma a parte questo sono tutti molto gentili.
Agatha che fa surf a Muizenberg.
Agatha che fa surf a Muizenberg.
Martedì [7 febbraio]
Fa caldissimo. A me questa temperatura non dispiace nemmeno un po’, ma gli Hiam sono di nuovo più morti che vivi. Le montagne tutto intorno rendono questo posto splendido, e se si fa una passeggiata verso il centro si possono ammirare fiori molto graziosi, color malva, che si arrampicano sulle casette, e poi grandi campanule e siepi di biancospino dalle bacche blu. I signori sono dovuti andare a un pranzo, e noi siamo scese in città per far sviluppare le fotografie, e abbiamo anche comprato una cesta di pesche, grandi e gialle, a una sterlina. Pensavamo fossero cinque, ma abbiamo scoperto che sotto ce n’erano altre, in tutto saranno state una quindicina. Le abbiamo assaporate in giardino, insieme agli ananas a due penny ciascuno. Avevo cominciato a pensare che i luoghi in cui la frutta non costa quasi niente esistessero solo nei libri, ma ora ne abbiamo trovato uno. Abbiamo scoperto che quindici pesche a una sterlina è un’imposizione, ma sono partita da Londra da poco, perché la cosa possa importarmi più di tanto! Quanto vorrei che fossi qui anche tu, mamma cara, ci rimpinzeremmo di frutta insieme!
Agatha e Ashby.
Agatha e Ashby.
Sea Point.
Sea Point.
Nel pomeriggio io e Archie ci siamo dati appuntamento in stazione e siamo andati a Muizenberg. Abbiamo fatto surf: è difficilissimo, ancora non ci riusciamo. Ma lì era meraviglioso, con una baia circondata da alte montagne che scendevano a capofitto sul mare. Non avrei mai immaginato uno scenario del genere! E l’acqua è calda nel vero senso della parola: è il primo mare in assoluto in cui non mi vengono i brividi quando metto dentro i piedi.
Il povero Belcher ha avuto male al piede – setticemia – e durante il viaggio non fa che peggiorare perché non sta a riposo. Di tanto in tanto gli si riaccende il dolore, un po’ come ad Archie. Mi dispiace molto per lui. Oggi degli importanti industriali ci porteranno a fare un giro in macchina. Adoro il sole.
Agatha in piscina a Sea Point.
Agatha in piscina a Sea Point.
Interno di Groote Scuur.
Interno di Groote Scuur.
Ti ho mandato un telegramma e ho ricevuto il tuo un’ora dopo. Sono contenta che vada tutto bene. Scriverò al signor Rotherham di comprarmi un altro titolo cinese. Mi piacciono! E questo è un viaggio splendido. L’unica nota negativa è che forse non ci sono navi per Ceylon: vanno tutte a Bombay. Sarebbe tristissimo lasciarcela sfuggire.
Questa lettera è per tutti, falla avere a Punkie. Mando tanto affetto a lei e a James, e alla mia piccina, e anche al caro Mont, e tanto tanto affetto anche a te, mamma cara. Ti invierò qualche cartolina e qualche foto con la prossima lettera. Come avrai notato, qui non è come stare a casa con la mia Corona, ma è comunque meglio di scrivere a mano! Riguardati, mia cara, ti vorrei qui.
La tua affezionata
Agatha
MOUNT NELSON HOTEL
CITTÀ DEL CAPO
Mercoledì 8 febbraio
Stamattina Belcher ci ha fatto una paternale che non finiva più. Ha cominciato dicendo che il dottore gli ha espressamente vietato di innervosirsi, e quindi non dobbiamo contrariarlo in alcun modo: ha la pressione altissima, e un’agitazione eccessiva, di qualsiasi tipo, potrebbe rivelarsi fatale, con effetti disastrosi sulla Missione, visto che nessun altro è dotato di un briciolo di capacità amministrativa. Per proteggere il capo da tali rischi, si rende ...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Introduzione
  4. Il giro del mondo
  5. Prefazione
  6. Si parte!
  7. Sudafrica
  8. Australia
  9. Nuova Zelanda
  10. Honolulu
  11. Canada
  12. Si torna a casa
  13. Epilogo
  14. Cronologia
  15. Ringraziamenti
  16. Copyright