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Introduzione. Interiorizzare la rivoluzione
1 International Labour Organization, ILO Global Estimates of Forced Labour, Results and Methodology, Geneva, ILO Publications, 2012, pp. 13-14, http://www.ilo.org/wcmsp5/groups/public/---ed_norm/---declaration/documents/publication/wcms_182004.pdf.
2 Caroline Wyatt, What Future for Afghan Woman Jailed for Being Raped?, in «BBC News», South Asia, 14 gennaio 2012, http://www.bbc.co.uk/news/world-south-asia-16543036.
3 Secondo il dipartimento di Stato americano, nel mondo ci sono 195 Stati indipendenti. Si veda US Department of State, Independent States in the World, Fact Sheet, gennaio 2012, http://www.state.gov/s/inr/rls/4250.htm#note3. Il calcolo del numero di Stati indipendenti guidati da donne (presidente, primo ministro o in altro ruolo nell’esecutivo) è tratto dalle informazioni più recenti fornite dalla CIA prima della pubblicazione. Si veda Central Intelligence Agency, Chiefs of State & Cabinet Members of Foreign Governments, dicembre 2012, https://www.cia.gov/library/publications/world-leaders-1/pdf-version/December2012ChiefsDirectory.pdf. Il nostro calcolo comprende comunque due modifiche non riferite dalle informazioni della CIA: l’elezione di Park Geun-hye, il primo presidente donna della Corea del Sud, che entrerà in carica nel 2013, e il termine del mandato, nel dicembre 2012, del presidente svizzero Eveline Widmer-Schlumpf. È opportuno notare che la Svizzera è guidata da un Consiglio federale composto di sette membri. Ogni anno l’Assemblea federale plenaria elegge il presidente e il vicepresidente fra i membri del Consiglio federale. Nel 2013 il presidente svizzero sarà Ueli Maurer. Tre dei sette consiglieri federali sono comunque donne (Eveline Widmer-Schlumph, Simonetta Sommaruga e Doris Leuthard). Poiché da un paese all’altro variano la data e la frequenza delle elezioni, il numero totale di donne capo di Stato o di governo cambierà man mano che in un paese si terranno nuove elezioni.
4 Inter-Parliamentary Union, Women in National Parliaments, 2012, http://www.ipu.org/wmn-e/world.htm.
5 Center for American Women and Politics, Women Who Will Be Serving in 2013, http://www.cawp.rutgers.edu/fast_facts/elections/2013_womenserving.php; e Center for American Women and Politics, Record Number of Women Will Serve in Congress; New Hampshire Elects Women to All Top Posts, in «Election Watch», 7 novembre 2012, http://www.cawp.rutgers.edu/press_room/news/documents/PressRelease_11-07-12.pdf.
6 Inter-Parliamentary Union, Women in National Parliaments, 2012, http://www.ipu.org/wmn-e/arc/classif151200.htm.
7 Ibidem.
8 Patricia Sellers, Fortune 500 Women CEOs Hits a Milestone, in «CNNMoney», 12 novembre 2012, http://postcards.blogs.fortune.cnn.com/2012/11/12/fortune-500-women-ceos-3/.
9 Catalyst, 2012 Catalyst Census: Fortune 500 Women Executive Officers and Top Earners, dicembre 2012, http://www.catalyst.org/knowledge/2012-catalyst-census-fortune-500-women-executive-officers-and-top-earners. Catalyst definisce «executive officer» chi è «nominato ed eletto dai membri del consiglio di amministrazione», compresi «l’amministratore delegato e fino a due livelli sotto di lui» e le persone «elencate come dirigenti negli archivi SEC» (Securities and Exchange Commission, la commissione di controllo sui titoli e la Borsa); si veda appendice 1, Methodology Section, 2009 Catalyst Census: Fortune 500, http://www.catalyst.org/knowledge/2009-catalyst-census-methodology; Catalyst, 2012 Catalyst Census: Fortune 500 Women Board Directors, dicembre 2012, http://www.catalyst.org/knowledge/2012-catalyst-census-fortune-500-women-board-directors; e Catalyst, Targeting Inequity: The Gender Gap in US Corporate Leadership, settembre 2010, http://www.jec.senate.gov/public/index.cfm?a=Files.Serve&File_id=90f0aade-d9f5-43e7-8501-46bbd1c69bb8.
10 US Equal Employment Opportunity Commission, 2011 Job Patterns for Minorities and Women in Private Industry, 2011 EEO-1 National Aggregate Report, 2011, http://www1.eeoc.gov/eeoc/statistics/employment/jobpat-eeo1/index.cfm (la definizione data dall’EEOC di top corporate jobs comprende dirigenti e funzionari a livello dirigenziale oltre ai manager); Catalyst, 2011 Catalyst Census: Fortune 500 Women Board Directors; Center for American Women and Politics, Record Number of Women Will Serve in Congress. Si veda inoltre Catalyst, Women of Color Executives: Their Voices, Their Journeys, giugno 2011, http://www.catalyst.org/publication/54/women-of-color-executives-their-voices-their-journeys.
11 European Commission, National Factsheet: Gender Balance in Boards, ottobre 2012, www.google.com/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=6&cad=rja&ved=0CFkQFjAF&url=http://ec.europa.eu/justice/gender-equality/files/womenonboards/womenonboards-factsheet-de_en.pdf&ei=AO-yUOyvBYS7igKoooHABg&usg=AFQjCNGx1TMiB2mfY8pcGwTAV-Ao-dV7xA&sig2=W_rwUkNhOfAhpiRawWh70Q.
12 I dati riguardano le più grandi aziende quotate in borsa. Si veda European Commission, National Factsheet: Gender Balance in Boards, 2012, http://ec.europa.eu/justice/gender-equality/files/womenonboards/womenonboards-factsheet-de_en.pdf; e Catalyst, Women in Europe, 2012, http://www.catalyst.org/knowledge/women-europe.
13 Ariane Hegewisch, Claudia Williams e Anlan Zhang, The Gender Wage Gap: 2011, Fact Sheet, marzo 2012, http://www.iwpr.org/publications/pubs/the-gender-wage-gap-2011; e Carmen DeNavas-Walt, Bernadette D. Proctor e Jessica C. Smith, Income, Poverty, and Health Insurance Coverage in the United States: 2010, US Census Bureau, Current Population Reports, P60-239, Washington DC, US Government Printing Office, 2011, p. 12, http://www.census.gov/prod/2011pubs/p. 60-239.pdf. Le statistiche citate sono tratte da calcoli del divario di stipendio per genere basati sui guadagni medi annuali. Secondo Pamela Coukos, senior program advisor al ministero del Lavoro, nel dipartimento dei programmi di controllo dei contratti federali, la stima più comunemente citata del divario di stipendio per genere si basa sulla differenza fra i guadagni medi annuali di uomini e donne. Un’altra stima di questo divario ampiamente utilizzata si basa sulla differenza fra il guadagno medio settimanale di uomini e donne. Alcuni studiosi ritengono che i guadagni settimanali siano più accurati perché rendono meglio conto della differenza nel numero totale di ore lavorate e, poiché spesso gli uomini lavorano un numero di ore superiore alle donne, questa differenza può giustificare in parte il divario di stipendio. Altri studiosi affermano che la cifra del guadagno medio annuale sia preferibile in quanto comprende un numero maggiore di compensi (come bonus, pensioni e così via). Da notare come entrambi gli approcci rilevino che le donne guadagnano meno degli uomini. Secondo i recenti introiti medi annuali, le donne guadagnano 77 centesimi per ogni dollaro degli uomini. Secondo i recenti introiti medi settimanali, le donne guadagnano 82 centesimi per ogni dollaro degli uomini.
14 Marlo Thomas, Another Equal Pay Day? Really?, in «The Huffington Post», 12 aprile 2011, http://www.huffingtonpost.com/marlo-thomas/equal-pay-day_b_847021.html.
15 I dati qui riferiti risalgono al 2010. Si veda European Commission, Progress on Equality Between Women and Men in 2011: A Europe 2020 Initiative, Luxembourg, Publications Office of the European Union, 2012, http://ec.europa.eu/justice/gender-equality/files/progress_on_equality_between_women_and_men_in_2011.pdf.
16 Organisation for Economic Co-operation and Development (OECD), Table I. Earnings Dispersion, Gender Wage Gap and Incidence of Low Pay, in «OECD Employment outlook 2012», http://www.oecd-ilibrary.org/employment/oecd-employment-outlook-2012_empl_outlook-2012-en.
17 La sociologa Arlie Russell Hochschild ha coniato la frase «the stalled devolution» (la rivoluzione in stallo) nel suo libro The Second Shift, New York, Avon Books, 1989, p. 12.
18 Leymah Gbowee con Carol Mithers, Grande sia il nostro potere, trad. it. di Elisabetta De Medio, Milano, Corbaccio, 2012 (NdT).
19 Occorre notare come non tutte le donne leader sostengano gli interessi delle donne. Si veda Nicholas D. Kristof, Women Hurting Women, in «The New York Times», 29 settembre 2012, http://www.nytimes.com/2012/09/30/opinion/sunday/kristof-women-hurting-women.html?hp. Per le ricerche e le discussioni su come tutte le donne potrebbero trarre benefici con un numero maggiore di loro in posizioni di potere si veda il capitolo 11.
20 Joanna Barsh e Lareina Yee, Special Report: Unlocking the Full Potential of Women in the US Economy, McKinsey & Company, aprile 2011, p. 6, http://www.mckinsey.com/Client_Service/Organization/Latest_thinking/Unlocking_the_full_potential.aspx.
I. Il divario nelle ambizioni: che cosa fareste se non aveste paura?
1 Dal 1981 al 2005, il tasso di ritiro dal lavoro nelle donne bianche sposate con figli è sceso dal 25,2 al 21,3 per cento, raggiungendo il punto più basso nel 1993 (16,5 per cento). Dalla metà degli anni Novanta si è verificato un rialzo nel gruppo che decideva di lasciare la forza lavoro. Eppure il tasso sembra tendere alla stabilizzazione e non è tornato ai valori di trenta o quarant’anni fa (Stone e Hernandez 2012). Questo modello di ritiro dal lavoro si ricollega in linea di massima ai tassi tendenziali di impiego delle donne fin dagli anni Sessanta. Dagli anni Sessanta agli anni Novanta la partecipazione delle donne alla forza lavoro è aumentata notevolmente, con un picco nel 1999, quando l’occupazione femminile ha raggiunto il 60 per cento. Dal 1999 il tasso di occupazione delle donne ha mostrato un lento declino (Bureau of Labor Statistics 2007 e 2011). Rispecchiando questi m...