In che modo il capitale erotico esplica la sua magia? Quali sono i processi sociali impliciti che fanno sì che gli individui più dotati di capitale erotico abbiano maggiore successo degli altri? Commentatori e sociologi, per lo più, ritengono che in quest’ambito agiscano illegittime discriminazioni, o temono che non si possa escludere l’intervento della discriminazione. Nel mondo occidentale si dà frequentemente per scontato che qualsiasi beneficio personale derivante da un aspetto attraente debba essere considerato immeritato e ingiusto. Ma allora, perché la gente non si limita a ignorare la bellezza e il fascino?
Due sorelle
Isabelle e Pamela sono sorelle, anche se a vederle nessuno lo direbbe.1 Avendo appena due anni di differenza, sono in pratica coetanee, hanno frequentato le stesse scuole private e gli stessi compagni di studi, hanno entrambe beneficiato di fine settimana in località alla moda e dell’iscrizione a circoli esclusivi, finché, all’università, hanno preso strade diverse. Entrambe hanno conseguito una laurea in discipline tecniche e scientifiche, ma Isabelle ha portato a termine gli studi rapidamente, mentre Pamela si è attardata. Oggi Isabelle gestisce un’attività di successo, è benestante, parla diverse lingue straniere, possiede una grande casa elegante, viaggia spesso per lavoro e trascorre le vacanze in luoghi esotici; frequenta i migliori ristoranti e ha avuto molti fidanzati. Pamela non ha fatto una vera e propria carriera, avendo cambiato frequentemente lavoro, in genere in mansioni di supporto ad altri professionisti, spesso con progetti a breve termine. Suo marito, il vero capofamiglia, è una celebrità in campo scientifico. Tali dettagli emergono solo se si arriva a conoscere bene le due sorelle. La cosa più stupefacente, quando le si incontra per la prima volta, è quanto siano diverse per personalità e stile oggi che sono entrambe sulla quarantina: l’una sicura di sé, espansiva e a proprio agio nei contesti sociali; l’altra socialmente ed emotivamente insicura, goffa, permalosa, sempre pronta a scoppiare in lacrime se le cose non vanno come vorrebbe.
La spiegazione più facile per i diversi risultati ottenuti dalle due sorelle risiede in un insieme di capacità intellettuali e opportunità. Isabelle è intelligente ed è sempre stata una studentessa brillante, spesso la prima della classe: ha superato senza difficoltà gli esami sia a scuola sia all’università, riuscendo così a completare il corso di studi rapidamente, e poi ha deciso di trasferirsi in una grande città per poter scegliere fra diverse opportunità di occupazione. Ha trovato subito lavoro e ha accumulato velocemente un’esperienza significativa, tanto da essere promossa dirigente prima di decidere di avviare un’attività in proprio. Al contrario, Pamela ha sempre fatto fatica a scuola. È stata anche bocciata, e ha dovuto subire l’esperienza umiliante di ripetere l’anno con ragazze più piccole di lei, sopportando i commenti degli insegnanti che si meravigliavano dei suoi risultati scolastici, messi continuamente a confronto con quelli della sorella maggiore. Ha avuto pochi amici e ha faticato anche all’università, dove è stata costretta a ripetere più volte gli esami prima di riuscire a superarli e infine si è laureata con il minimo dei voti grazie al sostegno economico dei genitori, che hanno voluto assicurarle le stesse basi di partenza della sorella. Una volta laureata, è rimasta ad abitare in periferia insieme al marito e ai figli, in una zona dove le occasioni di lavoro erano scarse e le possibilità di scelta limitate.
Considerando la vicenda da un altro punto di vista, risultati così drasticamente diversi potrebbero essere spiegati in base alla differenza di capitale erotico delle due sorelle. Isabelle da bambina era bellissima, con riccioli biondi, occhi cerulei e una pelle bianchissima; Pamela, invece, aveva i capelli scuri e dritti, occhi castani e zigomi alti che la rendevano fotogenica: colpiva, ma non poteva essere definita una bellezza, e questo tratto si è rafforzato con il passare degli anni. Quando uscivano insieme, tutta l’attenzione finiva sempre per concentrarsi su Isabelle, che, con la sua mente vivace, imparava tutto rapidamente. Nonostante i genitori affermassero di amare in ugual misura le figlie e di trattarle esattamente nello stesso modo, era evidente che Isabelle era la preferita del padre. Durante l’adolescenza le due ragazze erano diversissime per aspetto, personalità e stile: Isabelle dedicava molto tempo alla cura dei capelli e del proprio aspetto in generale, indossava abiti impeccabili, scelti con cura per esaltare la sua corporatura minuta, e faceva molta attenzione a non aumentare di peso. Era a proprio agio nei contesti sociali, aveva molti amici e mostrava già l’intima certezza e la determinazione di chi sa qual è il proprio posto nel mondo e come raggiungere gli obiettivi che si pone, ed è perciò in grado di liquidare eventuali fallimenti o contrattempi con una scrollata di spalle. Pamela, invece, crescendo diventò una ragazzona goffa e piuttosto sovrappeso. I corsi di danza classica, che pure amava, non riuscivano a renderla più aggraziata nei movimenti; il suo comportamento nei contesti sociali era spesso aggressivo, rivelando insicurezza e un malcelato risentimento per i fallimenti o i rifiuti che riceveva. Spesso Pamela cercava consolazione nel cibo e periodicamente ingrassava, nonostante i corsi di danza e l’attività sportiva. Non era capace di vestirsi in modo da valorizzare i suoi colori scuri e la corporatura robusta: sembrava sempre che avesse indosso degli abiti smessi, tanto erano sformati e brutti, e si offendeva se qualcuno cercava di darle un consiglio in proposito. I suoi rapporti con i coetanei, maschi e femmine, erano tesi e spesso caratterizzati da contrasti e problemi. Non sembrava mai completamente felice.
L’approccio abituale per spiegare risultati così diversi nella vita adulta tende a concentrarsi sul corso di studi e sull’esperienza professionale: il fattore del «capitale umano». Ma queste due ragazze sono cresciute esattamente nello stesso ambiente familiare, hanno frequentato le medesime scuole e hanno entrambe conseguito una laurea. Sotto questo aspetto, le differenze tra loro sono davvero scarse. I sociologi hanno dedicato molte ricerche al tentativo di mettere a fuoco con precisione il contributo dell’aspetto fisico, dell’intelligenza e della personalità: particolarità che a loro volta possono essere ripartite in una ventina di tratti specifici o caratteristiche personali. Ma come illustrano queste due vicende, tali caratteristiche spesso sono inestricabilmente intrecciate fra loro, fin dalla prima infanzia. Individuarle separatamente ha senso dal punto di vista scientifico, ma può essere del tutto irrilevante nel contesto pratico del mondo reale: Isabelle era carina, intelligente e sicura di sé, ma ci sono voluti anni perché la sua vivacità intellettuale venisse certificata dal sistema scolastico e dal lavoro; nel frattempo la sua personalità espansiva, il suo aspetto e il suo stile sociale si sono modellati a partire dalla squisita bellezza che l’ha caratterizzata fin da bambina. Pamela, invece, era una ragazza qualunque – non certo brutta – che avrebbe potuto diventare una bellissima donna se si fosse impegnata quanto Isabelle; invece ha rinunciato quasi subito all’impresa. I ripetuti fallimenti, le bocciature scolastiche e le difficoltà negli studi universitari hanno certamente condizionato il suo aspetto esteriore e la sua personalità, ma a questi insuccessi si è aggiunta l’esperienza frustrante e dolorosa di essere stata, fin da piccola, meno vezzeggiata e accudita della sorella maggiore; la mancanza di calore umano ha lasciato un’impronta su di lei ben prima dell’inizio della scuola.
Il capitale erotico combina sei fattori, che comprendono attrattive fisiche e sociali: bellezza, richiamo sessuale, vitalità, competenze sociali, capacità di autopresentazione e sessualità. In generale questi fattori sono inestricabilmente legati nel mondo reale, anche se tutte le ricerche tentano di distinguere un filone dall’altro per misurare i rispettivi effetti. L’aspetto è la componente più facile da discernere, perché è sotto gli occhi di tutti. La sessualità acquisisce importanza solo in privato, nella vita adulta, però può conferire sicurezza anche con i colleghi sul posto di lavoro. Ma tutte e cinque le componenti principali plasmano l’individuo fin dalla nascita e determinano il modo in cui è percepito dagli altri.
Cenerentola al ballo
Nella celebre fiaba, Cenerentola riceve la visita della fata madrina che, agitando nell’aria una bacchetta magica, la trasforma: la misera sguattera diventa un’elegante e affascinante principessa, con una carrozza pronta a condurla al ballo. Magicamente, il ballo non richiede alcun invito e Cenerentola sa alla perfezione come comportarsi, come ballare, come sedurre il principe. Oh, se solo la vita potesse essere così semplice!
In che modo, nel mondo reale, il capitale erotico realizza il proprio incantesimo? Quando comincia questa magia? Ci sono degli svantaggi? È davvero possibile una trasformazione istantanea? Bisogna per forza essere bionde, avere i piedi piccoli e saper ballare?
Gli psicologi sociali hanno studiato per decenni la vita di individui affascinanti, per stabilire cosa li renda diversi dagli altri, e fino a che punto le conseguenze siano costanti. La cattiva notizia è che è certamente meglio essere nati belli; quella buona è che chiunque può ottenere risultati analoghi, se è disposto a fare investimenti in termini di impegno, tempo e lavoro.
I francesi, che da sempre riconoscono questo fatto, hanno elaborato il concetto di belle laide (beau laid al maschile): una persona di brutto aspetto, ma che risulta affascinante grazie a una miscela di capacità di autopresentazione e di stile. Dato che il capitale erotico ha molte sfaccettature, c’è sempre spazio per eccellere in una dimensione o in un’altra: se non sei bello, puoi costruirti un corpo atletico, imparare a ballare, sviluppare capacità sociali. Anche l’intelligenza è alquanto sfaccettata, per cui individui considerati somari a scuola perché non eccellono nell’apprendimento attraverso i libri possono diventare figure di spicco in altri campi, quali la musica, il calcio o le negoziazioni nel mercato valutario. Raramente i milionari perdono tempo a conseguire un dottorato: Richard Branson era dislessico, aveva difficoltà nella lettura e ha abbandonato la scuola a sedici anni, eppure è riuscito a creare un impero economico, la Virgin. I suoi fratelli hanno frequentato l’università e hanno fatto carriera nel lavoro, ma solo sir Richard Branson è diventato un imprenditore di fama mondiale. Analogamente, Mark Zuckerberg ha abbandonato il corso di studi a Harvard per creare Facebook, che lo ha reso milionario prima dei trent’anni.
L’enfasi attuale sul capitale umano e sui risultati scolastici come strumenti del successo crea una sorta di miopia: altre strade e altri talenti vengono relegati ai margini. Sono poche le persone che esaltano i benefici del capitale erotico o del capitale sociale, o della cosiddetta «università della vita», con la stessa convinzione con cui gli accademici promuovono quelli dell’istruzione superiore. Più avanti fornirò esempi di persone che hanno raggiunto il successo senza grande aiuto da parte dei genitori e senza poter contare su un percorso scolastico degno di nota. Il punto fondamentale è che il problema del sostegno dei genitori può essere aggirato: le librerie sono piene di manuali su qualsiasi argomento, dal galateo alle buone maniere, dalle pratiche di bellezza all’accostamento dei colori. Quando avevo vent’anni, ho tratto grande beneficio dalle lezioni gratuite di trucco organizzate da grandi aziende cosmetiche e ho rapidamente appreso le tecniche del mestiere. Se c’è la volontà di imparare, un modo si trova sempre.
La belle laide e il beau laid hanno bisogno di più tempo per arrivare dove vogliono, ma possono comunque raggiungere lo stesso traguardo di chi parte avvantaggiato dalla natura o dalla famiglia. I privilegi dell’infanzia spariscono rapidamente, se non sono sostenuti dall’impegno e dalla motivazione. Sotto molti aspetti, il capitale erotico non è diverso dal capitale umano e da quello sociale: essere nati intelligenti, in una famiglia con buoni contatti, è di grande aiuto, ma investendo nell’impegno a scuola e nella costruzione di una rete di amici si può compensare, nel lungo periodo, la mancanza di questi vantaggi iniziali.
L’infanzia
I benefici dell’avvenenza cominciano a manifestarsi fin dall’infanzia. Tutti i bambini sembrano belli ai propri genitori; il resto del mondo ha gusti più difficili. Perfino chi accudisce i bambini per lavoro percepisce diversamente i neonati di sei mesi a seconda che siano più o meno belli, anche se le bimbe meno attraenti in genere sono considerate più abili e precoci delle coetanee più carine.2
I neonati e i bambini di bell’aspetto sono trattati con più calore da tutti in generale, dagli estranei per la strada oltre che dalla famiglia e dai parenti: sono accolti con affetto, coccolati, accarezzati, fatti oggetto di sorrisi e attenzioni; ricevono più facilmente dolciumi e regali, aiuto e assistenza se sono in difficoltà, vengono trattati con maggiore benevolenza se si comportano in modo sbagliato o goffo. Neonati e bambini di bell’aspetto hanno un vantaggio iniziale perché la gente dedica loro più attenzione, ha più pazienza nell’insegnare, reagisce in modo positivo a richieste e domande insistenti, è più tollerante se sono cattivi o rumorosi.3
Se anche uno dei genitori è di bell’aspetto, questi sentimenti calorosi diventano presto reciproci, creando un circolo virtuoso che rafforza l’ammirazione e l’affetto. Persino i neonati reagiscono in modo più positivo agli estranei con un bel viso, rispetto a quelli non attraenti: li osservano più a lungo e restituiscono loro il sorriso più prontamente. Neonati e bambini molto piccoli discriminano a livello inconscio fra visi gradevoli e sgradevoli, fra persone grasse e magre, fra compagni belli e brutti, già al nido o all’asilo.4 L’attrazione per la snellezza e per l’avvenenza comincia a essere avvertita talmente presto che oggi gli studiosi sono concordi nel ritenerla un comportamento innato e non appreso.
Le reazioni positive degli adulti e dei coetanei producono un effetto duraturo sulla personalità e sulle capacità di socializzazione dei bambini, e accelerano il loro sviluppo intellettuale. Tre quarti dei bimbi di bell’aspetto, contro solo un quarto di quelli ritenuti non attraenti, sono considerati ben adattati e dotati di competenze e attrattive sociali. I bambini belli vengono trattati meglio di quelli brutti, sono più popolari e, in ultima istanza, manifestano un livello di intelligenza superiore. È questo l’effetto che è stato più spesso messo in discussione, sulla base del fatto che ...