Una stanza raccolta, messa con gusto, ma senza lusso. Nello sfondo a destra una porta dà in anticamera; una seconda porta, nello sfondo a sinistra, dà nello studio di Helmer. Fra queste due porte un pianoforte. Nel mezzo della parete di sinistra una porta e un po’ più avanti una finestra. Accanto a questa una tavola rotonda, con sedie a spalliera e un piccolo divano. Alla parete di destra, un po’ più indietro, una porta, un po’ più avanti una stufa di maiolica, vicino alla quale ci sono un paio di sedie a spalliera e una sedia a dondolo. Fra la stufa e la porta un tavolinetto. Alle pareti incisioni in rame. Uno scaffaletto con porcellane e altri ninnoli artistici. Una piccola libreria con libri in rilegature di lusso. Un tappeto grande come la stanza. La stufa è accesa. Giornata d’inverno.
Suono di campanello in anticamera. Subito dopo si sente aprire. Nora entra canterellando contenta. È in cappello e soprabito e porta molti pacchetti che depone sulla tavola a destra. Lascia aperta dietro di sé la porta dell’anticamera, dalla quale si vede un fattorino che reca un piccolo abete e un canestro. Consegna l’uno e l’altro alla cameriera che è andata ad aprire.
NORA Helene, nascondi bene l’albero di Natale. I bambini non devono vederlo prima di sera, quando sarà ornato. (Al fattorino, estraendo il portamonete) Quanto...?
FATTORINO Cinquanta centesimi.
NORA Ecco una corona. No... tenga pure il resto. (Il fattorino ringrazia ed esce. Nora chiude la porta. Contenta, ride ancora tra sé, mentre depone cappello e soprabito. Cava di tasca un cartoccio di dolci e ne mangia un paio. Poi si avvicina cautamente alla porta del marito e sta in ascolto.) Sì, è in casa. (Di nuovo canterella sottovoce avvicinandosi alla tavola di destra.)
HELMER (nel suo studio) Gorgheggia lì fuori la lodola?
NORA (aprendo un paio di pacchetti) Proprio così.
HELMER Saltella costì lo scoiattolo?
NORA Sì.
HELMER Quando è venuto a casa lo scoiattolo?
NORA In questo momento. (Mette in tasca il cartoccio dei dolci e si pulisce la bocca.) Torvald, vieni a vedere i miei acquisti.
HELMER Non disturbare! (Poco dopo apre la porta, si affaccia con la penna in mano.) Acquisti, hai detto? Tutta questa roba? Il lucherino sventato è uscito di nuovo per sprecare quattrini?
NORA Ma, Torvald, quest’anno possiamo ben darci un pochino alla pazza gioia. È il primo Natale che non siamo costretti a fare economia.
HELMER Però, sai, non dobbiamo neanche far del lusso.
NORA Sì, Torvald, adesso possiamo anche concederci un po’ di lusso. Un poco, soltanto un pochino, vero? Adesso hai uno stipendio considerevole e guadagnerai molto denaro.
HELMER Sì, col nuovo anno. Ma lo stipendio l’avrò alla fine del trimestre.
NORA Via, fino allora possiamo prenderne a prestito.
HELMER Nora! (Va a tirarle le orecchie per celia.) Ti assale di nuovo la leggerezza? Poniamo che io prenda oggi a prestito mille corone e tu le spenda nella settimana di Natale, e la notte di San Silvestro mi cada una tegola sulla testa e io rimanga lì...
NORA (chiudendogli la bocca) Uh, che brutti discorsi!
HELMER Supponiamo però che accada. Che succederebbe poi?
NORA Se accadesse una cosa così orrenda, mi sarebbe proprio indifferente aver debiti o non averne.
HELMER E le persone dalle quali avrei preso il denaro?
NORA Quelle? E chi se ne occupa? Sono estranei.
HELMER Nora, Nora, tu sei donna! Ma, parliamo sul serio. Tu sai come la penso in proposito. Niente debiti! Mai chiedere prestiti! Una casa che ricorre ai prestiti finisce con l’avere qualcosa di non libero e perciò di brutto. Fino ad oggi abbiamo tenuto duro coraggiosamente e lo faremo anche in questo poco tempo che sarà necessario.
NORA (avvicinandosi alla stufa) Sì, sì, come vuoi tu, Torvald.
HELMER (seguendola) Via, adesso la lodoletta non deve abbassare le ali. Come? Lo scoiattolo ha messo il broncio? (Estrae il portafogli.) Nora, che cosa ci sarà qui dentro?
NORA (voltandosi rapidamente) Denaro!
HELMER To’, prendi! (Le dà alcune banconote.) So bene, Dio mio, che a Natale ci sono tante spese da fare.
NORA (contando) Dieci... venti... trenta... quaranta. Grazie, Torvald, mille grazie. Con questi tiro avanti un bel po’.
HELMER Già, bisognerà bene che tu lo faccia.
NORA Sì, sì, lo farò. Adesso però vieni che ti faccio vedere i miei acquisti. Tutta roba che costa poco. Ecco qui, un vestito nuovo per Ivar, e anche una sciabola. Qui ci sono un cavallo e una tromba per Bob, e qui una bambola con la culla per Emmy. Certo, è fatta alla buona, ma quella rompe tutto subito. Qui c’è stoffa da far abiti e fazzoletti per le ragazze. La vecchia Anne Marie dovrebbe veramente ricevere molto di più.
HELMER E che cosa c’è in questo pacchetto?
NORA (gridando) Lascia, Torvald! Vedrai questa sera.
HELMER Ho capito. Ma dimmi ora, piccola sprecona, che cosa ti sei riservata per te?
NORA Oh, vai... per me? non saprei davvero che cosa...
HELMER Ci devi pensare, invece. Dimmi qualcosa di ragionevole che ti possa far piacere.
NORA Non saprei davvero. Ossia, Torvald, ascolta...
HELMER Dimmi!
NORA (giocando coi bottoni senza guardarlo) Ecco, se vuoi farmi un regalo, potresti... potresti...
HELMER Avanti, fuori!
NORA (rapida) Potresti regalarmi denaro, Torvald, solo quel tanto di cui pensi di poter fare a meno. Potrei in seguito, all’occasione, comperarmi qualcosa.
HELMER Ma via, Nora...
NORA Fallo, caro Torvald, te ne prego. E io avvolgo il denaro in un pezzo di carta dorata e l’appendo all’albero. Non sarebbe carino?
HELMER Come si chiama...