Morte innaturale
eBook - ePub

Morte innaturale

  1. 266 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub
Dettagli del libro
Anteprima del libro
Indice dei contenuti
Citazioni

Informazioni sul libro

Kay Scarpetta è alle prese con un'indagine ad alto rischio. Dopo aver ricevuto un¿e-mail minacciosa scopre di essere al centro di un pauroso progetto di morte. Un folle "untore" sta cercando di contagiare l'umanità con un virus peggiore del vaiolo...

Domande frequenti

È semplicissimo: basta accedere alla sezione Account nelle Impostazioni e cliccare su "Annulla abbonamento". Dopo la cancellazione, l'abbonamento rimarrà attivo per il periodo rimanente già pagato. Per maggiori informazioni, clicca qui
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui
Entrambi i piani ti danno accesso illimitato alla libreria e a tutte le funzionalità di Perlego. Le uniche differenze sono il prezzo e il periodo di abbonamento: con il piano annuale risparmierai circa il 30% rispetto a 12 rate con quello mensile.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì, puoi accedere a Morte innaturale di Patricia Cornwell, Renato Pera in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Letteratura e Letteratura poliziesca e gialli. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2013
ISBN
9788852032882

1

A Dublino era una notte fredda e tersa e il vento gemeva fuori della mia stanza come un’orchestra di cornamuse. Le folate scuotevano i vetri delle vecchie finestre, come spiriti che si rincorrevano. Sistemai per l’ennesima volta i cuscini e mi sdraiai in un viluppo di lenzuola irlandesi, ma non riuscii a prendere sonno. Mi tornavano in mente le immagini di quella giornata, immagini di corpi senza arti né teste, e mi rizzai a sedere sul letto in un bagno di sudore.
Accesi la luce e subito mi avvolsero le calde boiserie e i rossi tessuti scozzesi dello Shelbourne Hotel. Mi misi addosso la vestaglia senza riuscire a staccare gli occhi dal telefono, accanto al letto sfatto. Erano quasi le due del mattino. A Richmond, in Virginia, erano le nove di sera, e Pete Marino, comandante della Squadra Omicidi del Dipartimento di polizia, se ne stava probabilmente davanti al televisore, fumando o mangiando qualcosa di controindicato per la sua salute, a meno che non fosse fuori per servizio.
Composi il numero e lui sollevò subito il ricevitore, come se stesse attendendo quella chiamata accanto al telefono.
«Dolcetto o scherzetto.» Aveva il vocione di chi è quasi completamente ubriaco.
«Sei in anticipo su Halloween di almeno un paio di settimane.» Cominciavo a pentirmi di averlo chiamato.
«Capo?» Fece una pausa, perplesso. «Sei tu? Sei tornata a Richmond?»
«No, sono ancora a Dublino. Cos’è questa confusione che sento?»
«Sono con i ragazzi, e abbiamo certe brutte facce che non ci servono le maschere. Qui ogni giorno è Halloween. Ehi, Bubba sta bluffando!»
«Per te c’è sempre qualcuno che bluffa» scattò una voce in lontananza. «È una deformazione professionale di voi investigatori.»
«Ma che vai dicendo? Se Marino è un investigatore, io sono il presidente degli Stati Uniti.»
Udii in sottofondo risate e altri commenti beffardi.
«Stiamo giocando a poker» mi spiegò Marino. «Che diavolo di ora è da quelle parti?»
«Meglio che non te lo dica. Avrei delle notizie poco piacevoli, ma forse è il caso che ne parliamo un’altra volta.»
«No, no, aspetta. Sposto il telefono. Merda, il filo è tutto aggrovigliato, sai come succede. Maledizione.» Udii il suono pesante dei suoi passi e una sedia che veniva fatta strisciare sul pavimento. «Okay, capo, che diavolo succede?»
«Ho passato quasi tutta la giornata a parlare dei casi della discarica con il patologo. Marino, ho il sospetto che il serial killer che squarta i cadaveri in Irlanda sia lo stesso con il quale abbiamo a che fare in Virginia.»
Alzò la voce. «Ragazzi, volete stare un po’ zitti?»
Mentre si allontanava ancora dai suoi compagni mi strinsi addosso la vestaglia e mandai giù le ultime gocce di Black Bush dal bicchiere sul comodino.
«Il dottor Foley si è occupato dei cinque casi di Dublino» proseguii. «Li ho passati tutti in rassegna. Torsi. Colonne vertebrali sezionate orizzontalmente all’altezza della quinta cervicale. Braccia e gambe mozzate in corrispondenza delle articolazioni, il che è abbastanza insolito, come avevo già fatto rilevare. Le vittime rappresentano un mix razziale e la loro età presunta va dai diciotto ai trentacinque anni, nessuna è stata identificata. Ogni caso è stato archiviato come omicidio commesso con strumenti non accertati, teste e arti non sono mai stati ritrovati e i resti sono sempre stati rinvenuti all’interno di discariche private.»
«Il tutto ha qualcosa di terribilmente familiare» fu il suo commento. «Quindi il nostro amico potrebbe essersi trasferito negli Stati Uniti. Tutto sommato, hai fatto bene ad andare in Irlanda.»
All’inizio non la pensava certo così, e non soltanto lui. Quando il Collegio Reale di Chirurgia mi aveva invitata, in veste di capo medico legale della Virginia, a tenere una serie di conferenze al Trinity College, avevo accettato anche per sfruttare l’opportunità di indagare sui cinque omicidi di Dublino. Marino l’aveva invece considerata una perdita di tempo, mentre per quelli dell’Fbi avrei potuto al massimo acquisire qualche dato statistico.
Le loro perplessità erano oggettivamente fondate. Quegli omicidi risalivano a dieci anni prima e, come in quelli della Virginia, c’era ben poco su cui lavorare. Non avevamo impronte digitali, particolari odontoiatrici, e, men che meno, testimoni che ci consentissero l’identificazione delle vittime. Ci mancavano campioni biologici di persone scomparse da raffrontare con il Dna delle vittime e non avevamo idea di quale potesse essere stata l’arma, o le armi, dei delitti. Tutto quello che sapevamo dell’assassino era che aveva una certa familiarità con la sega da macellaio, acquisita probabilmente grazie alla sua professione.
«L’ultimo caso accertato in Irlanda risale a una decina d’anni fa» ricordai a Marino. «E negli ultimi due anni ne abbiamo avuti quattro in Virginia.»
«Pensi quindi che se ne sia rimasto tranquillo per otto anni? Perché? Potrebbe essere finito in carcere per qualche altro reato?»
«Non lo so. Magari si è spostato per commettere altri delitti, che nessuno ha poi collegato ai primi cinque» risposi, mentre il vento fischiava sempre più lugubre.
«Ci sono anche quei casi in Sud Africa» rifletté ad alta voce. «Per non parlare di quelli a Firenze, in Germania, in Russia, in Australia. Merda, a pensarci bene ne sono successi dappertutto. Ehi!» Appoggiò la mano sulla cornetta. «Fumatevi le vostre, di sigarette! Mi avete preso per Babbo Natale?»
Il vocio in lontananza era sempre più animato, qualcuno aveva messo su un disco di Randy Travis.
«Vi state divertendo da matti, a quanto pare» osservai un po’ seccata. «Non invitarmi nemmeno l’anno prossimo, ti prego.»
«Sono un branco di animali» borbottò. «Non so nemmeno io perché li chiamo, ogni volta mi prosciugano il bar e, come se non bastasse, barano.»
«Il modus operandi del nostro amico è abbastanza peculiare» osservai, cercando di calmarlo.
«Quindi, se ha esordito a Dublino, bisognerebbe cercare qualche irlandese. Secondo me, dovresti tornare al più presto.» Ruttò. «Forse è il caso che facciamo un salto a Quantico per aggiornarli. Ne hai già parlato a Benton?»
Benton Wesley era il responsabile del CASKU, l’ufficio che si occupa di sequestri di bambini e serial killer e del quale io e Marino eravamo consulenti.
«No, non ne ho ancora avuto l’opportunità» risposi dopo una breve esitazione. «Potresti accennarglielo tu, io tornerò appena possibile.»
«Magari domani.»
«Sono ancora in ballo con le conferenze.»
«Mezzo mondo ti invita a tenere conferenze, se dipendesse da te non ti occuperesti d’altro.» Nelle sue parole colsi una nota di rimprovero.
«Siamo esportatori di violenza, e il minimo che possiamo fare è mettere gli importatori al corrente di ciò che sappiamo, di ciò che abbiamo imparato dedicandoci per anni a questo tipo di delitti…»
«Non sono le conferenze a trattenerti nella terra dei folletti, capo» mi interruppe. «E lo sai meglio di me.»
«Lascia stare, Marino, ti prego.»
Ma lui se ne guardò bene. «Da quando Wesley ha divorziato, cerchi sempre qualche occasione per svignartela e ora, lo capisco dal tuo tono di voce, non vuoi tornare perché hai paura di affrontare la realtà. Ma invece devi farlo, devi prendere una decisione una volta per tutte.»
«Messaggio ricevuto.» Tagliai corto ai suoi farfugliamenti nella maniera più garbata possibile. «Non stare in piedi tutta la notte, Marino.»
L’ufficio del coroner era al numero 3 di Store Street, di fronte alla dogana e alla stazione dei pullman e abbastanza vicino ai docks e al fiume Liffey. L’edificio in mattoni era piccolo e vecchio e il vialetto che portava sul retro era sbarrato da un pesante cancello nero, con un cartello su cui c’era scritto MORGUE in grosse maiuscole bianche. Salii i pochi scalini dell’ingresso in stile georgiano, suonai il campanello e attesi.
Era un martedì mattina, faceva decisamente freddo e gli alberi stavano assumendo una fisionomia autunnale. La notte quasi in bianco cominciava a farsi sentire, mi bruciavano gli occhi e avevo la testa come vuota. Inoltre, ero ancora innervosita per quello che Marino aveva detto prima che gli sbattessi quasi il telefono in faccia.
«Salve» mi salutò allegro l’amministratore, facendomi entrare. «Come sta, dottoressa Scarpetta?»
Si chiamava Jimmy Shaw ed era molto giovane e molto irlandese, con capelli rosso rame e occhi azzurri come il cielo.
«Ho avuto giorni migliori» confessai.
«Stavo preparando il tè» mi informò, precedendomi lungo il corridoio stretto e male illuminato che portava al suo ufficio. «Credo che una tazza le farebbe bene.»
«Lo penso anch’io, Jimmy, grazie.»
Dette un’occhiata all’orologio. «La dottoressa è impegnata in una udienza preliminare, ma dovrebbe finire da un momento all’altro.»
La scrivania era occupata da un monumentale Registro del Coroner, rilegato in pelle nera, ma quando avevo suonato Jimmy stava leggendo una biografia di Steve McQueen e mangiucchiando del pane tostato. Mi porse un tazzone di tè senza chiedermi se lo volessi al latte o al limone, ormai l’aveva imparato.
«Una fetta di pane tostato con marmellata?» Quella domanda me la rivolgeva ogni mattina.
«Ho già fatto colazione in albergo, grazie.» Anche quella era diventata una specie di risposta standard.
«Anch’io ho fatto colazione, ma questo non mi ha mai impedito di rifarla.» Si infilò gli occhiali. «Vediamo un po’ il suo programma di oggi. Ha una conferenza alle undici e un’altra alle tredici, entrambe al vecchio edificio di Patologia. A ognuna sono previsti circa settantacinque studenti, ma potrebbero essercene di più. Lei è molto popolare da queste parti, dottoressa Scarpetta» osservò compiaciuto. «O forse dipende dal fatto che per noi la violenza americana ha un che di esotico.»
«Mi sembra azzardato definire esotica una vera piaga sociale.»
«Forse la violenza di casa vostra non sarà esotica, ma sicuramente ci affascina.»
«E la cosa mi preoccupa» commentai, cercando di non suonare sgarbata. «Non fatevene affascinare troppo.»
Ci interruppe lo squillo del telefono; Jimmy sollevò la cornetta con l’impazienza di chi è abituato a ricevere troppe telefonate. Ascoltò qualche secondo. «Capisco, ma in questo momento non possiamo permetterci un ordine di questa entità. Dovrò richiamarla.»
Riagganciò e si rivolse di nuovo a me. «Da anni desidero mettere dei computer in questo ufficio, ma i cordoni della borsa socialista sono sempre stretti.»
«Soldi per i morti non ce ne sono mai, dal momento che i morti non votano.»
«Proprio così. Allora, di cosa parlerà oggi?»
«Dell’omicidio di natura sessuale o, più esattamente, dell’importanza del Dna in questo tipo di indagini.»
Bevve un sorso di tè. «E, secondo lei, questi omicidi con squartamento che le interessano tanto sono di natura sessuale? Voglio dire, l’assass...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Morte innaturale
  4. Capitolo 1
  5. Capitolo 2
  6. Capitolo 3
  7. Capitolo 4
  8. Capitolo 5
  9. Capitolo 6
  10. Capitolo 7
  11. Capitolo 8
  12. Capitolo 9
  13. Capitolo 10
  14. Capitolo 11
  15. Capitolo 12
  16. Capitolo 13
  17. Capitolo 14
  18. Capitolo 15
  19. Epilogo
  20. Copyright