Nuovi Argomenti (1-2)
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Nuovi Argomenti (1-2)

  1. 416 pagine
  2. Italian
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Nuovi Argomenti (1-2)

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Informazioni sul libro

Hanno collaborato: Enzo Siciliano, Alfredo Reichlin, Antonello Trombadori, Flavio De Bernardinis, Mario Martone, Giovanni Bianconi, Andrea Salerno, Vincenzo Pardini, Arnaldo Colasanti, Attilio Scarpellini, Andrea Gibellini, Giorgio van Straten, Lorenzo Pavolini, Raffaele Manica, Carola Susani, Edoardo Albinati, James Purdy, Stefano Simoncelli, Aurelio Picca, Franca Grisoni, Richard Flanagan, Niccolò Ammaniti, Laura Pariani, Giovanni Nadiani, Rocco Carbone, Antonio Riccardi, Lorenzo Pavolini, Hans-Georg Gadamer, John Updike, Ferdinando Taviani, Emanuele Trevi, Andrea Gibellini, Viola Papetti, Roberto Galaverni Ian Jack, Riccardo Staglianò, Flavio De Bernardinis.

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2014
ISBN
9788852045417
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NUOVI ARGOMENTI
DIRETTO DA
Arnaldo Colasanti
Furio Colombo
Raffaele La Capria
Dacia Maraini
Enzo Siciliano
ART DIRECTOR
Giacomo Callo
PROGETTO GRAFICO
Carla Palladino
IMPAGINAZIONE
Spell srl
PROGETTO COPERTINA
Francesca Pavan
IMMAGINE DI COPERTINA
Elio Zerial
COLLABORATORI ALLA REDAZIONE
Antonella Anedda
Luca Archibugi
Rocco Carbone
Antonio Debenedetti
Alain Elkann
Leopoldo Fabiani
Giorgio Ficara
Antonio Franchini
Raffaele Manica
Mauro Martini
Sapo Matteucci
Giorgio Montefoschi
Massimo Onofri
Vincenzo Pardini
Aurelio Picca
Antonio Riccardi
Andrea Salerno
Attilio Scarpellini
Carola Susani
Emanuele Trevi
Giorgio van Straten
Sandro Veronesi
RELAZIONI ESTERNE
Giusi Sorvillo
CAPOREDATTORE
Lorenzo Pavolini
DIRETTORE RESPONSABILE
Enzo Siciliano
In gennaio ENZO SICILIANO ha smesso i panni di Presidente della Rai; li aveva indossati diciotto mesi prima. Il suo ultimo romanzo è I bei momenti (Mondadori, 1998)... ALFREDO REICHLIN ha diretto “l’Unità” dal ’56 al ’62 e dal ’69 all’81... ANTONELLO TROMBADORI è stato tra gli ispiratori della politica culturale del Pci negli anni Cinquanta-Sessanta... MARIO MARTONE è regista di teatro e di cinema. Teatro di guerra è il suo terzo lungometraggio... FLAVIO DE BERNARDINIS è redattore di “Segno Cinema”... Di EDOARDO ALBINATI nel ‘97 è uscito Orti di guerra (Fazi) e il poemetto Mare o monti, scritto insieme a Paolo Del Colle... GIOVANNI BIANCONI è giornalista de “La Stampa”, con Gaetano Savatteri ha scritto L’attentatuni (Baldini&Castoldi, 1998)... ARNALDO COLASANTI ha recentemente curato Il Decalogo (Rizzoli): dieci racconti di autori italiani, uno per comandamento... ANDREA GIBELLINI è poeta in Bologna... RAFFAELE MANICA è critico e storico della letteratura... Dal romanzo di VINCENZO PARDINI, Jodo Cartamigli, Pieraccioni sta ricavando un film western nostrano... LORENZO
PAVOLINI ha pubblicato il suo primo libro, Senza rivoluzione, nel ’97 per Giunti...
ANDREA SALERNO è caporedattore di “Reset”. Ha curato Che leggere?
Il manuale del buon democratico (Theoria)... ATTILIO SCARPELLINI è collaboratore di “Diario”... CAROLA SUSANI ha un romanzo in uscita per Feltrinelli... L’ultimo libro di GIORGIO VAN STRATEN si intitola Corruzione (Giunti, 1995)... Dal racconto L’ultimo capodanno di NICCOLÒ AMMANITI, l’omonimo film di Marco Risi... Di ROCCO CARBONE è uscito
in maggio il terzo romanzo: L’assedio (Feltrinelli)... Death of a River Guide è l’ultimo titolo di RICHARD FLANAGAN , scrittore australiano originario della Tasmania... FRANCA GRISONI ha vinto il Premio Viareggio 1997 per la poesia... GIOVANNI NADIANI ha pubblicato Tir (Moby Dick)... L’ultimo libro di LAURA PARIANI si intitola La perfezione degli elastici (Rizzoli, 1997)... Con Tuttestelle (Rizzoli, 1998) AURELIO PICCA ha attraversato gli ultimi trent’anni dell’Italia e i suoi cieli, da Velletri... JAMES PURDY è l’autore di Malcolm (Einaudi)... ANTONIO RICCARDI ha pubblicato Il profitto domestico (Mondadori, 1996)... STEFANO SIMONCELLI è poeta in Cesenatico... FIAMMA ARDITI vive a New York e collabora a “La Stampa”...
DONATELLA DI CESARE è germanista e studiosa di ermeneutica... ROBERTO GALAVERNI ha curato l’antologia Nuovi poeti italiani contemporanei (Maraldi, 1996)... VIOLA PAPETTI, anglista, ha studiato e tradotto Hopkins... FERDINANDO TAVIANI, studioso di teatro, collabora a “Paragone”... EMANUELE TREVI ha pubblicato di recente Musica distante (Mondadori)... IAN JACK dirige “Granta”; il suo testo è comparso sul numero 60 della rivista (tema: Unbelievable) dedicato alle notizie luttuose... RICCARDO STAGLIANÒ scrive da New York per “Reset” e “Corriere della Sera”.
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DIARIO


Enzo Siciliano

Febbraio
Virtualità e memoria si sposano in modo strano sul monitor di un computer. Facilissima l’obliterazione – ma la memoria su hard disk ha una resistenza indubbia, a meno che non intervenga un fattore meccanico o un virus a distruggerla. Ciononostante, la memoria meccanizzata è tale soltanto in via simbolica.
La memoria umana ha invece una sua ciclotimia o un suo proprio languore (ho usato un martello dieci minuti fa, e non riesco a ricordare dove l’ho messo – “la casa non ruba ma nasconde...”, ecc.), – un singolare appassirsi e risvegliarsi che non ha niente a vedere con quanto il computer fa (magari inghiottendo un file o pezzi di un file).
Dico questo perché è facile rendersi conto che ci stiamo noi stessi assuefacendo a considerare la memoria umana come una forma di computerizzazione, – puro dato evocabile attraverso digitali sistemi di richiamo.
Di contro, si può dire che siamo sempre più inclini a considerare transitoria ogni nostra conoscenza, e provvisorio ogni stadio di qualsiasi nostra attività.
La rapida scadenza delle responsabilità, per esempio, fa sì che se si disegnano progetti vengano considerati schemi formali obsolescenti, o schemi virtuali, cui solo la memorizzazione su hard disk potrà dare senso.
D’altra parte, i sistemi di informazione, i giornali, istruiscono quotidianamente tale provvisorietà e transitorietà. Il fatto pernicioso è che questa transitorietà e provvisorietà si trasformino in valori di riferimento.
Così, la natura virtuale del computer vince su tutto.
Computer, televisione sono mezzi utilissimi, solo se li si prende per quel che sono: protesi leggere del nostro conoscere. Stanno alla nostra conoscenza come una matita e un quaderno. Cosa di più necessario che una matita e un quaderno perché un’intelligenza si esprima?
Mario Schifano emulsionava sulla tela immagini catturate dalla tv, sembrava farlo per un gioco, quello che la stessa medietà gli suggeriva – gioco falotico che rincorreva con mezzi poveri, il pennarello, i pastelli, l’acrilico. Mario aveva nelle mani però un potenziale di bellezza, una carica espressiva da vincere ogni caducità.
Cominciano ad andarsene anche i miei coetanei. Ci eravamo conosciuti a Ischia, ospiti di Alberto e Dacia: doveva essere il ‘64. Mario era un ragazzo asciutto, magro, ma non aveva membra ossute: aveva una dolcezza di linee fisiche e una elasticità per cui Goffredo P. lo chiamava “piccolo puma”. Di un piccolo puma possedeva l’istinto felino, magari una felinità derisoria. Ma si trasformava all’improvviso, ed era un cucciolo selvatico bisognoso di protezione. Rispondeva allora con tratti di generosità magnifica e imprevista.
Per alcuni anni ci siamo frequentati molto, pure se certe sue follie dissipatorie non erano le mie, ma capivo il suo ilare maledettismo. “So’ Mmario...” diceva al telefono con le vocali e le consonanti trascinate al modo romano: e c’era in lui una eleganza sempre così appropriata, nei gesti, nel tratto da riportare il colore dialettale a un’origine alta e nobile, alla purezza stessa del sentimento. Ti congedava all’improvviso, come se le valvole messe a disposizione per te gli si fossero d’improvviso esaurite e non desiderava, per rammarico, mostrartelo.
Telefonava e diceva: “T’ho mandato un quadro co’ ‘n tassì”. Mi arrivarono così a casa prima gli “Undici part. di paesaggi italiani”, poi il mio ritratto, ma anche un paio di casse acustiche.
Si chiuse nello studio di via delle Mantellate: spediva messaggi attraverso amici comuni, Memmo, Mata Spinola, Fulvio Abbate. Di tanto in tanto una telefonata, “So’ Mmario...”.
Mario, Piero G., Lorenzo T. – ho sempre pensato a loro tre come ai miei veri coetanei, tre pittori: loro ho sentito vicini come nessun altro.
Mario sapeva rappresentare il non aver passato apparente che è di ogni istante che si vive – ma poi, quegli istanti erano in lui, nei suoi colori, nel bianco da cui li evocava, un tutto profondo e continuo, erano memoria, poesia, e non il paradosso di una memoria virtuale.
SAFFO, ibidem, 21
...
pietà
tremando
...
l’età secca la pelle
ormai
e vola via
...
prendi la lira
canta per noi
di lei
dal petto di viola
sempre in viaggio
all’orizzonte
Ritrovo un articolo del “Corriere della Sera” vecchio di settimane. Una protesta di Gerardo Bianco contro il Pds. Il Pds mancherebbe della cultura di coalizione: non rispetterebbe cioè le autonomie dei partner, o ne tenderebbe a divorare la presenza. Politica...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Nuovi Argomenti (1-2)
  3. ARGOMENTI
  4. TERRORE E TERRORISMO
  5. SCRITTURE
  6. CONVERSAZIONI
  7. CANTIERE
  8. GIORNALI DI BORDO
  9. Copyright