Luci nel cielo
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Luci nel cielo

Italia e UFO: le prove che il Duce sapeva

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  1. 336 pagine
  2. Italian
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Italia e UFO: le prove che il Duce sapeva

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Comunemente si crede che l'ufologia sia nata negli Stati Uniti nel 1947, con gli avvistamenti dei primi "dischi volanti" sul Monte Rainier, nello Stato di Washington. In realtà fin dal 1933 sono documentati avvistamenti di "oggetti volanti non identificati", e non nei cieli americani ma sopra il territorio italiano. È questa la sconcertante verità emersa da documenti segreti del regime fascista apparsi solo recentemente. Per tutti gli anni Trenta furono descritti con precisione tantissimi avvistamenti e Mussolini incaricò una task force di studiarli, senza divulgarne i risultati. Questo volume, opera di due importanti ufologi di livello internazionale, racconta la rocambolesca ricerca d'archivio sugli x-files fascisti dispersi nelle biblioteche di mezza Italia, e ricostruisce i fatti, trascinando i lettori in un'indagine tanto affascinante quanto rigorosa, che rovescia molte acquisizioni e dimostra come l'ufologia governativa, fatta di commissioni d'inchiesta segrete, insabbiamenti e retroingegneria aliena, sia nata non negli usa della caccia alle streghe ma nell'Italia del ventennio mussoliniano.

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2014
ISBN
9788852047718

Luci nel cielo

Parte prima

VNC: VELIVOLI NON CONVENZIONALI
a cura di Roberto Pinotti

1

«Negare ogni versione» è la parola d’ordine

Già nell’immediato dopoguerra vi era stato chi aveva indicato, nelle prime segnalazioni UFO, le «armi segrete» naziste, prodotte in una «città segreta» ubicata in Sudamerica, in cui Martin Bormann e lo stesso Adolf Hitler si sarebbero rifugiati e da dove in breve avrebbero dovuto imporre l’emblema della svastica al mondo intero. In un suo libro del 1948 lo scrittore Darius Caasy riprese tali voci incontrollate. Nel frattempo, però, si parlava anche di una possibile origine extraterrestre dei cosiddetti dischi volanti. Logico dunque che, messe da parte le allusioni all’organizzazione guidata da Bormann (la Spider, il «ragno») in Sudamerica e a Hitler stesso transfuga, certi nostalgici d’oltralpe a questo punto tirassero in ballo qualcuno che – meglio dei fantasmi del passato – fungesse da deus ex machina e da specchietto per le allodole.
Ed ecco un sedicente figlio naturale di Hitler, un ex ufficiale tedesco durante la Seconda guerra mondiale, Franz Weber-Richter, assumere lo pseudonimo di Karl Michalek e indicare negli abitanti di Venere (alti, belli, biondi e ariani) i costruttori dei dischi volanti.
Aiutato dal libro di un certo Louis Emrich, che trattava dei suoi pretesi contatti con i venusiani fin dagli anni del conflitto mondiale – e in particolare con il comandante della terza flotta spaziale di Venere, Ase –, nonché dalle riuscite iniziative promozionali e propagandistiche del proprio press agent Karl Mekis, già membro delle SS, successivamente arrestato in Austria e condannato a cinque anni di carcere per truffa continuata, il «figlio del Führer» ebbe un certo seguito in Sudamerica (Cile), in Germania e in Austria.
Destinato ad assumere, grazie alla sua amicizia con il presidente Urun della Repubblica di Venere, il ruolo di governatore generale della Terra dopo lo sbarco delle astronavi di Ase, che avrebbero trasformato il nostro pianeta in una colonia venusiana, il suo pittoresco Movimento per la Repubblica di Venere rilasciava, a un enorme numero di creduloni, attestati e titoli validi nel futuro assetto sociale e statale che sarebbe stato imposto dagli extraterrestri dopo il giorno X, data dello sbarco. Via via rimandato per varie ragioni – tecniche, politiche o d’altra natura, come l’immatura morte, a soli 193 anni di età, del presidente Urun –, il giorno X («der Tag ) finì poi per dimostrarsi quello che era: un bluff realizzato allo scopo di estorcere denaro, facendo leva sulle idee naziste di certi ambienti latinoamericani ed europei. Arrestato Mekis, Weber-Richter (allora residente in Italia) ritenne più igienico uscire definitivamente dalla scena.
Tutto ciò basta a ricordare che il binomio UFO-nazifascismo è stato, finora, sinonimo di bufala. Ma generalizzare sarebbe riduttivo. Lo abbiamo constatato di persona.
Essendone stata destinataria (anonimamente e in fotocopia) poco prima, nel settembre del 1999 una rivista del settore pubblicò alcuni documenti di presunta epoca fascista, apparentemente collegati a manifestazioni ufologiche di quel periodo. Tale testata diede ampio risalto a quelle carte, affidando le indagini a uno studioso del fenomeno UFO, che peraltro scetticamente avanzò tutte le sue riserve sul materiale che gli venne sottoposto, giungendo a conclusioni negative.
In linea di principio tale atteggiamento è comprensibile, trattandosi di documenti di difficile autenticazione, pervenuti da una fonte anonima, che tale ha inteso rimanere anche nel caso di successivi invii. Il Centro ufologico nazionale, però, si è sempre mosso in maniera diversa. Solo quando gli elementi a nostra disposizione erano tali da essere ritenuti coerenti e fondati su una documentazione di un certo spessore abbiamo infatti espresso le nostre valutazioni. E ciò – se mai ce ne fosse bisogno – spiega la ragione per la quale siamo rimasti in un doveroso silenzio, pur essendo da tempo a conoscenza della cosa e impegnati a effettuare le verifiche più opportune, lontano dai riflettori di una facile pubblicità, in attesa di fornire dati più credibili. Ma cominciamo dall’inizio.
Con un normale inoltro postale il 3 febbraio 1996 la rivista del CUN ricevette una busta di medio formato, indirizzata al recapito personale di chi scrive. Era affrancata con 1850 lire e il timbro postale purtroppo risultava illeggibile. Il plico conteneva una serie di documenti originali. Originali, sottolineiamo, non fotocopie.
In primo luogo una busta aperta, apparentemente sigillata in origine, con l’intestazione «Senato del Regno» nella parte posteriore, ove i due lembi di chiusura presentano tratti di una penna stilografica, apposti a garanzia dell’avvenuta sigillatura, con la sigla del mittente al centro: la stessa che per due volte in basso, a destra e a sinistra, figura sulla parte anteriore, con l’indirizzo vergato in stampatello, sempre con penna stilografica:
Riservatissimo
a mani di
S.E. Galeazzo
Ciano
In altri termini si tratterrebbe di materiale spedito in via riservata al genero di Benito Mussolini, Galeazzo Ciano, ministro degli Esteri italiano, che era in pratica il numero due del regime.
Quindi una lettera autografa, scritta con una penna stilografica, su carta intestata come la busta: «Senato del Regno», con la triplice scritta «FERT» sotto lo stemma sabaudo con ai lati il fascio littorio. La missiva, su quattro facciate, è firmata «Andrea», indirizzata a un non meglio identificabile «Valiberghi» e datata «22 agosto XIV». L’anno XIV dell’era fascista è il 1936.
Vengono poi una cartolina postale, in uso presso il Senato del Regno per la corrispondenza in franchigia, con vari appunti scritti sempre con penna stilografica su entrambe le facciate; e infine un biglietto, intestato «Senato del Regno», datato «30.VIII.XIV E.F.» (ovvero otto giorni dopo la lettera, il 30 agosto 1936). Anche quest’ultimo risulta vergato su entrambe le facciate con una stilografica ed è firmato «Andrea». Pur non avendolo specificamente indirizzato, l’autore pare ragionevolmente rivolgersi alla stessa persona destinataria della missiva del 22 agosto, visto che scrive sullo stesso argomento.
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Dall’alto: la busta giunta a «Notiziario UFO» il 3 febbraio 1996; il recto e il verso della busta indirizzata a Galeazzo Ciano.
Meglio del nostro elenco, varrà la visione di detti documenti, qui riprodotti dagli originali, e la lettura della trascrizione che, per maggiore chiarezza, riportiamo di seguito. Si tenga conto che i nomi Valiberghi, Valminuti, Aldini e Boni sono le interpretazioni ritenute più valide, nella difficoltà di decifrare esattamente la scrittura corsiva dell’autore. La sigla MVSN, nella cartolina postale, sta per Milizia volontaria sicurezza nazionale.
SENATO DEL REGNO
22 agosto XIV
Caro Valiberghi,
ti confermo quanto hai saputo da Valminuti. Anche se la Prefettura di Venezia sta attivamente svolgendo indagini, non c’è nulla di chiaro sulla storia della aeronave misteriosa!!
Fu avvistata nella mattina (e non nella serata) di lunedì. Era un disco metallico, netto, lucente, largo, dicono, dieci o dodici metri.
Dalla base vicina sono partiti due cacciatori, ma anche a 130 km/h non sono riusciti ad accostarlo.
Non emetteva alcun suono, e questo farebbe supporre si trattasse di un aerostato. Ma nessuno conosce palloni che volano più veloci del vento. So per certo che è stato veduto da altri piloti d’aviazione, anche da quel Marinelli che ha poi fatto il rapporto che è arrivato a mani di Ciano.
Poi, dopo circa almeno un’ora, dopo che questo, forse, era passato sopra Mestre, è stato visto (e questo ancora tu non sai) una sorta di lungo tubo metallico, grigio o ardesia. Nel rapporto del confidente S.X. è così raffigurato:
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La lettera del 22 agosto 1936 su carta intestata del Senato del Regno.
Quello che ho indicato in A era descritto come una specie di torpedine aerea, con finestrini ben evidenziati. Da questi pertugi rettangolari partivano luci alterne ora bianche ora rosse. In B sono due «cappelli», due cappelli come da prete: larghi, rotondi, con una cupola al centro, metallici e seguivano la torpedine senza mutare le posizioni relative. Questi ordigni facevano fumo, bianco e durevole.
La Prefettura ha aperto un’inchiesta, ma puoi immaginare che farà poca strada e avrà l’esito che ebbe quella del ’31.
Il Duce ha espresso le sue preoccupazioni, perché dice che se si trattasse di veri aeromobili inglesi o francesi, dovrebbe rivedere tutta la sua politica estera. So per certo che ha detto a Starace e altri: «Se dispongono di tali ordigni, possiamo aspettarci la guerra a giorni e, questo è peggio, la guerra a modo loro!!».
Posso informarti che sono del tutto infondate le voci che vogliono esplosa l’aeronave. Ti farò avere notizie certe non appena ne disporrò.
Andrea
SENATO DEL REGNO
CARTOLINA POSTALE
Telegramma di Boni
I nomi dei testimoni della aeronave di Venezia sono secondo Guglielmi:
Genai – Tolmini – Venanzi – MVSN
Incaricare Zoppani della ricognizione.
Udienza riservata col Duce ore 15.30 del 30 agosto.
Varallo
Aosta-Genova
Segreteria personale
724303
SENATO DEL REGNO
30.VIII.XIV E.F.
Purtroppo non posso fornirti di fotografie.
Ne sono state scattate almeno una dozzina, ma sono strettamente riservate per il Duce e pochi altri di cui non conosco i nomi. So soltanto che sono fotografie scattate dall’aeroplano che inseguiva l’aeromobile fra Lido e Venezia. Non conosco nessuno che le abbia vedute e dubito che quello che ti ha detto Aldini risponda a verità. Ti ripeto che questo affare è personalmente seguito dal Duce.
Andrea
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Dall’alto: la cartolina postale che annuncia un’udienza di Mussolini il giorno 30 agosto; il biglietto datato 30 agosto 1936 che accenna a fotografie scattate da un aereo nel cielo di Venezia.
Il misterioso mittente non si fermava qui.
Il 19 febbraio 1996, a poco più di tre settimane dal primo invio, da Borgo Maggiore di San Marino veniva spedita una busta affrancata con un francobollo italiano da 750 lire, annullata con timbro postale della Repubblica di San Marino. Conteneva un telegramma lampo (ovvero urgentissimo) inoltrato dall’Agenzia Stefani di Milano a firma «Antonelli».
Il testo recita:
Disponesi assoluta segretezza su aeronave non qualificata di cui at rapporto riservato 23/47 stop Segue lettera stop
Gli enti in indirizzo non sono precisati, ma sul foglio si legge la dicitura «Copia», a significare che si tratta di un documento d’archivio, per memoria di chi si era occupato della questione. Anche in questo caso il modulo per telegramma, dell’Ufficio telegrafico di Milano, è un originale, manoscritto con una penna stilografica.
Infine, il 29 marzo 1996, e cioè una quarantina di giorni dopo, ci veniva inoltrata, per via postale, una terza lettera, stavolta dalla Francia. Sul francobollo francese si intravede il timbro di Parigi.
Come nel caso dei due precedenti invii, l’indirizzo del destinatario era dattiloscritto, battuto con la stessa macchina per scrivere. Il documento che conteneva è un foglio con diverse scritte, annotazioni e disegni, intestato «Camera dei Deputati. Tribuna della Stampa». L’argomento è inequivocabilmente lo stesso: l’aeronave misteriosa del 1936. Lo si evince da note e schizzi, come sempre manoscritti con una penna stilografica.
Ecco il testo:
CAMERA DEI DEPUTATI
TRIBUNA DELLA STAMPA
Per Zoppani:
1) Intervenire direttamente
2) Il Duce – Segreteria particolare 47
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Dall’alto: il telegramma, manoscritto e non datato, giunto a «Notiziario UFO» il 19 febbraio 1996; il biglietto giunto il 29 marzo 1996, su carta intestata della Camera dei Deputati.
Telefonata di Ciano
Avvistata alle ore 15.30 secondo M.F.
oggetto simile a Saturno
L’Aeronautica à distribuito un questionario a tutti i piloti operanti nella zona.
Negare ogni versione. Il fatto è da attribuirsi esclusivamente a un fenomeno ottico.
Il Duce segue personalmente l’accaduto.
L’allarme è esteso a tutta la zona aerea del Nord Est.
Luce giallo aranciata a tratti bianco intensa
lampi regolari, fumo e scintille.
Sono armati?
Sono amici?
Sono già stati visti in altre occasioni?
573
Carati
L’inoltro di tali materiali di fonte anonima non poteva non indurci, pur nella massima cautela, a effettuare una serie di verifiche immediate.
In primo luogo un’analisi contenutistica dei testi veniva richiesta a piloti ed esperti aeronautici. Ne scaturiva l’opinione che la forma e certe espressioni erano coerenti con il linguaggio in uso negli anni Trenta: per esempio il termine «cacciatori», antesignano di caccia, che poi si diffuse negli anni Quaranta. Ma naturalmente tutto ciò non bastava per convincere dell’autenticità del materiale, la cui provenienza anonima costituiva un pesantissimo handicap. Ci voleva altro.
Successive e fortunose indagini ci portarono a constatare che anche il quotidiano bolognese «Il Resto del Carlino» aveva ricevuto materiale analogo, che però, data la fonte anonima, non era stato preso in considerazione.
Di qui la necessità di affrontare il problema da due diversi punti di vista. Prima, verificando se i fatti in oggetto potevano trovare riscontro nella realtà di eventi dell’epoca in qualche modo documentabili; poi, attraverso perizie scientifiche sui documenti che, in quanto originali, potevano consentire una vera e propria expertise, atta a dichiarare la loro eventuale genuinità di datazione.
Documenti autentici
Se oggi riproduciamo il materiale pervenutoci, rompendo infine un silenzio di anni, è perché siamo finalmente giunti a delle conclusioni, sia sul piano storico sia su quello della verifica tecnica dei documenti. Evidentemente l’unica cosa che restava da fare, andava fatta: e cioè sottoporre a un esame tecnico-scientifico il materiale ricevuto, anche se ciò poteva comportare, nel quadro delle necessarie analisi, una qualche parziale distruzione degli originali. Era un prezzo da pagare, ma utile per tagliare la testa al toro. Ne valeva la pena, visti i risultati.
ANTONIO GARAVAGLIA
STUDIO CONSULENZE TECNICHE
Consulenze tecnico-scientifiche su alimenti, farmaci, cosmetici, materie prime, acque, reflui, pesticidi e classificazione rifiuti speciali e tossico-nocivi. Consulenze chimiche in genere. Consulenze tessili in genere. Formulazioni prodotti. Inquinamento elettromagnetico. Indagini fonometriche. Inquinamenti ambientali in genere. Perizie giurate....

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. di Roberto Pinotti
  3. Luci nel cielo
  4. Premessa di Vladimiro Bibolotti
  5. Prefazione di Cesare Falessi
  6. LUCI NEL CIELO
  7. APPENDICI
  8. Bibliografia
  9. Copyright