Dio è gioia. Papa Francesco incontra Nuovi Orizzonti
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Dio è gioia. Papa Francesco incontra Nuovi Orizzonti

Papa Francesco incontra Nuovi Orizzonti

  1. 208 pagine
  2. Italian
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Dio è gioia. Papa Francesco incontra Nuovi Orizzonti

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Informazioni sul libro

UN LIBRO CHE RACCONTA LA VISITA DI PAPA FRANCESCO ALLA COMUNITA' NUOVI ORIZZONTI CON UN'INTERVISTA INEDITA AL PAPA, LE SUE RIFLESSIONI RIVOLTE AI GIOVANI, ALCUNE SUE MEDITAZIONI. UN PERCORSO SPIRITUALE ALLA SCOPERTA DELLA GIOIA CON LE TESTIMONIANZE PORTATE AL SANTO PADRE DA ALCUNI GIOVANI ACCOLTI IN COMUNITA', GLI INTERVENTI DI AMICI DI NUOVI ORIZZONTI PRESENTI A QUESTO LUNGO E SIGNIFICATIVO INCONTRO, NEK, ANDREA BOCELLI, MATTEO MARZOTTO, FABIO FAZIO, E ALCUNE CONDIVISIONI DI CHIARA AMIRANTE SU COME VIVERE NELLA GIOIA PIENA ANCHE NEI MOMENTI PIU' DIFFICILI Pubblicato in accordo con la Libreria Editrice Vaticana
Il 24 settembre 2019 papa Francesco è arrivato in segreto a Frosinone, alla Cittadella Cielo Nuovi Orizzonti, fondata da Chiara Amirante, per passare una giornata coni ragazzi accolti, ascoltare le loro storie, parlare con loro. Da tanti anni nella comunità si curano le ferite dell'anima di chi, per i motivi più vari, è finito nel tunnel della droga, delle dipendenze, della prostituzione, dello scarto, dell'emarginazione sociale, della disperazione. Alcuni dei giovani della Comunità hanno raccontato le loro storie di morte e resurrezione a Francesco. Da questo lungo e significativo incontro nasce questo libro, una raccolta di riflessioni sulla gioia e testimonianze, arricchita da interviste agli amici di Nuovi Orizzonti presenti alla giornata, quali Nek, Andrea Bocelli, Fabio Fazio e Matteo Marzotto. Un'intervista inedita al papa, i discorsi che Francesco a cuore aperto ha rivolto ai presenti, e alcune sue meditazioni sul tema della gioia. Chiara Amirante condivide in questo libro un percorso alla scoperta della gioia piena per imparare a passare dalla tristezza alla pace interiore, gestire gli stati d'animo e i pensieri negativi, superare l'ansia e la rabbia, liberarsi dalle dipendenze, affrontare la sofferenza trasformando le difficoltà in opportunità.

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Informazioni

Anno
2020
ISBN
9788858524107
Categoria
Religion
Parte Quarta

LA GIOIA E LA SPIRITUALITÀ

12

La sconvolgente attualità del Vangelo

Andrea Bocelli

La vita e la musica

Nel transito terreno tutti siamo chiamati a lottare, per una ragione o per l’altra. E sovente più forte è una passione, più grande è il sogno da realizzare, e più sono, lungo il cammino, gli ostacoli da superare.
La vita mi ha concesso un dono: quello di avere in dote una voce riconoscibile, in grado di comunicare emozioni positive. Con questo dono credo di essere stato in qualche modo indirizzato, o per meglio dire, incaricato, ad accendere attraverso la musica qualche sorriso in più nel mondo. Ho sempre risposto «Presente» a tale appello, impegnandomi senza remore, cercando – nonostante gli alterni risultati – di fare del mio meglio.
La canzone Fall On Me è emblematica, in quanto esprime l’impegno e la volontà di divulgare messaggi positivi e di speranza. Mi ci rispecchio, dato che parla del rapporto tra un padre e un figlio e perché è proprio con il mio secondogenito Matteo che propongo il brano in duetto. Il senso della canzone è però universale, e potrebbe ad esempio collimare alla perfezione se riferito anche al rapporto filiale col mio amatissimo babbo, Sandro Bocelli.
A proposito di genitori: è un episodio ad alcuni già noto, il fatto che mia madre, al tempo in cui era in dolce attesa, fu consigliata dal suo medico a interrompere la gravidanza, poiché messa a rischio a suo dire da condizioni di salute problematiche. Da donna coraggiosa quale è stata (ed è), mia madre non diede ascolto a simili suggerimenti, portando avanti la gestazione. Senza quella sua decisione, oggi non potrei essere qui a raccontarlo. Ritengo che sia stata contenta della scelta che ha fatto, schierandosi dalla parte della vita; vita che – con i suoi talenti, per ciascuno diversi – è sempre e comunque un dono straordinario che il nostro Padre celeste ci consegna. In tal senso, cerco di fare la mia parte, onorando quel dono – di cui, ribadisco, non ho alcun merito – insito nelle potenzialità della mia voce. Una missione alla quale cerco di ottemperare quotidianamente, con tutto me stesso, con umiltà e determinazione.

Una scintilla del Cielo

Ho conosciuto Nuovi Orizzonti attraverso Chiara Amirante. Ed è stato amore a prima vista, poiché quando l’ho incontrata s’è innescata la scintilla di un’amicizia che è cresciuta divenendo sempre più importante. Abbiamo pranzato insieme e abbiamo trascorso la giornata in famiglia, scambiandoci pareri e riflessioni. Da quel momento il nostro rapporto non ha smesso di intensificarsi e di farsi più profondo.
Ricordo un dettaglio di quel primo incontro: a casa mia, oltre a Chiara, ci raggiunsero anche don Davide e altri membri di Nuovi Orizzonti. Stavamo condividendo la cena quando Piero, un amico che lavora da molti anni per noi, avvicinandosi mi sussurrò: «Così felici non siamo stati mai». Una considerazione che non mi attendevo, ma che riflettendo compresi essere vera ed esatta… Perché laddove c’è quell’armonia che solo il buon Dio può dare, allora si può sperimentare uno scampolo di Paradiso.
Una volta ebbi il privilegio di toccare la Pietà di Michelangelo, grazie alla generosità di un sovrintendente che deve avermi letto in volto un’espressione che andava ben oltre l’ammirazione. Ero letteralmente sconcertato all’idea che un uomo potesse, con un martello e uno scalpello, scolpire un’opera di quel valore e di quella profondità di pensiero. Il mio interlocutore disse: «Secondo me, ogni tanto il buon Dio si compiace di gettare una scintilla e una goccia di sé in qualcuno di noi, anche per ricordare a tutti gli altri la nostra mediocrità».
Ecco, quando mi sono trovato di fronte a Chiara Amirante ho provato una sensazione molto simile: una donna apparentemente minuta la quale, da sola, ha realizzato questo miracolo, fondando un movimento di giovani che presto si è espanso in tutto il mondo, erigendo centri e Cittadelle Cielo, oltre a tante altre opere. Ho pensato: “Questa persona deve godere senz’altro di conoscenze altolocate… ben oltre quelle che gli umani si affannano a intessere sulla Terra!».
Attraverso Chiara ho conosciuto Nuovi Orizzonti, una grande realtà che getta un seme di altrettanto grande ottimismo in un mondo in cui siamo quotidianamente bersagliati da bollettini nefasti. Perché la cattiva notizia fa audience, mentre le belle notizie, che pur sono tante, il più delle volte restano silenziose, non sono divulgate e propagandate… Il bene non fa notizia, ma il bene sussiste. E ogni volta che in tv apprendo di catastrofi, tragedie e violenze d’ogni tipo, enfatizzate dal puntuale malvezzo dei media, penso: “Però c’è anche Nuovi Orizzonti. E allora c’è speranza!”.

La mia esperienza di evangelizzazione

Ho aderito subito ai Cavalieri della Luce non appena Chiara me ne ha parlato. Mi son detto: “Già so cavalcare, mi esercito fin da quand’ero ragazzo; e quanto alla verità, da sempre l’amo e cerco di perseguirla. Non dovrebbe dunque riuscirmi difficile arruolarmi in questo esercito di Cavalieri della Luce”.
L’uomo nasce libero, la libertà è uno dei valori più importanti nella vita. Per me, essere Cavaliere della Luce significa portare la verità e la libertà, costi quel che costi. Lo faccio senza forzarmi e senza alcuna fatica.
Con Nuovi Orizzonti ho partecipato anche a missioni di evangelizzazione di strada: a Riccione, in piena estate, e a San Miniato. Ricordo che in una di quelle occasioni, di notte, insieme ai miei figli, sono entrato in un locale. Trovandomi di fronte a un pianoforte, non ho resistito e mi son messo a suonare… ma il proprietario del pub, sbalordito, ha pensato di essere vittima di una gag di Scherzi a parte.
A parte l’imbarazzo per quel piccolo incidente di percorso, l’esperienza di evangelizzazione di strada mi ha catapultato in una realtà intensa e personalmente inedita. Sono rimasto felicemente stupito anche per la reazione dei miei figli, Amos e Matteo, i quali – al tempo poco più che adolescenti – hanno mostrato determinazione e sensibilità, partecipando alla missione e parlando con tanti ragazzi incontrati per strada.
Nel tragitto di ritorno, a tarda notte, in automobile, nonostante la stanchezza si respirava un’atmosfera di felicità ed euforia paragonabile a quella della vincita del campionato mondiale di calcio! Perché quando evangelizzi e ti doni, gratuitamente, il primo a beneficiarne e a essere evangelizzato sei tu stesso.

La mia fede

Diciottenne, mi definivo agnostico. Con questo altisonante aggettivo ritenevo scioccamente di avere individuato e abbracciato – fresco di qualche rudimento di greco e di latino – una visione filosofica comoda e credibile. Il mio ragionamento suonava più o meno così: non sono in grado di affrontare il problema sull’esistenza di Dio, quindi m’accomodo tranquillamente nella condizione dell’agnosticismo.
Crescendo, però, aumentavano di intensità anche le grandi domande, quelle – universali – sul senso della vita. E quando ti interroghi, in simili frangenti, e provi a cercare una risposta, puoi fare straordinarie scoperte.
Nonostante sia profondamente convinto che alla fede si pervenga attraverso le vie del cuore e non della mente, purtroppo non posso prescindere da ciò che il cervello mi suggerisce. Sono inoltre fermamente convinto che scienza e fede possano andare di pari passo e procedere per mano.
Il ragionamento, per quanto banale possa apparire, è lineare e coerente: gli scienziati ci raccontano che, all’origine dell’universo, c’è stata probabilmente un’enorme palla di fuoco a miliardi di gradi, mentre tutt’intorno agiva il gelo allo zero assoluto. Ora, il calore a quelle temperature e il gelo allo zero assoluto sono due elementi che portano alla distruzione della vita, non alla sua creazione! Allora, dopo che tale enorme globo è esploso e si è sparso per l’universo, chi vi ha inoculato la vita? Qualcuno la deve aver forgiata, per forza.
Non credo al caso. Ritengo che il caso sia una surrettizia tentazione del maligno, che istiga la nostra mente e ci porta a credere che non sia vero tutto ciò che noi non riusciamo a capire. Ma in verità capiamo assai poco: la nostra mente sta a tutto il resto della conoscenza come un secchio sta al mare. E il mare non entra dentro a un secchio, così come noi, con la nostra povera mente, non possiamo comprendere le ragioni di Dio. Ragioni che a volte, come ebbe a dire il celebre pittore Francisco Goya, sono incomprensibili all’uomo e talvolta, parrebbe, persino sue nemiche. Quel che è certo è che la vita non è casuale: viceversa è frutto di una volontà intelligente che – ne sono profondamente convinto – ci ha voluto e amato.
Avere acclarato in cuor mio che il caso non esiste è stato il primo passo verso una totale riconciliazione con la fede. Penso che nella mia vita ci sia una regia che mi ha permesso di essere chi sono oggi. Si sono verificati alcuni avvenimenti significativi che, pur non avendone prove tangibili, ho chiaramente percepito… Mille fatti, piccoli e grandi, che mi rendono convinto di quanto affermo.
Ribadisco: ciò che mi è accaduto – e che accade tuttora – lo valuto frutto di un disegno volto a mettermi nelle condizioni di portare un messaggio alle persone che incontro.
Se dovessi approcciarmi a chi non ha fede, partirei sempre dalle parole del Vangelo. Vangelo che suggerisce a tutti (a me per primo): «Non giudicate e non sarete giudicati, non condannate e non sarete condannati». Dando per vero il fatto che la vita su questa Terra finisca con la morte, il transito terreno si esaurirebbe in una tragedia annunciata. Come recita l’antica locuzione: Nihil morte certius (“Niente è più sicuro della morte”). Ma non avere fede, o perdere la fede, significa vivere nella disperazione.
Il Vangelo raccomanda inoltre: «Amate i vostri nemici». E del resto, un famoso adagio recita: «L’odio è il sentimento più vicino all’amore». Ecco un traguardo a cui puntare quotidianamente: superare i nostri momenti di odio e comportarci col nemico come faremmo con l’amico.
Trasformare questo sentimento di rancore in amore è un’opera che a Dio riesce mirabilmente semplice. Mentre per noi mortali, semplice non è affatto. Ma non è impossibile e può essere semplicemente un processo innescato da un atto di volontà… Difficile, ripeto, ma assolutamente possibile.
Quelle per sommi capi sopra descritte sono riflessioni che alimentano quotidianamente la mia anima. Nonostante sia costantemente in giro per il mondo, coltivo di frequente momenti di solitudine e di silenzio. E il principale oggetto di meditazione è sempre il senso della vita, l’esistenza che ci hanno donato i genitori e quella che abbiamo dato a nostra volta ai figli mettendoli al mondo. Non sono così diligente nella preghiera canonica, però sono solerte nella preghiera del cuore, quella che prende forma pensando e cercando un dialogo con Colui che ha fatto il mondo, nella speranza di avere delle risposte.
Per un razionale come me, il Vangelo è la filosofia morale delle filosofie. È un testo rimasto di una attualità sconvolgente. Quando Kant nella sua opera ha espresso due massime – «Agisci in modo da considerare il prossimo sempre come fine e mai come mezzo» e «Agisci in modo che la massima di ogni tua azione possa assurgere al principio di legislazione universale» – ha di fatto ribadito un concetto che nel Vangelo era già chiaro e sintetizzato nelle seguenti, immense espressioni: «Ama il prossimo tuo come te stesso» e «Non fare agli altri quello che non vorresti che fosse fatto a te». In queste parole c’è il cuore del Vangelo e il cuore della sapienza, cui tutti dovremmo attingere.

La “lezione” di papa Francesco

Nella mia lunga carriera ho avuto la gioia di incontrare più di un sommo pontefice. Ma aver potuto conoscere di persona papa Francesco mi ha restituito anche un potentissimo e speciale senso di umanità; umanità e carisma che vanno oltre l’intellegibile.
Come ho raccontato in presenza dello stesso Santo Padre, in occasione della sua visita alla Cittadella Cielo a Frosinone, nel giorno in cui Bergoglio fu eletto al soglio pontificio ho vissuto un’esperienza emotiva del tutto particolare.
Ero in villeggiatura con due miei compagni di infanzia. Sono capitato casualmente di fronte al televisore mentre veniva annunciata l’elezione di papa Francesco. Quando ha preso la parola, pronunciando le memorabili frasi che tutti conosciamo, non sono riuscito a trattenere le lacrime per l’emozione. E mi sono vergognato anche un poco, perché ero davanti a due amici che mi conoscevano da sempre, eppure mai mi avevano visto piangere. Ecco, potrei dire che questo è un piccolo “debito” che il Santo Padre ha nei miei confronti!
Fuor di celia, papa Francesco è davvero un uomo che suscita emozione a prescindere, perché esprime un proprio forte carisma personale. Il magnetismo d’altronde non è fenomeno che si possa spiegare. Se Leibniz diceva che «la musica è un occulto esercizio aritmetico dell’anima che non sa numerarsi», è perché la musica è matematica in quanto tutto ciò che la compone è riducibile ai numeri: si tratta, però, di numeri misteriosi, perché non vi è una formula per capire come mai una linea melodica susciti emozioni e un’altra no; ciò resta un mistero. Così come lo è il fatto che una persona, attraverso uno sguardo, una parola o una stretta di mano, ti trasmetta una peculiare emozione.
Papa Francesco secondo me è dominato dallo Spirito Santo, avendo ricevuto dal cielo doni speciali; quindi emozionano sempre la sua presenza, la sua voce, il suo modo di porsi, con quella bontà onesta, con quella autenticità fatta di gesti semplici. Gesti che sono la risultante, il traguardo e la forza di una personalità di grande cultura, oltre che di grande umanità.
Il giorno che papa Francesco ha visitato Nuovi Orizzonti a Cittadella Cielo ho potuto cantare innanzi a lui Fall On Me. E mi ha gratificato il suo cenno d’elogio nei confronti del rapporto tra me e mio figlio Matteo. Ma ciò che mi ha maggiormente colpito è stato il suo porsi di fronte all’uditorio chiarendo fin da subito che non era tra noi per dare lezioni. Con semplicità, con disarmante umiltà, nello stesso momento in cui diceva che non era lì per insegnare ma per ascoltare, probabilmente era consapevole che, ponendosi in quei termini, impartiva la lezione più importante: come dovremmo avvicinare il prossimo.
Nella visita papale a Frosinone, la mia famiglia e io eravamo “infiltrati”: in quanto amici di Chiara e di don Davide abbiamo avuto l’onore di essere presenti. Ho vissuto quella memorabile giornata come un grande privilegio che, in qualche modo, vorrò contraccambiare.
Il mio essere sul palco a cantare, in quell’occasione, ha perso ogni connotazione di esibizione, è stato esclusivamente una preghiera, generando in me schietta commozione. Dapprima le storie raccontate dai ragazzi ospiti della Cittadella Cielo, poi le parole del Santo Padre hanno toccato il cuore di tutti. Quell’incontro è stato una tappa importante nel mio cammino spirituale: sono tornato a casa con una più ferma risolutezza d’essere sempre più strumento di quella santa volontà che preghiamo quando intoniamo il Padre Nostro.

Diverse qualità di felicità

Quello della gioia è un sentimento che tutti cerchiamo ma che è fugace. La gioia mondana dura assai poco, e le ragioni sono difficilmente spiegabili e razionalizzabili. Non ci sono dei moti specifici che una persona possa ricostruire, nella propria vita, per essere felice. La felicità (quella che dura davvero) è come un frutto, necessita di una lunga preparazione affinché sia più lunga la sua durata. La felicità vera a mio avviso mette le radici nella coscienza: per essere felice, devi avere, appunto, la coscienza a posto. Per quanto mi riguarda è proprio così: ci sono le piccole felicità del mondo, da raccogliere, ma se si punta ad avere una coscienza retta, allora si può attingere a una felicità diversa, assai più duratura.
C’è poi un livello ulteriore di felicità, e cioè la gioia come dono del Cielo. Per arrivare a quest’ultima, l’unica via è la spiritualità. Più avanziamo nell’età e più ci rendiamo conto che senza un cammino spirituale la vita diverrebbe ogni giorno sempre più una sconfitta. E tutto quel che si fa perderebbe senso. La mia spiritualità, e dunque il mio percorso di fede, mi ha aiutato moltissimo nel cammino che tende alla ricerca della vera felicità. Quella che non termina mai.

Il cuore del messaggio

Il titolo del libro si ispira alla frase del papa «Dio è Gioia, non è noia»: ciò che sembra persino una boutade la ritengo viceversa una riflessione azzeccata e profonda. Purtroppo sono in molti, anche tra chi professa la nostra medesima fede, a pensare che camminare nelle regole del cristianesimo sia noioso e limiti le libertà personal...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. DIO È GIOIA
  4. Introduzione
  5. Parte Prima. INTERVISTA A PAPA FRANCESCO
  6. Parte Seconda. PAPA FRANCESCO INCONTRA NUOVI ORIZZONTI. Storie di vita dei ragazzi accolti in comunità
  7. Parte Terza. LE PAROLE DI PAPA FRANCESCO
  8. Parte Quarta. LA GIOIA E LA SPIRITUALITÀ
  9. Parte Quinta. DALLA TRISTEZZA ALLA GIOIA. Domande dei ragazzi accolti in comunità e condivisioni di Chiara
  10. Conclusione
  11. Copyright