La sorella preferita
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La sorella preferita

  1. 480 pagine
  2. Italian
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La sorella preferita

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Informazioni sul libro

Il mondo non sa che farsene dell'ennesima donna con dei principi. No, quello che serve a noi sono donne con i soldi. Brett Courtney è una star di Goal Diggers, uno dei reality di maggior successo della tv statunitense, sotto le cui telecamere sfila, col trucco rifatto, la vita privata e lavorativa di quattro donne manager, belle, giovani e ricche. A ventisette anni, Brett ha per le mani un piccolo impero nel campo del fitness di lusso ed è già un'icona: omosessuale impegnata in una strenua battaglia per i diritti delle donne, ha l'ambizione di ridefinire l'identità femminile, a partire dai suoi canoni estetici. Quando la sorella maggiore di Brett, Kelly, viene scritturata nel cast del programma, la competizione fra le Diggers esplode rinfocolata dai produttori dello show, più che disposti a esasperare i conflitti fra le ragazze in cerca di una nuova, succulenta storyline. Perché il pubblico televisivo non vuole certo la verità: vuole lo spettacolo, vuole il sangue. E questa volta lo avrà. La sorella preferita è il racconto nero e scintillante - con morto - di un universo distorto dai riflettori, che riscrive la vita fino a distruggerla. Un thriller teso, incalzante e doloroso in cui tutti ingannano tutti.

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Informazioni

Editore
RIZZOLI
Anno
2019
ISBN
9788858695807
SECONDA PARTE

Riprese

Giugno-luglio 2017
9

Stephanie

Squilla il campanello e vado nel panico. Sono di sopra, in camera, a farmi bella per il sexy pigiama party di Lauren. Seguo da sempre una rigida politica “niente riprese mentre dormo o mi preparo”. Non mi sento a mio agio ad apparire in televisione su un’emittente nazionale se non sono al meglio della forma. Un crimine per cui Lisa e Jesse mi chiuderebbero in casa e butterebbero via la chiave. Le donne sicure di sé sono donne fighe.
«Vince?» urlo quando il campanello squilla una seconda volta. Non risponde abbastanza velocemente e così devo alzare la voce. «Vince
Almeno toglie l’audio alla TV. Lo sento trascinarsi alla porta con passi pesanti – ah, che seccatura doversi alzare nel bel mezzo di una replica di Top Gear. Voci che borbottano, cerco di sentire ma non capisco niente. «Chi è?» grido, scostando la mano del mio make-up artist. Se è qualcuno del programma armato di telecamera mi chiuderò in bagno. Non possono seguirti in bagno. Il bagno è come l’ONU, una zona franca solitamente rispettata anche in tempo di guerra.
Lo sconosciuto visitatore sta salendo le scale. Mi butto giù dalla sedia proprio nell’istante in cui Jen si affaccia in corridoio con una faccetta afflitta. «È la Greenberg!» annuncia Vince, in ritardo. «E indossa un pigiama di flanella!»
Io e Jen ci osserviamo, una di fronte all’altra, e sembra un duello tra cowboy. La sua smorfia di rimprovero si trasforma in qualcosa di ben peggiore non appena mi guarda in faccia. È l’espressione di una persona che ha appena colto di sorpresa il suo capo mentre va in bagno: mortificata, compassionevole. Jason, il mio make-up artist, ha appena finito di “preparare” il viso. Il che vuol dire che la mia pelle è nuda, brufolosa e oleosa per via di sieri e primer vari. Non ho le ciglia finte, il che significa che sono senza. A vent’anni mi facevo sostituire mensilmente le extension alle ciglia in un piccolo centro al secondo piano di Herald Square, fino a quando l’estetista mi ha mandato via, dicendomi che non aveva più nulla su cui lavorare. In tutta coscienza non poteva continuare i trattamenti se prima non avessi permesso alle mie ciglia naturali di ricrescere. Potevo anche riempirla di soldi, ma le cose non sarebbero cambiate. Questo succedeva sei anni fa, e sto ancora aspettando.
Jen non indossa esattamente un pigiama di flanella: è di seta, a quadrettoni scozzesi rossi e verdi. Per un maschio è un pigiama di flanella. Per Jen Greenberg è accettare la sfida. Trattengo un sospiro. Non ho alcuna pazienza per chi non riesce a darsi una svegliata. Non mi importa se le blogger di Fug dicono che è figa così, ma non riuscirà a riconquistare quel ragazzo – o ragazza – se si presenta vestita come un bimbetto alla vigilia di Natale.
«Scusami» dice, facendo ruotare l’anello delle “Sorelle a Testa Alta” intorno all’indice. È in ansia, nervosa, per chissà quale motivo. «Non volevo coglierti così di sorpresa, ma devo parlarti prima di andare alla festa, e non volevo dirtelo per messaggio.» Abbiamo imparato da Hayley a non lasciare tracce scritte sul telefono e a discutere solo di persona.
«Ooooh» Vince si appoggia allo stipite della porta, passandosi la lingua sulle labbra a forma di cuore. «Scandali nella confraternita delle ragazze?»
Jason ridacchia perché mio marito è figo.
«Vince» mormoro con dolcezza, «potresti andare di sotto e portarci qualcosa da bere?»
Lui si porta le mani dietro la schiena. «Rosso o bianco, ma chérie?»
«Acqua» dico nello stesso istante in cui Jen dice «Bianco». Jen sorride, non perché sia divertente, ma perché non vuole arrivare alla festa di Lauren e farsi riprendere con i denti viola. L’idea sarebbe quella di vendersi come una salutista astemia.
«Avrei un trucchetto per questo» dice Jason spalmandomi il fondotinta sulla faccia.
«In realtà» replico «prendo… un bianco, anch’io.» Perché no? La mia costante battaglia contro la depressione (perché la chiamano “battaglia” quando è un puro e semplice massacro?) ha rispettato il cessate il fuoco abbastanza a lungo, non c’è motivo perché la mia testa continui a diffamare un povero, innocente bicchiere di vino. E non per sintonizzarmi sul modo di ragionare piuttosto problematico di Lauren, ma stasera è un’occasione speciale. È il primo evento di gruppo della stagione, le luci della ribalta sono tutte accese, e Brett non ci sarà. Ho appena ricevuto le ultime notizie da parte della mia ufficio stampa: sono la prima autrice donna ad apparire nella lista dei best seller del «New York Times» per quattro volte consecutive. Tra qualche settimana andrò a Los Angeles a cena con la regista nominata agli Oscar. Dovrei festeggiare, no?
Vince si trasforma da cameriere a soldato con un saluto militare. Se non altro è imprevedibile. «Un due, un due» canticchia, mentre scende le scale per compiere la sua missione.
«Non so come fai a vivere così» dice Jen in uno scioccante momento di insubordinazione. Spinge via da un’ottomana una pila di libri e si siede senza chiedere il permesso.
«Io sì.» Jason sbatte le palpebre e decido che è arrivato il momento di concedergli un aumento di stipendio.
«Dovresti affrontare una concorrenza spietata» gli dico, cercando di muovere la bocca mentre me la trucca. Stasera ombretto sfumato, labbra neutre. «I gay adorano Vince.»
Jen emette una risata incerta, stringendosi le ginocchia al petto. Non fa che spostare gambe e braccia in mille posizioni diverse, sedendosi nei modi più aggrovigliati possibili, come a dire: Guardatemi! Sono uno spirito libero così poco convenzionale che non riesco nemmeno a sedermi normalmente! Vi sfido a trovare in rete una sua fotografia in cui non sembri una bambina di cinque anni che deve andare in bagno. «Vuoi che te lo dica o no?» chiede. «Riguarda Brett.»
Non vedo l’ora che parli. È come se la mia cassa toracica stesse schiacciando lo stomaco, ma non voglio far capire a Jen che Brett può provocarmi qualcosa di più di una vaga irritazione. «Chi?» fingo. Jason ridacchia.
«Lo sai che ha assunto il mio ex per farle i capelli questa stagione» dice Jason passandomi un tovagliolino piegato in due tra le labbra. «Tampona.»
«È davvero un’artista della truffa» dico mentre Jason butta via l’impronta del mio bacio. Nelle stagioni passate Brett si è consacrata con molto orgoglio nel ruolo di “quella spettinata”.
«Si sposa» dice Jen di colpo. I miei tentativi di dimostrarle che nessuna novità su Brett può meritarsi una supplica hanno esaurito la sua pazienza.
Jason, con il pennello in mano, pensa che io sia ancora dell’umore giusto per scherzare: «Quella stronza è ancora più assetata di quanto pensassi».
Brett si sposa? Gli ultimi otto mesi mi scorrono davanti agli occhi. Io e Brett nel reparto biancheria di Bloomingdale’s, perché era appena tornata a vivere da me e non riuscivo a credere che dormisse ancora con quella maglietta XL piena di tarme della Dartmouth. Rihanna si era iscritta alla sua palestra. «Vogue» le aveva dedicato un profilo. Era il momento di comprarsi un pigiama da adulti.
Brett che mi accompagna a fare una colposcopia dalla mia ginecologa perché il mio corpo non si era ancora del tutto liberato dal papilloma virus e dovevano controllare che non si fosse trasformato in cancro. Ero così nervosa… e Brett è riuscita a convincere la receptionist, e poi l’infermiera, e poi anche la dottoressa, quindi le hanno permesso di rimanere nella stanza con me per quella procedura così fastidiosa. Mi ha tenuto la mano, sudata e fredda, mentre la dottoressa mi grattava il collo dell’utero e Brett faceva battute su battute, diceva che non puoi dire di essere una vera figa se non hai il papilloma virus. Le donne con il papilloma virus sono donne che hanno vissuto davvero.
Io e Brett che riguardiamo la prima stagione nel mio letto, mangiando pop-corn dalla stessa ciotola, ci diciamo meravigliate che solo tre anni prima eravamo delle ragazzine con le gote rosse, e parlavamo così piano, con dolcezza. «Dovevamo essere davvero nervose» ha teorizzato Brett, e io sono stata d’accordo, ma adesso la penso diversamente. Penso che fossimo semplicemente tutte più tenere, allora.
Il viaggio nel tempo della nostra amicizia mi ha fatto seccare la bocca. Ho la nausea. Potrei scoppiare a piangere. Sono dolorosamente consapevole di starmene seduta qui con la faccia oleosa e meno ciglia di un feto di quattro mesi, accoltellata dalla certezza che la persona a cui volevo più bene al mondo si è rivelata una completa sconosciuta, una sconosciuta crudele per la precisione, e che la gente sta iniziando a chiedermi apertamente come diavolo faccio a convivere con il tizio seccante che armeggia al piano di sotto. Deglutisco e provo disperatamente a tirar fuori una voce stanca e impersonale. «Dato che nessuna di noi voleva girare con lei, avrà deciso di crearsi un altro arco narrativo» annuisco. «Capito.»
Jen alza le spalle, con ben poco entusiasmo. Adesso posso dirlo: è un’imitazione di un’amica – un’imitazione di Brett – piuttosto scadente. «Secondo Yvette non c’è niente di finto. Sono anime gemelle.» La sua voce è una pallida parodia di quella di sua madre.
«Giusto.» La mia risata è incerta. Brett desidera sposarsi quanto io voglio un bambino: e cioè tantissimo, se c’è una troupe televisiva disposta a riprendere tutto. «Mi sorprende venirlo a sapere da te e non da Page Six.»
«Secondo Yvette aspetteranno di dirlo ai genitori di Arch prima di dare l’annuncio pubblico.»
«Eppure» dico facendo una smorfia «Yvette lo sa. E anche tu. E adesso io.» Lancio un lungo sguardo a Jen, lasciando che i fatti parlino da soli. «Da quant’è che stanno insieme?»
«Abbastanza» risponde lei mettendosi un calcagno sull’inguine a quadri scozzesi. Di colpo mi arrabbio con lei per il look che ha deciso di sfoggiare al pigiama party di Lauren. Non ti è proprio venuto in mente niente di più sexy?, vorrei dirle. Non mi stupisce che tu abbia le ragnatele tra le gambe.
«No, sul serio» ribatto io, la voce leggera come una piuma. Non farò vedere a Jen quanto sono stata ferita da questa notizia. «Sono tipo tre mesi.»
«Facciamo sei.»
«Jen» sbotto con un’asprezza nella voce che non riesco più a dissimulare, «sei mesi fa ero con lei a Miami, ad aiutarla a superare la sua rottura con Sarah.»
«D’accordo, allora tre mesi. Fa lo stesso.» Jen alza le spalle, come se i dettagli della vita amorosa di Brett le facessero venire la nausea. «Non mi importa.»
Sentiamo un cigolio e guardiamo entrambe verso il corridoio. È Vince, che sale le scale.
«Quindi tra quanto faranno uno spin-off del programma dal titolo Mogli e buoi dei paesi tuoi
Jen si irrigidisce. «Trattandosi di lei, potrebbero chiamarlo Mogli e vacche
Mi vergogno a dirlo, ma sentire Jen che prende in giro Brett per il suo peso mi tira un po’ su. Anche se è una cosa da liceo, è comunque dalla mia parte. Detesta la stessa persona che detesti tu.
«Voi due vi odiate davvero tanto, eh?» dice Jason, facendo un passo indietro per controllare la sua opera. «Non sapevo se era la verità o una finta per il programma.»
Gli lancio un’occhiataccia, sorpresa. «Pensavi che ce lo fossimo inventate
«Chi è che odia chi?» vuole sapere Vince dalla soglia. Regge in precario equilibrio tre bicchieri di vino – nel mio ha messo una cannuccia, per via del rossetto. Mio marito raggiunge l’apice del suo ruolo di marito tenerone durante le riprese. Altro che calze autoreggenti, altro che “spruzzami la panna montata sui capezzoli”: le riprese sono l’afrodisiaco del nostro matrimonio. A un certo punto Vince ha capito che tenermi la borsetta sul red carpet voleva comunque dire essere sul red carpet, e ha deciso che per lui andava benissimo così.
«Secondo te?» dico, mentre appoggia il bicchiere davanti a me. Noto che ha scelto i calici che i suoi amici ci hanno comprato per il matrimonio, con il monogramma VDS: Vince e Stephanie DeMarco, presupponendo, ovviamente, che non vedessi l’ora di prendere il cognome del mio marito fannullone.
«Dai, ragazze» ci rimprovera Vince, «date un po’ di tregua a Brett.»
Una cosa positiva che posso dire sul cialtrone che ho sposato è che si fa gli affari suoi e non si impiccia. I partner di alcune concorrenti hanno provato a mettersi in mezzo durante i litigi delle Diggers, portando la buona novella della fratellanza: le scene sono sempre state editate senza pietà per mostrare il loro atteggiamento paternalista. Puro mansplaining. Alcune Diggers sono state mandate via per molto meno, e sono stata chiarissima con Vince: la sua opinione non ha importanza, ma conta, perché potrebbe rovinarci.
«Allora potrai essere tu a farle le congratulazioni per il fidanzamento, stasera» dice Jen, e solo adesso mi rendo conto di qual era la vera notizia che doveva darmi. Jen non è venuta a comunicarmi che Brett si sposa. È venuta a comunicarmi che è stata invitat...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. La sorella preferita
  4. Prologo. Kelly: l’intervista
  5. PRIMA PARTE. Pre-produzione. Maggio 2017
  6. SECONDA PARTE. Riprese. Giugno-luglio 2017
  7. TERZA PARTE. Tequila shot. Agosto 2017
  8. QUARTA PARTE. Dopo. Agosto – novembre 2017
  9. Ringraziamenti
  10. Copyright