Per prima cosa, non farti ingannare dal titolo di questo capitolo. C’è qualcosa di veramente sorprendente da scoprire nelle prossime pagine.
Prova a immaginare.
Hai sempre sognato di aprire un’attività tutta tua: essere il capo di te stesso, poter decidere i tuoi orari di lavoro e realizzare qualcosa di cui andare fiero, qualcosa che puoi definire un risultato veramente importante nella vita. Grazie a una combinazione di duro lavoro, determinazione e accurata pianificazione, sei riuscito a organizzare la tua vita in modo tale che il tuo sogno potrebbe finalmente diventare realtà.
Hai già un’idea commerciale molto valida, hai chiesto a un’agenzia creativa di disegnare un logo accattivante e ora è arrivato il momento di mettersi all’opera. Ora comincia il divertimento…
Ti serve un locale, ovviamente. Ed è il primo compito che affronti, passando la settimana successiva ad andare in giro per la città a vedere dei posti papabili e a trattare con gli agenti immobiliari.
Non è facile, ma alla fine riesci a trovare un locale che ti convince a un prezzo ragionevole. Ce n’era un altro che ti piaceva di più, ma non rientrava nel tuo budget.
Ci sono diverse altre cose di cui devi occuparti, come assicurare la proprietà, procurarti la licenza, studiare le questioni fiscali. Anche se non hai ancora guadagnato un euro, hai già bisogno di rivolgerti a un commercialista perché ti aiuti a venire a capo delle varie imposte sulle imprese.
Va bene, avanti con i passi successivi. Al tuo negozio serviranno tutti gli arredi e le dotazioni del caso, perciò vai in cerca dei prezzi migliori. Un’altra voce spuntata dalla lista.
E ovviamente ti serviranno anche delle persone che lavorino con te. È ora di assumere dei dipendenti. Fatto.
Sta procedendo tutto piuttosto bene, quando… bum! L’accordo speciale che avevi faticosamente strappato per vendere quel particolare prodotto va a monte e adesso devi per forza trovare un’alternativa. Merda! Ti si ferma il cuore e non riesci più a respirare, mentre contatti freneticamente tutti i grossisti, gli importatori e i produttori che conosci – chiunque possa aiutarti – per chiedere dei preventivi.
C’è un problema però: i nuovi preventivi che ti mandano sono ampiamente al di fuori delle tue possibilità. Come potrà mai funzionare? Continui instancabilmente a cercare, ma i conti non tornano mai. Qui si avvicina il disastro!
Hai già investito una quantità enorme di tempo e di risorse in questo progetto, e adesso ti sei scontrato con un blocco stradale di proporzioni gigantesche. Cominci a pensare che avresti dovuto prevederlo. Si tratta di affari: è inevitabile che qualcosa vada storto. Il tuo cervello è inondato da una corrente impetuosa di dubbi, ripensamenti e rimorsi, per finire con un ciclo di risciacquo violento di realtà.
“Maledizione, era chiaro che stava andando tutto troppo bene, lo sapevo che sarebbe successo qualcosa del genere!”
Questa sensazione sale e monta finché non comincia a trascinarti a fondo. Aprire un’attività in proprio significa rischiare tutto quello per cui hai lavorato fino a oggi. Ne vale davvero la pena? Hai mutuo e bollette da pagare, per l’amor del cielo!
Adesso che ci pensi veramente, hai passato molto più tempo a lavorare su questo progetto di quanto facessi nel tuo vecchio impiego. Molto di più. Cioè, stiamo parlando di lavorare giorno e notte, praticamente senza pause. Hai molto meno controllo sui tuoi orari di quanto ne avessi prima. Ogni tuo pensiero, ogni momento, ogni euro sono stati dedicati a questa impresa. Come hai potuto pensare che metterti in proprio fosse una buona idea?
Non era questo che avevi in mente, vero? Forse è stato un grosso errore. Ti senti sempre più incupito e demoralizzato; cominci a prendere in considerazione la possibilità devastante di perdere tutto il tuo investimento e ridurti a dover strisciare dal tuo ex capo per chiedergli di riavere il tuo vecchio impiego.
AAALT, UN ATTIMO!
Calma! Non fasciamoci la testa prima di essercela rotta. Facciamo un passo indietro.
ASPETTARSI LE ASPETTATIVE
Che cosa sta succedendo davvero?
È semplice. Tu, come capita a tutti, ti stai lasciando trascinare a fondo dalle aspettative.
Non parlo dei tipici esempi di aspettative quotidiane, di cui sei consapevole. Non è nemmeno come se dicessimo a noi stessi “Mi aspetto questo” o “Mi aspettavo quest’altro” in maniera conscia. È qualcosa che avviene appena sotto la superficie, perciò te ne accorgi solo se guardi attentamente.
Parlo delle aspettative sgradevoli, dannose, subdole e infide che si annidano dietro le quinte e sotto il palco dello spettacolo meraviglioso che vuoi mettere in scena. Il genere di aspettative che non sapevi nemmeno di avere finché non sono spuntate fuori dal nulla, attaccandoti di sorpresa e lasciandoti senza respiro.
Quando tu o io affrontiamo un progetto di quelli che cambiano la vita, ci prepariamo attingendo a ciò che conosciamo. Un bagaglio che include esperienze fatte in prima persona e cose che abbiamo letto, sentito e immaginato. Cominciamo a disegnarlo nella nostra mente. Facciamo ricerche, consultiamo altre persone per chiedere pareri e facciamo incetta di informazioni. Iniziamo ad assemblare un’idea della forma che prenderà il progetto e di come faremo ad arrivarci. Quell’immagine nella nostra testa diventa il modello in base al quale lavoriamo e pianifichiamo.
Quello di cui non ci accorgiamo è che, contemporaneamente, stiamo costruendo un mondo di aspettative nascoste: sono le crepe annidate nelle fondamenta dei nostri piani congegnati con tanta cura, quelle crepe che possono far fallire una buona idea prima ancora che parta.
Nell’esempio di prima, il nostro imprenditore in erba “non si aspettava” di perdere il contratto vantaggioso per il suo prodotto – di per sé già un danno consistente – ma in realtà il colpo più duro alle sue aspirazioni è stata l’interruzione delle sue aspettative.
Come fai a capire se hai delle aspettative nascoste nella tua vita? Se ci sono degli ambiti in cui provi delusione, risentimento, rimpianto, repressione, rabbia, apatia – in pratica ovunque ti senti abbattuto, hai perso la grinta e la speranza – allora significa che hai quel tipo di aspettative. Qualunque sia il campo in cui non sei pienamente te stesso, osservandolo con sufficiente attenzione ti accorgerai che la tua realtà in qualche modo non è all’altezza dello scenario che avevi immaginato. Se il tuo matrimonio è in crisi, scoprirai che c’è uno scollamento tra la tua aspettativa di come “doveva” andare e come si sta effettivamente rivelando. Per qualcun altro invece potrebbe trattarsi della situazione economica, della dieta, di un nuovo lavoro e così via.
Il tuo senso di impotenza è direttamente legato a quello scollamento tra le tue aspettative nascoste e la tua realtà. Più ampio è il divario, peggio ti sentirai.
Ho letto da qualche parte che la causa principale delle crisi matrimoniali sono le aspettative disattese.
Secondo me bisogna andare più a monte, molto più a monte. Io dico che il problema sono le aspettative in sé. Io sostengo che le crisi disseminate nei vari ambiti della tua vita sono il prodotto di migliaia di aspettative inespresse o non riconosciute che gettano un’ombra enorme sulle esperienze che vivi; così provi un forte stress sforzandoti di far combaciare la tua vita con quelle aspettative, e una grande delusione quando questo non accade.
Ecco cos’altro fanno le aspettative: intralciano la nostra vita reale, distogliendoci dalle questioni e dai problemi veri che richiederebbero la nostra attenzione. Sono come miraggi che ci distraggono dal nostro autentico potenziale e annebbiano la nostra capacità di agire in modo netto e deciso. In breve, finisci con il lavorare sulle tue aspettative, lasciando che la vita aspetti in coda dietro di loro, invece di agire nel modo più efficace per migliorare la tua situazione. Questa “deviazione” assorbe le tue energie, sottraendole al cammino che ti porterebbe davvero a raggiungere tuoi obiettivi, per disperderle lungo un sentiero dove non c’è forza e non ci sono risultati: solo tempo sprecato.
ELIMINA L’INTERMEDIAZIONE DELLE ASPETTATIVE
Ora che abbiamo dissezionato i nostri problemi portando allo scoperto le aspettative, comincerai a renderti conto di una cosa. Molte delle difficoltà e delle complicazioni nella tua vita sono il risultato diretto di aspettative che hai avuto in passato o hai ancora.
Ho utilizzato l’esempio del fallimento di un progetto commerciale, ma pensando alla tua vita potrebbero essercene diversi da ricondurre alle aspettative: relazioni fallite, insoddisfazioni sul lavoro, diete lasciate a metà. Quante volte ti sei detto: “Non pensavo che sarebbe andata così”?
E che mi dici dell’ultima volta in cui ti sei arrabbiato con qualcuno? Te la ricordi?
Prenditi un minuto per riesaminare quella situazione, e ti renderai conto che la tua rabbia era un prodotto delle tue aspettative. Lo scollamento tra com’è andata e come sarebbe dovuta andare. In modo inespresso, tu nutri una serie di aspettative sulle persone che ti stanno intorno: che saranno ben disposte nei tuoi confronti, che diranno la verità, che terranno fede a un accordo dopo che l’avete stretto. Ti aspetti, ti aspetti, ti aspetti. E quando gli altri non corrispondono a quelle aspettative? Accidenti!
«Sì, bene, bravo, Mister Scozzese, ma come cavolo faccio io a portare allo scoperto le mie aspettative nascoste?»
Facile. Scegli un’area della tua vita in cui le cose non stanno andando bene quanto vorresti, o stanno andando addirittura da schifo. Poi prendi carta e penna e scrivi come “dovevano” andare le cose secondo te. Che piani avevi fatto? Quali risultati sarebbero dovuti arrivare? Forse dovrai ricorrere all’immaginazione e perfino alla sospensione dell’incredulità per metterti in contatto con il modo in cui il futuro ti appariva allora. Con la speranza e l’ottimismo che nutrivi per quell’area della tua vita, e con la direzione che pensavi avrebbe preso. Descrivi le tue aspettative con il maggior numero di dettagli che riesci a ricordare.
Dopodiché, su un altro foglio, scrivi come è davvero oggi quell’ambito della tua vita. Di nuovo, danne una descrizione esaustiva, non basta dire: «Va da schifo». Analizza la situazione nei dettagli, racconta con cosa ti trovi ad avere a che fare oggi. Cosa provi ora che questa parte della tua vita non ha rispettato le tue aspettative?
Adesso metti i due fogli l’uno accanto all’altro e guardali. La tua sofferenza, l’angoscia e la delusione (o qualunque sia il sentimento che provi) sono maggiori nelle aree in cui è più ampio lo scollamento tra quello che ti aspettavi e quello che hai nella realtà. Ecco, lì ci sono le tue aspettative nascoste. Ripeti questo esercizio finché non avrai portato allo scoperto tutte le aspettative che, inavvertitamente, avevi creato per te stesso.
Bene, adesso guarda di nuovo. Come incidono i sentimenti che provi – e che hai riportato sul foglio – sulla tua realtà di ogni giorno? La rendono in qualche modo migliore? Ti aiutano a risolvere il problema? Assolutamente no! Non danno proprio nessun cavolo di contributo positivo! Semmai ti rendono la vita ancora più difficile.
Non sono i tuoi problemi a farti deragliare, sono le tue aspettative nascoste!
Il punto, insomma, è che qualsiasi aspettativa su come dovrebbe essere la vita non ti fa alcun bene. In effetti, è più forte il colpo che ti assestano le aspettative dell’impatto della situazione stessa. È questo il guaio: esse ingigantiscono e peggiorano i problemi, smorzando la tua capacità di affrontarli in modo energico ed efficace. Non è che io ti stia rivelando qualcosa di radicalmente nuovo: il concetto di “lasciar andare” le aspettative è in circolazione da migliaia di anni, anche se nella nostra cultura (quella occidentale) è una pratica in cui pochissimi si impegnano.
Ecco il mio consiglio da coach: DACCI UN TAGLIO! Lascia andare quelle aspettative ADESSO.
Accettare l’imprevedibilità della vita e saper affrontare le circostanze per come si presentano realmente è molto più forte che impantanarsi nel rifiuto di lasciar andare delle aspettative inutili e improduttive.
Il mondo ruota intorno al cambiamento. Nascita e morte, crescita e distruzione, ascesa e caduta, estate e inverno. Le cose non sono mai le stesse da un giorno all’altro, per quanto possa sembrare che lo siano.