Il libro dei sei anelli
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Il libro dei sei anelli

  1. 200 pagine
  2. Italian
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Il libro dei sei anelli

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Informazioni sul libro

Ognuno di noi, fin dalla nascita, possiede delle capacità medianiche. Facoltà che permettono di vedere, ascoltare, sapere e sentire cose che in apparenza non esistono. Attraverso il budo, antica e nobile arte marziale in cui l'abilità psichica prevale sull'allenamento del corpo, possiamo svilupparle per ottenere così una vita piena di felicità, abbondanza e soddisfazioni. Ma come scoprire questi nostri poteri speciali? Come usarli per essere un vero ninja del ventunesimo secolo? Jock Brocas, medium e maestro di arti marziali, ci spiega le sue regole per diventarlo con questo libro, in cui tra l'altro illustra diverse tecniche ed esercizi di meditazione. È questo infatti il solo strumento utile per intuire in anticipo l'energia che deriva dagli altri e dalla natura, in modo da prevederne le intenzioni e i cambiamenti ancora prima di iniziare il combattimento. Perché, come ha scritto Sun Tzu: 'Coloro che vincono lottando non sono davvero abili. Quelli davvero abili sono coloro che vincono senza lottare'.

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Informazioni

Anno
2013
ISBN
9788865971222

IL SECONDO ANELLO

Meditazione – Un dono della natura

Ciò che pensiamo, lo diventiamo.
Buddha
La natura cela numerosi segreti, ma paradossalmente non si tratta di segreti reali, poiché possono essere svelati a chiunque sia disponibile ad aprire il cuore e gli occhi interiori. Il segreto e la saggezza scaturiscono dalla tua essenza divina. I saggi delle antiche civiltà e i maestri delle arti marziali hanno sempre attinto questa saggezza dalla natura stessa. Benché molti siano tuttora persuasi che la saggezza possegga una connotazione mistica ed esoterica che la rende accessibile solo a pochi eletti, in verità essa può essere scoperta da chiunque. In che cosa consiste questa “saggezza”? Per dirla in parole semplici, si tratta di un’illuminazione su scala più ridotta, che ti permette di riconoscere il ruolo che sei chiamato a svolgere nell’universo. Diventeremo quindi dei guerrieri spirituali illuminati, e non dei guerrieri che si affidano solo alla destrezza e all’abilità fisica. Il guerriero spirituale è privo di egoismo, compassionevole e comprensivo. Il guerriero spirituale possiede inoltre una grande saggezza, manifesta un atteggiamento empatico, perdona e, soprattutto, ha uno spirito caritatevole. Per citare le parole di Sri Sri Shankar: «L’illuminazione è un viaggio a ritroso dalla testa al cuore, dalle parole al silenzio».
Nell’arco di numerosi millenni, i guerrieri dell’umanità, a prescindere dalla razza, hanno compreso i vantaggi dell’evoluzione spirituale e dell’intuito per poter sviluppare e potenziare ulteriormente le loro abilità di combattimento, e magari acquisire anche un vantaggio nel corso della lotta.
Purtroppo, nel nostro mondo materialista, il guerriero moderno è incline ad affidarsi soprattutto alle tecniche maggiormente diffuse, ritrovandosi a essere più un tecnico che un guerriero intuitivo. I movimenti in sequenza da A verso B per raggiungere la destinazione C possono sembrare delle semplici azioni apprese allo scopo di contrastare un attacco prestabilito. A onor del vero, questi attacchi previsti in virtù di uno studio a tavolino non sono mai reali, ma costituiscono solo un pallido riflesso della natura.
Perfino sul ring o sul tappeto del dojo, c’è sempre un elemento di prevedibilità. Al contrario, come nel caso di Madre Natura e della sua casualità intrinseca, il vero attacco sferrato in un ambiente con cui si ha scarsa dimestichezza si rivelerà caotico e imprevedibile. Il problema con il quale ci dobbiamo confrontare è che, se non impareremo a muoverci con naturalezza – acuendo e affinando tutte le nostre doti intuitive – potremmo cadere vittima della nostra stessa follia, limitandoci a eseguire una serie di movimenti prevedibili. Così facendo, non diventeremo mai dei musicisti ma saremo dei semplici esecutori. In sintesi, se non riusciremo a comprendere la forza naturale dell’energia dell’universo, saremo la causa della nostra stessa morte. Che cosa vedi stando in piedi in riva a un fiume? Vedi il fiume in tutta la sua magnificenza fisica, oppure vedi la sua energia e il suo fluire in modo spontaneo, secondo il reale intento della natura? Quello che tu percepisci potrebbe essere diverso da ciò che vede il tuo spirito; scrutando con gli occhi di un saggio e il cuore di un guerriero, vedrai che la natura è un perfetto esempio di quel fluire spontaneo che dovrebbe caratterizzare la nostra tecnica o la nostra filosofia all’interno del dojo.
Come possiamo acquisire questo tipo di facoltà percettive? Non si tratta tanto di intuire l’esatta posizione di una mano o di un piede, quanto di reagire armonizzandoci con l’energia che fluisce nella nostra direzione. Il posizionamento statico diviene movimento; così la capacità di comprendere le dinamiche che presiedono al fluire della nostra energia permette anche a noi di fluire e di reagire in modo spontaneo all’energia in una dimensione spazio-temporale ben precisa. Una volta raggiunto l’apice di questa comprensione, riusciremo anche a prevedere la natura e l’esito dell’evento, o magari a mutare il suo svolgersi.
L’unico modo per capire l’energia è unirsi a essa imparando a meditare.
Nelle arti marziali, così come in altre arti esoteriche, questo tipo di energia è conosciuta sotto molti nomi, ma noi utilizzeremo ki, il termine giapponese per designarla.

L’energia ki: di che cosa si tratta?

Ognuno di noi interpreta l’energia a modo proprio; basti dire, comunque, che la scienza moderna ha scoperto che essa fa parte di noi e pervade ogni cosa. Per la scienza si tratta di una “scoperta” recente, ma per molti individui di elevata spiritualità e per i maestri di budo si tratta di una verità riconosciuta da vari millenni.
Come scrive Lynne McTaggart: «Gli esseri umani, e tutte le cose viventi, sono un’unione di energia in un campo di energia connesso a ogni altra cosa esistente nell’universo. Questo campo di energia pulsante è il motore centrale del nostro essere e della nostra consapevolezza, l’alfa e l’omega della nostra esistenza. “Il campo”, come aveva espresso Einstein concisamente, “è l’unica realtà”».
Questa energia è composta da atomi che vibrano a una velocità talmente elevata da non poter essere percepita dai nostri sensi fisici. Ovviamente, per sentirla, possiamo utilizzare la nostra spiritualità. In relazione al corpo umano, questa energia che ci circonda è nota come il campo, composto da numerosi strati.
In Cina, l’energia ki è designata con l’appellativo qi, mentre in India è conosciuta come prannha. A prescindere dal termine utilizzato, l’energia fa parte di noi, poiché circonda ogni singolo essere vivente. È importante anche riconoscere che molti scienziati di fama, fra i quali è giusto citare Barbara Brennan (un fisico che in passato ha lavorato per la NASA), hanno dimostrato a livello scientifico l’esistenza dell’aura dell’energia, fotografata per la prima volta dallo scienziato russo Semyon Davidovič Kirlian. L’aura rappresenta il veicolo che ci consente di percepire i cambiamenti sottili all’interno della vibrazione aurica. La capacità di comprendere come agisce il ki rappresenta il primo passo verso lo sviluppo delle tue percezioni intuitive attraverso il budo.
Soffermiamoci sulla struttura dell’aura e su come può aiutarci a proteggere la mente, il corpo e lo spirito. Dagli anni che ho dedicato allo studio intensivo, dapprima per diventare un medium e, successivamente, per poter praticare il budo, ho imparato che
il campo energetico è costituito da anelli di energia.*
Ci occuperemo di quattro di questi strati, benché ne esistano molti altri, ognuno con un compito ben preciso:
Eterico – Si tratta del primo strato che la maggior parte degli individui dotati di facoltà medianiche sono in grado di vedere. Circonda il corpo fisico, estendendosi all’esterno per poco più di un centimetro, e agisce quasi come una seconda pelle. Osservando questo strato, si possono individuare i disturbi fisici. Il corpo eterico è di un colore azzurro argenteo, anche se alcuni lo percepiscono grigio. In questo strato è anche racchiusa l’impronta genetica del corpo fisico. Puoi allenarti senza difficoltà a percepire questa energia. Ai miei allievi spiego sempre come fare per vedere l’aura di una fila di alberi all’interno di un campo o di una foresta. Se sollevi lo sguardo verso la loro sommità e lo fissi contro lo sfondo bianco di una nuvola o azzurro del cielo, noterai la presenza dell’energia quasi fosse una nebbiolina che circonda l’oggetto vivente come un alone di luce. Successivamente, dovresti sforzarti di visualizzare lo stesso alone intorno a un tuo compagno di dojo, pregandolo di mettersi in piedi contro uno sfondo luminoso, mentre concentri l’attenzione sull’area che circonda il suo corpo.
Emozionale – Poiché questo strato contiene le emozioni che avverti in qualsiasi momento, i colori all’interno dell’aura mutano a seconda del tuo stato d’animo. Se ti senti depresso o avvilito, l’aura rifletterà la vibrazione e il colore che corrispondono a quell’emozione. Quali ripercussioni può avere questo stato emozionale sulla tua capacità di prenderti cura della tua mente, del tuo corpo e del tuo spirito? Se sei in preda alla paura, emanerai quell’emozione e le persone più sensibili riusciranno a captarla. Da questo strato trapela anche l’emozione che stiamo manifestando nei confronti delle persone a noi vicine; di conseguenza, se provi rabbia nei confronti di qualcuno, quell’emozione sarà facilmente individuabile. Se imparerai a riconoscere lo stato emozionale degli altri, stai pur certo che funzionerà come un utile segnale di allerta.
Mentale – Lo strato mentale contiene le informazioni relative alle tue convinzioni, al tuo intelletto e al tuo potere personale nella totalità del tuo essere, sotto il profilo fisico e mentale. I processi del pensiero (come le opinioni o le decisioni) sono registrati in quest’area, il cui colore è perlopiù giallo, mentre le forme di pensiero sono strutturate come nuclei amorfi di energia. Le forme di pensiero presenti nella nostra coscienza in un determinato momento sono registrate in questo campo. Inutile dire che, con la pratica e l’espansione del livello di consapevolezza, riusciremo a captare questi pensieri attraverso il sesto senso.
Spirituale (strato astrale) – Questo strato rappresenta il ponte che ci unisce alla dimensione dello spirito e riceve tutte le informazioni, canalizzando le vibrazioni superiori attraverso il chakra della corona (“chakra” è un termine sanscrito che significa “ruota vorticante”), posto leggermente alla sommità del capo. Questi chakra sono assimilabili a dei vortici di energia che corrono dalla base della colonna vertebrale fino alla testa. Vengono anche designati con l’appellativo di “centri psichici”, e se ne contano sette. Occorre tuttavia sottolineare come secondo la saggezza e gli insegnamenti dell’antichità ne esistano molti di più. Il chakra della corona agisce anche in collaborazione con tutti gli altri chakra benché, a livello empatico, abbia un legame più stretto con il chakra del cuore. La totalità dei pensieri e delle intenzioni è percepita attraverso questi strati. Per esempio, esiste un’anatomia del pensiero, che spiega le dinamiche che presiedono alla manifestazione a livello fisico.
L’interazione fra la mente conscia e la mente subconscia esige una collaborazione analoga attraverso le vie nervose del corpo benché, in buona sostanza, l’una sia uguale all’altra, quasi fossero due sfaccettature identiche di un diamante. Per esempio la colonna cerebrospinale è il canale attraverso cui esercitiamo il comando nervoso cosciente, come nel caso del movimento degli arti. Si tratta del controllo dei sensi fisici il cui obiettivo è quello di generare l’azione tramite un movimento ben preciso. Il nucleo di questo sistema particolare ha sede nel cervello, il quale, tuttavia, è totalmente separato dalla mente. Il fulcro del sistema nervoso simpatico è collocato all’interno di una rete di cellule nervose sul lato posteriore dello stomaco detto plesso solare. Nel linguaggio spirituale, viene anche designato con l’appellativo di chakra del plesso solare, dove hanno sede l’intuito e l’abilità psichica. Questo sistema convoglia l’attività mentale inconscia e sostiene ugualmente le funzioni vitali del sistema nervoso autonomo. Il collegamento fra i due sistemi si effettua mediante il nervo vago, che attraversa il lato esterno della regione cerebrale per confluire nella gola dove ha sede il chakra della gola, diramandosi quindi verso il cuore e i polmoni, per ricongiungersi poi con il sistema nervoso simpatico. In questo modo, il corpo e la mente diventano un’“unica entità”, costituita dal corpo e dalla mente.
Ciascun punto di interconnessione del sistema nervoso centrale è abbinato a uno dei sette chakra principali. In tutto il corpo ne esistono numerosi altri, elencati dagli antichi testi sanscriti. La loro progressione parte dalla testa o area cerebrale, identificata come chakra della corona, che rappresenta il tuo punto di contatto con la dimensione dello spirito. Si prosegue con il chakra del terzo occhio, che è collocato sulla fronte e agisce congiuntamente alla ghiandola pituitaria, pur rimanendo autonomo: qui hanno sede la chiaroveggenza e la capacità di percepire l’invisibile. L’area successiva è rappresentata dal chakra della gola, dove ha sede la chiaroudienza (la nostra capacità di udire gli spiriti disincarnati). Scendendo verso il basso, raggiungiamo il chakra del cuore e il chakra del plesso solare. Ognuno di essi agisce in sinergia con il sistema nervoso simpatico. Il chakra del cuore è associato all’amore incondizionato. Proseguendo oltre, approdiamo a quello che potrebbe essere descritto come l’ancora fisica del corpo spirituale, che comprende il chakra del plesso sacrale, posto leggermente al di sotto dell’ombelico, e il chakra della radice, situato appena sotto l’area inguinale, che è connesso alla dimensione materiale. Questi due chakra sono in armonia con gli elementi fisici del corpo e permettono loro di agire in sinergia con mente, corpo e spirito.
È dunque vero che il pensiero subconscio può innescare dei cambiamenti nel corpo fisico.
Forse è proprio questo il presupposto necessario per attivare un processo di guarigione spontaneo nell’individuo, o anche il metodo che ci consente di cambiare il nostro modo di vedere la vita se non le circostanze della vita stessa.
La comprensione del percorso del pensiero e delle percezioni a livello fisico può aiutarci a stabilire una correlazione fra la dimensione spirituale e quella materiale. Così facendo, saremo in grado di imparare, creare, manifestare, percepire le intenzioni e resistere ogniqualvolta diverremo preda dei tumulti emotivi.
Secondo quanto afferma Thich Nhat Hahn: «Ogni pensiero e ogni azione, che si manifestano nella luce della consapevolezza, diventano sacri. In quest’ottica, non esistono confini fra sacro e profano».*

Nin: perseveranza e resistenza

Sto per affrontare una delle lezioni spirituali più importanti in assoluto nell’ambito del budo. È così importante da rappresentare con ogni probabilità l’elemento alla base del successo dei maestri di budo, i quali sono messi in condizione di sviluppare il loro lato intuitivo non meno della loro spiritualità. La lezione? Nin. I primi caratteri del nin kanji si possono tradurre con “perseveranza” e “resistenza”. In un primo momento ti si potrebbe perdonare la scelta di etichettare tali caratteristiche come un aspetto legato esclusivamente all’allenamento fisico.
Che cosa significa perseverare e resistere? Per comprendere il ninpo (la saggezza superiore del ninja), forse dovremmo resistere e perseverare non soltanto attraverso il nostro allenamento fisico, ma anche in tutte le lezioni della vita. È importante vedere e sentire il nin nel nostro vissuto quotidiano. Per esempio, è giusto rinunciare a qualcosa che ti rende felice solo perché devi stringere i denti per qualche tempo? Non è questa la perseveranza. Nel bel mezzo delle nostre lotte quotidiane, ci può capitare di avere la tentazione di gettare la spugna o di cambiare ciò che non ci piace, per adeguarlo all’emozione del momento. È più facile rinunciare che perseverare e resistere.
Possiamo paragonare tutto questo alla strenua lotta ingaggiata da un puledro appena nato, che si sforza costantemente di reggersi sulle zampe vacillanti finché giunge il momento fatidico in cui ci riesce. La sua indole innata cela il senso della perseveranza e della resistenza. Anziché crogiolarsi in uno stato d’animo improntato al fallimento, il puledro manifesta una forza di volontà che gli permetterà, alla fin fine, di reggersi da solo sulle zampe.

Resistere alle emozioni negative

Dopo avere sperimentato delle emozioni negative, una cospicua percentuale di individui assume un atteggiamento rinunciatario, finendo per soccombere quando si trovano ad affrontare delle sfide apparentemente insormontabili. Il senso del nin nelle fasi caratterizzate dalle emozioni negative consiste, in buona sostanza, nell’attingere la determinazione dalla resistenza e dalla perseveranza nella vita. Perseverare di fronte alle avversità, alla rabbia, alla tristezza e a una sensazione diffusa di opprimente inutilità rappresenta l’unico modo per comprendere il nin e il tuo sé superiore. Le tue emozioni sono molto potenti al punto che possono plasmare il tuo presente e il tuo futuro. Attraverso il sentiero del ninpo o del budo si potrebbe forse riuscire a plasmare il proprio futuro e il presente con un approccio più positivo e all’insegna di una maggior comprensione. Le emozioni distruttive possono corrodere lo spirito racchiuso nella nostra dimensione interiore. L’incapacità di comprendere il tuo sé emozionale rischia di proiettarti in uno schema comportamentale in cui la vita si tramuta in un assurdo susseguirsi di circostanze autodistruttive. Se la situazione ti dovesse sfuggire di mano, potresti addirittura estendere queste violenze fisiche, emozionali o mentali anche a coloro che ti circondano. Sono molte le emozioni negative che, quando trovano applicazione nel dojo, possono riv...

Indice dei contenuti

  1. Il libro dei sei anelli
  2. Copyright
  3. Sommario
  4. Nota dell’autore
  5. Introduzione
  6. IL PRIMO ANELLO - Il ninja e l’abilità psichica
  7. IL SECONDO ANELLO - Meditazione – Un dono della natura
  8. IL TERZO ANELLO - Lo sviluppo delle abilità psichiche e il suo ruolo nell’ambito del budo
  9. IL QUARTO ANELLO - Sviluppa la tua abilità psichica
  10. IL QUINTO ANELLO - La psiche – Evidenza e applicazione
  11. IL SESTO ANELLO - Il combattimento spirituale
  12. Conclusione
  13. Bibliografia
  14. Nota biografica dell’autore