Il profeta (Deluxe)
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Il profeta (Deluxe)

  1. 192 pagine
  2. Italian
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  4. Disponibile su iOS e Android
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Il profeta (Deluxe)

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Informazioni sul libro

Il capolavoro di Gibran è un poema dedicato alla bellezza del mondo. Raccoglie i pensieri del protagonista, Almustafa, l'eletto, che rispondendo alle domande dei suoi fedeli tocca i temi più importanti della vita: l'amore, l'amicizia, la conoscenza, la morte, Dio.Opera ammaliante dal fascino senza tempo, Il Profeta continua a incantare i lettori con la sua voce sospesa e rarefatta, con la sua capacità di unire in un connubio perfetto l'Oriente e l'Occidente, dischiudendo con le sue preziose massime il significato segreto delle cose.Nella sua introduzione, Suheil Bushrui rintraccia le influenze, svela i simboli contenuti nell'opera e ci introduce nell'affascinante mondo del Profeta. E le illustrazioni originali di questa edizione, realizzate personalmente dall'autore, contribuiscono ad arricchire ancora di più le atmosfere del volume.

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Informazioni

Editore
BUR
Anno
2019
ISBN
9788858696613
Argomento
Literatura
Categoria
Clásicos

INTRODUZIONE

ABBREVIAZIONI

The Prophet = Kahlil Gibran, The Prophet, Knopf, New York 1963 (il numero tra parentesi quadre si riferisce alla presente edizione italiana).
The Forerunner = Kahlil Gibran, The Forerunner: His Parables and Poems, Heinemann, London 1970.
Sand and Foam = Kahlil Gibran, Sand and Foam, Heinemann, London 1974.
Thoughts and Meditations = Kahlil Gibran, Thoughts and Meditations, trad. di Anthony R. Ferris, Heinemann, London 1961.
Voice of the Master = Kahlil Gibran, The Voice of the Master, trad. di Anthony R. Ferris, Heinemann, London 1960.
BP = Virginia Hilu, a cura di, Beloved Prophet: The Love Letters of Kahlil Gibran and Mary Haskell and her private Journal, Quartet Books, London 1973.
Otto = Annie Salem Otto, a cura di, The Letters of Kahlil Gibran and Mary Haskell, Houston 1967.
Blue Flame = Suheil Bushrui e Salma al-Kuzbari, trad. e curatori, Blue Flame: The Love Letters of Kahlil Gibran to May Ziadah, Longmans, Burnt Mill 1983.
Naimy, KG = Mikhail Naimy, Kahlil Gibran: His Life and His Work, Khayats, Beirut 1965.
J & K = Jean e Kahlil Gibran, Kahlil Gibran: His Life and World, Graphic Society, New York 1974.
KGL = Suheil Bushrui, Kahlil Gibran of Lebanon: a Reevaluation of the Author of ‘The Prophet’, Gerrards Cross, Colin Smythe 1987.
E & I = Suheil Bushrui e John M. Munro, a cura di, Kahlil Gibran: Essays and Introductions, Rihani House, Beirut 1970.
GNP = Suheil Bushrui e Paul Gotch, a cura di, Gibran of Lebanon: New Papers, Librairie du Liban, Beirut 1975.
Blake = Geoffrey Keynes, a cura di, Blake: Complete Writings, Oxford University Press, 1966 [la traduzione italiana è di G. Ungaretti, Milano 1965; per i «Quattro Zoa» la traduzione è di Gioia Angiolillo Zannino].

1. BREVE RIASSUNTO DE IL PROFETA

Il Profeta è costituito da una serie di ventisei sermoni su aspetti specifici del rapporto dell’uomo con il suo simile, con un prologo e un epilogo – parti valide di per sé – e dodici illustrazioni.
Nel prologo, «L’arrivo della nave», il profeta Almustafa è in attesa di una nave che lo riporterà nel suo paese natale dopo dodici anni di esilio nella terra di Orphalese. Vedendola arrivare, prova un misto di tristezza e di gioia per il distacco imminente da un luogo in cui gli è stata dimostrata tanta amabilità. La gente lo implora di rimanere ma la veggente Almitra gli dice che deve partire, esortandolo tuttavia, prima della partenza, a «trasmetterci la tua verità» e a «rivelarci quello che ti è stato mostrato di ciò che esiste tra la nascita e la morte».
I sermoni che seguono, ognuno dei quali è ispirato dalla domanda di un componente la moltitudine, prendono in considerazione rispettivamente Amore, Matrimonio, Figli, Donare, Mangiare e Bere, Lavoro, Gioia e Dolore, Case, Abiti, Comprare e Vendere, Colpa e Castigo, Leggi, Libertà, Ragione e Passione, Dolore, Conoscenza di sé, Insegnamento, Amicizia, Conversare, Tempo, Bene e Male, Preghiera, Piacere, Bellezza, Religione e Morte.
Alla fine Almustafa ringrazia e benedice il popolo di Orphalese in un lungo epilogo sul destino umano, «L’Addio», nel quale viene sottolineata l’importanza dell’io più grande, dell’amore e dell’unicità della vita. Triste perché deve lasciarli, prima di salire a bordo della nave e far vela per la sua terra natale, egli promette ai presenti di ritornare sotto un’altra forma.

2. LA VITA DI KAHLIL GIBRAN

Gibran Khalil Gibran nacque a Bisharri, in Libano, il 6 gennaio 1883. A dodici anni, insieme alla madre, al fratellastro e a due sorelle più piccole, emigrò negli Stati Uniti, dove abbandonò il primo nome e modificò Khalil in Kahlil per adattarne la grafia alla pronuncia americana. Dopo che la famiglia si fu stabilita a Boston, tornò in Libano a studiare per due anni, e di nuovo per una breve visita quattro anni dopo, nel 1902; in seguito non rivide mai più il paese natale. Degli altri quattro membri della sua famiglia residenti a Boston, tre morirono prematuramente vittime della tubercolosi; solo Marianna, la maggiore delle sorelle, visse oltre il 1903, e sarebbe sopravvissuta allo stesso Kahlil.
Nel corso dei suoi studi, Gibran venne via via sviluppando un acuto interesse per la letteratura e si rivelò pure dotato per la pittura e il disegno. Aveva ventidue anni quando un famoso fotografo di Boston ne notò il talento e organizzò una mostra dei suoi quadri. Ci fu poi un’altra mostra alla Cambridge School, la cui proprietaria e direttrice, Mary Haskell, divenne in seguito confidente, mecenate e benefattrice di Gibran.1
Gli scritti di Gibran fino a questo punto erano stati poco più di abbozzi, da alcuni dei quali egli trasse materiale per successivi lavori. Non avendo ancora completa dimestichezza con l’inglese, cominciò a scrivere per un giornale arabo di Boston, e nel 1905 uscì il suo primo libro, Al-Musiqah (Musica), cui seguirà ’Ara ’is al-Muruj (Ninfe della Valle), nel quale l’autore esprimeva una violenta critica della chiesa e dello stato. Fattosi notare come una sorta di ribelle, confermò tale fama con Al-Arwah al-Mutamarridah (Spiriti ribelli), uscito nel 1908.
I successivi due anni li trascorse, grazie alle generose sovvenzioni di Mary Haskell, frequentando l’Académie Julien e l’Ecole des Beaux Arts a Parigi. Qui conobbe, tra gli altri, lo scultore Auguste Rodin che si dice paragonasse l’opera di Gibran a quella di William Blake. I quadri e i disegni successivi al soggiorno parigino di Gibran contengono molti riecheggiamenti sia di Blake sia di Rodin, mentre l’influenza di Blake si fa sentire anche nei suoi scritti. Numerosi personaggi di rilievo dell’epoca, tra i quali lo stesso Rodin, il compositore Debussy, l’attrice Sarah Bernardt e il poeta W.B. Yeats, furono da lui ritratti. Un’impressione particolarmente profonda produsse su Gibran un altro personaggio che posò per un ritratto durante una sua visita negli Stati Uniti: ’Abdu’l Baha, figlio del fondatore della fede Baha’i. Di lui Gibran disse: «Per la prima volta ho visto una forma così nobile da poter essere ricettacolo dello Spirito santo».2 Alcuni anni dopo, avrebbe fornito a Gibran il modello per Gesù, Figlio dell’uomo.3
Al suo ritorno a Boston, Gibran aveva chiesto in moglie Mary Haskell, che aveva dieci anni più di lui. Donna saggia e disinteressata, essa rifiutò gentilmente, ma rimase per tutta la vita sua amica e collaboratrice.
Nel 1912 Gibran si trasferisce a New York su consiglio dell’amico scrittore Ameen Rihani, come lui libanese, e affitta uno studio al quale dà il nome di Eremo. Lo stesso anno vede la pubblicazione di Al-Ajninal al-Mutakassirah (Le ali spezzate), racconto semiautobiografico di una passione non corrisposta. Nel 1914 seguiva Dam’ah wa’ Ibtisamah (Una lacrima e un sorriso), raccolta di poemi in prosa.
All’incirca nello stesso periodo, Gibran comincia la corrispondenza con May Ziadah, una giovane scrittrice libanese residente in Egitto; nei successivi vent’anni si sarebbe sviluppato tra loro un rapporto straordinario, una storia d’amore vissuta esclusivamente per corrispondenza, senza che essi si incontrassero mai.4
Negli anni della guerra, Gibran consolida la sua conoscenza dell’inglese e nel 1918 aveva raggiunto una tale disinvoltura in questa lingua da essere in grado di scrivere e pubblicare la sua prima opera in inglese: ...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. INTRODUZIONE. di Suheil Bushrui
  4. IL PROFETA
  5. NOTE
  6. Copyright