La costa cremisi
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La costa cremisi

  1. 352 pagine
  2. Italian
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L'agente Pendergast accetta un caso privato in apparenza molto semplice, ma ben presto si rende conto che le cose sono molto più complicate e sinistre di quanto si aspettasse. Insieme alla sua pupilla Constance Greene, parte alla volta della pittoresca Exmouth, una piccola città sulle coste del Massachusetts, per indagare sul furto di un'inestimabile collezione di vini. Nella cantina, però, avviene una scoperta inquietante: una nicchia murata che da lungo tempo custodiva uno scheletro. Pendergast e Constance si rendono presto conto che Exmouth è una cittadina dalla storia travagliata e oscura, e che quel ritrovamento è forse l'indizio di un crimine antico, tenuto nascosto per più di un secolo. Poi, un cadavere affiora dalle acque delle paludi; sul corpo della vittima una serie di misteriose incisioni, simboli ermetici che sembrano richiamare alla mente vecchie storie mai dimenticate sulle streghe di Exmouth. Una leggenda locale narra infatti che, durante i processi di Salem del 1692, un gruppo di streghe fosse fuggito e giunto a Exmouth e qui, nel cuore più tenebroso delle paludi, si fosse stabilito dando vita a una nuova colonia dove continuare a praticare riti demoniaci.Un maleficio sembra aggirarsi per la sonnolenta cittadina di mare. E forse Constance, con il suo passato tormentato, è l'unica in grado di comprendere la portata del pericolo che lei, Pendergast e gli abitanti di Exmouth saranno costretti ad affrontare.

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Informazioni

Editore
RIZZOLI
Anno
2016
ISBN
9788858686409
Ornamento di separazione

1

Non appena suonò il campanello della porta, Constance Greene staccò le dita dalla tastiera del virginale fiammingo e la biblioteca piombò in un silenzio improvviso. Lanciò un’occhiata ad Aloysius Pendergast, seduto a sfogliare con sottili guanti bianchi un antico manoscritto miniato accanto al debole fuoco del camino. Sul tavolino di fianco a lui era appoggiato un bicchiere quasi finito di Amontillado. Constance ripensò all’ultima volta che qualcuno aveva suonato all’891 di Riverside Drive, evento più che raro, e il ricordo di quel momento terribile si materializzò come una cappa soffocante sospesa sulle loro teste.
Proctor, autista, guardia del corpo e factotum di Pendergast, si affacciò sulla soglia.
«Vado a vedere chi è, signor Pendergast?»
«Sì, per favore. Ma chiunque sia non lasciare che entri: fatti dire il nome, il motivo della visita e vieni a riferirmi tutto.»
Tre minuti dopo, Proctor tornò. «È un uomo di nome Percival Lake, desidera ingaggiarla come investigatore privato.»
Pendergast sollevò la mano, pronto a liquidare la questione senza neanche pensarci. Poi però si fermò. «Ti ha detto qualcosa sulla natura del crimine?»
«Si è rifiutato di fornire maggiori dettagli.»
Pendergast sembrò perdersi del tutto in un pensiero e cominciò a tamburellare le dita sottili sul dorso dorato del manoscritto. «Percival Lake… Il nome mi è familiare. Constance, saresti così gentile da cercarlo su quel sito web… Quello chiamato come il termine che definisce un numero infinitamente grande…»
«Google?»
«Ah, sì. Googlalo per me, grazie.»
Constance abbandonò i tasti del virginale ingialliti dal tempo, aprì una piccola credenza e posizionò il computer portatile su un tavolino a ribalta. Digitò qualcosa e dopo poco disse: «Esiste uno scultore con questo nome; realizza enormi opere in granito».
«Ero sicuro mi dicesse qualcosa.» Pendergast si sfilò i guanti e li mise da parte. «Fallo entrare.»
Appena Proctor uscì dalla stanza, Constance si voltò perplessa verso Pendergast. «Le nostre finanze sono messe male a tal punto da costringerti a un secondo lavoro?»
«Certo che no. Però trovo interessanti le opere di quest’uomo, nonostante siano un po’ vecchio stile. Se non ricordo male, le sue figure sembrano emergere dalla pietra come lo Schiavo che si ridesta di Michelangelo.»
Proctor tornò poco dopo. Alle sue spalle, fermo sulla soglia, c’era un uomo di circa sessantacinque anni, dall’aspetto estremamente curato e dalla folta capigliatura bianca. I capelli, tuttavia, erano l’unica caratteristica che potesse in qualche modo rivelare la sua età. Alto più di un metro e novanta, con un bel viso abbronzato e dai tratti marcati, l’uomo poteva vantare un fisico asciutto e atletico. Indossava un blazer blu sopra una sottile maglietta bianca e un paio di eleganti pantaloni marroni. Sembrava il ritratto vivente della salute e del vigore. Le sue mani erano gigantesche.
«Ispettore Pendergast?» L’uomo entrò in biblioteca con una sola falcata, protese un braccio e avvolse la pallida mano di Aloysius con la sua, scuotendola con un’energia tale da rischiare di rovesciare il liquore rimasto poggiato sul tavolino a pochi passi da loro. Ispettore? Constance sussultò. Le sembrò che il suo tutore fosse più che lusingato dalla cosa.
«La prego, si accomodi, signor Lake» disse Pendergast.
«Grazie!» Lake si mise seduto, accavallò le gambe e distese la schiena.
«Posso offrirle qualcosa da bere? Sherry?»
«Non mi dispiacerebbe.»
Proctor versò l’Amontillado in un piccolo bicchiere e lo poggiò accanto all’uomo, che ne prese subito un sorso. «Eccellente, grazie. E grazie anche per avere accettato d’incontrarmi.»
Pendergast fece un leggero cenno con la testa. «Prima che lei cominci a raccontarmi la sua storia devo confessarle di non essere un “ispettore”. Sono semplicemente un agente speciale dell’FBI
«Temo di aver letto troppi romanzi gialli.» L’uomo si riposizionò sulla sedia. «Mi permetta di arrivare dritto al punto. Vivo in una piccola cittadina di mare chiamata Exmouth, nel nord del Massachusetts. È un posto tranquillo, fuori dal circuito turistico, poco noto anche alla folla dei vacanzieri. Circa trent’anni fa, io e mia moglie abbiamo comprato il vecchio faro a Walden Point, insieme alla dimora del guardiano, e abito lì da allora: si è rivelato un luogo molto conciliante per il mio lavoro. Inoltre, sono sempre stato un appassionato di vino – rosso, ovviamente, il bianco non lo considero neanche – e il seminterrato dell’antico edificio era perfetto per ospitare la mia collezione di bottiglie, perché scavato nella pietra e con una temperatura costante di tredici gradi. A ogni modo, qualche settimana fa sono andato a Boston per il weekend e al mio ritorno ho trovato una finestra sul retro in frantumi. Dalla casa non è stato portato via nulla, ma quando siamo scesi nel seminterrato lo abbiamo trovato svuotato. La mia cantina era sparita!»
«Dev’essere stato un colpo terribile.»
Constance riconobbe una leggera nota di sarcasmo nella voce di Pendergast.
«Mi dica, signor Lake, è ancora sposato?»
«Mia moglie è morta alcuni anni fa. Adesso ho una compagna, che vive insieme a me.»
«E si trovava con lei durante il fine settimana in cui la sua cantina è stata svaligiata?»
«Sì.»
«Mi racconti della sua collezione di bottiglie.»
«Ah, da dove cominciare? Possedevo una verticale di Château Léoville Poyferré a partire dal 1955, poi eccellenti raccolte di tutte le migliori annate di Château Latour, Pichon Longueville, Petrus, Durfort-Vivens, Lascombes, Malescot St. Exupéry, Château Palmer, Talbot…»
Pendergast interruppe l’uomo sollevando una mano.
«Mi perdoni» disse Lake con un sorriso imbarazzato. «Tendo a perdere la misura quando si parla di vino.»
«Colleziona solo Bordeaux?»
«No. Di recente mi sono dedicato alla creazione di una cantina dedicata ad alcuni splendidi vini italiani, per lo più Brunello, Amarone e Barolo. Tutti spariti.»
«È andato dalla polizia?»
«Il capo della polizia di Exmouth è un incapace. Un imbecille, a dirla tutta. Viene da Boston, si limita a fare lo stretto necessario, e per quanto mi riguarda è chiaro che non sta affrontando la questione con serietà. Sarebbe più preoccupato se a sparire fosse stata una cassa di Bud Light. Ho bisogno di qualcuno che riesca a recuperare la mia collezione di vini prima che venga rovinata o, peggio ancora, bevuta!»
Pendergast annuì lentamente. «Perché si è rivolto a me?»
«Ho letto alcuni libri dedicati al suo lavoro. Scritti da Smithback, William Smithback, se non ricordo male.»
Passò qualche istante prima che Pendergast replicasse. «Temo che quei libri distorcano i fatti in maniera grossolana. Comunque sia, per quanto risibile sia la parte autentica di questi scritti, avrà capito che m’interesso di devianze umane e non di vini rubati. Mi rincresce, dunque, ma non posso esserle d’aiuto.»
«Ecco, in realtà speravo di sì, dal momento che leggendo questi libri mi era parso di capire che anche lei fosse un fine intenditore.» Lake si chinò in avanti sulla sedia. «Agente Pendergast, sono disperato. Io e mia moglie abbiamo impiegato infinite ore per costruire questa collezione di bottiglie. E ognuna di queste ha una sua storia, è legata a un ricordo ben preciso dei miei anni meravigliosi trascorsi con la donna che amavo. In qualche modo è come se lei mi fosse stata strappata ancora una volta. La pagherei davvero molto bene.»
«Sono desolato, ma non posso aiutarla. Il signor Proctor la accompagnerà alla porta.»
Lo scultore si alzò dalla sedia. «Va bene, immaginavo sarebbe stata un’impresa impossibile. La ringrazio per avermi concesso un po’ del suo tempo.»
Poi, per un attimo, il suo volto si distese in un sorriso. «Be’, il lato positivo di questa storia è che almeno i ladri non hanno trovato il mio Haut-Braquilanges!»
La stanza piombò nel silenzio.
«Château Haut-Braquilanges?» sussurrò Pendergast.
«Sì, esattamente. Un’intera cassa dell’annata 1904. Il mio bene più prezioso. Si trovava un po’ in disparte, in un angolo della cantina, nel suo involucro originale di legno. Quegli idioti non ci avranno fatto caso.»
Proctor aprì la porta della biblioteca e rimase in attesa.
«Come fa ad avere una cassa del 1904? Credevo che quelle bottiglie non esistessero più da tempo.»
«Lo credevano tutti. Presto sempre grande attenzione quando una collezione di vino viene messa in vendita, soprattutto quando sono gli eredi dei proprietari a volersene disfare, preferendo la moneta. Io e mia moglie avevamo scovato queste bottiglie in una vecchia partita di vini a New Orleans.»
Pendergast sollevò le sopracciglia. «New Orleans?»
«Un’antica famiglia francese benestante caduta in disgrazia.»
Constance notò sul volto di Pendergast un’ombra d’irritazione, quasi di fastidio.
Lake si era ormai incamminato verso la porta quando Pendergast si alzò dalla sedia. «Ripensandoci, mi occuperò del suo problema.»
«Sul serio?» Lake si voltò sorridendo. «Splendido! Come già le dicevo, qualsiasi sia la sua tariffa…»
«Oh, è molto facile in realtà. Mi basta una bottiglia di Haut-Braquilanges.»
Lake esitò. «Pensavo a un più classico accordo finanziario.»
«La bottiglia sarà il mio pagamento.»
«Ma aprire la cassa…» La sua voce si affievolì fino a spegnersi in un lungo silenzio. Infine, Lake sorrise. «Ah, va bene, perché no? Chiaramente lei non ha bisogno di soldi. E io sarei ben contento di ricevere il suo aiuto. Certo, potrà scegliere la sua bottiglia dalla cassa!» Arrossito per la sua stessa magnanimità, Lake offrì ancora una volta la mano a Pendergast che l’accettò in una vigorosa stretta.
«Signor Lake, lasci per favore il suo indirizzo e i suoi contatti a Proctor. Domani la raggiungerò a Exmouth.»
«Bene, l’aspetterò con impazienza. Non ho toccato nulla in cantina: è esattamente come l’ho trovata. Naturalmente la polizia ha già fatto un sopralluogo, ma si è limitata a scattare fotografie con il cellulare… riesce a crederci?»
«Sarebbe utile se riuscisse a trovare una scusa per tenerli lontani, potrebbero ritornare.»
«Ritornare? Le assicuro che è mol...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Dedica
  4. 1
  5. 2
  6. 3
  7. 4
  8. 5
  9. 6
  10. 7
  11. 8
  12. 9
  13. 10
  14. 11
  15. 12
  16. 13
  17. 14
  18. 15
  19. 16
  20. 17
  21. 18
  22. 19
  23. 20
  24. 21
  25. 22
  26. 23
  27. 24
  28. 25
  29. 26
  30. 27
  31. 28
  32. 29
  33. 30
  34. 31
  35. 32
  36. 33
  37. 34
  38. 35
  39. 36
  40. 37
  41. 38
  42. 39
  43. 40
  44. 41
  45. 42
  46. 43
  47. 44
  48. 45
  49. 46
  50. 47
  51. 48
  52. 49
  53. 50
  54. 51
  55. 52
  56. 53
  57. 54
  58. 55
  59. 56
  60. 57
  61. 58
  62. 59
  63. 60
  64. Epilogo