Le ombre delle idee

Il canto di Circe - Il sigillo dei sigilli

Giordano Bruno, Nicoletta Tirinnanzi

• Editore: BUR
• Anno: 2013
• ISBN:
  9788858645475
• Argomento: Filosofia
• Categoria: Storia e teoria della filosofia

In questo testo vengono raccolti tre importanti saggi in cui l'autore, confrontandosi con tradizioni filosofiche diverse, affronta una serie di temi, in particolare quello della memoria, che ritorneranno, sia pure in forma mutata, nelle sue opere successive. Le ombre delle idee (1582) analizza la memoria dapprima da un punto di vista teorico, soprattutto neoplatonico, per proporre poi delle regole pratiche. Il canto di Circe (1582) affronta lo stesso tema - affiancato a quello della decadenza universale - interessandosi questa volta alle componenti fisiologiche della conoscenza. Il sigillo dei sigilli (1583) studia il valore di alcune immagini-simbolo, utili a fissare i ricordi, fino a modificare la percezione stessa del reale.

IL SIGILLO DEI SIGILLI

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FILOTEO GIORDANO BRUNO NOLANO

IL SIGILLLO DEI SIGILLI

Composto per far esplicare secondo un ordine efficace tutte le disposizioni¹ dell’animo e portarne a perfezione le attitudini²

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1. Quello spirito divino,³ che mai si è accontentato di ingegni sordidi, mi fece conoscere ciò insieme ad altre cose: e tu che esiti ma ardi fin nel profondo dell’animo per questa stessa cosa,⁴ devi in principio proporti di onorare come Dio primo e prossimo il medesimo spirito dal quale sei eccitato esteriormente e incitato interiormente, di magnificarlo come principe, invocarlo come nume e volgere a quello il tuo sguardo come alla luce.⁵

2. Ricorda quindi che tre principi devono presiedere a ogni arte umana: il primo impone che ogni cosa sia considerata con sapienza nella sua singolarità allorché ci si accinge a produrla, il secondo che essa venga realizzata in modo compiuto e completo, il terzo comanda di custodire e difendere virilmente quanto è stato considerato e portato a compimento.⁶

3. Per questo motivo l’antichità ha tramandato che tre dei presiedono a tutte le arti: Pallade, Vulcano e Marte. È questa una triade operosa di numi che sempre sostiene e assiste le azioni di Giove, sommo architetto delle cose,⁷ di modo che, come tutta la trinità guarda a Giove, così ugualmente Vulcano e Marte si inchinano a Pallade.⁸

4. Di questi tre numi che regnano nell’arte divina vediamo che tre sono anche le tracce impresse nella natura: traccia di Pallade l’ordine secondo il quale sono disposte le cose, traccia di Vulcano il progresso veloce e per così dire la fretta che le spinge a generare,⁹ traccia di Marte la struttura trasmessa dai generanti ai generati.¹⁰

5. Allo stesso modo tutti i singoli enti come scaturendo da una fonte perenne 1. fluiscono all’esterno, 2. nascono, 3. mentre di nuovo tendono alla loro origine, rifluiscono in un medesimo ciclo: 1. nascono, 2. maturano, 3. si compiono; per questo Orfeo chiamò medesimo il principio, il mezzo e la fine.¹¹

6. Senza dubbio ti costringe a realizzare e tentare ciò la necessità,¹² per opera della quale l’uomo, posto in discrimine, ¹³ ricerca e afferra le ali (come dicono) dell’aurora:¹⁴ così ha voluto Giove, il quale, affinché non sia torpido l’ingegno umano né muoia la sua forza vivida, congiunse a quello il bisogno che lo urge alle cose difficili.¹⁵

7. Ricorda che Prometeo¹⁶ non fu gradito agli dei, o perché costui, spargendo i tesori degli dei, sembrava incitare al torpore il genere umano, ovvero perché costui faceva comune promiscuamente¹⁷ a degni e indegni una cosa eccellentissima.

8. Custodisci dunque per te solo,¹⁸ e per pochi con te, il gusto di questo salutare liquido nettareo, col quale una volta tu abbia completamente espurgato i letargici umori del fiume Lete,¹⁹ potrai facilmente prima ottenere una vita celeste insieme agli dei celesti, quindi proseguire fino al circuito sopraceleste insieme agli dei sopracelesti, e da qui vedrai che non stanno in un luogo più alto Carneade, Cinea e Metrodoro, confusi in mezzo alla folla del volgo attonito.

9. Se anche consenti che il tempo di Pitagora²⁰ sia il più indocile e stolto di tutti gli enti (giacché per il suo scorrere ogni cosa è cancellata dall’oblio),²¹ certo non biasimerai neanche il tempo di Simonide (per beneficio del quale tutto si indaga, si apprende, si ritrova; le opinioni cancellate ritornano in fama e ripullulano i rami recisi).²²

10. A tutti, secondo la necessità, la natura ha attribuito ali perfette, ma pochissimi davvero sono coloro che hanno saputo spiegarle per dividere e dare impulso a quell’aria che, quando viene spinta, sostiene e conduce al volo ma, nondimeno, sembra ostacolarlo quando deve essere divisa; infatti solo dopo che tu hai mosso l’aria con fatica per costringerla a dividersi, questa non ingrata ti farà avanzare sostenendoti nel volo.²³

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11. Si presentano a noi cose, segni, immagini, spettri ovvero fantasmi.²⁴ Tra questi si danno delle differenze: oggetto di odio è ciò che è deforme e cattivo, oggetto di desiderio ciò che è bello e buono, e quanto si compone di due o tre di questi; oggetto di amore il bene, oggetto di odio il deforme; inoltre è di facile comprensione quello in cui la componente sensibile²⁵ non è in eccesso né in difetto, come pure l’intelligibile astratto, mentre è di difficile comprensione ciò che è poco o troppo sensibile, come pure, per sua natura, ciò che è massimamente intelligibile (quando lo sia senza astrazione).²⁶

12. Con la mediazione di questi, la natura adorna senso, concupiscenza, intelletto e volontà;²⁷ da qui si procede a vedere, a toccare in genere, a immaginare, a pensare e a compiere un primo genere di operazioni con la memoria, il raziocinio e l’intelletto;²⁸ da qui nasce poi una seconda specie di memoria, che si è soliti chiamare intelletto acquisito e in attitudine.²⁹ A queste facoltà si aggiunge poi l’attività formativa:³⁰ sono specie di questa³¹ l’opinione in genere, l’aporia, la ricerca, la sinderesi,³² la fede³³ e l’attrazione in genere — che eccita volontà, ambizione, curiosità e fede -, come pure una sorta di prostrazione che induce all’abbattimento e all’orrore. Tutto ciò da un lato genera desiderio e ripulsa, dall’altro assenso e dissenso.

13. Rientrano tra le operazioni consentite da tali facoltà l’apprensione ³⁴ semplice — ovvero il concetto primo —, l’enumerazione, la misura, il peso, la divisione, la distribuzione, la distinzione, l’ordine, la definizione, la proposizione, l’argomentazione, l’intellezione; quest’ultima è il concetto semplice secondo e (se vogliamo chiamarla così) il prodott...

Indice dei contenuti

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