Canti d'amore
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Canti d'amore

  1. 216 pagine
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Informazioni sul libro

La passione totalizzante e assoluta dell'amore, l'amicizia sincera e fedele, l'irrisione triviale e feroce verso chi gli è nemico, le feste spensierate della jeunesse dorée romana negli anni convulsi delle guerre civili: da 2000 anni Catullo rapisce generazioni di lettori cantando con il linguaggio impetuoso e travolgente della giovinezza la vita in ogni suo aspetto.

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Informazioni

Editore
BUR
Anno
2013
ISBN
9788858652657

1.

A chi offrirò il libretto nuovo e fino
che la pomice asciutta ha levigato?1
Cornelio,2 a te. Dicevi (d’abitudine),
di queste leggerezze, «mica male»,
mentre già osavi, unico in Italia,
tratteggiare su poche pergamene
(informate per Giove, e anche sudate)
l’intero tempo dell’umanità.
Abbi il mio libro, che è quello che è,
così com’è (o Vergine Signora,3
viva anni, più della vita d’un uomo).

2.

Passero, svago della mia ragazza —
gioca con te, ti tiene sempre in grembo
e quando hai fame ti dà l’unghia e tu
mordicchi provocato — quando lei,
questa mia nostalgia della luce,
cerca il gioco — perché? — un ristoro
da una sua pena (è la mia fede) pace
da un fuoco greve — potessi
giocare insieme a te così, placare
questa torbida angoscia del mio cuore.

2.b

e mi grato come all’agilissima
fanciulla1 — si tramanda — l’aureo pomo
che sciolse la cintura a lungo avvinta.

3.

Piangete, Amori e Brame dell’amore,
e quanto è gentilezza sulla terra:
morto è il passero della mia ragazza,
morto lo svago della mia ragazza,
quello che amava più della sua vista:
delizioso era e la riconosceva
come una bimba conosce sua madre
né mai s’allontanava dal suo grembo,
vi saltellava sopra in lungo in largo
e pigolava ma solo per lei.
Ora scende il cammino delle tenebre
da cui, si dice, non tornò nessuno.
O buio maledetto della morte
ché inghiotti tutto ciò che è gentilezza!
Che passero gentile mi hai rapito.
Oh che disgrazia! o sventurato passero!
Per causa tua la mia ragazza piange
e i begli occhi si gonfiano e s’arrossano.

4.

La barca che vedete,1 ospiti, dice
che fu la più veloce d’ogni nave,
e mai slancio di legno navigante
le passò avanti, fosse necessario
volare col remeggio o con la vela.
E dice che non possono negarlo
la costiera adriatica malfida
e le Cicladi e Rodi celebrata,
la selvaggia Propontide di Tracia,2
il torvo seno del Mar Nero, dove
prima d’essere nave fu foresta
frondosa: là, sul giogo del Citòro,3
molto parlò la frasca sibilando.
O Amastri del Mar Nero, e tu Citòro
folto di bossi, a voi fu familiare,
dice la nave; e alla sua prima origine
fu lassù, in alto sulla vostra vetta,
poi nelle vostre acque immerse i remi,
quindi attraverso tanti mari folli
portò il padrone, e i venti la chiamavano
da destra e da sinistra e Giove Padre
batteva amico l’una e l’altra scotta,
poi senza dover fare voti mai
agli Dei delle rive, lasciò il mare
e giunse infine a questo lago chiaro.
Tutto questo è un passato. Ora, appartata,
riposa e invecchia, e si consacra a voi,
a Castore e Polluce, i due Gemelli.4

5.

Dobbiamo Lesbia mia vivere, amare,
le proteste dei vecchi tanto austeri
tutte, dobbiamo valutarle nulla.
Il sole può calare e ritornare,
per noi quando la breve luce cade
resta una eterna notte da dormire.
Baciami mille volte e ancora cento
poi nuovamente mille e ancora cento
e dopo ancora mille e dopo cento,
e poi confonderemo le migliaia
tutte insieme per non saperle mai,
perché nessun maligno porti male
sapendo quanti sono i nostri baci.

6.

Flavio,1 a Catullo tu le tue delizie
le diresti, tacerle non sapresti;
a meno che non siano ineleganti.
E hai pescato non so che malaticcia
puttana. Dirlo chiaro ti vergogni.
Che tu non passi notti vedovili
lo canta il letto, invano senza voce,
che profuma di fiori e olio siriano,
coi guanciali equamente sprimacciati,
il cassone del letto tremebondo
rumoroso e tendente al movimento.
Il silenzio sul sesso non fa bene.
Cioè? Non avresti quell’aria fottuta
se non facessi qualche stupidaggine.
Perciò, comunque vada, bene o male,
racconta. Voglio te e il tuo amore
sublimare con versi divertenti.

7.

Mi chiedi Lesbia quanti dei tuoi baci
mi basteranno, mi saranno troppi —
quante le sabbie libiche distese
laggiù a Cirene fertile di silfio
tra il fiammeggiante oracolo di Giove1
e il sacro sepolcro dell’antico Batto,2
quante stelle in silenzio nella notte
contemplano i segreti amori umani,
tante volte baciarti basterà
e sarà troppo al tuo Catullo folle,
il conto che il curioso non può fare
né la lingua maligna maledire.

8.

Basta con la pazzia, sventurato Catullo.
E ciò che vedi morto impara che è perduto.
Ci sono stati giorni splendidi, nel sole.
E andavi dove lei ti conduceva,
l’amata come non sarà nessuna,
e avvenivano cose deliziose
che tu volevi e lei non disvoleva.
Davvero giorni splendidi nel sole.
Ora non vuole più. Dunque anche tu
non volere. Non inseguire ciò che fugge,
o uomo senza freno, non vivere infelice.
Sii ostinato, Catullo, sii deciso.
Addio, ragazza. Catullo è deciso,
se non vuoi non ti cerca, non ti chiede.
Però ne soffrirai, se non ti cercano.
Sventurata, che vita ti rimane.
Verrà qualcuno? e ti vedranno bella?
e l’amore? Dirai più «sono sua»?
Bacerai? Morderai labbra amate?
Catullo, sii ostinato, sii deciso.

9.

Veranio,1 che sei il primo fra gli amici,
fra tutti i miei trecentomila amici,
sei ritornato a casa, dai tuoi Morti,
ai tuoi fratelli uniti, alla tua vecchia madre?
Sì, è vera questa splendida notizia.
Ti vedrò, sano e salvo, mi dirai
della Spagna,2 di quei posti cose popoli,
come fai sempre, io t’abbraccerò,
bacerò la tua allegra faccia gli occhi —
gente felice della terra, dite,
chi c’è in festa e felice più di me?

10.

Varo1 mi trova al Foro sfaccendato
e mi porta a vedere la sua bella.
Puttanella, si vede a colpo d’occhio,
ma divertente e nient’affatto male.
S’arriva là, si chiacchiera di tutto,
e nel discorso viene la Bitinia2
e i soldi che ci avevo rimediato.
Dico la verità. Manco i pretori,
non parliamo del seguito, hanno preso
da comprarsi il profumo dei capelli.
Figurarsi ad avere per pretore
una testa di cazzo che del seguito
se ne fregava. Dicono: «Però,
il prodotto locale, i lettighieri,
li hai messi insieme». Io con la ragazza ...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. INTRODUZIONE
  4. BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
  5. 1.
  6. 2.
  7. 2.b
  8. 3.
  9. 4.
  10. 5.
  11. 6.
  12. 7.
  13. 8.
  14. 9.
  15. 10.
  16. 11.
  17. 12.
  18. 13.
  19. 14.
  20. 14 b.
  21. 15.
  22. 16.
  23. 17.
  24. 21.
  25. 22.
  26. 23.
  27. 24.
  28. 25.
  29. 26.
  30. 27.
  31. 28.
  32. 29.
  33. 30.
  34. 31.
  35. 32.
  36. 33.
  37. 34.
  38. 35.
  39. 36.
  40. 37.
  41. 38.
  42. 39.
  43. 40.
  44. 41.
  45. 42.
  46. 43.
  47. 44.
  48. 45.
  49. 46.
  50. 47.
  51. 48.
  52. 49.
  53. 50.
  54. 51.
  55. 52.
  56. 53.
  57. 54.
  58. 55.
  59. 56.
  60. 57.
  61. 58.
  62. 59.
  63. 60.
  64. 61.
  65. 62.
  66. 63.
  67. 64.
  68. 65.
  69. 66.
  70. 67.
  71. 68.
  72. 69.
  73. 70.
  74. 71.
  75. 72.
  76. 73.
  77. 74.
  78. 75.
  79. 76.
  80. 77.
  81. 78.
  82. 78. b
  83. 79.
  84. 80.
  85. 81.
  86. 82.
  87. 83.
  88. 84.
  89. 85.
  90. 86.
  91. 87.
  92. 88.
  93. 89.
  94. 90.
  95. 91.
  96. 92.
  97. 93.
  98. 94.
  99. 95.
  100. 96.
  101. 97.
  102. 98.
  103. 99.
  104. 100.
  105. 101.
  106. 102.
  107. 103.
  108. 104.
  109. 105.
  110. 106.
  111. 107.
  112. 108.
  113. 109.
  114. 110.
  115. 111.
  116. 112.
  117. 113.
  118. 114.
  119. 115.
  120. 116.