Michelina De Cesare, in costume tipico ciociaro. Le due fotografie, scattate nel 1865, ebbero grandissima diffusione. Oggi sono un’icona, la personificazione assoluta della brigantessa.
Monte Morrone (Caserta), 30 agosto 1868: dopo la morte, Michelina De Cesare fu spogliata e fotografata a seno nudo. Il cadavere venne poi legato per i piedi a un carro e trascinato fino in paese.
Il brigante Francesco Guerra (primo a destra), insieme a Cosimo Giordano e Carlo Sartore. Al fianco di Guerra, Michelina guidò una banda spesso impegnata in azioni congiunte con gli uomini di Pace, Ciccone e Marino.
Filomena Pennacchio, la brigantessa più famosa e affascinante, fotografata nel carcere di Potenza.
Filomena Pennacchio con Giuseppina Vitale e Maria Giovanna Tito. Alle loro spalle il muro del carcere e un accenno di verde disposto dal fotografo. Il tutto con fini propagandistici.
Giuseppe Schiavone, unico amore di Filomena Pennacchio, fotografato nel carcere di Melfi.
L'umiliazione della propaganda: Giuseppe Schiavone in catene con alcuni uomini della sua banda.
I pannelli dei cantastorie raccontavano la vita di Filomena Pennacchio. Tre momenti cruciali: l’uccisione del marito violento e l’incontro con il brigante Caruso, poi la sfida tra il re dei briganti, Crocco, e Caruso per conquistare il suo amore. Gli stessi episodi sono raccontati da Angiolo De Witt, ufficiale piemontese.
Michele Caruso, feroce capobanda di Torremaggiore (Benevento). Per anni lo si confuse con Giuseppe Caruso, annoverato dalla leggenda tra gli amanti di Filomena Pennacchio.
Carmine Donatelli, detto Crocco, il re dei briganti. Racconti e leggende vogliono che subì il fascino di Filomena Pennacchio e che per lei sfidò a duello Michele Caruso.
Monte Coppa (Caserta), 11 marzo 1868: Maria Capitanio fotografata da Emanuele Russi. Sul retro: «Comprata dal Padre, mediante lo sborzo di L. 1500». Lo stesso giorno, Russi fotografò il cadavere di Antonio Luongo, ucciso nello scontro con l’esercito.
Carolina Casale, donna del brigante Michele Lippiello, e Giocondina Marino, compagna del capobanda Alessandro Pace. Entrambe furono catturate l’11 marzo 1868 e fotografate da Emanuele Russi.
Maria Oliverio, detta Ciccilla. Dopo aver ucciso la sorella con quarantotto colpi di scure si rifugiò nei boschi della Sila, unendosi alla banda del marito Pietro Monaco. Fotografata dopo la cattura, ha il braccio legato al collo, ferita da uno dei colpi che uccise Pietro.
Litografia (di H. Linton-H. De Hem, 1864) pubblicata sul «Giornale Illustrato» di Torino a corredo dell’articolo che il celebre scrittore Alexandre Dumas dedicò a Maria Oliverio.
Francavilla in Sinni (Potenza): Mariateresa Ciminelli, brigantessa in una famiglia di briganti.
Serafina Ciminelli, sorella di Mariateresa, stringe la mano al compagno Antonio Franco. Lei morirà in carcere, Antonio sarà giustiziato.
Filomena Cianciarulo al momento dell’arresto era incinta. Sostenne di essere stata rapita e costretta a restare nei boschi.
Maria Rosa Marinelli fotografata da Alphonse Bernoud. Rapita da Angelantonio Masini, ne divenne la compagna.
Brigantesse con il fucile. Maria Lucia Dinella.
Brigantesse con il fucile. Arcangela Cotugno con Elisabetta Blasucci, detta La Pignatara.
Brigantesse con il fucile. Maria Angela Consiglio (seduta).
Emanuele Russi fu, con Alphonse Bernoud, tra i più noti fotografi di briganti e brigantesse.
Reginalda Cariello fotografata da Alphonse Bernoud. Esempio della messinscena a cui molte brigantesse si dovettero piegare.
Carcere di Campagna (Salerno), giugno 1865: la brigantessa Agnese Percuoco e il marito Vincenzo Letteriello (a sinistra), fotografati da Raffaele Del Pozzo. I briganti sono ritratti senza mistificazioni.
L’antica fortezza di Fenestrelle, a sessanta chilometri da Torino.
Fenestrelle: «Una sorta di gradinata titanica, come una cascata enorme di muraglie a scaglioni». (E. De Amicis)
La testa recisa della brigantessa Giuseppina Spina.
I componenti della banda Ciardullo fucilati dalle truppe piemontesi.
Il deputato Giuseppe Pica, promotore della legge applicata alle province «in istato di brigantaggio».
Il generale Enrico Cialdini comandò l’esercito piemontese con poteri eccezionali per affrontare l’emergenza del brigantaggio.
Il generale Emilio Pallavicini, noto per avere fermato Garibaldi sull’Aspromonte il 29 agosto 1862. Mediante la delazione e operazioni che oggi si direbbero di intelligence, guidò la nuova strategia militare contro il brigantaggio.
Francesco II di Borbone, ultimo re delle Due Sicilie.
Maria Sofia Amalia di Wittelsbach, moglie di Francesco II.
La giornalista americana Margaret Fuller.
Cristina Trivulzio principessa di Belgioioso.
Colomba Antonietti si batté per la difesa della Repubblica romana. Il 13 giugno 1849 morì a Porta San Pancrazio.
Rosalie Montmasson, moglie di Francesco Crispi, fu la sola donna che si imbarcò a Quarto con i Mille.
Provata dalla gravidanza e dalla malaria, Anita Garibaldi spirò il 4 agosto 1849 nelle valli di Comacchio, tra le braccia del marito.
Antonia Masanello. Carboncino del 1862 rinvenuto nella collezione privata di Dino Aloi, curatore della mostra «La donna immaginata. L’immagine della donna» (2011).