Nella buona e nella cattiva sorte
eBook - ePub

Nella buona e nella cattiva sorte

  1. 228 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Nella buona e nella cattiva sorte

Dettagli del libro
Anteprima del libro
Indice dei contenuti
Citazioni

Informazioni sul libro

Irene, giovane illustratrice di talento, vive da anni ostaggio del marito Gianluigi, manager geloso e violento, convinta, come tante altre vittime di violenza domestica, di meritarsi la semi-segregazione a cui lui la costringe a forza di minacce e lividi. All'indomani dell'ennesimo litigio, grazie al sostegno di Alice - l'amica d'infanzia trapiantata a Londra - Irene trova finalmente il coraggio di ribellarsi: mentre il marito è al lavoro, carica in macchina la loro piccola figlia Arianna e scappa da Milano, per correre verso un piccolo paese di provincia nella casa in cui è cresciuta e che i genitori le hanno lasciato in eredità. Gianluigi però la rintraccia prima del previsto, e le ordina di tornare in città, preannunciando ritorsioni - non solo da parte dei suoi avvocati. Irene sente le forze già esili cedere, ma nel paese scopre insperati alleati: un'anziana vicina di casa, un negoziante che forse ha un debole per lei… Purtroppo, inquietanti incidenti minacciano presto la sua fragile serenità. Irene nonostante tutto cerca faticosamente di rimettere insieme i cocci della sua vita, ma tutto precipita quando chi dovrebbe proteggerla da Gianluigi viene ritrovato brutalmente assassinato…

Alla sua quarta prova nel genere thriller, Marina Di Guardo conferma la rara capacità di sposare con inedito successo intrecci imprevedibili e ricchi di suspense a forti prese di posizione su terribili temi di cronaca vera.

Domande frequenti

È semplicissimo: basta accedere alla sezione Account nelle Impostazioni e cliccare su "Annulla abbonamento". Dopo la cancellazione, l'abbonamento rimarrà attivo per il periodo rimanente già pagato. Per maggiori informazioni, clicca qui
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui
Entrambi i piani ti danno accesso illimitato alla libreria e a tutte le funzionalità di Perlego. Le uniche differenze sono il prezzo e il periodo di abbonamento: con il piano annuale risparmierai circa il 30% rispetto a 12 rate con quello mensile.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì, puoi accedere a Nella buona e nella cattiva sorte di Marina Di Guardo in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Literature e Crime & Mystery Literature. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2020
ISBN
9788835705895

Venti

Si alzò dal tavolo della cucina, orgogliosa di aver completato un’illustrazione da consegnare per un libro di fiabe di un autore scandinavo. Aveva riflettuto a lungo su come realizzarla, ma, dopo un’intuizione comparsa durante una delle sue lunghe notti insonni, non aveva più avuto esitazioni. Controllò, una volta di più, la resa cromatica, l’efficacia dei personaggi tratteggiati, l’aderenza al contenuto narrativo: finalmente era soddisfatta del risultato. Il trillo del contaminuti la avvertì che doveva verificare la cottura di una torta di mele preparata poco prima. Non appena aprì il forno, un profumo fragrante di vaniglia e zucchero, di attese antiche, di momenti trascorsi e mai più ritornati, si diffuse in maniera persistente per tutta la casa. Aveva conservato con cura le ricette di suo padre, non aveva mai voluto cambiare nemmeno un grammo degli ingredienti riportati dalla scrittura minuziosa di Arduino. Tutte le volte che infornava quel dolce si rinnovava il miracolo del passato che riappariva e portava con sé ricordi, volti, atmosfere conosciute e ormai lontane.
Mentre respirava quell’aroma rassicurante si guardò intorno. La casa aveva assunto un aspetto più ordinato, meno provvisorio. Giorni prima, aveva comprato alcuni vasi di begonie per adornare il davanzale della cucina e finalmente Livio era passato a smantellare ciò che restava della casetta sull’albero. Nessuna traccia di quel rifugio, retaggio d’infanzia, così sapientemente ristrutturato da Piero e poi finito in pezzi, dilaniato da un’incontenibile furia distruttiva.
Il pensiero andò a lui.
Anche Piero mi stava ingannando…
Le ritornarono in mente i suoi occhi verdi, le sensazioni che aveva provato. L’idea sottile, insinuante di tornare a sperare in un’esistenza diversa.
Quando, titubante, aveva raccontato a Alice quello che aveva appreso di Piero, l’amica non aveva voluto infierire, aveva evitato di rinfacciarle di avere capito tutto di quell’uomo sin dal primo istante. Era rimasta in silenzio e poi l’aveva salutata in fretta, come se fosse stata imbarazzata per la rinnovata angoscia che quella scoperta, forse ancor più della morte di Piero, aveva suscitato in Irene.
Il suono del campanello la fece sobbalzare. Istintivamente prese il cellulare, pronta a digitare il numero di Salvatore, ma quando controllò dallo spioncino, lo spavento lasciò il posto alla sorpresa.
Era Rachele, la moglie di uno degli ingegneri di Gianluigi. Aprì la porta in preda alla curiosità.
«Ciao, Irene, disturbo?»
«Rachele, come sei arrivata fin qua?»
«Gianluigi ha detto a mio marito che eri andata a vivere nella casa dei tuoi genitori, sul lago. In paese ho provato a chiedere se sapevano dove fosse la villa dei tuoi. A quanto pare tutti ti conoscono, me l’hanno indicata subito.»
«Potevi telefonarmi, ti avrei dato l’indirizzo senza problemi.»
«Non volevo chiedertelo, avresti potuto rifiutare. Dopotutto ci hai conosciuto perché amici di Gianluigi, e credo che in questo momento tra di voi non corra buon sangue.»
«E così hai pensato di farmi una sorpresa… Be’, ormai sei qui, non stare sulla porta» replicò Irene con un sorrisetto ironico.
Rachele entrò cautamente, a piccoli passi, guardandosi attorno. Bionda, vestita con un abito attillato e troppo corto, un trucco pesante che la faceva sembrare più vecchia della sua età. Una bella donna offuscata dal desiderio di essere notata a tutti i costi. Irene non era mai riuscita a entrare in confidenza con lei, nonostante frequentasse spesso casa sua col marito. Rachele era troppo diversa da lei negli atteggiamenti, nelle aspirazioni, nella visione della vita.
La osservò dirigersi verso il soggiorno con passo più sicuro nel suo irrinunciabile tacco dodici.
«Posso sedermi? Carino questo posto» disse la donna con un sorriso appena abbozzato.
«Certo, dimmi cosa ti ha portato fin qui.»
Irene non le aveva neanche offerto qualcosa da bere, contravvenendo alla sua innata buona educazione: non vedeva l’ora di conoscere il reale motivo di quella visita. Pensò all’eventualità che Gianluigi avesse chiesto alla donna di perorare la sua causa, ma le sembrò improbabile. Non era nel suo stile, mai avrebbe affidato un compito del genere a qualcun altro.
A quella domanda diretta, Rachele esitò. Si appoggiò con la schiena al divano, accavallò le gambe abbronzate, prese un pacchetto di sigarette dalla borsa.
«Ti dispiace se ne fumo una? Sai, sono un po’ nervosa.»
Irene la guardò infastidita, poi cercò di dissimulare l’irritazione.
«Preferirei di no, non amo l’odore del fumo, soprattutto in casa.»
Si stupì di se stessa. Non aveva mai avuto il coraggio di vietare a qualcuno di fumare nell’appartamento di Milano, Gianluigi lo faceva spesso, senza curarsi nemmeno della presenza di Arianna. Anche i suoi ospiti si comportavano allo stesso modo. Irene, l’odore acre del tabacco se lo sentiva addosso per giorni, nonostante spalancasse ripetutamente le finestre e si lavasse in maniera maniacale per toglierselo di dosso.
Anche Sara, sua madre, fumava in casa nonostante i divieti di Arduino. Le venne in mente come se fosse un ricordo di qualche giorno prima: lei, gli occhi persi e la sigaretta a consumarsi tra le dita.
Rachele, a quell’affermazione, la guardò attonita, come sorpresa. «Non ti ha mai dato fastidio, questa è un’altra novità.»
«Mi ha sempre dato fastidio, ma ero prigioniera, non potevo ribellarmi. Adesso posso farlo.»
Nel pronunciare quelle parole, Irene fissò Rachele a lungo. Lo sguardo, diretto, non ammetteva repliche. Poi si sedette, come per prendere fiato prima di ascoltare quello che la donna aveva da dirle.
«Va bene, va bene, non ti preoccupare. Ho sempre notato l’atteggiamento di Gianluigi nei tuoi confronti, ti trattava come se fossi il suo cagnolino. Mi sono sempre chiesta come facessi a sopportarlo» replicò la donna mentre rimetteva il pacchetto di sigarette nella borsa.
Irene fu sorpresa da quell’inattesa manifestazione di solidarietà non richiesta. Rimase in silenzio, aspettando di conoscere il motivo di una visita di cui, anche sforzandosi, non capiva lo scopo.
Rachele esitò, chiuse gli occhi per una frazione di secondo, quasi stesse cercando la concentrazione prima di un grande salto. Poi iniziò a parlare.
«Mi sei sempre stata simpatica, e mi sono sempre sentita in grande imbarazzo, ma…»
«Ma cosa?»
Irene sentì espandersi una fitta nel petto e sgranò gli occhi. In apnea, prima di conoscere quella che, se lo sentiva, sarebbe stata l’ennesima staffilata al cuore.
«Io e Gianluigi eravamo amanti.»
«Cosaaa?»
Non riuscì a trattenersi. Aveva cercato di prepararsi mentalmente a qualcosa di molto sgradevole, ma quella rivelazione la lasciò totalmente senza fiato. Appoggiò la testa allo schienale in cerca di un sostegno, le sembrò di essere finita al centro di un tornado.
«Sì, Irene. Da quattro anni. Mi rendo conto di darti un grande dolore, ma dovevo dirtelo.»
Irene non riuscì a trattenersi. «Che cazzo vuoi da me? Perché sei venuta fin qui a raccontarmelo?»
«Quel bastardo, oltre a rovinare te, sta distruggendo anche la mia vita. Cinque mesi fa mi sono separata da mio marito, nella speranza di convincere anche Gianluigi a farlo. Diceva sempre che il vostro matrimonio era finito da tempo, ma che voleva aspettare ancora. Per incoraggiarlo a prendere una decisione ho fatto io il primo passo, ma da quel momento lui ha cominciato ad allontanarsi, trovando scuse per vedermi sempre di meno. Una settimana fa ho scoperto sul suo cellulare dei messaggi per un’altra donna. Inequivocabili.»
Irene si alzò e prese dallo scaffale della cucina il flacone di ansiolitico. Ne versò diverse gocce nel bicchiere, cercando di controllare i movimenti della mano: tremava come in preda a una febbre altissima. Dopo che l’ebbe diluito con poca acqua, inghiottì il contenuto in fretta.
Sentì addosso lo sguardo perplesso di Rachele.
«Scusa, Irene, non pensavo ci saresti rimasta così male.»
«Mi vieni a dire che mio marito ha scopato con te per quattro anni e pretendi che la prenda bene?»
«Certo che no, ma credevo fossi consapevole che Gianluigi avesse un’altra donna. Mi diceva che tra voi non c’erano più rapporti da tempo.»
Irene chiuse gli occhi, cercando di ignorare la pressione incontenibile che quelle parole le provocavano, augurandosi che la dose massiccia di benzodiazepine facesse effetto al più presto.
Poi fissò Rachele con odio. «Adesso cosa vuoi da me? Vattene immediatamente!»
«Aspetta, fammi finire. Mi scuso per quello che ti ho fatto, hai ragione tu: sono rivelazioni che fanno male. Per farmi perdonare, sono qui a offrirti il mio aiuto e il mio sostegno.»
«Sostegno? Il sostegno lo hai già dato per quattro anni a quel puttaniere di mio marito.»
«Siamo entrambe vittime di un uomo spietato e cinico, so che sta cercando di distruggerti, non sei del tutto indipendente e hai una figlia a cui pensare. Io per fortuna non ho nulla da temere, ho un buon lavoro, niente figli e sono del tutto autonoma. Ti voglio offrire il mio aiuto.»
«Il tuo aiuto? E come?»
Rachele si avvicinò a lei e cercò di prenderle la mano. Irene la ritrasse immediatamente.
L’altra, imperterrita, le sorrise rassicurante. «Testimoniando che siamo stati amanti per quattro anni e fornendo tutte le prove che servono per dimostrarlo.»
«Tu vuoi fare tutto questo?» Irene era attonita.
«Sì, lo farò. Come puoi ben capire, il mio apporto sarà decisivo nella vostra causa di separazione giudiziale; non avete raggiunto un accordo consensuale, immagino… In seconda battuta mi prenderò una piccola rivincita nei suoi confronti.»
Irene sentì scemare la tensione. Il tranquillante cominciava a fare effetto: i contorni di tutta quella grottesca situazione le apparivano sfumati, meno drammatici. Si tastò le tempie e cercò di recuperare un minimo di lucidità.
«Allora, che mi dici?» incalzò l’altra.
«Che ti dico? Per me va bene, se te la senti.»
«Certo che me la sento. Anzi, non vedo l’ora di far sputare sangue a quel bastardo di Gianluigi. Vedrai, lo conceremo per le feste.»
«Non credo proprio che ci riusciremo. È troppo furbo, se la caverà come al solito.»
«Non ti preoccupare, ho conservato alcune foto dei fine settimana che abbiamo trascorso insieme. Regali, biglietti aerei, fatture d’albergo. A Portofino eravamo di casa, quasi ogni weekend. Il dossier di prove della nostra relazione lo inchioderà definitivamente.»
Irene ricordò, ancora una volta, i fine settimana solitari con...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. NELLA BUONA E NELLA CATTIVA SORTE
  4. Prologo
  5. Uno
  6. Due
  7. Tre
  8. Quattro
  9. Cinque
  10. Sei
  11. Sette
  12. Otto
  13. Nove
  14. Dieci
  15. Undici
  16. Dodici
  17. Tredici
  18. Quattordici
  19. Quindici
  20. Sedici
  21. Diciassette
  22. Diciotto
  23. Diciannove
  24. Venti
  25. Ventuno
  26. Ventidue
  27. Ventitré
  28. Ventiquattro
  29. Venticinque
  30. Ventisei
  31. Ventisette
  32. Ventotto
  33. Ventinove
  34. Trenta
  35. Trentuno
  36. Trentadue
  37. Trentatré
  38. Epilogo
  39. Copyright