Le strutture e il tempo
eBook - ePub

Le strutture e il tempo

Narrazione, poesia, modelli

  1. 296 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Le strutture e il tempo

Narrazione, poesia, modelli

Dettagli del libro
Anteprima del libro
Indice dei contenuti
Citazioni

Informazioni sul libro

Che fondamento e che validità hanno i "modelli" a cui la critica semiologica cerca di riportare i testi narrativi e poetici? Come si conciliano con la natura extratemporale dei "modelli", la temporalità delle finzioni narrative e quella della lettura? Quali sono, entro una narrazione, i rapporti tra le funzioni, i moventi, le configurazioni dei personaggi e il quadro ideologico?A queste domande, e alle altre che sorgono via via dall'indagine, il volume di Segre risponde sul piano teorico mediante una strenua analisi dei principali tentativi di "narratologia" (da Propp a Greimas) e su quello pratico mediante saggi metodologicamente innovatori sul Novellino, sul Boccaccio, su Garcilaso, sul Don Chisciotte, su Gonçalves Dias, su Beckett. E' proprio l'interpretazione semiologica che, riformulata, finisce per rivendicare la storicità del testo letterario e la storicità degli schemi con cui si cerca di cogliere il complesso dei suoi significati.

Domande frequenti

È semplicissimo: basta accedere alla sezione Account nelle Impostazioni e cliccare su "Annulla abbonamento". Dopo la cancellazione, l'abbonamento rimarrà attivo per il periodo rimanente già pagato. Per maggiori informazioni, clicca qui
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui
Entrambi i piani ti danno accesso illimitato alla libreria e a tutte le funzionalità di Perlego. Le uniche differenze sono il prezzo e il periodo di abbonamento: con il piano annuale risparmierai circa il 30% rispetto a 12 rate con quello mensile.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì, puoi accedere a Le strutture e il tempo di Cesare Segre in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Lingue e linguistica e Linguistica. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2014
ISBN
9788858416921

1.

Analisi del racconto, logica narrativa e tempo

Analisi della narrazione e semiotica.

0.1. I caratteri a stampa che attraversano in righe parallele le pagine di un libro raggiungerebbero, messi su una linea continua, la lunghezza di centinaia di metri, talora di qualche chilometro. Se il testo è di carattere narrativo, la lettura pare consistere semplicemente nell’individuare, lungo questa linea, le parole e le frasi di cui i caratteri sono segno, e nel comprenderle. Naturalmente, per quanto la lettura possa essere dilettevole, le operazioni da compiere non sono elementari come sembrano, e le ricerche degli ultimi decenni ne hanno mostrato i principali motivi.
In un testo si sovrappongono, quasi anzi si stratificano, significanti e significati. Ogni parola è composta di lettere (significanti) che simboleggiano gruppi di fonemi (significati), i quali costituiscono insieme il significante di un significato (concettuale); poi, i gruppi di parole chiusi tra due punti d’interpunzione forti, o tra l’inizio e il primo punto forte, sono il significante di un significato sintetico (frastico); a loro volta, anche gruppi di frasi sono significanti di un significato (narrativo), ed è appunto oltrepassando le frontiere della frase che si giunge alla terra (quasi) incognita della narratività (oggetto di studio della narratologia).
In linea di massima la narrazione può esser vista sotto almeno due aspetti: 1) quello discorsivo, in sostanza la narrazione stessa, da considerare significante; 2) il contenuto, cioè il significato, della narrazione. Questa dicotomia sembra rispecchiata nella coppia oppositiva di intreccio (sjužet) e di fabula, proposta dai formalisti russi, o in quella di plot e story in inglese, o in quella di discours e histoire adottata da Todorov1, o di récit e histoire di Genette2, o di récit racontant e récit raconté di Bremond3. L’incertezza terminologica, ancora aumentata dall’uso ora invalso di «analyse du récit» per ‘analisi della fabula’, dipende dal fatto che la dicotomia è insufficiente a render conto del campo di ricerca: intreccio e fabula sono in realtà (1.1) due modi di rappresentarsi il contenuto di una narrazione, mentre occorre un termine per indicarne l’aspetto significante. Adotterei perciò, almeno all’avvio, una tripartizione: discorso (il testo narrativo significante); intreccio (il contenuto del testo nell’ordine stesso in cui viene presentato); fabula (il contenuto, o meglio i suoi elementi cardinali, riordinato in ordine logico e cronologico).
Le pagine che seguono vogliono essere un panorama critico dei principali tentativi di analisi del racconto. Nascono dalla fiducia nell’utilità di queste ricerche, ma anche dall’esperienza di certe aporie, o persino di limiti invalicabili insiti in questo approccio, e che conviene non nascondersi e non nascondere. L’entusiasmo nel proporre nuovi procedimenti di analisi, o nell’applicare e spesso contaminare quelli già in uso (i nostri sono tempi di epigonismo e di eclettismo), ha fatto trascurare sinora questa meditazione sulle fondamenta teoriche; altri, peggio ancora, hanno preferito opporre un dogmatico fin de non recevoir.
C’è un equivoco generalizzato di cui mi voglio subito liberare. Discorso e fabula (o anche intreccio) sembrano adattarsi perfettamente all’ormai inesorabile immagine dei livelli: livello superficiale il discorso, livello profondo la fabula (oppure, a profondità crescente, prima l’intreccio e poi la fabula). Sono immagini tratte dalla linguistica chomskiana, come pure l’altra simmetrica, non meno frequente, che considera il discorso generato dall’intreccio, come questo dalla fabula. E poco male fin che si parla di livelli; anche se presto i livelli si moltiplicano, e ci si accorge che sarebbe meglio considerarli come sezioni ideali, senza implicare misure di profondità4. Pericoloso è invece parlare in termini generativi, per quel tanto di genetico che ciò comporta.
Non è corretto concepire il discorso come uno sviluppo (per amplificazione e aggiunta di particolari) del «livello profondo», poniamo l’intreccio, perché l’intreccio non preesiste al discorso se non, forse, come progetto informe e destinato a continui assestamenti: l’intreccio raggiunge il suo assetto nel momento stesso in cui l’opera come costruzione linguistica viene terminata. Espressione e contenuto sono due facce di uno stesso oggetto, come significante e significato nei termini saussuriani: è utile distinguerli, è impossibile separarli. A conferma, si provi a immaginare delle «regole di trasformazione» che spieghino il passaggio da una struttura narrativa profonda a un discorso narrativo: progetto che, forse abbordabile in uno studio fenomenologico dei rapporti fra intreccio e fabula (si tratterebbe, comunque, non piú che di schemi o tradizioni espositive), diventa assurdo se si propone di giungere sino alla superficie, al discorso, con tutti i suoi elementi lessicali e stilistici.
Livelli e generazione restano dunque due metafore, e come tali, ma solo se dichiaratamente tali, accettabilissime. Meglio ancora se, in generazione, si avvertirà una traccia di creatività, di libertà inventiva, tanto piú eclatante dal momento che il libro, definitivo nel complesso e nelle singole frasi, è fissato ne varietur alla sua espressione discorsiva, meccanismo perfetto e per sempre immobile. L’emittente non ci parla, ci ha parlato; libertà resta solo a noi riceventi, di capire e interpretare sempre piú a fondo. Siamo noi che continuiamo a percorrere gli spazi tra la superficie e gli altri (supposti) livelli, noi che immaginiamo i tragitti piú elaborati tra le varie strutture del e nel testo.
0.2. Resta comunque che un’indagine di questo tipo rientra completamente nei confini della semiotica letteraria. Un testo (nel nostro caso, narrativo) è un assieme di segni i cui raggruppamenti sempre maggiori – ottenibili con procedimenti non del tutto precisati, ma non casuali né infiniti – fungono a loro volta da segni. Le leggi di coesione di questi complessi di segni (termine che preferisco a macrosegno perché indica la scomponibilità e la sostituibilità almeno teorica dei suoi componenti) sono in parte linguistiche – la linguistica tradizionale, sino a Chomsky compreso, essendo valida per le frasi, e la Textlinguistik anche per estensioni molto maggiori (almeno nei programmi) –, ma in parte relative a regole di significazione non linguistiche che si cerca di definire.
Allineando nell’area scelta per questa ricerca il discorso, l’intreccio e la fabula, si può dire che nella striscia chiusa fra discorso e intreccio valgono sempre leggi di significazione di tipo linguistico: quelle che governano la percepibilità di significati frastici e transfrastici (per es. di una sequenza o di un episodio). Ma fra intreccio e fabula le leggi di significazione sono molto piú difficili da precisare, trattandosi di rapporti non tra significanti e significati, ma tra significati diversamente articolati anche se, almeno come territorio di pertinenza, coestensivi. Quello che si può dire per ora è che la nostra «competenza» a concepire o a comprendere un racconto dimostra l’esistenza di un repertorio e di certe possibilità di combinazione di significati narrativi comunicabili. La narratologia affronta il compito assai arduo di abbozzare questo repertorio e di descrivere queste possibilità.
Come si vedrà subito, la differenza principale tra fabula e intreccio sta nel fatto che la prima rispetta la cronologia (sia pure fantastica) degli avvenimenti, il secondo invece li mantiene nell’ordine in cui lo scrittore li ha descritti.
Il tempo, come ordine di successione irreversibile, è dunque elemento discriminante basilare tra i vari modi di concatenazione degli avvenimenti: una specie di «metro campione» ideale. D’altra parte anche la lettura si sviluppa nel tempo (sempre nel senso di ordine di successione irreversibile, a prescindere dall’eventualità, priva di interesse teorico, che il lettore rilegga qualche brano prima di proseguire); e si forma un intreccio alquanto complesso fra il tempo di lettura (o tempo del discorso), il tempo dell’intreccio e il tempo della fabula5.
È infine nella dimensione temporale che si avvertono, e soprattutto che funzionano, i fenomeni di recursività, fondamentali non solo per gli effetti espressivi, stilistici (penso alla ben giustificata pertinacia nello studiare i parallelismi)6, ma anche per quelli comunicativi, e, in particolare, narrativi (è la recursività che ribadisce l’identità di luoghi, personaggi, eventi; che inserisce i fatti in una curva di tonalità e di atmosfere; che adombra le ossature semiotiche di un racconto). Per questo, il problema del tempo dominerà e darà (spero) unità a questo capitolo introduttivo, e a molti di quelli che seguono.
Se poi il lettore non miope sarà indotto a stupore dal fatto che studi sulla narrazione si sviluppino proprio ora che il romanzo (vivo, morto o moribondo che sia) è sempre meno narrazione di eventi, meno ancora di avventure, potrà, secondo i suoi gusti, considerare queste ricerche come l’inventario di una liquidazione o viceversa come una riprova dell’incoercibile bisogno umano di affabulare e di raccontare.

In...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Le strutture e il tempo
  3. Premessa
  4. Le strutture e il tempo
  5. 1. Analisi del racconto, logica narrativa e tempo
  6. Bibliografia
  7. 2. Decostruzione e ricostruzione di un racconto (dalla Mort le roi Artu al Novellino)
  8. 3. Strutture e registri nella Fiammetta
  9. 4. Funzioni, opposizioni e simmetrie nella giornata VII del Decameron
  10. 5. Comicità strutturale nella novella di Alatiel
  11. 6. Analisi concettuale della I egloga di Garcilaso
  12. 7. Costruzioni rettilinee e costruzioni a spirale nel Don Chisciotte
  13. 8. La Canção do exílio di Gonçalves Dias ovvero le strutture nel tempo
  14. 9. La funzione del linguaggio nell’Acte sans paroles di Samuel Beckett
  15. Indice dei nomi
  16. Il libro
  17. L’autore
  18. Dello stesso autore
  19. Copyright