Officina Einaudi
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Officina Einaudi

Lettere editoriali 1940-1950

  1. 464 pagine
  2. Italian
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  4. Disponibile su iOS e Android
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Officina Einaudi

Lettere editoriali 1940-1950

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Pavese è stato il prototipo dell'editore postmoderno. Nel suo lavoro per l'«officina Einaudi» ha espresso un'idea di cultura allora decisamente anticonformista: una cultura poco ideologica, senza timori di scorrettezza politica, inclusiva e non illuministicamente distintiva.
Nascono così i Millenni, con antichi e contemporanei allineati orizzontalmente, nasce così la collana viola, con la prima traduzione italiana del «reazionario» Jung, nasce così la sua idea di pubblicare nella stessa collana Il capitale di Marx, Le mille e una notte e la Bibbia, suscitando scandalo fra gli altri einaudiani.
Le sue lettere a Giulio Einaudi e ai principali consulenti della casa editrice, raccolte insieme per la prima volta con la presenza di numerosi inediti, permettono di vedere da vicino i suoi percorsi editoriali e il suo «mestiere» di pubblicare libri, meno angosciante ma non meno faticoso ed emozionante di quello di vivere. Le lettere di Pavese raccolte in questo volume sono indirizzate a Mario Alicata, Felice Balbo, Norberto Bobbio, Giulio Einaudi, Natalia Ginzburg, Antonio Giolitti, Massimo Mila, Carlo Muscetta, Giaime Pintor, Franco Venturi, Elio Vittorini.

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Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2014
ISBN
9788858413890

1947-1948

A Elio Vittorini, Milano

Torino, 16 gennaio 1947
Caro Vittorini,
ti devo sempre ringraziare della lettera benevola dei miei dialoghetti mitologici, di mesi fa1.
Ora ti mando un Mexican Village2 che come libro di second’ordine non mi pare spregevole, e potrebbe forse avere successo. Dagli un’occhiata tu e dí la tua. Bianchi-Giovini l’ha rifiutato e ciò mi pare buon segno.
Dal tuo parere dipenderà se faremo o meno il libro (il suo difetto maggiore è, a mio parere, la mole).
Mi pare che quei tre saggi di Van Wyck Brooks3 sull’America per i quali abbiamo acquistato i diritti siano in tue mani. Inutile dire che siamo impegnati a uscire al principio dell’estate. Bisogna tradurre il libro (è difficilissimo, bada), o mandarlo a Torino.
Cos’è il barbiere di Carlo Marx4?
Pavese
Ciao.
1 Pavese allude a una precedente lettera di Vittorini di cui non è rimasta traccia negli archivi consultati.
2 Josephina Niggli, Mexican Village, The University of North Carolina Press, Chapell Hill 1945. Vittorini, in una nota autografa conservata nell’AE (cart. 221), ne dà un parere sfavorevole: «Direi di no. Mi sono mortalmente annoiato a leggere. E non per il fatto che il libro manca di attrattive artistiche […] ma per il fatto che non produce un vivo interesse romanzesco. Sarebbe, con la sua lunghezza, una spesa troppo grossa per vedere se incontra le grazie del pubblico». Il libro sarà pubblicato da Frassinelli nel 1950 con traduzione di Cesare Moscone.
3 In una lettera del 3 luglio 1945 a Einaudi Vittorini aveva suggerito di pubblicare nei «Saggi» America’s Coming of Age di Van Wyck Brooks. Pavese legge nel febbraio-marzo 1946 Three essays on America (ne parla in una lettera a Greenburger del 22 marzo 1946), e l’8 marzo scrive la seguente scheda di lettura: «Saggio molto bello, uno dei migliori semi e frutti critici del revival del 1912-20 in America. Con vivacità polemica, che per noi va perduta, fissa i punti storici e teoretici fondamentali del distacco insoddisfatto dei giovani americani dalla vecchia e opprimente cultura puritana e industrialistica (queste due sono la stessa cosa: questo concetto è il piú fine e ricco del libro). Dice male dei grandi ottocenteschi: Thoreau, Emerson, Longfellow. Non fa però risaltare abbastanza le grandi scoperte e creazioni di Melville, Whitmann che riscattano tutto l’ottocento americano e del resto sono i soli che interessano noi italiani. Il libro ha qualche difficoltà di lettura (allusioni) per noi. Potrebbe farsi, quando decidessimo tutta una serie di opere critiche e di cultura americana, per imporlo al nostro pubblico, che ci guadagnerebbe (meglio assai della critica francese cui oggi è dato Bompiani). Ma non mi sembra il momento. C’è il fatto che aspettiamo sempre risposta per rescindere lo sciocco contratto relativo all’Età di Irving» (edita in L, II, pp. 65-66).
4 Nella «Rassegna d’Italia» del dicembre 1946 era stata annunciata la prossima pubblicazione a puntate del Barbiere di Carlo Marx, il lavoro con cui Vittorini intendeva dar seguito a Il Sempione strizza l’occhio al Frejus. In realtà vi fu, del detto romanzo, solo una parziale edizione (capp. I-II) sulla «Fiera Letteraria» del 29 ottobre 1950, con il titolo Un’immagine da Milano; poi il progetto venne definitivamente abbandonato. Per un ulteriore approfondimento si veda Elio Vittorini, Le opere narrative, a cura di Maria Corti, Mondadori, Milano 1982, pp. 1234-39 («I Meridiani»).

Ad Antonio Giolitti, Roma

Torino, 27 gennaio 1947
Caro Giolitti,
ti affidiamo un compito delicato. Vedi se trovi il tempo di sfogliare questa Morte di Virgilio1 e dir la tua, di lettore. Se ci decidiamo a farlo sarà certo una grossa impresa, né io so abbastanza il tedesco da dire un sí decisivo.
La cosa presenta una certa urgenza perché l’opzione ce l’ha data un’agenzia che ha sempre fretta. Appena ti sei fatta un’idea rimandaci testo e parere. Se poi disponi di un germanista che sia di molta fiducia e sveltezza, interpellalo pure.
Ciao.
1 Hermann Broch, Der Tod des Vergil, Rein Verlag, Zürich 1945. A riguardo Pavese aveva annotato in una scheda di lettura editoriale, datata 20 gennaio 1947: «Per quel tanto che capisce il tedesco, Pavese ha delibato questo librone che racconta tutti i pensieri, gli stati, le sensazioni di Virgilio morente e ne fa una favola di superamento del terrestre e di ricerca di aldilà e di redenzione. | L’opera appare piena di demonismo e di parole difficili – idealismo tedesco – ma ci sono periodi lunghi una pagina che evocano una scena o uno stato d’animo o una meditazione, mirabili. | È un romanzo oceano che qualche volta ricorda l’Ulisse o Moby Dick. Di questi libroni gli manca il realismo descrittivo, le altre ambizioni le ha tutte. | Pavese è convinto che ci voglia il parere di un buon germanista e sospetta che Broch potrebbe diventare uno di quei nomi indispensabili come appunto Joyce e Th. Mann o Proust. | Pavese» (edita in L, II, pp. 114-15). Per la mancata pubblicazione della Morte di Virgilio presso Einaudi si vedano le vicende editoriali ricostruite in PL, p. 457. L’opera di Broch uscirà in italiano nel 1962, per Feltrinelli, nella traduzione di Aurelio Ciacchi con un’introduzione di Ladislao Mittner.

Ad Antonio Giolitti, Roma

Torino, 29 gennaio 1947
Caro Giolitti,
leggo sul cataloghino aut./inv. ’46-’47 della Casa A(nonima) V(eritas) E(ditrice) di Roma annunciato, in una collezione «Iride», tra vari romanzi di Mauriac, Ramuz, ecc. Prima Estate di Mechov, che è certo Vorsommer di Von Mechov1, tradotto per noi da Enrico Rocca e riveduto da Spaini.
Siccome questo libro ci è sempre stato sulle croste, sarebbe bello trattare con l’AVE la cessione della nostra traduzione – a £ 10.000 – che è quanto abbiamo pagato sinora alla vedova Rocca. Le restanti £ 10.000 le pagherebbero poi loro.
Dovresti quindi metterti in contatto con questi AVE e sentire un po’, con una certa fretta per evitare che lo affidino a un altro traduttore. Fa presente che Rocca e Spaini formano una équipe specialissima e unica.
Ciao e arrivederci
c Pavese
1 Karl Benno von Mechow, Vorsommer (A. Langen - G. Müller, München 1933). Non risulta un’edizione italiana del romanzo.

A Carlo Muscetta, Roma

Torino, 6 febbraio 1947
Caro Mus,
Einaudi dice di sí, ma che non superi le 200 pg. Attendiamo il manoscritto1. Bada che io non c’entrerò negli immancabili ritardi.
Sinora il Rilke non si è veduto qui.
Godo a sentirti travagliato dalla grazia divina.
Chi sa che col bel tempo io non venga a Roma.
Ciao
Pavese
1 Si riferisce alla raccolta di saggi Ritratti, studi e capricci. Cfr. 30 dicembre 1946.

Ad Antonio Giolitti, Roma

Torino, 12 febbraio 1947
Caro Giolitti,
ho la tua sulla Morte di Virgilio. Capisco le tue reazioni, sono anche le mie1. Ma non si sa mai. Sta’ dietro al germanista, ché le agenzie hanno sempre fretta.
Ti mando Toynbee, A study of history2, di cui ti accludo il parere da me dato. Mi piace molto. Se ti senti di approvarlo, dimmelo e spingeremo Einaudi. Anche per questo c’è un’agenzia che vuole che facciamo svelti svelti.
Aloisi3. Morte e dannazione. Che cosa fa? A parte che non abbiamo mai ricevuti i saggi di traduzione di Borello, promessici da lui con telegramma, pendono le seguenti questioni:
– Parere e restituzione di Psychologische Betrachtungen di Jung4. L’editore strilla;
– di Heredity and Politics e Marxist philosophy and the sciences di Haldane5. Le agenzie strillano;
– di The story of Penicillin di Sokoloff6. Le agenzie strillano;
– della Fisiologia delle piante di Maximov7. Greenburger strilla;
Restituzione di:
– L’homme devant la science di Lecomte8;
– una copia di À la lumière du marxisme9, di chi non so.
Poi, meno urgente ma opportuno, parere su:
– Niggli, Stereochemie10;
– Lehmann Einführung in die physiologische embriologie11.
Infine: è affidata in traduzione la Penicillina di Herrell12?
Quest’uomo Aloisi è morto o cosa? Con quel tatto che ti ha reso uomo di governo, cerca di sapere e di toccare. Comunque, strappagli i testi e rimandaceli. Non perdiamo niente a non farli. Perdiamo molto a scontentare le agenzie.
Di’ a tua...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Officina Einaudi
  3. Un editore d’eccezione di Franco Contorbia
  4. Nota al testo
  5. Tavola delle abbreviazioni
  6. Officina Einaudi
  7. 1940-1941
  8. 1942
  9. 1943-1944
  10. 1945-1946
  11. 1947-1948
  12. 1949-1950
  13. Elenco dei nomi
  14. Il libro
  15. L’autore
  16. Dello stesso autore
  17. Copyright