Ferie intelligenti con l'intelligenza emotiva
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Ferie intelligenti con l'intelligenza emotiva

  1. 124 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Ferie intelligenti con l'intelligenza emotiva

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Informazioni sul libro

È un anno che le aspettiamo, un anno che fantastichiamo su quelle tre sillabe che hanno il potere di farci subito sorridere e stare meglio: "vacanze", ovvero relax, spensieratezza, divertimento. Ma poi, inesorabilmente, le nostre ferie si trasformano in un lungo elenco di fastidiosi intoppi, litigi futili e sensi di colpa per il lavoro arretrato, lasciandoci nella triste convinzione di essere del tutto inadeguati al riposo. Appoggiandosi alle illuminanti scoperte dell'intelligenza emotiva, D. Goffman mostra in questo volume come imparare a goderci il meritato relax: partendo dai traumi infantili causati da inflessibili colonie estive con orari da caserma per giungere ai viaggi dominati dal terrore del "momento vuoto", l'autore spiega come liberarci degli errori più comuni nel nostro modo di vivere le ferie, offrendoci trucchi e soluzioni per far sì che le nostre vacanze diventino davvero un momento di gioia e serenità.

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Informazioni

Editore
BUR
Anno
2014
ISBN
9788858672150
Categoria
Sociologia

Capitolo 1

L’imprinting vacanziero:
il «Disturbo da colonia»









Sapete qual è una delle parole più belle che si possano trovare sui vocabolari della nostra lingua? Eccola:
Vacanza:
1. Sospensione temporanea del lavoro o dello studio, per riposarsi o per celebrare una ricorrenza; periodo di stacco dalle proprie ordinarie occupazioni.
2. Periodo trascorso per svago o riposo in un luogo diverso da quello dove si vive abitualmente; viaggio, villeggiatura.
Voce del dizionario Garzanti online
Basta il semplice suono di queste tre sillabe a farci sorridere, e a richiamare alla mente quanto di desiderabile c’è nella vita: relax, spensieratezza, divertimento… del tempo tutto per sé in cui coccolarsi o farsi coccolare.
Insomma, che si tratti di godersi il tepore del caminetto mentre la neve imbianca le piste da sci o di regalarsi un’invidiabile tintarella sorseggiando un Mojito a due passi dalla riva, la vacanza è l’ambizione massima dopo tutto un anno di fatiche. Spesso anche più di un anno. Talvolta, molto più di un anno.
C’è solo un «piccolo» problema: il dizionario dà conto di un significato astratto, non può certo entrare nelle vostre teste per far sì che le esperienze concrete si adeguino alla definizione. Cosa che, per quanto sembri incredibile, non succede quasi mai.
Ferie, viaggi e pause rilassanti finiscono per trasformarsi davanti ai vostri speranzosi occhi in un groviglio di pratiche estenuanti, stress, battibecchi, code infinite, litigi violenti quanto futili e sabbia persino nelle scarpe che avete lasciato a casa? Vi state ormai chiedendo cosa ci sia in voi che non va?
Non temete: dopo avervi aiutato a superare il Natale e il giorno delle vostre nozze con i nostri due precedenti bestseller, Sopravvivere al Natale con l’intelligenza emotiva e Affrontare il matrimonio con l’intelligenza emotiva, ora ci prenderemo cura anche delle vostre meritate vacanze!
Io e la mia équipe siamo qui, con un nuovo e prezioso manuale di sopravvivenza alle ferie, per aiutarvi, pronti a illuminare questo lato oscuro della vostra vita e a mostrarvi scientificamente perché sbagliate, dove sbagliate e come non sbagliare più!
Prima di tutto, facciamo chiarezza su un punto.
Se le vostre vacanze non vanno mai come sperate, e vi ritrovate a tornare a casa più stanchi di quando siete partiti, il motivo è uno solo: voi stessi. O meglio, il vostro inconscio; esso, unito a un approccio emotivo sbilanciato, vi fa vivere ogni anno un incubo che, al confronto, i naufraghi di Lost sembrano dei privilegiati.
Ora, se è vero che tutto parte da voi, non dovete però criminalizzarvi: la causa è in voi ma la colpa no.
Come sostengo da decenni nei miei saggi, e la comunità scientifica internazionale me ne ha recentemente riconosciuto il merito, le cause profonde della «Sindrome del villeggiante autoboicottante» vanno quasi sempre ricercate nell’infanzia.
Una generazione di bambini cresciuti a colonie estive, campi scout e simili ha prodotto adulti psicologicamente impreparati ad affrontare il relax.
Ebbene, ora è arrivato il momento di riappropriarsi del concetto di tempo libero. Grazie all’intelligenza emotiva.

Piccoli vacanzieri crescono, turbati

Per avvicinarsi con il giusto spirito a questa guida, dunque, il primo passo è riesaminare con sguardo lucido il vostro passato, alla ricerca dei turbamenti infantili che possono avervi reso vacanzieri disfunzionali (proprio nel senso che voi, in vacanza, non funzionate). Fate pace con il bambino paramilitarizzato che è in voi!
Siete dei fanatici della sveglia all’alba anche durante le ferie, che nemmeno nei campi di lavoro dell’ex Unione Sovietica? Con tutta probabilità all’età di sette anni i responsabili di una qualche associazione giovanile vi tiravano giù dal letto alle cinque del mattino, per potervi portare in spiaggia dalle sei alle nove ed evitarvi il «pericolosissimo sole di mezzogiorno». Il che poi significava un eterno pomeriggio da passare nella penombra del refettorio, preda del più profondo horror vacui da noia.
Ed è così che fate ancora oggi quando siete in ferie, trascinando nello sconforto amici e parenti. Prima che qualcuno dei vostri cari si decida a imbottirvi di bromuro per poter dormire in pace almeno fino alle otto, dovete accettare il fatto che – contrariamente all’esperienza di tutta la vostra vita – quando si è in vacanza ci si alza più tardi rispetto a quando si lavora, e non si è obbligati a organizzare la giornata su una tabella di marcia degna della scalata del K2, solo per riempire ogni «momento vuoto». Ricordate: in vacanza il tempo sprecato è quello speso meglio!
Oppure potreste essere come Martino, un padre toscano che è stato convinto dalla sua famiglia a chiedere il nostro aiuto: in villeggiatura passava il tempo a controllare i propri figli come un segugio, impedendo loro anche i giochi più banali. Il suo leitmotiv era: «Non fatelo, papà conosceva uno che c’è morto così», «Non fate neanche quello, papà conosceva un altro che è morto anche così», «Fermi, fermi, state buoni che papà conosceva uno che è morto pure in quel modo!»… e così via, all’infinito. Come c’era da aspettarsi, e come un rapido controllo sulle cronache locali ha confermato, l’uomo non era stato testimone di una specie di ecatombe; aveva invece interiorizzato da bambino le paure di alcuni suoi educatori iperapprensivi.
Ecco cosa ci ha raccontato:
A dieci anni i miei mi avevano iscritto agli scout, nei Lupetti. Ricordo che alle mie prime Vacanze di Branco, quell’estate, il nostro Akela – ovvero il caposcout – non faceva che ripeterci di stare attenti a tutto: a giocare nel fiume si poteva esser morsi da un serpente, scalando gli alberi si rischiava di cadere e spaccarsi la testa, giocando a calcio sotto il sole del pomeriggio si andava incontro a un’insolazione assicurata, far volare un aquilone era il modo migliore per finire fulminati. Ero così terrorizzato che per l’intera settimana di campo non sono mai uscito dalla camerata. E comunque, a dire il vero, neanche lì mi sentivo troppo al sicuro…
Il buon Martino è solo uno dei molti rappresentanti di una tipologia di vacanzieri purtroppo assai comune: uomini e donne cui da bambini è stata negata la spensieratezza, e che da adulti vivono convinti che la fatalità sia di certo in attesa dietro l’angolo. Dietro ogni angolo. E anche a lato di alcune circonferenze. Queste persone devono trovare la forza di liberare se stesse e i propri famigliari dal terrore con cui sono cresciute, almeno se non vogliono essere «dimenticate» all’Autogrill alla prima occasione utile. Un’ottima strada per superare simili paure è la cosiddetta terapia shock: prenotare per le prossime ferie un volo in parapendio, o una sessione di bungee jumping. C’è però un rischio: nel 34% dei casi il soggetto, superato il blocco, si scopre amante dell’avventura e costringe compagni, figli, nipoti, zii e nonni a vacanze all’insegna dell’estremo, magari a caccia di anaconde nel Rio delle Amazzoni. In alternativa, dunque, si possono mettere a frutto gli insegnamenti dell’intelligenza emotiva, e rendersi conto che limitare la vita altrui per proprie paure significa riservare agli altri lo stesso trattamento che si è subito in gioventù. Tutto sommato, guardare dalla riva la propria famiglia che si gode una discesa di soft-rafting è meglio che essere ricordati come i più grandi guastafeste del secolo.

Segni del destino o destini segnati?

L’esperienza ce lo insegna e la scienza lo conferma: il 46% degli adulti è del tutto incapace di godersi le ferie. Fuggono dal dolce far nulla come avessero un cane che gli morde le caviglie, non riescono a star fermi per più di 3,52 secondi all’ombra di un ombrellone o davanti a un bel quadro di De Chirico. Per queste persone riposare e godersi il mare, la natura, una bella città o semplicemente la famiglia e gli amici è una pratica impossibile e pressoché sconosciuta.
Spesso si celano dietro un maleficio astrale, un destino segnato («Sai, noi Pesci ascendente Scorpione, con Mercurio in Sesta Casa e una voglia sulla caviglia sinistra, ci rilassiamo solo in ufficio…»), ma in realtà si tratta quasi sempre di individui colpiti da quello che noi esperti definiamo «Disturbo permanente da colonia». Il fenomeno è più frequente di quanto si possa immaginare e genera uno stato mentale complesso, che va ben oltre le manifestazioni palesi come quelle accennate sopra.
Per quanto le teorie freudiane siano ormai superate – e nessuno si spingerebbe più a dire che, se litigate col vostro capo, è perché in realtà nell’infanzia non avete superato il desiderio di giacere con vostra madre – l’importanza delle esperienze fatte da bambini è innegabile. Insomma: se oggi siete psicologicamente, e talvolta anche fisicamente, inadatti ad affr...

Indice dei contenuti

  1. Cover
  2. Frontespizio
  3. Copyright
  4. Introduzione
  5. Capitolo 1 ~ L’imprinting vacanziero: il «Disturbo da colonia»
  6. Capitolo 2 ~ Il primo viaggio: adolescenti alla riscossa!
  7. Capitolo 3 ~ I viaggi di coppia: per due cuori non sempre basta una capanna
  8. Capitolo 4 ~ Gli adulti in viaggio da soli: adolescenti di ritorno in partenza
  9. Capitolo 5 ~ Le vacanze nella terza età: viaggiare si può, divertirsi si deve!
  10. Appendice ~ Che vacanziere sei?