Il segreto di Padre Pio
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Il segreto di Padre Pio

  1. 304 pagine
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Il segreto di Padre Pio

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Nell'estate del 1963, sull'isola atlantica di Bone Point, il sedicenne Michael si innamora per la prima volta. Ma anche il padre del ragazzo è incantato da Zina, ed è lui il prescelto. Commedia dolceamara di attrazioni asimmetriche, dove ogni personaggio desidera chi non può avere, Acqua di mare è soprattutto la storia d'amore tra un ragazzo e suo padre, eroe imperfetto e fascinoso. Con lui Michael nuota, va a pesca, affronta i primi discorsi importanti di un'estate che segnerà il suo destino. E tra padre e figlio si gioca lo scioglimento, drammatico e ineludibile, sullo sfondo di un mare che ha lo stesso sapore delle lacrime.

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Informazioni

Editore
BUR
Anno
2013
ISBN
9788858665336

Parte seconda

I poteri di padre Pio

«Mi prendo io i tuoi dolori»

Deve sapere però che è onnipotente colui che diffida completamente di se stesso e si fida unicamente di Me
GESÙ APPARENDO A SANTA
MARGHERITA MARIA ALACOQUE176
Quando il 23 settembre 1968 Francesco Forgione muore è conosciuto in tutto il mondo con un altro nome: padre Pio. Il Concilio è finito da tre anni, Kennedy è stato ucciso da quattro anni a Dallas, don Milani è morto a Firenze da un anno e mezzo, Che Guevara è stato ammazzato dieci mesi prima in Bolivia e la rivolta giovanile del «sessantotto» è simbolicamente esplosa nei boulevard parigini come a Milano e Roma. intanto la primavera di praga, in agosto, è stata soffocata nel sangue dai carri armati sovietici.
Padre pio è morto durante questi eventi.
A quest’uomo di Dio, un uomo del nostro tempo, sono accaduti tantissimi fatti straordinari davanti ai quali la scienza è rimasta senza parole e senza spiegazioni. Come se la sua persona fosse la porta attraverso la quale un mondo soprannaturale realissimo e sempre presente, il mondo a noi destinato per l’eternità, avesse fatto irruzione nel presente, inondando la vita quotidiana di chi è venuto e viene in contatto con padre pio.
La sua persona è stata al centro di una quantità di prodigi e segni soprannaturali che lasciano ancora esterrefatti, che hanno impressionato, stupito, commosso, sconvolto e convertito tantissimi. Diffondendo in modo clamoroso la sua fama di santità nel mondo e la sua popolarità che supera quella di qualunque altra personalità della storia della Chiesa. Ma come nasce tutto questo? In realtà il giovane fra’ Pio ci appare totalmente desideroso di silenzio e nascondimento, immerso in una preghiera continua, giorno e notte, e in una intensa e discreta offerta di sé, totalmente refrattario a ogni clamore. Appassionato solo di Gesù. Desideroso solo di andare in Cielo da lui.
Ma il fatto è che padre Pio si prendeva sulle spalle una per una, letteralmente, tutte le migliaia di persone che si rivolgevano a lui. Portava su di sé tutti gli esseri umani e le loro croci. Desiderava letteralmente prendere su di sé il loro dolore per aiutarli e lo faceva davvero.
Già in una lettera del 1914, dispiaciuto per la grave malattia di padre Ludovico, scrive a padre Benedetto che non cesserà «di caldamente ed incessantemente pregare e fare dolce violenza al tenerissimo cuore del padre celeste per la di lui guarigione, sebbene, ahimè, è assai difficile. Offro al Signore la mia povera e fiacca persona in luogo di quella del nostro buon padre».177
Un altro esempio è quello riferito e vissuto da don Attilio Negrisolo. Nella Quaresima del 1956 egli conosce a San Giovanni Rotondo un giovanotto romagnolo, di Cattolica, visibilmente provato: ha un tumore alla tempia. Il ragazzo riesce a parlare con il padre e don Negrisolo, dopo, incontrandolo, gli chiede: «Cosa ti ha detto padre Pio?». Lui risponde: «Mi ha detto: soffriamo insieme».
Arriva il venerdì santo e lo stesso don Negrisolo incontra padre Pio: «Padre, le faccio gli auguri oggi, perché domani ci sarà molta gente». Lui lo guarda e gli risponde: «Per me i giorni sono tutti uguali. Oggi poi mi sembra di avere un trapano qui che mi penetra nella testa». Disse questo indicando la tempia. Allora don Negrisolo osservò: «Per forza, Padre, vi prendete il male di tutti!». E lui — annota don Negrisolo — «girandosi verso la piazza donde si sentiva il vociare della gente: “Magari fosse vero che potessi prendermi il male di tutti per vedere tutti contenti!”». Conclude il nostro testimone: «Seppi che il giovane in seguito guarì».178
Padre Pio però ci teneva sempre a sottolineare che lui non faceva miracoli, i miracoli li faceva solo Dio. Lui definiva se stesso semplicemente «un frate che prega». Ma certo le sue preghiere erano e sono molto ascoltate. A partire da quelle in cui chiedeva di «pagare» lui al posto degli altri.
Accadde di sperimentarlo anche a Pio XII il quale, nell’inverno 1953-1954, si era ammalato gravemente.179 La sorella del papa contattò padre Pio comunicandogli la sua profonda ansia per le condizioni di salute del pontefice e chiedendo accoratamente preghiere per lui e per la Chiesa. Il padre dettò in risposta queste parole: «Di lei, che è sorella del Santo Padre, comprendiamo lo strazio, ma lo strazio dei figli non si creda inferiore a quello della sorella. Ho offerto al Signore tutto me, la mia offerta continua (…) Non diffidiamo, no! Preghiamo, immoliamoci e confidiamo!».180
Si legge nella Positio del processo di beatificazione e canonizzazione: «Si sa che il papa guarì miracolosamente. Basta leggere sulla stampa del tempo la rivelazione fatta da padre Rotondi in merito alla improvvisa guarigione. Pio XII, una volta guarito, venuto a conoscenza della eroica offerta di Padre Pio, nonché delle suppliche elevate al cielo insieme con i suoi figli spirituali, tramite il prosegretario di Stato, mons. Giambattista Montini, si benignò di fargli pervenire una lettera di ringraziamento».181
In sostanza, «come mai il Santo Padre ringraziava Padre Pio? Soprattutto perché si era offerto vittima per la sua salute. E la grazia che aveva ricevuto la stimava frutto della preghiera di Padre Pio».182 Il rapporto di quest’ultimo con papa Pacelli fu pieno di reciproca stima, anche personale.183
Ma quella disponibilità era abituale ed era quotidiano per il padre, che già sopportava sofferenze fisiche pesantissime e costanti, accollarsi i pesi altrui ed espiare per loro. «Egli sapeva nascondere le sue pene» testimonia don Pierino Galeone «mentre sollevava quelle degli altri, dei quali nulla gli era nascosto. Soffriva tanto e nessuno se ne accorgeva, anche se ognuno di noi lo immaginava. Raramente rivelava qualcosa di sé, e sempre con discreto riserbo».184
Così non ci si faceva scrupolo di caricarlo delle proprie croci. Padre Eusebio Notte, per esempio, racconta di aver fatto da latore di una lettera in cui si chiedeva al padre di offrire le sue sofferenze per un sacerdote. Il padre come sempre disse di sì. L’indomani mattina si svegliò con un lancinante dolore al fianco di cui non si capacitava. E fu lo stesso padre Eusebio a ricordargli: «Padre, ha dimenticato che ieri ha promesso preghiere e sacrifici per quel sacerdote?». Lui ascoltò e disse soltanto: «Già!». Come fosse tutto ovvio.185
L’affetto poi contribuiva a caricare le sue spalle ulteriormente. Come quando, un giorno, sentì padre Agostino da San Marco in Lamis lamentare un persistente dolore al ginocchio. Padre Pio cercò di confortarlo: «Coraggio, vedrà che passerà». Non disse altro. Ma padre Eusebio — che aveva assistito a questa scena — si accorse che poco dopo cominciò a zoppicare dolorosamente, cosa che non faceva prima. «Arrivati in cella, lo dovetti prendere quasi di peso per aiutarlo a sedere in poltrona. Ma, mentre facevo questa operazione, mi venne un’idea: che il padre non si fosse addossato il male al ginocchio di padre Agostino? Corro da quest’ultimo e gli chiedo: “Come si sente?”. Ed egli, sorridendo: “Ma lo sai che mi sento bene e il dolore è sparito?”. Aggiungo io: “Si capisce, se l’è preso Padre Pio!”».186
In altri casi, pur offrendo le sue sofferenze, non otteneva il miracolo richiesto. Per esempio quando andò da lui Titina De Filippo, molto malata. Padre Pellegrino — che era un ammiratore dell’artista — insisteva continuamente, e alla fine padre Pio gli disse: «Le grazie non le faccio io, che poi non sono neppure un santo. Io per questa tua amica, come per gli altri del resto, ho offerto a Dio tutti i dolori della mia vita, senza nessuna riserva. Che avrei dovuto fare di più?».187 In ogni caso il padre confortò molto Titina che ripartì serena e più forte.
Si potrebbero riferire tanti altri episodi di questo genere, coronati dalla grazia o no. Per esempio padre Tarcisio Zullo riferisce che nel 1957 il padre provinciale cadde gravemente malato di broncopolmonite. Lui corse a San Giovanni Rotondo a dirlo a padre Pio che mandò a dire al padre provinciale di «stare tranquillo». Padre Tarcisio, tornato a Foggia, trovò il superiore praticamente guarito, ma apprese che nel frattempo si era ammalato padre Pio. Una fortuita coincidenza? Padre Tarcisio pensò in realtà a ciò che padre Pio diceva sempre ai fratelli: «Prenderò su di me le vostre pene!».188
Sono tanti ad essere stati testimoni di questi fatti. Padre Francesco Napolitano testimonia: «Padre Pio si addossava le sofferenze degli altri soffrendole in prima persona. Intendeva lenire le sofferenze sapendo che era impossibile eliminarle completamente».189 Arrivava a pregare così: «Signore, dai a me tutte le tristezze e i dolori dei miei fratelli con un timore puro: quello di essere egoista riserbando per me la parte migliore, il dolore (…)».190 E si può solo tacere, ascoltandolo e intuendo le profondità della sua anima.191
Don Pierino Galeone racconta: «Man mano che passavano i giorni, mi accorgevo quanta virtù avesse il Padre nel soffrire. Tante volte scoprivo in lui la coesistenza sorprendente della gioia costante col grande dolore. Molte volte, dopo aver tanto scherzato con noi, diceva di ritirarsi perché un dolore fortissimo, da giorni lo tormentava e non lo lasciava nemmeno un istante. Sembrava l’uomo più sano della Terra. Invece, era tutto una piaga».
Una volta, dovendo recarsi a Roma, don Pierino pensò di andare a trovare la sorella del padre e chiese a lui se aveva messaggi da mandarle: «Dille di pregare per me che sono tutto una piaga»192 rispose. È veramente il Cireneo che portò la croce di Gesù e con Gesù, cioè la croce del genere umano. Ed è l’Amore a muoverlo, non certo il masochismo.
«Non credere che io ami la sofferenza per se stessa» disse alla figlia spirituale Cleonice Morcaldi «l’amo e la chiedo a Gesù per i frutti che produce: dà gloria a Dio, salva le anime, libera quelle del Purgatorio. E che posso volere di più?» Proprio questa sua figlia prediletta ricorda con parole toccanti e dense di commozione il fascino che il padre esercitava su quel gruppo di giovani e sembra di sentir parlare i primi — Giovanni, Andrea, Simone, Filippo — che incontrarono Gesù: «La mesta e dolce figura del Padre attirava gli sguardi di tutti, infondeva nei cuori un grande bisogno di pace e di bontà. Le anime nostre lo studiavano silenziosamente e, in questo salutare silenzio, avvenivano trasformazioni e conversioni. Il merito dei suoi dolori ricadeva benefico sulle anime che lo invocavano e seguivano; anche su quelle che approdavano su questo porto benedetto solo per curiosare. Un giornalista comunista entrò, un giorno, in convento e si unì agli uomini che attendevano in corridoio il Padre. Un dottore, che era presente, mi disse che il Padre, passando, si fermò solo davanti al giornalista e gli disse: “Figlio mio, lascia quel pane sporco, guadagnati un pane pulito e benedetto da Dio”. Emozionato, tremante, il giovane cadde in ginocchio e disse: “Grazie, Padre Pio! Aiutami!”. Seppi poi dallo stesso dottore che trovò davvero un posto, un pane pulito nella pace della sua coscienza. A migliaia si contano le anime che entravano nella rete di Pietro, per le preghiere e le sofferenze del Padre crocefisso, che tutto otteneva da Dio, perché tutto, senza riserve, donava a Lui (…) Non solo ai peccatori, ma a tutti faceva sentire una certa scontentezza di sé. In tutte le coscienze, a contatto di questo perfetto modello di virtù, si destava un salutare tormento, un bisogno di diventare migliori».193
Assimilato a sé da Gesù come il Salvatore, padre Pio si struggeva di compassione per tutti, specialmente per chi soffriva. All’arrivo a San Giovanni Rotondo di tanti poveretti e ammalati capitava di sentirlo sussurrare, come testimonia padre Alberto D’Apolito: «O Signore, quante miserie, quanto dolore! Dai a me le sofferenze di questi poverettì!». E così accadeva: questa è l’origine di quelle migliaia e migliaia di grazie che attraverso la sua intercessione una moltitudine di persone ha ottenuto. «Quelle grazie lui le paga con la sofferenza delle piaghe» dice un religioso «con il sangue versato e con la continua offerta di se stesso.»194
Ha osservato don Divo Barsotti: «Dio si rivela nei santi. Si può bene con i sofismi impugnare la Verità, ma non si può impugnare l’Amore. Anche un solo santo (…) basterebbe a provare la divinità della Chiesa. Non è eloquente che i nemici della Chiesa così diff...

Indice dei contenuti

  1. Cover
  2. Bur
  3. Frontespizio
  4. Dedica
  5. Citazione
  6. Antefatto
  7. Parte prima. Il retroscena
  8. Parte seconda. I poteri di padre Pio
  9. Parte terza. Il segreto di padre Pio
  10. Parte quarta. La mia generazione
  11. Indice