Bassa stagione
eBook - ePub

Bassa stagione

Le indagini di William Wisting

  1. 316 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Bassa stagione

Le indagini di William Wisting

Dettagli del libro
Anteprima del libro
Indice dei contenuti
Citazioni

Informazioni sul libro

Larvik è una cittadina sulla costa occidentale della Norvegia, un luogo di villeggiatura molto frequentato, amato per le sue spiagge selvagge e silenziose e per i suoi cottage colorati. In questo angolo di quiete e natura incontaminata, in un weekend di fine stagione si consuma un omicidio: in una casa dalle assi di legno rosso viene rinvenuto il cadavere di un giovane uomo, il volto coperto da un passamontagna. L'abitazione è stata svaligiata e subito si pensa a una lite fra complici finita male. Eppure a William Wisting, ispettore incaricato del caso, il quadro non sembra per niente chiaro. Cinquantenne, il viso largo e ruvido e gli inseparabili occhiali da lettura sempre in tasca, il poliziotto inizia subito a scavare a caccia di indizi. Il giorno dopo sulla spiaggia viene rinvenuto un secondo cadavere. È Line, giornalista e figlia di Wisting, a fare la scoperta. Dotata di spiccate doti investigative e coinvolta in una vicenda personale che la mette in una posizione particolarmente delicata, Line comincia a indagare sul caso, sempre in via ufficiosa ma con un ruolo che si rivelerà determinante. Si apre così la strada a un'indagine più ampia, che svelerà un traffico internazionale di droga, in cui il mar Baltico diventa ponte tra due mondi molto distanti, a cavallo dei quali Wisting continuerà a cercare senza esitazioni la verità. Ispirate dal lavoro in Polizia dell'autore, le inchieste dell'ispettore Wisting hanno venduto in Norvegia più di un milione di copie. Oggi Horst è il secondo autore più popolare in patria, subito dopo Jo Nesbø

Domande frequenti

È semplicissimo: basta accedere alla sezione Account nelle Impostazioni e cliccare su "Annulla abbonamento". Dopo la cancellazione, l'abbonamento rimarrà attivo per il periodo rimanente già pagato. Per maggiori informazioni, clicca qui
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui
Entrambi i piani ti danno accesso illimitato alla libreria e a tutte le funzionalità di Perlego. Le uniche differenze sono il prezzo e il periodo di abbonamento: con il piano annuale risparmierai circa il 30% rispetto a 12 rate con quello mensile.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì, puoi accedere a Bassa stagione di Jørn Lier Horst in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Literatura e Literatura de crímenes y misterio. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
RIZZOLI
Anno
2016
ISBN
9788858683316

1

Lingue di nebbia si insinuavano come vortici nell’entroterra, posandosi sull’asfalto bagnato e formando aloni sfuocati intorno alla luce dei lampioni. Ove Bakkerud guidava con una mano sul volante mentre intorno calava il buio. Era il suo periodo dell’anno preferito, subito prima della caduta delle foglie in autunno.
Sarebbe stata la sua ultima gita al cottage estivo a Stavern, per inchiodare gli infissi delle finestre, tirare la barca in secca e chiudere casa per l’inverno. Era tutta l’estate che aspettava questo momento: era quella la sua vera vacanza. Il lavoro di per sé non rubava più di un paio d’ore di una domenica pomeriggio, il resto del tempo era a sua completa disposizione.
Uscì dalla strada principale e proseguì su un sentiero di ghiaia che scricchiolava sotto le ruote, i fari dell’auto scivolarono sui cespugli di rose selvatiche che costeggiavano lo sterrato fino al parcheggio. L’orologio sul cruscotto segnava le 21:37. Spense il motore e scese dall’auto per riempirsi i polmoni con l’aria del mare, fresca e dall’intenso profumo di salsedine, in ascolto del rombo delle onde che si schiantavano sulla costa.
La pioggia era meno fitta, il vento cercava di disperdere la foschia con folate crudeli. La luce del faro di Tvistein spazzava l’orizzonte da parte a parte, facendo brillare la scogliera.
Ove si infagottò ancora di più nella giacca e andò al bagagliaio per scaricare la spesa, pregustando la bistecca succulenta che avrebbe cucinato per cena e la colazione a base di uova fritte e bacon. Cibo da uomini. Infilò la mano libera in tasca per cercare le chiavi e risalì il sentiero per raggiungere il cottage, arroccato su uno sperone di roccia. Dopo un leggero pendio, l’oceano gli si distese davanti. La percezione dell’immensità di quel panorama lo riempì, come sempre, di pace.
Quasi vent’anni prima, quando la sua famiglia lo aveva acquistato, il cottage era un semplice capanno dipinto di rosso, privo di isolamento termico e con il legno rovinato dalla carie del legno. Appena aveva avuto denaro a sufficienza, Ove lo aveva demolito completamente per ricostruirlo, e poco alla volta lui e sua moglie avevano creato il loro piccolo paradiso. Fin dagli anni in cui trascorrevano ogni momento del loro tempo libero per finirlo, quello era diventato il luogo dove rilassarsi, respirare e prendere la vita con calma. Un luogo dove il tempo non aveva importanza, e dove le ore passavano in base ai capricci del vento e del clima.
Prese le chiavi mentre posava la borsa della spesa sul lastricato di pietra davanti all’ingresso. La luce del faro investì la parete esterna del cottage, Ove Bakkerud si immobilizzò, il fiato sospeso. Strinse più forte le chiavi, aveva la gola secca e sentì i peli rizzarsi dalla base del collo fino agli avambracci.
Il fascio di luce del faro tagliò di nuovo l’oscurità, confermando che la porta era aperta, i cardini divelti, sradicata e buttata per terra.
Si guardò intorno, c’era solo il buio, ma udì un suono in sottofondo, come di un rametto che si spezzava. Un cane da qualche parte nei dintorni cominciò ad abbaiare, poi ci fu silenzio a eccezione del vento che faceva frusciare le foglie secche e delle onde che si frangevano sulla costa.
Ove Bakkerud avanzò di qualche passo, spalancò la porta con una spinta. Armeggiò per trovare l’interruttore della luce, poi accese la lampada esterna e quella sul soffitto dell’ingresso.
Lui e sua moglie avevano già discusso di una simile eventualità, visto quello che avevano letto sul giornale di furti commessi da bande di adolescenti nei cottage solo per il gusto di sfasciare tutto, o da professionisti che mettevano a soqquadro interi gruppi di villette estive in cerca di qualcosa da rubare. Ma lo stesso, non riusciva a credere ai propri occhi.
Il salotto era la stanza che aveva avuto la peggio: cassettiere e credenze spalancate, il contenuto disseminato sul pavimento, bicchieri e piatti distrutti, i cuscini del divano sparpagliati ovunque. Tutto ciò che poteva essere rivenduto era sparito: il televisore nuovo a schermo piatto, lo stereo e la radio portatile. Il mobile bar sempre pieno di vini e liquori era completamente vuoto, avevano lasciato solo una bottiglia di cognac praticamente finita. Avevano violato il loro posto speciale.
Ove si chinò per raccogliere la nave in bottiglia, che di solito era appoggiata sul camino, ma che adesso era buttata per terra, con il vetro segnato da una crepa profonda. Due alberi si erano spezzati. Ove si ricordò di tutte le ore trascorse a osservare le dita callose di suo nonno mentre trasformavano minuscoli frammenti in una nave perfettamente equipaggiata. Quando aveva infilato il modellino nella bottiglia, suo nonno aveva tirato i fili per dispiegare le vele.
Con voce tremante, Ove chiamò la polizia e si presentò.
«Quando è stato al cottage l’ultima volta?» chiese l’operatore.
«Due settimane fa.»
«Quindi il furto è avvenuto dopo il 19 settembre?» Ove Bakkerud si sentì improvvisamente svuotato. «I ladri sono entrati in altri cottage?» indagò il poliziotto.
«Non lo so» rispose Ove Bakkerud, sbirciando fuori dalla finestra scorgeva una luce nel cottage del suo vicino, Thomas Rønningen. «Sono appena arrivato.»
«Possiamo mandare una pattuglia a controllare domattina» continuò l’operatore. «Nel frattempo, sarebbe meglio lasciare tutto com’è.»
«Domani? Ma...»
«Lei è rintracciabile a questo numero? Possiamo avvisarla quando ci sarà una pattuglia disponibile.»
Ove aprì la bocca per lamentarsi, per pretendere che la polizia si presentasse subito con i cani e gli esperti della scientifica, ma si trattenne. Deglutì, borbottò un ringraziamento e riagganciò.
Da dove cominciare? Andò in cucina a prendere scopa e paletta, poi si ricordò della raccomandazione del poliziotto di non toccare nulla sulla scena del crimine. Così sbirciò in basso, verso la finestra del salotto nel cottage del suo vicino.
Chissà perché la luce era accesa, visto che Thomas Rønningen non c’era quasi mai in autunno, troppo impegnato con il suo salotto televisivo di successo del venerdì sera. Ma, quell’estate, si era preso una vacanza per festeggiare l’apertura della stagione in agosto, e si era seduto insieme a Ove Bakkerud accanto al barbecue, a bere cognac e a raccontare aneddoti su ciò che accadeva prima, durante e dopo la diretta del suo programma.
Un’ombra attraversò la finestra.
Forse i ladri erano entrati anche da lui. Per quanto ne sapeva, potevano ancora essere lì. Ove scattò verso la porta e raccolse la torcia dalla sua solita mensola. Le priorità della polizia sarebbero cambiate se c’era di mezzo Thomas Rønningen.
Il sentiero stretto che scendeva verso il mare piegava in mezzo a un fitto sottobosco, tra impenetrabili muri di rami di pini ricurvi. Nonostante illuminasse con la torcia le lucide radici degli alberi e i ciottoli del sentiero, Ove riuscì a graffiarsi con aghi di pino e rametti.
Da quel versante, le finestre illuminate del salotto erano troppo in alto per riuscire a sbirciare dentro. Muovendo a zig zag la luce della torcia sul terreno, Ove arrivò ai gradini dell’entrata principale. Una raffica di vento investì la porta, facendola sbattere con violenza contro l’inferriata della veranda. Era completamente indifeso, in quel silenzio assoluto, e un brivido gli corse lungo la schiena.
Illuminò la cornice della porta con la torcia, le tracce di scasso erano simili. Tuttavia, in questo caso c’era un dettaglio diverso. Il bordo della porta era sporco di sangue.

2

Era stata una lunga giornata. William Wisting si sporse dal divano, fissando la chiave sul tavolino davanti a lui. Era ricoperta da uno strato di verderame, ed era evidente che non la utilizzassero da secoli.
Si alzò e andò alla finestra, scrutando tra la miriade di gocce di pioggia che cadevano sulla città di Stavern, ai suoi piedi. Un mezzo del pronto intervento attraversò la strada, il lampeggiante blu tagliava le tenebre, ma era impossibile capire se fosse un’auto della polizia o un’ambulanza. Quando sparì da Helgeroaveien, Wisting prese una bottiglia dalla credenza nell’angolo; era un vino spagnolo, l’annata 2004 era enfatizzata dai caratteri dorati dell’etichetta. Credeva di ricordare di averla ricevuta dopo un suo discorso alla Camera di Commercio. Sembrava una bottiglia pregiata, e probabilmente lasciarla decantare ancora qualche anno non le aveva fatto male. Sebbene amasse i vini, Wisting non aveva mai avuto abbastanza tempo o sincero interesse per mettersi a studiare le varietà di vitigni, i produttori, le zone più adatte alla coltivazione delle vigne, gli abbinamenti con il cibo e i vini da degustare da soli. A lui bastava riconoscere un vino d’annata, quando ne assaggiava uno.
«Baron de Oña?» Lanciò un’occhiata verso il divano.
Suzanne sorrise e fece un cenno di assenso, lui ricambiò il sorriso. Era entrata nella sua vita un paio d’anni prima, e aveva riempito un vuoto immenso. La settimana precedente era saltata una tubatura in casa sua, così si era trasferita da lui. Anche se non glielo aveva confessato, Wisting era felice di averla con sé.
Prese due calici e sbirciò di nuovo dalla finestra, ma ora intravide solo il proprio riflesso, il viso largo e ruvido con gli occhi scuri. Si voltò e tornò verso il divano per accomodarsi accanto a Suzanne.
In televisione, un gruppo di ospiti affascinanti esprimeva opinioni su notizie e argomenti d’attualità nel talk show di Thomas Rønningen. A Wisting piaceva quel genere di programmi, in cui temi seri si alternavano con l’intrattenimento leggero, e soprattutto trovava simpatico il presentatore. Con il suo fascino da ragazzino, Thomas Rønningen sapeva creare un ambiente intimo e personale, che dava un senso di riservatezza persino sotto i riflettori dello studio. Si trasformava in un investigatore capace di porre sempre domande ben costruite e intelligenti ai suoi ospiti e, invece di metterli all’angolo con interrogatori invasivi, otteneva confessioni spontanee solo lasciandoli parlare. Suzanne prese i calici e li posò sul tavolino mentre lui andava a recuperare il cavatappi. Prima di tornare a sedere scrutò un’ultima volta nel buio. Un altro mezzo del pronto intervento sfrecciò nella stessa direzione del precedente. Wisting controllò d’istinto l’ora e ne prese nota: 22:02.
«Congratulazioni, allora» esclamò Suzanne con il bicchiere alzato mentre lui serviva da bere.
«Per cosa?»
«Per il cottage» lei sorrise e fece un cenno verso la chiave sul tavolo.
Wisting si lasciò cadere sul divano. La giornata era cominciata in uno studio legale di Oslo in compagnia di suo zio, Georg Wisting. Zio Georg aveva settantotto anni, e aveva trascorso gran parte della sua vita adulta a occuparsi di uno studio di ingegneria specializzato in risparmio energetico. Wisting non aveva mai capito nei dettagli di cosa si trattasse, ma sapeva che suo zio aveva sviluppato e brevettato strumenti per sterilizzare e purificare acqua e aria.
Georg aveva impiegato un’altra buona fetta della sua vita a sfidare il sistema; la sua innata avversione nei confronti di imposte e tasse era sfociata in diversi processi, multe salatissime e sentenze di carcerazione sospese.
L’appuntamento dall’avvocato riguardava le ultime volontà e il testamento di Georg Wisting, il suo tentativo finale di accertarsi che lo Stato non avrebbe mai tratto alcun beneficio dalla sua morte. L’avvocato, specializzato in questioni di eredità, aveva abbozzato un piano piuttosto complesso per organizzare il patrimonio dello zio Georg prima della sua morte.
La presenza di Wisting indicava che sarebbe diventato il nuovo proprietario di un cottage per le vacanze a Værvågen, fuori da Helgeroa, valutato al prezzo più basso permesso dalla legge per ridurre al minimo la tassa di successione. Cosa che aveva contribuito ad accrescere la sua ricchezza, anche se i soldi non erano mai stati un problema. Aveva uno stipendio soddisfacente e il lavoro non gli lasciava molto tempo per dedicarsi a spese e lusso. E poi, poteva contare su altre risorse. Il denaro di Ingrid. Lui e i suoi figli avevano ricevuto un risarcimento di un milione di corone quando lei era morta in Africa quattro anni prima lavorando per Norad, l’organizzazione umanitaria norvegese. Sebbene quel denaro fosse al sicuro su un conto speciale, e ogni mese crescesse un po’ di più, lui non si azzardava a toccarlo.
Appena si erano sposati, con Ingrid in attesa dei gemelli, erano sommersi dalle bollette, e a volte erano stati costretti a raccogliere le bottiglie per recuperare il deposito quando i soldi non bastavano ad arrivare alla fine del mese. Adesso aveva smesso di leggere i prezzi quando faceva la spesa.
L’avvocato dello zio Georg si era offerto di valutare il suo patrimonio personale per studiare un piano di riduzione delle tasse, ma lui aveva rifiutato.
Le celebrità sullo schermo ridevano. «Li invidio» disse Suzanne, indicando con un cenno lo schermo. Wisting era d’accordo, anche se non aveva ben capito a chi si riferisse. Per essere felice a lui bastava stare seduto sul divano accanto a lei. «Quelli che fanno tutto ciò che vogliono» proseguì lei. «Gente che decide di correre un rischio, che riesce a liberarsi da tutto ciò che è definitivo e s...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. 1
  4. 2
  5. 3
  6. 4
  7. 5
  8. 6
  9. 7
  10. 8
  11. 9
  12. 10
  13. 11
  14. 12
  15. 13
  16. 14
  17. 15
  18. 16
  19. 17
  20. 18
  21. 19
  22. 20
  23. 21
  24. 22
  25. 23
  26. 24
  27. 25
  28. 26
  29. 27
  30. 28
  31. 29
  32. 30
  33. 31
  34. 32
  35. 33
  36. 34
  37. 35
  38. 36
  39. 37
  40. 38
  41. 39
  42. 40
  43. 41
  44. 42
  45. 43
  46. 44
  47. 45
  48. 46
  49. 47
  50. 48
  51. 49
  52. 50
  53. 51
  54. 52
  55. 53
  56. 54
  57. 55
  58. 56
  59. 57
  60. 58
  61. 59
  62. 60
  63. 61
  64. 62
  65. 63
  66. 64
  67. 65
  68. 66
  69. 67
  70. 68
  71. 69
  72. 70
  73. 71
  74. 72
  75. 73
  76. 74
  77. 75
  78. Indice