Gli armeni
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Gli armeni

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Gli armeni

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Informazioni sul libro

Stanziati fin dal VII secolo a.C. in una regione fra il Caucaso e la Mesopotamia, gli armeni subirono la dominazione prima araba e poi ottomana; erano considerati dai turchi responsabili di gravi colpe: professavano la religione cristiana, parlavano una lingua diversa e perpetuavano le tradizioni di una propria cultura millenaria. Ma soprattutto impedivano con la loro presenza il ricongiungimento di Istanbul con i popoli turcofoni dell'Asia centrale. Fu così che tra la primavera del 1915 e l'autunno del 1916, per volontà del movimento ultranazionalista dei Giovani Turchi, quasi un milione e mezzo di cittadini armeni dell'Impero ottomano fu sterminato. Si trattò a tutti gli effetti del primo genocidio del Ventesimo secolo e prefigurò sinistramente gli altri a venire. Parlarne, però, è stato per decenni, se non proibito, considerato inopportuno, e l'ostinato negazionismo storico dei regimi turchi è stato affiancato dai contorsionismi dei governi europei volti a dissimulare l'accaduto. In questo libro Yves Ternon ricostruisce con passione civile la vicenda di un popolo perseguitato e racconta la pagina più tragica della sua storia, stimolando la riflessione su un tema di estrema attualità: la sopravvivenza delle etnie e delle culture di fronte a un nazionalismo segnato dall'intolleranza razziale e religiosa.

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Informazioni

Editore
BUR
Anno
2013
ISBN
9788858657232
Argomento
Storia

NOTE

Per semplificare la consultazione delle note, la prima citazione di un libro è indicata con il nome dell’autore e il titolo, seguito da un numero tra [ ] che rimanda alla bibliografia; le citazioni successive dello stesso volume sono costituite dal nome dell’autore e dal numero di riferimento. Nella bibliografia compaiono tutte le indicazioni (luogo, editore, data) che non figurano nelle note. Soltanto le opere che non trattano direttamente la «questione armena» e gli articoli di riviste sono indicati nelle note con i riferimenti completi e l’usuale op. cit. (o articolo citato).

Introduzione

1
Il tribunale di Norimberga acquisì agli atti due documenti riguardanti il discorso pronunciato da Hitler davanti ai suoi generali il 22 agosto 1939. Il primo ha come riferimento: PS-798; il secondo: PS-1014. Da nessuna parte si fa cenno al massacro degli armeni. Nella sua seduta del 26 novembre 1945, commentando questi documenti, il tribunale segnalò che un terzo documento gli era stato consegnato da un giornalista americano (Louis Fischer), ma che si trattava di una «combinazione» di parti dei due discorsi e che non c’era alcuna prova della sua autenticità.
2
Numerosi consoli e ufficiali tedeschi proseguirono la loro carriera sotto la Repubblica di Weimar e il Terzo Reich. D’altra parte, si vedrà negli ultimi capitoli come l’annuncio dei massacri avesse suscitato, fin dal 1915, l’indignazione degli ambienti diplomatici tedeschi.

1. L’Armenia

1
Hrand Pasdermadjian, Histoire de l’Arménie (depuis les origines jusqu’au traité de Lausanne), [65], p. 11.
2
L. Leclerc, «La question arménienne», in «Revue de l’université de Bruxelles», 1896, p.102.
3
Jacques de Morgan, Histoire du peuple arménien, [57], p. 20.
4
Claire Mouradian, L’Arménie, [58], 1995, p. 5.
5
H. Pasdermadjian, [65], p. 14.
6
Alfred Rambaud, L’Empire grec au Xe siècle, [71]. Citato da H. Pasdermadjian, [65], p. 17.
7
Il nome di Armenia appare per la prima volta nella grande iscrizione di Dario Histape, incisa su una parete rocciosa nei pressi di Behistun. Questa iscrizione, risalente al 521 a.C., è redatta in tre lingue e menziona la repressione degli insorti di Urartu.
8
Le loro divinità non avevano «né le dimensioni gigantesche degli dei asiatici, né la grazia degli dei greci. Erano, come il popolo che le creò, laboriose, ma affabili e buone». Georges Brandès. L’Arménie et l’Europe, [20], p. 17.
9
Jean-Pierre Mahé ritiene che la conversione ufficiale dell’Armenia vada invece collocata dopo l’editto di Milano, verso il 314. Tiridate non avrebbe potuto prendere una simile decisione senza l’avallo delle autorità romane («La naissance d’une nation chrètienne», in «Notre Histoire», n. 94, novembre 1992, p. 7). Il cristianesimo viene adottato nell’Impero romano d’Oriente come religione di stato da Teodosio nel 380.
10
J. Burtt, The People of Ararat, [22], p. 29.
11
In effetti, l’antagonismo tra i due culti non fu così inconciliabile e il pantheon zoroastriano poté adattarsi alla nuova religione: l’Anahita persiana, dea della fertilità e della saggezza, in armeno Anahit, divenne la Vergine; Ahura-Mazda /Aramazd, creatore del cielo e della terra, Dio Padre; il Verethragna iranico, l’armeno Vahagn, il dio della guerra, divenne il Figlio.
12
La data di questa invenzione si colloca tra il 392 e il 406. Nel XIII secolo, l’alfabeto armeno si arricchisce di due lettere complementari.
13
C. Mouradian, [58], p. 20. La lingua scritta dell’inizio del V secolo, il grabar, si conserverà senza subire cambiamenti come lingua letteraria fino alla metà del XX secolo.
14
Così si definisce l’Impero romano d’Oriente dopo la caduta dell’Impero d’Occidente nel 476.
15
Lo zurvanismo può essere considerato, se non un’eresia mazdea, almeno una varietà di mazdeismo, all’epoca la religione ufficiale dei Sassanidi. Il mazdeismo oppone a Ohrmazd, creatore di quanto al mondo c’è di buono, il suo gemello Ahriman, principio e causa del male.
16
Lo storico sovietico Térémig Demirdjian ha descritto le circostanze della battaglia in un romanzo epico e colorito, Vartananc, Paris, Stock. 1963.
17
Gérard Dédéyan, in Histoire des Arméniens, [38], pp. 141-184.
18
J. de Morgan, [57], p.124.
19
Il capo dei Selgiuchidi, Toghril beg, diventa sultano e il califfo arabo capo spirituale.
20
J. de Morgan, [57], p.160.
21
H. Pasdermadjian, [65], p. 178.
22
J. de Morgan, [57], pp. 244-245.
23
H. Pasdermadjian, [65], p. 239.
24
G. Dédéyan, in Histoire des Arméniens, [38], p. 270.
25
I «temi», affidati a soldati contadini, assicuravano la difesa dei confini bizantini.
26
Claude Mutafian, «La Cilicie, dernier bastion», in «Notre Histoire», n. 94, novembre 1992, p. 23. Sul regno di Cilicia si veda Claude Mutafian, Le Royaume arménien de Cilicie; XIIe-XIVe siècles, [59].
27
L’Armenia fornì a Bisanzio non soltanto generali, soldati e funzionari, ma anche degli imperatori (Leone V e soprattutto la dinastia «macedone» di Basilio I).
28
Liberato, raggiunge l’Europa e risiede a Roma. Madrid e Londra, poi a Parigi, dove muore nel 1393. La sua tomba viene profanata durante la Rivoluzione, ma la sua lapide ricopre dalla Restaurazione il suo cenotafio, che si trova tra i sepolcri reali di Saint-Denis.

2. Gli armeni nell’Impero ottomano

1
L’assedio di Vienna del 1529 da parte di Solimano il Magnifico segna il limite dell’espansione ottomana in Europa.
2
Nella pianura di Awarayr dove gli armeni avevano affrontato i persiani nel 451.
3
Nicoara Beldiceanu in Histoire de l’Empire ottoman, [39], p. 217.
4
In origine, la Sublime Porta (Bab-i Ali) designa il palazzo del sultano. A partire dal XVII secolo, il governo è essenzialmente di competenza del gran visir e l’espressione indica il palazzo di quest’ultimo e, per estensione, il governo ottomano.
5
Ce ne saranno 32 all’inizio del XVIII secolo. Ciascun eyalet raggruppa delle circoscrizioni di grado inferiore, i governatorati o sandjak.
6
Dickran Kouymdjian, in Histoire des Arméniens, [38], p. 353. Delle terre vengono concesse a titolo temporaneo in cambio del servizio militare. È il sistema del timar, che viene raramente applicato in Armenia, dove le terre coltivate diminuiscono a partire dal XVI secolo.
7
Parallelamente a questo sistema di reclutamento, vengono prelevati bambini da sei a dieci anni, riservati al serraglio del sultano. Alcuni di essi formeranno la gerarchia più elevata dei funzionari dello stato ottomano (Bat Ye’or, Juifs et Chrétiens sous l’lslam. ...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. UN POMERIGGIO AL CAFFÈ CAVOUR
  4. RINGRAZIAMENTI
  5. INTRODUZIONE
  6. PARTE PRIMA - La «questione armena»
  7. PARTE SECONDA - I Giovani Turchi
  8. PARTE TERZA - Il genocidio
  9. NOTE
  10. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI