- 352 pagine
- Italian
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Teatro antico
Informazioni sul libro
Poeta e teorico della poesia, romanziere e studioso, intellettuale e uomo di teatro: tutto questo è Edoardo Sanguineti, un maestro del nostro tempo, che in questo volume ricorda le proprie esperienze di drammaturgo e di traduttore, in continuo dialogo con i protagonisti del teatro contemporaneo attraverso le grandi figure del teatro antico. Eschilo (Le Coefore, I Sette contro Tebe), Sofocle (Edipo tiranno), Euripide (Le Baccanti, Le Troiane), Aristofane (La festa delle donne) e Seneca (Fedra): classici che le traduzioni di Edoardo Sanguineti – qui riunite per la prima volta – avvicinano e distanziano, in perpetuo straniamento. A corredo dei testi e dell'Introduzione di Edoardo Sanguineti, due ampie postfazioni, una bibliografia aggiornata e una ricca teatrografia.
Domande frequenti
Informazioni
SOFOCLE
Edipo tiranno (1980)
dp n="226" folio="226" ? dp n="227" folio="227" ?Genova, 25 marzo 1980
SACERDOTE
CREONTE
CORO DEI VECCHI TEBANI
TIRESIA
GIOCASTA
1° MESSAGGIERO
SCHIAVO DI LAIO
2° MESSAGGIERO
sopra quali seggi mi state seduti, qui, voi,
incoronati nei vostri supplici rami?
E la città, intanto, è piena di incensi,
piena di litanie e di lamentazioni.
E queste cose, io che ritengo giusto ascoltarle, o figli,
e non da estranei messaggieri, così sono venuto, io,
che sono chiamato, a tutti famoso, il Piedone.
Ma dimmi, o vecchio, che sei quello che ci vuole, qui,
a parlare per questi, come mai mi state così,
presi da timori, o presi da desideri? Voglio, infatti,
soccorrervi in tutto, io che sono insensibile,
se non ho la compassione di questa vostra seduta.
ci vedi, noi, a che età che ci siamo accostati
ai tuoi altari? Alcuni che non hanno ancora la forza
di volare lontano, altri aggravati con la vecchiaia,
e sacerdoti, e io di Zeus, e questi che tra gli adolescenti
sono i migliori, e il resto del popolo, incoronato,
che siede nelle piazze, e presso il doppio tempio
di Pallade, e sopra la cenere profetica dell’Ismeno.
Perché la città, come tu te la vedi, trema
già troppo, e ancora non è in grado di sollevare
la sua testa dagli abissi, e dalla marea sanguinosa,
corrompendosi nei germi fruttuosi della terra,
corrompendosi negli armenti pascolanti, e nei parti
sterili delle donne: e il dio che porta il fuoco,
avventandosi, percuote, pessima peste, la città.
Così è svuotata la casa di Cadmo, e il nero
Inferno si arricchisce di lamenti e di gemiti.
E così stiamo seduti presso questo focolare,
e te, non uguale agli dèi, né io né questi ragazzi,
ma il primo tra gli uomini, nelle sventure della vita,
ti giudichiamo, e nelle relazioni con i dèmoni:
tu che l’hai sciolta, venendo, la cittadella di Cadmo,
dal tributo della dura cantatrice, che noi fornivamo,
e tutto questo, da noi non sapendo, non imparando
niente di più, ma per il soccorso del dio
si dice e si pensa che tu ci hai restaurato la vita.
E così, o potentissima per tutti testa di Piedone,
te tutti ti supplichiamo, noi, qui, prostrati,
di trovarci una forza, per noi, ascoltando la voce
di uno tra gli dèi, o anche imparando da un uomo:
perché, per gli esperti, anche i risultati
delle deliberazioni vedo che sono sommamente vivi.
Avanti, ottimo tra i mortali, risolleva la città:
avanti, e in guardia: perché te, questa terra,
ti chiama il suo salvatore, per il tuo zelo di un tempo:
e del tuo regno non ci toccherà, così, di ricordarci, mai,
che stavamo su, diritti, e che siamo caduti, dopo:
ma risollevala nella sicurezza, questa città.
Con un felice uccello augurale, ci hai procurato la fortuna,
allora, e devi diventarci il medesimo uomo, tu, adesso.
Perché, se governerai questa terra, come la dòmini,
è più bello dominarla con gli uomini, piuttosto che vuota.
Perché una torre non è niente, non è niente una nave
deserta, quando non ci abitano insieme, dentro, gli uomini.
cose a me note, e non ignote. Perché lo so bene, io,
che siete ammalati, tutti, e che, essendo ammalati,
non ce n’è uno, di voi, come me, che sta ammalato così.
Perché il vostro dolore muove verso uno solo,
verso sé stesso solo, e verso un altro, nessuno: e la mia vita,
invece, geme, insieme, per la città, e per me, e per te.
Così, non mi risvegliate, voi, me addormentato nel sonno,
ma d...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- INTRODUZIONE
- NOTA DEI CURATORI
- EURIPIDE - Le Baccanti (1968)
- SENECA - Fedra (1969)
- EURIPIDE - Le Troiane (1974)
- ESCHILO - Le Coefore (1978)
- ARISTOFANE - La festa delle donne (1979)
- SOFOCLE - Edipo tiranno (1980)
- ESCHILO - I Sette contro Tebe (1992)
- IL «FANTASMA DELLA TRADUZIONE»: SANGUINETI E IL TEATRO ANTICO
- SANGUINETI TRADUTTORE: DRAMATURG O DRAMMATURGO?
- BIBLIOGRAFIA E TEATROGRAFIA