The Fish Mind
eBook - ePub

The Fish Mind

Come Sentirsi Meglio Nella Propria Pelle Una Volta per Tutte

  1. Italian
  2. ePUB (disponibile sull'app)
  3. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

The Fish Mind

Come Sentirsi Meglio Nella Propria Pelle Una Volta per Tutte

Dettagli del libro
Anteprima del libro
Indice dei contenuti
Citazioni

Informazioni sul libro

La psiche dell'uomo moderno assomiglia alle reazioni dei pesci nel loro ambiente. Il principio del «Fish Mind» si basa su cinque pilastri. Questi ultimi costituiscono un parallelo sorprendente con il funzionamento dei pesci. Si tratta in realtà di un concetto che consente l'identificazione di cinque problemi velenosi della vita moderna. - Come il pesce sempre in allerta a causa di un ambiente pericoloso, siamo di fatto in uno stato di tensione quasi permanente, generatore di stress e di perdita d'energia.
- Ci concentriamo in un funzionamento multitasking, sempre più sollecitati quali siamo attraverso le nuove tecnologie. Come il pesce, respiriamo nell'acqua, ma non sono i nostri polmoni che soffocano ma bensì il nostro cervello che è annegato.
- Le difficoltà di memoria e di concentrazione, ben conosciuti dai pesci rossi per esempio (e questo, nonostante la realtà scientifica): la mente è così distratta dal fatto della moltiplicazione degli stimoli che le sue facoltà di memorizzazione e di concentrazione sono compromesse.
- Mordiamo all'esca rapidamente quando un «dolce» ci viene offerto? Abbiamo dei piaceri compulsivi a cliccare e comprare online? Qui, si tratta di un problema di piaceri immediati.
- Il bisogno di controllo è il riflesso delle insicurezze personali: traduce la pressione che pesa su di noi, quella delle esigenze di perfezione che la società ci presenta come modello.
Questo lavoro si propone di studiare i nostri condizionamenti che possono spesso avvelenarci il cervello. È un invito ad una introspezione nel più profondo noi stessi per comprendere le molle dei nostri schemi di funzionamento moderni. Fornisce delle piste e degli strumenti per uscirne fuori o, perlomeno, non lasciarli più totalmente controllare le nostre vite, influenzarci.
Ridiventare un pesce libero in un lago calmo e limpido, insomma.

Domande frequenti

È semplicissimo: basta accedere alla sezione Account nelle Impostazioni e cliccare su "Annulla abbonamento". Dopo la cancellazione, l'abbonamento rimarrà attivo per il periodo rimanente già pagato. Per maggiori informazioni, clicca qui
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui
Entrambi i piani ti danno accesso illimitato alla libreria e a tutte le funzionalità di Perlego. Le uniche differenze sono il prezzo e il periodo di abbonamento: con il piano annuale risparmierai circa il 30% rispetto a 12 rate con quello mensile.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì, puoi accedere a The Fish Mind di Dr. P. Costa, Luigi Ambrosio in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Psychology e Mental Health in Psychology. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
Tektime
Anno
2022
ISBN
9788835436911
| 1 |
| Uno stato di tensione |
Anche se è molto facile da individuare quando la maggior parte degli animali dormono, è un po' più difficile da dire a prima vista se i pesci dormono. I pesci non chiudono gli occhi, non hanno le palpebre e non mostrano segni di sonno paradossali. Invece di questo, diventano semplicemente inattivi. La loro inattività dipende dalla specie del pesce. La maggior parte dei pesci restano immobili ed i movimenti delle loro branchie rallentano.
La maggior parte dei pesci restano vigili al pericolo anche quando dormono; possono quindi scappare rapidamente se ne sentono il bisogno. Il loro sonno è quindi costituito da una moltitudine di corti periodi. Il loro stato è quello di una veglia quasi permanente. Sono in stato d’allerta, al di fuori di brevi e regolari momenti di sonno.
Se ci riflettiamo bene, siamo così diversi dai pesci a questo proposito? In effetti, se si guarda bene, la nostra società moderna ci spinge, anche noi, ad essere sotto tensione. È uno stato d’allerta quasi permanente, al quale non prestiamo più attenzione in quanto ci sembra naturale, radicato in noi.
Secondo un sondaggio realizzato dal OpinionWay per la Fondazione Ramsay Generale della Salute, «lo stress è in aumento nel 38% delle persone e ne colpisce, oggi, in totale, 89%! Lo stress colpisce maggiormente le donne, 68% contro 38% degli uomini». C’è dunque uno stato di tensione al contempo fisico e mentale, condiviso in gran parte delle persone.
*****
Come spiegarlo? Dai pesci, lo stato di veglia quasi permanente si spiega dal loro ambiente ed i pericoli ad esso connessi. Nel nostro caso, essere umano moderno, si tratta di una disposizione mentale e postura fisica – il più spesso incosciente -, legata al nostro ambiente di tutti i giorni. Insomma, la nostra quotidianità è un terreno favorevole a questo stato d’allerta che genera in particolare lo stress.
Stress nei trasporti pubblici, stress a scuola, stress degli esami, stress dovuto al nostro ritmo di vita… Quando la vita quotidiana è una corsa permanente, lo stress s’intromette dappertutto; lo stato di vita diventa naturale, al punto di non farci più caso.
Le evoluzioni del lavoro hanno contribuito notevolmente a questo stato di tensione, accentuando le sensazioni di disagio e di stress. Per Michel Gollac, co-autore del libro Le condizioni di lavoro oggi:
«Le ultime rilevazioni hanno mostrato che l’evoluzione si è fermata in Francia dal 2000 ma senza tornare indietro. […] Trattandosi di difficoltà o di rischi, l’evoluzione è un po' più complicata. Ciò che è certo, è che le persone al lavoro segnalano maggiori difficoltà e rischi. Poi, occorre distinguere ciò che rientra nel lavoro stesso, così come si fa, e ciò che rientra nelle norme sociali cui l’interessato riferisce co che vive. Entrambi si sono evoluti durante il periodo. Ci sono dei casi dove il lavoro è più faticoso, anche se le macchine e le sedi sono migliori, perché è più intenso. Abbiamo anche dei casi dove un lavoro non era dichiarato o vissuto come faticoso finora mentre lo era effettivamente. Un esempio noto è quello delle infermiere che, dai grandi scioperi 20 anni fa, dichiarano più spesso di portare pesi pesanti. Si tratta ovviamente dei malati. Per lungo tempo, le infermiere, un po' suore in questo caso, non consideravano portare malati, era portare pesi pesanti».
Il nostro mondo moderno favorisce quindi questo stato di tensione. Siamo tesi dalla mattina alla sera, il tutto intervallato da qualche momento di tregua salvavita. Il rumore, l’agitazione delle città, i ritmi del lavoro, le nuove tecnologie che rendono la disconnessione difficile… Tutto ciò costituisce un cocktail terribile ed insidioso. Diventa una routine che può condurre a dei disturbi di salute fisici e mentali, se non si presta attenzione.
Anche, alla stregua dei pesci, il nostro funzionamento è quello di un’allerta continua. Potete osservarlo da soli, attraverso la vostra propria esperienza, il vostro proprio vissuto. Dal lunedì mattina, non siete in una tensione, una pressione per arrivare in orario, per essere vestiti bene, per essere pronti ad attaccare la settimana, ecc.?
Quando uscite, non percepite una sorta di agitazione interiore o di rigidità fisica ad ogni passaggio di macchina, ad ogni scoppio di voci o ancora il timore di arrivare in ritardo?
Tutti questi stimoli dell’ambiente esterno conducono a metterci costantemente sulle spine. È spesso impercettibile fino ad una accumulazione incontrollata che può quindi mettere un individuo «in rosso».
RENDERSI CONTO
della tensione FISICA e mentale
  1. L’irritabilità
L’irritabilità si manifesta nello stesso tempo fisicamente, in particolare per una ipersensibilità al livello della pelle o per delle contrazioni muscolari. Ha anche un impatto psichico certo. Crea un malessere, e influisce sulle relazioni personali. Rinvia a una iperestesia (l’esagerazione fisiologica o patologica dell’acutezza visiva e della sensibilità dei diversi sensi) e a delle stimolazioni esteriori negative, vissute faticosamente, con tendenze a reazioni aggressive contro altri o contro sé stessi.
Di tale imposta di irritabilità, si può dedurre un certo numero di principi.
Il primo riguarda il fatto che la manifestazione spiacevole di irritabilità si svolge a livello fisico e mentale. Il corpo e la mente sono in allerta, super sensibili, impulsivi. Numerosi sintomi illustrano – a gradi diversi -, gli effetti dell’irritabilità: mal di testa, nervosismo, insonnia, impazienza, mascelle tese, palpitazioni, crampi, aggressività, crisi di nervi…
Questi segni sono quelli di un corpo e di una mente sotto tensione. L’irritabilità è specifica nelle sue manifestazioni, ma è il risultato di uno stato di allerta quasi costante.
*****
Il secondo elemento da segnalare sull’irritabilità riguarda i suoi effetti in termini di società. Quando la sensazione di essere irritato è ricorrente e non più controllata, influenza le relazioni sociali e familiari. L’irritabilità ci condiziona in effetti ad essere meno sorridenti. La nostra comunicazione diventa poco dimostrativa, al pari dei pesci che non hanno espressione facciale: non hanno il potere di sorridere.
Questa irritabilità ci isola, ci rende ermetici, meno empatici e meno disponibile per gli altri. A dei livelli elevati d’irritabilità, siamo costretti ad una solitudine subita, propizia a forme di depressione.
2. Lo stress
È un prolungamento di irritabilità, ma è più interiorizzato e si manifesta in occasione di un evento o di una situazione particolare. È come il pesce che ha appena evitato un tentativo di predazione. È in uno stato di shock ed i nervi a fior di pelle. Lo stress si manifesta a forte intensità quando dovete affrontare una situazione temuta o spiacevole per voi.
Si stima che più della metà della popolazione francese è confrontata allo stress; 61% dei francesi dichiarano di sentirsi stressati la maggior parte del tempo o di tanto in tanto. Sono le categorie di popolazione più favorite (CSP+), le donne e le persone di meno di 50 anni che si rilevano più stressate. In effetti, lo stress è diventato un vero fenomeno di società, lo dimostra la consumazione degli integratori antistress, che è in aumentazione costante da anni. Il fenomeno è talmente diffuso che quando non si è stressati, si può passare per qualcuno di «anormale» o di «poco efficace» al lavoro.
Lo stress è provocato dalle situazioni che rappresentano un «pericolo» per l’individuo. Lo stress è inevitabile per tutti. Vera e propria reazione naturale del corpo, può nuocere all’equilibrio psicologico e fisico. Di fronte ad eventi imprevisti o di cambiamenti importanti, lo stress ci aiuta a prendere coscienza di un pericolo che ci minaccia.
Queste situazioni di stress possono essere legate a diversi contesti in funzione all’età della persona. Sfinisce, avvelena la vita e compromette la fiducia in sé quando non ci si sente in grado di gestire questa o quella situazione. È, proprio come l’irritabilità, un terreno fertile alle problematiche fisiche (palpitazioni, insonnie, problemi digestivi, diminuzione della libido…) o mentali (deprimendo, depressione, devalorizzazione…) più pesanti.
L’assenza di prospettiva: questo stato vigile può diventare così centrale in una vita, che blocca ogni prospettiva sul futuro. Diventiamo come il pesce che gira e rigira nel suo acquario, senza andare da nessuna parte. La nostra mente è in qualche modo soffocata da questa tensione generata dalla vita quotidiana; a poco a poco, in maniera impercettibile, l’individuo può perdere il senso di ciò che fa, non avendo nemmeno più il tempo o l’idea di interrogarsi, così tanto la sua mente è «risucchiata» dall’insieme di stimoli del mondo esteriore e di pressioni della nostra società.
Secondo lo psicologo svizzero Carl Jung, l’uomo ha bisogno di trovare un senso per poter continuare il suo cammino nel mondo. Senza questo senso, è perso nel vuoto, in mezzo al nulla, e girovaga nel vasto labirinto dell’esistenza.
Da un punto di vista professionale, il dipendente si disimpegna progressivamente se si sente disprezzato nel suo lavoro. I valori associati al lavoro si sbriciolano e si accompagnano ad un calo di motivazione e di un morale a mezz’asta.
Frankl sottolinea che il cammino verso il senso si crea con i valori, e che la consapevolezza sociale è lo strumento che lo rivela. Anche se i valori sorgono da una intimità personale, finiscono per trasformarsi in valori universali che coincidono con i sistemi culturali, religiosi o filosofici.
Di conseguenza, la connessione con l’altro è importante per non perdere il senso della vita, proprio come il mantenimento dei legami affettivi, a condizione che non mettiamo tutta la nostra felicità in loro. Ma in uno stato d’allerta quasi permanente, in uno stato di tensione latente, la mente è come anestetizzata, addormentata, e a volte non ha più la risorsa per uscire da questo cerchio vizioso della routine che comporta una perdita di sensi, un’assenza di prospettiva. Bisogna quindi poter ritrovare una linea direttrice della propria vita; e ciò passa attraverso una mente chiara, placata, liberata da ogni pressione.
Riprendere il controllo
Per porre fine allo
Stato di tensione
Prendere coscienza
Ciò può sembrare molto semplice, ma lo vedremo nelle altre parti del libro, la prima tappa per riprendere il controllo, per riprendere la mano, è la presa di coscienza.
Non si tratta per forza di praticare la meditazione per molti minuti al giorno, ma piuttosto di prendere coscienza degli elementi di tensione che ci abitano, che si tratti di tensione fisica o mentale.
È inutile voler osservarli in maniera continua. Anche perché si tratta piuttosto di rilevare i momenti dove questo stato d’allerta è più evidente. Bisogna dunque imparare ad individuare i sintomi di questo stato quando si prolunga o diventa intenso: stanchezza estrema, crampi, pensieri negativi, mancanza di motivazione, palpitazioni… Lì è il segno che la nostra tensione diventa problematica: non è più latente, ma diventa fonte di pericolo.
Potete individuare tutti questi piccoli segnali e osservare nella vostra quotidianità i momenti dove il vostro corpo e la vostra mente s’irrigidiscono. Inizialmente, sono delle situazioni particolari che sono più propizie a quest’esercizio d’osservazione: una riunione temuta, una confrontazione con un collega, un parente, un evento inatteso, traffico, ecc.
Cogliete questi momenti per percepire in voi le manifestazioni della tensione che generano. Guardate, senza giudicare. La presa di coscienza è neutra. Vi sorprendete ad «uscire» dalla situazione, da fare come un passo di lato per non essere più completamente annegati dalla tensione.
Diventate come un pesce coscienze delle zone d’allerta da attraversare.
Più sarete in questa consapevolezza, più sarete in grado di notare tutti questi micro-eventi, queste micro-situazioni, di apparenza banale, che contribuiscono a questa pressione accumulata in maniera incosciente, alimentando lo stato di allerta quasi permanente.
Respirare
La respirazione profonda costituisce una chiave essenziale per evacuare la tensione. È un modo di evacuarla, di farla abbassare a poco a poco, un po' come diminuire la pressione di una pentola a pressione.
Scientisti dell’Università di Stanford hanno elaborato uno studio interessante durante il quale hanno dimostrato quanto questo tipo di respirazione possa essere importante.
Mark Krasnow, biochimico e direttore di questo lavoro, spiega anche che hanno identificato un piccolo gruppo di neuroni che intervengono tra questo tipo di respirazione e rilassamento, l’attenzione e anche l’efficacia per regolare le emozioni e ridurre l’ansia. Pertanto, la respirazione profonda ha la capacità di regolare il sistema nervoso parasimpatico per stimolare uno stato di rilassamento. Il cu...

Indice dei contenuti

  1. | PROLOgo |
  2. | Introduzione |
  3. | 1- Uno stato di tensione |
  4. | 2- Il multitasking |
  5. | 3- Una memoria da pesce rosso |
  6. | 4- l’esca dei piaceri immediati |
  7. | 5- Control freak e FOMO |
  8. | Conclusioni |
  9. | Ringraziamenti |