Quei Patti benedetti
Cosa resta oggi dei Patti Lateranensi tra Mussolini e Pio XI
- 192 pagine
- Italian
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Informazioni sul libro
Il 1929 era cominciato con un'ottima notizia: l'11 febbraio, il cardinale Pietro Gasparri, segretario di Stato di Pio XI, e il capo del governo fascista, Benito Mussolini, avevano firmato i Patti Lateranensi. Un accordo davvero storico che cercava di porre fine a ottant'anni di guerre e tensioni tra la Chiesa e l'Italia. Per quasi un secolo, infatti, i destini del potere temporale del vicario di Cristo, del Vaticano e della stessa città di Roma restarono molto incerti. Tanti gli episodi di quel braccio di ferro: la fuga di papa Pio IX, l'interregno della Repubblica Romana e la restaurazione papale con le armi del «traditore» Napoleone III. E, poi, ancora: la breccia di Porta Pia, il Sillabo, il Patto Gentiloni fino alla Marcia su Roma. In tutti quegli anni, numerosi protagonisti cercarono inutilmente di instaurare un dialogo tra lo Stato della Chiesa e la nuova Italia dei Savoia.
Poi, nel 1929, arrivarono finalmente i Patti Lateranensi, firmati nel Palazzo di San Giovanni in Laterano. Furono il frutto di un intenso lavoro di diplomazia, tra un «incidente» e l'altro, e vennero strutturati in tre parti: il Trattato vero e proprio (che istituiva la Città del Vaticano, una enclave in mezzo a Roma che prevedeva l'extraterritorialità delle basiliche di San Pietro e di San Giovanni in Laterano), il Concordato (che regolava i rapporti tra la Santa Sede e l'Italia) e l'accordo finanziario (che stabiliva un indennizzo a favore della Chiesa in seguito alla rinuncia a qualsiasi rivendicazione sul vecchio Stato Pontificio).
Mentre i giornali stranieri criticarono ampiamente la «santa alleanza», la stampa fascista celebrò l'apoteosi del duce. Lo stesso Pio XI definì Mussolini «uomo della Provvidenza», cancellando in un colpo solo il suo passato di mangiapreti socialista.
Fu davvero così? Qual è l'eredità di quei Patti considerati allora provvidenziali? E che cosa è rimasto, oggi, dello spirito del '29, anche dopo la revisione concordataria del 1984 voluta dal presidente del Consiglio Bettino Craxi? A novant'anni da quello storico accordo, il libro cerca di rispondere a tante domande, interrogandosi inoltre sul futuro dei rapporti tra libera Chiesa in libero Stato.
Domande frequenti
Informazioni
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- Quei Patti benedetti
- Premessa
- I. Quel «liberale» di Pio IX
- II. Il prete garibaldino
- III. «Morte all’imperatore!»
- IV. Tra Sillabo e frondisti
- V. O Roma o morte
- VI. L’ora di religione
- VII. «Non c’è trippa per gatti»
- VIII. Un sarto su misura
- IX. Cena di magro per il cardinale
- X. Il Novecento di Giolitti
- XI. Il compagno Benito
- XII. Il Patto Gentiloni
- XIII. Manovre della Chiesa
- XIV. Conversione di un mangiapreti
- XV. Il papa alpinista
- XVI. Il prete boy-scout
- XVII. La riforma Gentile
- XVIII. Religione e fascismo
- XIX. Matteotti e l’Aventino
- XX. L’ora del regime
- XXI. Trattative a oltranza
- XXII. Arrivano i Patti
- XXIII. Uomo della Provvidenza?
- XXIV. Il cardinale Richelieu dei Patti
- XXV. Guerra e pace
- XXVI. Un architetto di pace?
- XXVII. La Spada dell’Islam
- XXVIII. Quelle omelie mai pronunciate
- XXIX. La guerra di Pacelli
- XXX. I patti di Craxi
- Postfazione. di Gianfranco Ravasi
- Note
- Bibliografia
- Ringraziamenti
- Copyright