The perfect find
eBook - ePub

The perfect find

Tutto davvero è possibile

  1. 396 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

The perfect find

Tutto davvero è possibile

Dettagli del libro
Anteprima del libro
Indice dei contenuti
Citazioni

Informazioni sul libro

Jenna Jones, ex caporedattrice moda di «Darling» ed ex ragazza glamour, ha quarant'anni ed è alla disperata ricerca di una seconda possibilità: il fidanzato, con cui stava da una vita, l'ha piantata, e la rivista per cui ha lavorato per decenni l'ha licenziata. A venirle in soccorso, certo non disinteressato, è stata la sua storica rivale, Darcy Vale, che l'ha assunta a «StyleZine», un magazine di moda online dedicato allo street style.

Nulla di più semplice per lei che viene dal vero mondo fashion... o no? Presto Jenna si accorge che si tratta di un'impresa al di là della sua portata: circondata da millennials saputelli che hanno la metà dei suoi anni, non ha mai "twittato" o "postato" selfie su Instagram, non ha un soldo in banca ed è stata costretta a vendere il suo guardaroba di abiti firmati per pagarsi l'affitto.

Ma il peggio deve ancora succedere: il giovanissimo video-maker che le è stato assegnato la sta facendo letteralmente impazzire. Follemente sexy, con un sorriso che arriva diretto al cuore di Jenna (e non solo), Eric Combs è, tra le altre cose, il figlio di Darcy. Il che lo rende decisamente off-limits. Ma è anche decisamente troppo delizioso ed attraente per potergli resistere.

Domande frequenti

È semplicissimo: basta accedere alla sezione Account nelle Impostazioni e cliccare su "Annulla abbonamento". Dopo la cancellazione, l'abbonamento rimarrà attivo per il periodo rimanente già pagato. Per maggiori informazioni, clicca qui
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui
Entrambi i piani ti danno accesso illimitato alla libreria e a tutte le funzionalità di Perlego. Le uniche differenze sono il prezzo e il periodo di abbonamento: con il piano annuale risparmierai circa il 30% rispetto a 12 rate con quello mensile.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì, puoi accedere a The perfect find di Tia Williams, Enrica Budetta in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Letteratura e Donne ella narrativa. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2022
ISBN
9788835715436

1

www.stylezine.com
Just Jenna: Segreti di stile della nostra intrepida glambassador!
D.: “Ho avuto una serie di fidanzati terribili, ma ho appena conosciuto un tipo pazzesco che mi piace da morire. Il problema? Io sono alta uno e ottantacinque e lui uno e settantasette. Quando metto i tacchi a spillo lui sembra Kevin Hart e io mi sento Lurch. I kitten heels sono proprio pessimi?” – @LongTallSally1981
R.: Sì, tesoro, i kitten heels sono proprio pessimi. Sono accettabili solo se sei Michelle Obama o Carla Bruni, un tantinello più alta di tuo marito presidente, e non puoi assolutamente farlo sembrare un nano davanti al mondo intero. La Clausola Obama-Bruni. Un attimo che mi faccio dare il copyright…
Il fatto è questo. A me sembra che questo nuovo ragazzo ti piaccia parecchio. Concentrati sul brivido dell’amore nuovo. Non arriva quasi mai nella confezione che ci eravamo immaginate. Invece di nascondere un difetto immaginario, enfatizzalo. Lui sa che sei alta e la cosa gli piace. Dovrebbe piacere anche a te. Sfoggia i tacchi più vertiginosi che hai e osservalo mentre alza lo sguardo verso di te come se non volesse fare altro che scalare la tua montagna. Ti suggerirei i tronchetti con le borchie e il tacco a spillo di Giuseppe Zanotti. Molto aggressivi, quasi sadomaso. Praticamente appena usciti dalla Red Room. Roar.
Jenna Jones premette PUBBLICA, si appoggiò allo schienale della sua nuova poltrona davanti alla nuova scrivania negli uffici di StyleZine.com e sorrise tutta soddisfatta. Prese la cipria dalla trousse e si applicò di nuovo il gloss. Era il venerdì della sua prima settimana di lavoro in quel posto e il capo l’aspettava nel suo ufficio di lì a cinque minuti. Mentre si ravviava i ricci alla Flashdance si sentì più leggera. Sì, aveva un nodo allo stomaco, ma almeno aveva un’aria briosa.
Attraversò il loft in stile industriale dall’arredamento molto minimal che era suddiviso in una serie di cubicoli. C’era una parete tutta zebrata, il pavimento era d’acciaio e gli unici complementi d’arredo erano alcune chaise-longue color giallo banana e una stampa oversize di Marc Jacobs vestito da donna. Quel giorno il look di Jenna avrebbe potuto essere definito “Charlie’s Angel cerebrale” (fin dalle elementari aveva avvertito l’esigenza – che sfiorava l’ossessione – di trovare un nome per tutti gli outfit che le capitavano a tiro): una gonna a portafoglio di jeans vintage anni Settanta, una camicia da uomo con le maniche arrotolate e dei tacchi a spillo di sughero vertiginosi. Quella mattina, mentre si vestiva, si era sentita quasi sicura di sé, come la donna che era un tempo, prima che la sua vita andasse in frantumi. Prima che lei se la desse a gambe tornando nella casa dove era cresciuta, nella zona rurale della Virginia.
Stava cercando con tutta se stessa di integrarsi da “StyleZine”, un magazine di moda online dedicato allo street style, ma le mancava il mondo della carta stampata, dove si sentiva al sicuro. Le mancava la vita frenetica che faceva quando lavorava a “Darling”, dove era stata la caporedattrice moda per secoli, fino al suo mezzo crollo nervoso. Aveva nostalgia del bonus per l’acquisto di vestiti costosi, dei budget enormi per gli shooting fotografici e del tappeto di cavallino del suo ufficio (cavolo, quel tappeto era così bello!). Tipe sexy in stile “Cosmo”, stronzette algide uscite da “Vogue” e ragazze fisicatissime alla “Self”: quello era il suo mondo.
Quel mondo, però, con le socialite diplomate alla scuola di giornalismo della Columbia e un’estetica ultra-glamour, era ormai vecchio e praticamente in coma. Al giorno d’oggi, per essere considerata un’esperta di moda, non bisognava fare altro che decidere che lo si era. Qualunque ventenne sveglia dal look accattivante, con un account WordPress e un numero di follower sufficiente, poteva diventare una style insider molto rispettata. Le nuove leve erano riuscite a scalzare alcuni dei direttori delle riviste più importanti dalle prime file dell’evento di Gucci!
Jenna arrivò davanti all’ufficio del capo e Terry, una vice-redattrice, corse a intercettarla.
«Jenna, avrei dovuto avvisarti che Darcy è un po’ in ritardo. È solo colpa mia» disse. Terry era gli occhi e le orecchie dell’ufficio; una simpatica pettegola la cui missione era scoprire i fatti di tutti e che diceva sempre quello che pensava, spensieratamente e senza nessun filtro. La combinazione di quelle due caratteristiche la rendeva una calamita sociale e la persona che tutti volevano come alleata. Jenna aveva molto bisogno di un’amica in ufficio, ma fino a quel momento tutti i nuovi colleghi l’avevano guardata con cortese diffidenza e una leggera aria di superiorità.
Jenna era determinata a ingraziarsela, se ciò fosse servito a renderla innocua.
«Nessun problema» le disse. Terry portava una tuta color rosso ciliegia che le lasciava la schiena scoperta, un paio di Reebok alte stile vintage e il rossetto nero. La parte dei capelli biondo fragola che non era rasata era raccolta in uno stretto chignon. Jenna etichettò mentalmente la mise di Terry come “Lolita versione sportiva”.
«La tua tuta è favolosa» riprese Jenna. «Kenzo? Sono sempre stata una fan di Kenzo.»
“Smettila di fare tutte queste moine” pensò. “Le ventenni del mondo della moda sono bravissime a fiutare la paura. Dovresti saperlo, visto che un tempo eri una di loro.”
«Sì, Kenzo non è male per niente, ma è decisamente troppo costoso.» Terry era multitasking e scrollava il telefono mentre chiacchierava. «Cioè, insomma, è un capo sportivo, dico io. Ma me l’hanno dato gratis. Ho solo dovuto postare un selfie su IG con questo addosso e l’hashtag #OOTD. Sai come vanno queste cose, no?»
«Assolutamente» rispose Jenna. Non sapeva come andavano quelle cose e non aveva mai sentito parlare di #OOTD.
«E a proposito di #OOTD, hai fotografato il tuo outfit di oggi? Dovresti. È un look assolutamente inedito per una persona che lavora da “StyleZine”. Ci stai dando un assaggio di realtà con il tuo stile da adulta con i piedi ben piantati per terra. Sei davvero impeccabile.» Terry lo disse con un pizzico di condiscendenza quasi impercettibile. A Jenna non era sfuggito che in quell’ufficio di millennial scombinati ad arte dallo stile punky-funky-urban, lei spiccava perché era un po’ troppo… sofisticata. «Carolina Herrera?»
«Che occhio!» Il suo outfit non era di Carolina Herrera. Non era neanche di Old Navy. Prima che Terry facesse altre domande, però, decise di cambiare argomento. «Volevo dirti che la tua pagina Instagram è veramente pazzesca.»
Jenna aveva fatto un po’ di ricerche sul nuovo lavoro e aveva esaminato gli account Instagram di tutti i redattori di “StyleZine”, che avevano tutti un botto di follower.
«Davvero? Grazie.»
«C’è una tua foto con un gilè di pelliccia bianca e… oh!» Jenna si mise una mano sul cuore. «Con quei capelli biondo platino e quei leggings con la stampa animalier? Mi ha ricordato una foto di copertina scattata durante un servizio che ho fatto in Alaska nel 2000 con Karolina Kurkova. C’erano gli igloo e le tigri bianche finte. Davvero incredibile! Voi due sembrate gemelle.»
«Non l’ho mai sentita nominare».
«Karolina? Era una supermodella ceca.»
«Ohhh già, ho qualche vago ricordo del periodo blocco dell’Est. Io ero, tipo, in seconda elementare e avevo la mania di ritagliare le riviste di moda di mia madre per fare i collage. Tutte le modelle erano pallide, allampanate e sembravano sempre incazzate nere.» Ridacchiò. «Chernobyl chic.»
«Chernobyl chic, che risate» commentò Jenna. Le riviste di sua madre? La seconda elementare?
Il telefono di Terry vibrò e lei abbassò lo sguardo e sbuffò.
«Argh, è Kevin, voglio morire. È così banale, con quel suo smalto nero e quella sua polisessualità generica. Bello mio, sei un ex studentello del liceo e un ex giocatore di lacrosse di Myrtle Beach; non sei un tipo pericoloso. Vabbè, ho deciso che lo mollo dopo il concerto di Watch the Throne
Jenna si schiarì la voce e tentò un altro approccio. «E insomma, sono rimasta molto colpita dalla qualità delle tue foto. Sembrano professionali.»
«Sono la regina dei filtri» disse Terry. «Com’è il tuo Instagram?»
«Non ce l’ho. Cioè, non ancora.»
Terry rimase a bocca aperta. «Ma è il 2012! Non sei su IG? Non so se è punk rock o assolutamente disfunzionale.»
«A dire il vero sono solo una frana a fare le foto.» La verità? Durante il suo anno sabbatico, che era stato innaffiato da un diluvio di lacrime, Jenna aveva rifiutato la tecnologia e si era completamente persa la rivoluzione social. «Non mi sono fatta mai neanche un selfie!»
«Be’, è un’arte. E se qualcuno ti dice il contrario non ci credere.»
«Domanda. Se un altro scatta la foto al posto tuo, si chiama “self-helpie”? Sì, insomma, perché c’è qualcuno che ti sta aiutando.»
Non appena quel tentativo di battuta le fu uscito di bocca, si rese conto di quanto era stupido.
«Uhm… no» rispose Terry lentamente, come se stesse parlando a un bambino.
«Ma certo, lo so» ridacchiò Jenna. «Ovvio.»
Perché in quell’ufficio non riusciva a mostrare la sua personalità e sembrava sempre così strana? Per tutta la settimana si era fatta scudo del suo passato e aveva pregato che nessuno si accorgesse che stava cercando di infinocchiare tutti con quell’aspetto fintamente sofisticato. Persino il suo outfit era falso, cosa che, per una che in teoria era un’esperta di stile, era inconcepibile. Carolina Herrera? Ma per favore.
“Sono una quarantenne con addosso una camicia da quattro dollari e novantanove di Wet Seal, perché ho venduto tutti i miei vestiti firmati per potermi trasferire di nuovo in città e in banca ho giusto quello che mi basta per pagare l’affitto alla fine del mese, e in questo momento considererei American Eagle un lusso. Sono una ex ragazza glamour che spera nessuno si accorga della piccola macchia che ha sulla gonna, una macchia che non so neanche da dove provenga, visto che la gonna l’ho presa a una svendita nel mio nuovo quartiere, una parte di Brooklyn che è solo un abbozzo, dove condivido l’isolato con un KFC e un salone di bellezza chiamato Arriccia e Spiccia. Sono una donna adulta con addosso un paio di scarpe del ’74 che ha rubato dall’armadio della madre.”
Terry le lanciò un’occhiata compassionevole e poi sussurrò: «Solo per essere chiari… stavi scherzando con quella storia del self-helpie, vero?».
«Era solo una battuta stupida.»
«Ah! Sei, tipo, così seriosa che un po’ mi metti in imbarazzo!» Lo disse tutta allegra, senza un briciolo di cattiveria. «Fa sempre strano essere quella nuova. Rilassati e basta.»
«Grazie» disse Jenna facendole un sorrisetto. «Non ho ancora preso il caffè. Non dovrei mai tentare di fare una battuta prima di mezzogiorno.»
Terry abbassò la voce. «Sei nervosa perché lavori per Darcy? Non esserlo. Voglio dire, abbiamo tutti paura di lei, ma voi siete, tipo, coetanee, perciò probabilmente con te ci andrà piano.»
Darcy era l’amministratore delegato di Belladonna Media, la media company digitale proprietaria di “StyleZine” e di altri otto magazine online femminili di grande successo. Era famosa per essere una stronza senza ritegno.
«È un tipo veramente spaventoso» continuò Terry sussurrando. «Il mese scorso mi ha chiesto di non venire al lavoro per una settimana e mi ha lasciato senza stipendio perché avevo mangiato del sushi avariato da Chuko e mi era venuto uno sfogo in faccia. Mi ha detto che quando mi guardava le veniva da vomitare.»
«Darcy è così» commentò Jenna alzando gli occhi al cielo. «Ma non ho paura di lei. La conosco da quando facevamo entrambe le assistenti editoriali. Quando la guardo, vedo una venticinquenne vestita come la frontwoman di una band fusion ska/hip hop.»
«Io ero molto più figa di Gwen Stefani» disse una voce roca e feroce alle sue spalle.
Terry sbiancò. Jenna si girò e vide Darcy, che se ne stava lì con le mani sui fianchi.
«Ehi, Darcy!» esclamò.
«Be’, ecco qui la santa patrona delle aspiranti fashioniste della provincia profonda» disse la CEO, che sembrava un elfo. Era alta solo un metro e cinquanta, ma aveva una presenza imponente. Con i suoi enormi occhi color nocciola sempre intenti a giudicare (e che non sembravano mai particolarmente colpiti da ciò che vedevano), il corpo in miniatura perfetto e la voce arrochita da fumatrice per colpa della quale sembrava sempre che si fosse appena svegliata, era una di quelle donne ipnotiche di cui gli uomini non riuscivano mai a fare a meno senza neanche capire perché.
Darcy si concentrò su Terry. «Dobbiamo parlare, tesoro. Il tuo post su quella bionda che indossa la blusa morbida con la stampa etnica di Giambattista Valli? Ha uno stile pazzesco, ma sembra il sindaco Bloomberg. Qui di ragazze brutte non ne vogliamo. Ci serve che le nostri lettrici muoiano dalla voglia di assomigliare a quelle tipe, altrimenti perdiamo traffico, inserzionisti e il nostro lavoro. Sveglia!» Le batté due volte le mani sotto il naso. «Mitchell è un photo editor di grande esperienza, ma che gli è saltato in mente? Quel f...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. The Perfect Find
  4. 1
  5. 2
  6. 3
  7. 4
  8. 5
  9. 6
  10. 7
  11. 8
  12. 9
  13. 10
  14. 11
  15. 12
  16. 13
  17. 14
  18. 15
  19. 16
  20. 17
  21. 18
  22. 19
  23. 20
  24. 21
  25. 22
  26. 23
  27. 24
  28. 25
  29. 26
  30. 27
  31. 28
  32. 29
  33. 30
  34. 31
  35. 32
  36. Ringraziamenti
  37. Copyright