Giocatori d'azzardo
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Giocatori d'azzardo

Storia di Enzo Paroli, l'antifascista che salvò il giornalista di Mussolini

  1. 216 pagine
  2. Italian
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Storia di Enzo Paroli, l'antifascista che salvò il giornalista di Mussolini

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Brescia, novembre 1945. L'avvocato Enzo Paroli, socialista e antifascista, incontra nell'affollato carcere di Canton Mombello il detenuto Telesio Interlandi, accusato di «collaborazionismo» con l'invasore nazista. Interlandi non è un giornalista qualunque, per l'intero Ventennio è stato il ventriloquo di Mussolini. E lo ha seguito anche a Salò. Stanco, provato, è terrorizzato all'idea di affrontare in un'aula di tribunale la responsabilità di essere stato uno dei simboli del regime: il direttore del quotidiano oltranzista «Il Tevere» e della «Difesa della razza», la rivista fondata nel 1938 allo scopo di condurre la campagna antisemita e spianare la strada alle leggi razziali.

Paroli è incerto, consapevole del rischio e dell'azzardo che comporta assumere la difesa di un fascista nient'affatto pentito, di un giornalista che sul razzismo ha costruito la propria fortuna non soltanto economica, di un intellettuale «scomodo», spesso inviso ai gerarchi del partito ma sempre protetto e generosamente finanziato da Mussolini. Eppure, alla fine, Paroli accetta la missione. Anzi, approfittando dell'inspiegabile quanto rocambolesca scarcerazione del prigioniero, decide di nasconderlo insieme alla sua famiglia nella propria abitazione per oltre otto mesi, fino all'archiviazione del caso.

Che cosa spinge uno stimato avvocato a mettere a repentaglio la propria carriera per sottrarre un latitante alla giustizia? Che cosa vede in quell'uomo braccato dalle sue stesse colpe? Uno sconfitto, certo, un vinto che si è ritrovato dalla parte sbagliata della Storia, ma che proprio per questo merita di essere difeso, e magari salvato dalle raffiche di mitra di qualche improvvisato giustiziere. Ispirato da un sentimento di pietas, il gesto di Paroli è un atto di umanità, di solidarietà che scardina le linee divisorie, le cortine di ferro e i muri, anche se nulla ha a che fare con il perdono.

Molti anni dopo, la vicenda finirà per catturare l'interesse di Leonardo Sciascia che alla «fraternità umana» di Paroli e al suo gesto «eroico» voleva dedicare un libro. Ancora oggi, in un Paese che non ha fatto fino in fondo i conti con la propria storia, la figura di questo avvocato merita di essere sottratta all'oblio.

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2022
ISBN
9788835714224

Inserto fotografico

Un’immagine dell’avvocato Enzo Paroli qualche anno prima della morte, avvenuta nel novembre del 1966.
Un’immagine dell’avvocato Enzo Paroli qualche anno prima della morte, avvenuta nel novembre del 1966.
Brescia, 1941. Ercole Paroli (il primo da sinistra, in alto) e il figlio Enzo (il quarto da sinistra, nella fila in basso) durante la festa per le sue nozze d’oro con la toga da avvocato.
Brescia, 1941. Ercole Paroli (il primo da sinistra, in alto) e il figlio Enzo (il quarto da sinistra, nella fila in basso) durante la festa per le sue nozze d’oro con la toga da avvocato.
Brescia, 1938. Il federale di Brescia Giovanni Comini (il secondo da sinistra in borghese) con Cecilia Paroli Castelletti, sorella di Enzo, nata dal secondo matrimonio di Ercole Paroli. Grazie all’amicizia con Comini, che per volontà di Mussolini divenne il «custode» di Gabriele d’Annunzio al Vittoriale per evitare iniziative scomode per il regime, Cecilia riuscì a impedire la deportazione di membri socialisti e antifascisti della famiglia Paroli.
Brescia, 1938. Il federale di Brescia Giovanni Comini (il secondo da sinistra in borghese) con Cecilia Paroli Castelletti, sorella di Enzo, nata dal secondo matrimonio di Ercole Paroli. Grazie all’amicizia con Comini, che per volontà di Mussolini divenne il «custode» di Gabriele d’Annunzio al Vittoriale per evitare iniziative scomode per il regime, Cecilia riuscì a impedire la deportazione di membri socialisti e antifascisti della famiglia Paroli.
Enzo Paroli in divisa da aviatore (il secondo da destra) al Vittoriale, con la moglie Egle (la prima da sinistra) e il figlio adottivo Stefano.
Enzo Paroli in divisa da aviatore (il secondo da destra) al Vittoriale, con la moglie Egle (la prima da sinistra) e il figlio adottivo Stefano.
Bordighera, 1939. Ercole Paroli con il nipote Stefano (figlio adottivo di Enzo) che ricevette in casa la famiglia Interlandi nel novembre del 1945 e che nel febbraio del 1989 incontrerà Sciascia nello studio di via Crispi a Brescia.
Bordighera, 1939. Ercole Paroli con il nipote Stefano (figlio adottivo di Enzo) che ricevette in casa la famiglia Interlandi nel novembre del 1945 e che nel febbraio del 1989 incontrerà Sciascia nello studio di via Crispi a Brescia.
La lettera di Telesio Interlandi indirizzata dal carcere di Forte Boccea al maresciallo Badoglio il 6 agosto 1943, pochi giorni dopo l’arresto del giornalista avvenuto il 26 luglio. Si tratta di un documento inedito di rilevante importanza perché, scritto a ridosso della caduta del regime, mostra aspetti inesplorati della psicologia di Interlandi che poi diverranno punti cardine della sua linea di difesa.
La lettera di Telesio Interlandi indirizzata dal carcere di Forte Boccea al maresciallo Badoglio il 6 agosto 1943, pochi giorni dopo l’arresto del giornalista avvenuto il 26 luglio. Si tratta di un documento inedito di rilevante importanza perché, scritto a ridosso della caduta del regime, mostra aspetti inesplorati della psicologia di Interlandi che poi diverranno punti cardine della sua linea di difesa.
I falsi documenti di identità intestati a Tommaso Incardona (Telesio Interlandi), alla moglie Maria Nobile e al figlio Cesare Incardona (Cesare Interlandi) rilasciati il 12 giugno 1944 per ordine del podestà di Brescia e su intercessione del prefetto Innocente Dugnani. A tutti e tre i documenti manca la firma dei titolari.
I falsi documenti di identità intestati a Tommaso Incardona (Telesio Interlandi), alla moglie Maria Nobile e al figlio Cesare Incardona (Cesare Interlandi) rilasciati il 12 giugno 1944 per ordine del podestà di Brescia e su intercessione del prefetto Innocente Dugnani. A tutti e tre i documenti manca la firma dei titolari.
Il documento originale con cui l’avvocato Enzo Paroli chiese alla procura generale presso la Corte d’assise straordinaria di Brescia, l’8 febbraio 1946, l’archiviazione delle accuse di collaborazionismo per Telesio Interlandi.
Il documento originale con cui l’avvocato Enzo Paroli chiese alla procura generale presso la Corte d’assise straordinaria di Brescia, l’8 febbraio 1946, l’archiviazione delle accuse di collaborazionismo per Telesio Interlandi.
Una rara immagine delle famiglie Paroli e Interlandi riunite attorno al tavolo di un ristorante (probabilmente a Brescia negli anni Cinquanta). Primo da sinistra, l’avvocato Enzo, e in senso orario: la moglie Egle, Maria Nobile, moglie di Interlandi, Milene Cominelli, moglie di Cesare Interlandi, e Telesio Interlandi.
Una rara immagine delle famiglie Paroli e Interlandi riunite attorno al tavolo di un ristorante (probabilmente a Brescia negli anni Cinquanta). Primo da sinistra, l’avvocato Enzo, e in senso orario: la moglie Egle, Maria Nobile, moglie di Interlandi, Milene Cominelli, moglie di Cesare Interlandi, e Telesio Interlandi.
Un primo piano di Stefano Paroli e di Leonardo Sciascia durante il lungo incontro in cui lo scrittore conobbe i dettagli della storia.
Un primo piano di Stefano Paroli e di Leonardo Sciascia durante il lungo incontro in cui lo scrittore conobbe i dettagli della storia.
Veduta della elegante villa abitata da Enzo Paroli in via Oriani a Brescia al momento del caso Interlandi.
Veduta della elegante villa abitata da Enzo Paroli in via Oriani a Brescia al momento del caso Interlandi.
La villa di Telesio Interlandi sulla sommità di Capo Sant’Andrea a Taormina. Il promontorio si affaccia sull’Isola Bella.
La villa di Telesio Interlandi sulla sommità di Capo Sant’Andrea a Taormina. Il promontorio si affaccia sull’Isola Bella.

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. GIOCATORI D’AZZARDO
  4. Premessa
  5. I. Il bianco e il nero
  6. II. La visita
  7. III. La singolare avventura
  8. IV. Una vita in sintesi
  9. V. Le carte ritrovate
  10. VI. Infezione e scarcerazione
  11. VII. La prigione di Canton Mombello
  12. VIII. Un salvatore incompreso
  13. IX. Scarcerato a sua insaputa
  14. X. Due sparizioni clamorose
  15. XI. Vecchi e giovani
  16. XII. Perché lo fa?
  17. XIII. La convivenza
  18. XIV. Caccia all’evaso
  19. XV. Telesio e gli altri
  20. XVI. Un fascista controcorrente
  21. XVII. Quel che il magistrato non sa
  22. XVIII. Le prove dei pagamenti
  23. XIX. Il suggeritore
  24. XX. Da Candrilli alla Sorlini
  25. XXI. Il colpo di fulmine con Angiolina
  26. XXII. Il commiato e la nuova vita
  27. XXIII. Il mondo oltre le grate
  28. XXIV. «Il vero italiano sa odiare»
  29. XXV. Il nemico invisibile
  30. XXVI. La paga del soldato
  31. XXVII. De reditu (separazione e ritorno a Roma)
  32. XXVIII. L’odissea tra i tribunali
  33. XXIX. Il conto dei profitti
  34. XXX. La traversata nel deserto
  35. XXXI. Paroli dopo Paroli
  36. XXXII. Vita da Perry Mason
  37. XXXIII. Gita a Taormina
  38. XXXIV. La pietà di Sciascia
  39. Genesi e ringraziamenti
  40. Fonti
  41. Bibliografia ragionata
  42. Referenze iconografiche
  43. Inserto fotografico
  44. Copyright