La via della medicina shaolin
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La via della medicina shaolin

Meditazione chan, arti marziali e medicina tradizionale cinese

  1. 208 pagine
  2. Italian
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La via della medicina shaolin

Meditazione chan, arti marziali e medicina tradizionale cinese

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Una sintesi tra la filosofia del Buddhismo, arti marziali e medicina tradizionale cinese è il Tempio di Shaolin, in Cina, culla della filosofia chan e luogo sacro del Kung Fu: gli esercizi e gli allenamenti Shaolin sono da millenni alla base del benessere ottenuto attraverso la pratica della meditazione, delle arti marziali e l'osservanza degli insegnamenti della medicina tradizionale cinese qui illustrata nei suoi fondamenti culturali, nei suoi principi basilari e nelle sue pratiche. Un bagaglio di conoscenze prezioso soprattutto nel nostro mondo frenetico e stressante, finalmente alla portata di tutti e senza misteri.

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2018
ISBN
9788852090240
Parte terza

LA MEDICINA SHAOLIN

I benefici della meditazione

La meditazione è uno dei metodi di allenamento dei monaci: si chiudono gli occhi, ci si siede incrociando le gambe, si regola il proprio respiro, si mettono le mani in determinate posizioni e non si pensa a niente.
Viene indicata con diversi nomi, come Pan Zuo (
), che significa sedersi a gambe incrociate, e Jing Zuo (
), sedersi in quiete. Nel Buddhismo è chiamata Chan Zuo (
), ossia seduta Chan, oppure Chan Ding (
), imperturbabilità del Chan.
Se praticata con regolarità, la meditazione aiuta il mantenimento della buona salute, favorisce la longevità e può accrescere l’intelligenza e la saggezza di una persona.
Inoltre, contribuisce a risolvere problematiche fisiche – come neurastenia (esaurimento nervoso), insonnia, amnesia, infiammazioni, raffreddore, emicrania, vertigini, pallore, anemia, problemi digestivi, eccessiva magrezza, debolezza fisica, ecc. – e psicologiche, quali rabbia, tristezza, depressione, paura, avidità, arroganza, ecc.
— Se si vuole migliorare la salute, bisogna equilibrare il movimento del corpo e della mente, aumentando l’allenamento fisico quotidiano e soprattutto calmando la mente.
— Lo squilibro nell’utilizzo del corpo e della mente determina la vulnerabilità alle malattie esterne.
Nelle arti marziali tradizionali cinesi, la meditazione rappresenta un percorso per allenare il Nei Gong (
, il Kung Fu interno), migliorare il carattere e la mente e aumentare il proprio Yi (
, intenzione/volontà).
La particolarità della meditazione è la quiete.
— La quiete prolungata nel tempo porta all’imperturbabilità, il muoversi prolungato nel tempo porta alla stanchezza.
Come poi vedremo più nel dettaglio, può essere praticata adottando una seduta naturale, singola oppure doppia.
Dopo la meditazione, è bene allungare i tendini e sgranchire le ossa, e poi effettuare dei movimenti, come allenare una forma, a mani nude o con un’arma, praticare un automassaggio, ecc. In questo modo si ottiene l’unione di dinamismo e staticità.
Per imparare a meditare correttamente ci vuole pazienza. All’inizio è normale sentirsi nervosi o annoiati, avere le gambe addormentate e non riuscire a concentrarsi. Dopo un po’ di tempo, si potrà raggiungere facilmente la concentrazione, scoprire l’entusiasmo nelle cose, fino ad avere addirittura la sensazione di esserne diventati dipendenti, e non si vorrà più smettere di praticarla.
Il benessere dato dalla meditazione è talmente particolare che non può essere paragonato a nessun’altra cosa al mondo.
Ed è una tecnica adatta a tutti: professori, studenti, commercianti, impiegati, operai, monaci e contadini. Se si fa un lavoro faticoso, oppure si usa troppo il cervello, che comporta spossatezza oltre che demotivazione, basta meditare per mezz’ora per recuperare le energie.
— Nella vita moderna c’è un eccesso di staticità (sedentarietà), mentre la mente lavora in eccesso (anche la notte quando si sogna), spesso per cose superflue.
Di conseguenza, nel corpo la calma prevale sul movimento, invece nella mente il movimento prevale sulla calma.
Inoltre, la meditazione serve per approfondire la conoscenza della cultura buddhista. Bisogna riepilogare nella propria mente ciò che si è imparato su di essa e riflettere sui problemi incontrati durante il giorno, verificando, ora nella calma, se la risposta data sia ancora valida. Se il livello di comprensione non è uguale a quello precedente, occorre valutare l’intendimento attuale, quindi, dopo aver approfondito la questione, ripensarlo nella calma e individuare la nuova soluzione, confrontandola con quella precedente, per poi procedere analogamente a cascata, riconsiderando la soluzione trovata, confrontandola di nuovo con la precedente, e così via.
In questo continuo processo di svisceramento, di confronto e di ricerca, si arriva a un livello man mano più profondo del (
consapevolezza), per cui ci si avvicina sempre di più alla «perfezione». (Occorre però considerare anche che, durante la meditazione, bisogna tendere a non far nascere pensieri inutili, in quanto, in tal caso, è più facile deviare dalla corretta conoscenza di ciò che si è appreso.)
— Per chi conosce solamente il movimento fisico, lavorare è il movimento e il riposo è la calma. Per chi conosce il movimento della mente, pensare è il movimento e non pensare è la quiete.
Elenchiamo ora le posizioni più comunemente adottate nella meditazione seduta.
1. Jiao Jiao Pan (
, sedersi con le gambe incrociate) o San Pan (
, incrocio libero o seduta libera): il praticante siede su un cuscino, o meglio su un Pu Tuan (
) con la schiena diritta, incrocia le gambe in modo naturale, cioè con il tallone sinistro attaccato al corpo, in direzione del punto Hui Yin (
, il perineo), e il tallone destro appoggiato al lato esterno del polpaccio sinistro; le braccia riposano ai lati del corpo.
All’inizio può comportare dolori alle gambe, perché i tendini degli arti inferiori sono rigidi, interferendo negativamente sulla meditazione. Quindi è bene seguire il principio della gradualità, cioè allenare gli arti poco per volta, anche se, durante questa fase di allenamento, il praticante inesperto deve esercitare un minimo di resistenza, può però scambiare l’incrocio delle gambe per allenarle tutte e due.
2. Dan Jia Fu (
, incrocio singolo o seduta singola): piegare una gamba (per esempio, la sinistra) e portarla verso Hui Yin; poi mettere il piede destro sulla coscia sinistra. Anche in questo caso si può scambiare l’incrocio delle gambe.
3. Shuang Jia Fu (
, incrocio doppio o seduta doppia): mettere il piede sinistro sulla coscia destra, quindi posizionare il piede destro sulla coscia sinistra. Questo modo di incrociare le gambe è detto incrocio Jin Gang (
, utilizzato dai maschi). Si può anche posizionare il piede destro sulla coscia sinistra e poi il piede sinistro sulla coscia destra. Questo è detto incrocio Ruyi (
, utilizzato dalle donne). In alcune tradizioni, indipendentemente dal sesso del praticante, si usa sempre l’incrocio Jin Gang. Comunque, ognuno segua quello che gli è stato insegnato dal proprio Maestro.
Con lo Shuang Jia Fu (incrocio doppio) si ottiene un baricentro stabile, che aiuta il corpo a rilassarsi e a stare per lungo tempo in posizione seduta. Inoltre, questo modo di incrociare le gambe comporta la diminuzione della velocità della circolazione del sangue, con il relativo rallentamento delle attività fisiologiche, aumento della staticità ...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. La via della medicina shaolin
  4. Prefazione
  5. Introduzione
  6. Parte prima. I «TRE TESORI»: CHAN, WǓ E YI
  7. Parte seconda. IL TEMPIO DI SHAOLIN
  8. Parte terza. LA MEDICINA SHAOLIN
  9. Glossario
  10. Ringraziamenti
  11. Biografia dell’autore
  12. Inserto fotografico
  13. Copyright