Sincope
eBook - ePub

Sincope

  1. 88 pagine
  2. Italian
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  4. Disponibile su iOS e Android
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Informazioni sul libro

Dalle precedenti raccolte di Roberta Dapunt abbiamo imparato a conoscere la vita del maso, i gesti ancestrali della sua gente e degli animali, e poi i silenzi della malattia, lo svanire della mente nell'Alzheimer eppure la capacità di resistenza della vita nella relazione fra persone legate fra loro dalla forza dei luoghi e degli affetti. Una poesia in direzione del sacro, cercato nelle piccole cose, ma anche inquieta, in costante tensione fra armonia e dissonanze. Nella nuova raccolta la spinta verso l'inquietudine è decisamente più forte. Il tono compassato lascia il posto a un'agitazione interiore, i segni senza tempo della natura non danno piú stabilità. Qui parla soprattutto il corpo: le alterazioni degli equilibri, le emozioni non controllate hanno sempre una corrispondenza fisica. Come nella poesia intitolata Epistassi il sangue «esce e finisce in terra», «Cosí anche il resto di me che cade, si rivolge al suolo questo corpo, | facile orizzonte davanti a me». Non solo premonizione, la morte è un tema che attraversa il libro in forma di pulsione e si condensa nella sezione Estinti: apparentemente opposta ma in realtà complementare a quella dedicata agli Istinti.

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Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2018
ISBN
9788858428108
Argomento
Littérature
Categoria
Poésie

estinti

il nero

È talmente nero qui sotto,
da poter sentire soltanto i tuoi passi
sopra il mio sguardo spento.

giorno lontano

Cosa dire delle vostre ultime porte,
che da lí soli siete entrati.
Le rosse candele. Il tintinnio dell’acquasantiera,
al quale voi non date risposta.
Cosa dire dei vostri sguardi, stinti per tempo e distanza.
La dimenticanza del giorno che il mondo sentí
il vostro primo pianto, genti felici, cresciute e finite.
Cosa pensare delle vostre vite.
Non è forse un gesto contorto chiedere a voi di ricordarci?
Dentro il cappotto mi consuma un cuore che batte convulso.
Giorno lontano. Invidio il vostro riposo unici, irripetibili morti.

epitaffio I, oppure del corpo solo

Due finestre e la porta, sta socchiusa,
ferita aperta sul tuo corpo in una bara.
E lí, sotto al tuo orizzonte lasciato,
l’acquasantiera a dirti ogni volta un saluto,
benché poche le volte a te corpo solo.
E sei dunque in questo luogo,
mia deposizione spopolata,
pietà deserta con reliquiario ai lati.
Ti fanno esse assurda veglia,
le ossa di due nomi forestieri,
Sancti Placidi et Abundanti,
compagni sconosciuti di ultima fermata.

epitaffio II in febbraio, oppure del nostro nome

Noi, che sappiamo i nostri nomi,
cosa porta un nome soltanto, solamente il nome
di chi sta lí dentro alla propria immagine.
In questo scatto le nostre vite, ognuna di esse
deposta in uno sguardo, che chiamiamo per nome.
Seppure lí dietro di noi, l’inevitabile riassunto
di chi siamo stati, il merito ora, compresso
dentro all’unica immagine scelta per amore o per altro.

epitaffio III, oppure del rammarico

Qui, in fondo ai giorni, vicino alle cose non dette,
nei suoni divisi tra una lingua e ormai il pensiero,
inesorabile provvedimento, vi è sepolto il mio finito corpo.
Cosí tanto ho cercato di non dar tono a veduta e presunzione,
in vita il silenzio mi è stato miglior amico.
Ma ora sí che avrei da dirvi, raccontarvi, urlarvi addosso
la condizione di un isolato io.

epitaffio IV in novembre

Quanto volte hai insistito in questo silenzio, senza raggiungerlo?
Quanto volte Tutti i Santi, dentro alla neve i fiori, la loro porpora.
E ora, la tua morte è venuta a spartire con gli altri,
cosí come le Eriche dai fiori riuniti, il cimitero.

epitaffio V in maggio

Avvicinati, tu che stai in piedi e tutto intorno hai l’aria,
il suo profumo di viole piantate sopra il mio volto.
Tra le mie mani le loro radici, intorno
e il buio tra le dita che tu non puoi vedere.

versi in tre giorni

Finito corpo, povero amante, mia nostalgia terribile,
ti guardo sudato paesaggio e mi sei raccolto incolore.
La spenta carne ha un suono debole,
seppure cosí anche tremante il campo alle prime erbe, lo preferisco.
Fioriranno i fiori dopo? E dove in questa castità compressa.
La neve di marzo, il mio sangue di vite incolta.
Arido sapermi. In tutto mi riconosco
tranne che nel tuo corpo risorto.

epitaffio VI in giugno, oppure del pensiero altrove

È tremore di terra il tuo sguardo sulle viole appassite,
purpurei affetti che scordano gli inverni,
ogni volta che tu mano cara, il ginocchio flesso,
mi poni col pensiero altrove.

epitaffio VII

Guardami. Osserva, rivolgimi il pensiero,
a me che sono tomba incolta, erbe povere le mie,
di sentimenti e la dimenticanza.
Spassionata figura sono stata, donna dagli occhi senza contenuto,
abbandonata bottiglia e nemmeno un bicchiere.

versi per una sepoltura

Non ho provato il sapore dell’acquasanta. Non lo farò,
finché cesserà il mio respiro e non avrò possibilità di scampo.
E quando mi metteranno lí, in una cassa profondamente,
sarà mia pena capitale, tra le tibie incrociate e un teschio impersonale,
aspettare ogni volta l’acquasanta.
A bocca aperta sazierò l’irrevocabile sete.

epitaffio che verrà...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. SINCOPE
  4. della carne e della lingua
  5. delle solitudini I
  6. «L’infanzia»
  7. la testa
  8. epistassi
  9. del corpo I
  10. Fego
  11. Cegni, oppure la giusta intonazione
  12. dell’ascolto e della mia poesia
  13. «All’atto di coscienza»
  14. «I fiumi del vino»
  15. a Pieve
  16. morte di Sandro Pittin
  17. «A Dosoledo»
  18. «Tu Comelico»
  19. poesia per Anna
  20. «Cosí dice il Signore»
  21. vultus
  22. «Tessitura di sagre la nostra vita»
  23. versi all’amico poeta
  24. della lingua I, oppure dei versi troppo lunghi
  25. della lingua II, oppure dei non versi
  26. della lingua III, e della gratitudine interiore
  27. su di me
  28. «Lontana sono dal mondo»
  29. del vivere consueto
  30. io sono il tuo luogo
  31. del corpo II
  32. de anima
  33. lettera di componimento alla morte
  34. la sacra conversazione, oppure tra me e Marcello Fera
  35. il ventre della poeta
  36. dell’infecondo agire
  37. sincope I
  38. sincope II
  39. metamorfosi
  40. la pelle di Aldo
  41. il Santo
  42. «Mi piace la donna di Kubin»
  43. il vestito di Angelina
  44. versi in virtú della pietà
  45. il profilo della polvere
  46. «Sediamo»
  47. delle solitudini II
  48. «Amico mio»
  49. istinti
  50. estinti
  51. Il libro
  52. L’autrice
  53. Della stessa autrice
  54. Copyright