I bambini di Moshe
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I bambini di Moshe

  1. 408 pagine
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I bambini di Moshe

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Sergio Luzzatto racconta qui l'avventura di un numero sorprendente di bambini ebrei, scampati alla Soluzione finale e rifugiati nell'Italia della Liberazione: circa settecento giovanissimi polacchi, ungheresi, russi, romeni, profughi dopo il 1945 tra le montagne di Selvino, nella Bergamasca. E racconta l'avventura di Moshe Zeiri, il formidabile ebreo galiziano che, ponendosi alla guida dei bambini salvati, consentirà loro di rinascere da cittadini del nuovo Israele. Questa è la storia di una redenzione. Tragicamente privati di una famiglia, di una casa, di una lingua, irreparabilmente derubati di ogni loro passato, gli orfani della Shoah vedono dischiudersi, grazie agli emissari sionisti, la prospettiva di un futuro nella Terra promessa: un futuro da costruire tutti insieme, maschi e femmine, come in una grande famiglia riunita in un «kibbutz Selvino». I bambini di Moshe sono orfani della Shoah rinati alla vita nell'Italia della Liberazione. Sono giovanissimi ebrei d'Europa centrale e orientale sfuggiti allo sterminio nazista, che nel 1945 hanno incontrato un uomo come Moshe Zeiri: il militante sionista che fondò e diresse a Selvino, nella Bergamasca, l'orfanotrofio piú importante dell'Europa postbellica. Falegname per formazione, teatrante per vocazione, Moshe faceva parte di un piccolo gruppo di ebrei a loro volta originari dell'Europa centro-orientale. Giovani immigrati in Palestina negli anni Trenta, che fra il 1944 e il 1945 hanno risalito l'Italia come soldati volontari nel Genio britannico, per cercare di salvare il salvabile. Se non il loro «mondo di ieri», la civiltà yiddish irrimediabilmente distrutta, almeno gli ultimi resti del popolo sterminato. Dopo il drammatico suo incontro con i bambini sopravvissuti, Moshe Zeiri li organizza a Selvino in una specie di repubblica degli orfani, e attraverso l'educazione sionistica li prepara a una seconda vita. Non piú la vita rassegnata delle vittime, «laggiú», nelle terre di sangue della Soluzione finale, ma la vita libera e forte dei coloni di Eretz Israel, nella Terra promessa. D'altra parte, la storia dei bambini di Moshe è anche la storia di un'illusione. Perché dopo la guerra d'indipendenza del 1948, l'utopia del «kibbutz Selvino» avrebbe finito per scontrarsi, nello Stato di Israele, con la realtà di nuovi (e brutali) rapporti di forza.

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Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2018
ISBN
9788858427767
Argomento
History
Categoria
World History

Riferimenti archivistici, bibliografici e sitografici

Tavola delle abbreviazioni archivistiche.

Italia
ACDEC Archivio Centro di Documentazione Ebraica contemporanea, Milano
ACS Archivio centrale dello Stato, Roma
ACSe Archivio comunale, Selvino
AFGRN Archivio famiglia Gallichi Rebhun, Napoli
AIAMAM Archivio Istituto di Assistenza ai Minori e agli Anziani, Milano
AISEC Archivio Istituto per la Storia dell’Età contemporanea, Sesto San Giovanni
ASMAE Archivio storico-diplomatico del Ministero degli Affari Esteri, Roma
Israele
ABLH Archivio Beit Lotamei Haghetaot, Galilea occidentale
AFATA Archivio famiglia Aviel (Lipkuński-Liberman), Tel Aviv
AFBSR Archivio famiglia Ben-Dov Spivak, Rehovot
AFDH Archivio famiglia Donath, Haifa
AFDR Archivio famiglia Donath, Ramat Ha-Sharon
AFLTA Archivio famiglia Livnat (Weisz), Tel Aviv
AFMA Archivio famiglia Meriash, Ashkelon
AFSTA Archivio famiglia Sarid (Luftman), Tel Aviv
AFVG Archivio famiglia Varadi, Gerusalemme
AFWRL Archivio famiglia Wexler, Rishon LeZion
AFZE Archivio famiglia Zeiri (Kleiner), Erez
AHTA Archivio Haganah, Tel Aviv
AJDCG Archivio Joint Distribution Committee, Gerusalemme
AJITA Archivio Jabotinsky Institute, Tel Aviv
AMITY Archivio Massuah Institute, Tel Yitzhak
AYVG Archivio Yad Vashem, Gerusalemme
Stati Uniti d’America
AJDCNY Archivio Joint Distribution Committee, New York
AUSCSF Archivio University of Southern California Shoah Foundation, San Diego
AUSHMM Archivio United States Holocaust Memorial Museum, Washington D.C.
AYIVO Archivio Yidisher Visnshaftlekher Institut (Istituto scientifico yiddish), New York
Regno Unito
AFZSL Archivio famiglia Zeiri Sarner, Londra
APISML Archivio Polish Institute and Sichorsky Museum, Londra
AWLL Archivio Wiener Library, Londra
TNA The National Archives, Londra
Francia
ABMP Archivio Bibliothèque Medem, Parigi
Polonia
AŻIHV Archivio Żydowski Instytut Historyczny (Istituto storico ebraico), Varsavia

La scatola nera.

Nel 2016, gli originali delle lettere scritte da Moshe Zeiri a sua moglie Yehudit (circa duecentotrenta, per l’intervallo di tempo aprile 1943 - agosto 1946) sono stati depositati dagli eredi presso l’archivio dello Yad Vashem, a Gerusalemme: con altre lettere (una trentina) scritte da Moshe a Yehudit fra l’inizio del 1939 e la primavera del ’43, e con varia altra documentazione originale (fotografie, passaporti ecc.). Gli eredi hanno depositato presso l’archivio dello Yad Vashem anche gli originali delle lettere (oltre trecento) indirizzate da Yehudit a Moshe fra il 1943 e il ’46. Attualmente in fase di riordino e di inventariazione, il fondo Zeiri è provvisoriamente catalogato nella serie O.90, codice 5263222.
Contestualmente, per iniziativa degli eredi, un’ampia scelta di brani tratti dalle lettere di Moshe a Yehudit è stata pubblicata in Israele (con criteri non scientifici) in un’edizione (in ebraico) fuori commercio: «Aspettami e tornerò». Lettere di Moshe Zeiri, a cura di Y. Yaari, Erez 2016.
I rimandi all’epistolario qui andranno sempre intesi come riferiti alla trascrizione del manoscritto (in ebraico). Sono preceduti dalla menzione: «AYVG, fondo Zeiri, epistolario», seguita dalla data (se presente) apposta dal mittente.
Sugli ebrei salvati come ebrei che salvano, vedi S. NORICH, Choosing Life. «Where Did They Find the Strength to Choose Life?», in «Jewish Frontier», LXVI (1999), n. 6, pp. 7 sgg.; e Z. MANKOWITZ, She’erit Hapletah – The Surviving Remnant. An Overview, in D. OFER, F. S. OUZAN e J. TYDOR BAUMEL-SCHWARTZ (a cura di), Holocaust Survivors. Resettlement, Memories, Identities, Berghahn Books, New York 2012, pp. 10-15.
La fotografia delle scatole nere è tratta dal sito Huntsmans in the Holy Land (http://huntsmansintheholyland.blogspot.it; consultato a luglio 2017). La foto dell’involto di lettere, scattata al kibbutz Erez nel giugno 2014, è mia.
Per i riferimenti ai libri di Oz, vedi A. OZ, La scatola nera (1987), trad. di E. Loewenthal, Feltrinelli, Milano 2002; e A. OZ e F. OZ-SALZBERGER, Gli ebrei e le parole. Alle radici dell’identità ebraica (2012), trad. di E. Loewenthal, Feltrinelli, Milano 2013, p. 12.
Qui e infra, laddove non diversamente specificato: per le citazioni dall’ebraico la traduzione è di Chiara Camarda; per tutte le altre citazioni la traduzione è mia.
Per semplicità, si è generalmente scelto di indicare i toponimi secondo la geografia politica di riferimento nel periodo compreso fra le due guerre mondiali, salvo i casi in cui si è preferito rispettare l’uso invalso, in italiano, nella letteratura e/o nella storiografia.

Capitolo primo, Lontano da dove.

La famiglia Kleiner.

Per la fotografia della famiglia Kleiner, vedi AYVG, serie O.90, codice 5263222, courtesy of AFZE. Le citazioni dalle lettere di Moshe relative ai suoi ricordi di infanzia sono tratte, rispettivamente, da ivi, fondo Zeiri, epistolario, lettere del 23 novembre 1943, 12 novembre 1945, 8 gennaio 1945, 20 agosto 1943, 10 settembre 1945, s.d. (ma autunno 1943), 16 luglio 1943.
Per altri frammenti di memoria relativi all’infanzia galiziana di Moshe, una testimonianza di sua sorella Rivka (tratta da un’emissione radiofonica diffusa in Israele, nel marzo 1988, in ricordo della figura di Moshe Zeiri, scomparso nel 1987) è stata sbobinata e tradotta in inglese dalla figlia di Moshe, Nitza Zeiri Sarner: vedi AFZSL, 1988 radio transcript.
Per le citazioni di Babel′, vedi I. BABEL″, Il sangue e l’inchiostro. Racconti e altri scritti inediti, trad. di C. Di Paola, Garzanti, Milano 1980, pp. 107 e 121; e ID., L’armata a cavallo (1926), trad. di R. Poggioli, Einaudi, Torino 2009, p. 130.
Sulla giovinezza galiziana di Rivka, ho tratto diverse informazioni da un memoriale che mi è stato comunicato per email, nel febbraio 2015, dal figlio Avraham Nuriel, da ora in poi citato come «A. NURIEL, “Personal testimony”, 2015».
Per i rimandi all’opera di Agnon, si veda in particolare Y. S. AGNON, Una storia comune (1935), trad. di A. L. Callow e C. Rosenzweig, Adelphi, Milano 2002; e ID., Appena ieri (1945), trad. di E. Loewenthal, Einaudi, Torino 2010.
Sulla Galizia al passaggio dall’impero asburgico alla repubblica di Polonia, vedi L. WOLFF, The Idea of Galicia. History and Fantasy in Habsburg Political Culture, Stanford University Press, Stanford 2012, pp. 380 sgg.; e M. POLLACK, Galizia. Viaggio nel cuore scomparso della Mitteleuropa (2001), Keller, Rovereto 2017. Sul mito letterario, C. MAGRIS, Lontano da dove. Joseph Roth e la tradizione ebraico-orientale, Einaudi, Torino 1971.
Per l’impatto del sionismo sullo shtetl, si veda soprattutto Y. BAUER, The Death of the Shtetl, Yale University Press, New Haven 2009, pp. 24 sgg.; e inoltre, S. REDLICH, Together and Apart in Brzezany. Poles, Jews and Ukrainians, 1919-1945, Indiana University Press, Bloomington 2002, pp. 38 sgg.
Sui limiti di un mito retrospettivo dello shtetl, romanticamente rivalutato per nostalgia di un mondo scomparso, si vedano le considerazioni di W. GOLDKORN, Il bambino nella neve, Feltrinelli, Milano 2016, pp. 26 sgg.
Per le corti hassidiche, vedi J. BAUMGARTEN, La naissance du hassidisme. Mystique, rituel et société (XVIIIe-XIXe siècle), Albin Michel, Paris 2006, pp. 463 sgg. Sulla dinastia dei Friedman di Czortkov, vedi Y. FRIEDMAN, The Rebbes of Chortkov, Mesorah Publications, New York 2003, pp. 64 sgg.

Album di fotografie.

Per le fotografie di questa sezione, vedi AFZE, documenti vari (Moshe con alcuni compagni; Rivka nel gruppo del Tarbut); e AYVG, fondo Rebeca Nuriel (già Rivka Kleiner), codici 3035/8 (la classe di Probużna) e 3035/2 (la compagnia di teatro amatoriale). Per la fotografia di Kacyzne, vedi AYIVO, fondo Kacyzne, fotografie, RG 1270 / yarg1270_344 ial.
Per i «gemiti di disperazione», vedi W. G. SEBALD, Austerlitz (2001), trad. di A. Vigliani, Adelphi, Milano 2002, p. 197. Per il «ragazzino ebreo d’Europa orientale», vedi F. KAFKA, Lettere a Milena, trad. di E. Pocar, Mondadori, Milano 1979, p. 192, lettera da Praga, inizio settembre 1920 (traduzione modificata).
Per l’impatto su Kafka del teatro yiddish, vedi G. MASSINO, Fuoco inestinguibile. Franz Kafka, Jizcha...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Personaggi principali
  4. Cartografie
  5. I bambini di Moshe
  6. La scatola nera
  7. I. Lontano da dove
  8. II. Yehudit
  9. III. Vicino a dove
  10. IV. Anabasi
  11. V. I sommersi e i salvati
  12. VI. La casa di Mussolini
  13. VII. Una repubblica di orfani
  14. VIII. La vita dopo la morte
  15. IX. Kibbutz Selvino?
  16. X. In acque d’Israele
  17. XI. La strada per Gerusalemme
  18. Se sopravvivi
  19. Ringraziamenti
  20. Riferimenti archivistici, bibliografici e sitografici
  21. Glossario
  22. Indice dei nomi
  23. Il libro
  24. L’autore
  25. Dello stesso autore
  26. Copyright