Exfanzia
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Exfanzia

  1. 136 pagine
  2. Italian
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Informazioni sul libro

Valerio Magrelli ha affrontato a piú riprese, in poesia e in prosa, il tema dell'infanzia, anche attraverso pagine autobiografiche. Questo è il suo libro della maturità, ma l'infanzia e l'adolescenza non scompaiono del tutto: vengono viste come in uno specchio. Immagini rovesciate da interpretare da un altro punto di vista e con altre prospettive. Infanzia e vecchiaia spesso convivono, come nella poesia in cui si dice: «Mi sento cosí impaurito e solo al mondo | che perdo gli oggetti, uno a uno. | Per farmi ritrovare da qualcuno? | O alleggerisco il carico | per non andare a fondo?» La figura di Pollicino, che torna anche in un poemetto successivo, rimanda all'immaginario piú tipico del mondo infantile, alla paura di perdersi, ma il perdersi, in un'altra poesia, viene confessata come caratteristica di tutta una vita: sbagliare la strada in un viaggio, confondere una città con un'altra. Confusione geografica, confusione onomastica. Condizioni di smarrimento che hanno sempre costituito punti di forza euristica nella poesia di Magrelli. I residui di infanzia hanno conformato un'intera esistenza ma ora, alle soglie della vecchiaia, prendono tutto un altro aspetto. Sono e non sono piú quello che erano. L'infanzia diventa oggetto di sguardo, piú che di autoanalisi. È la tenerezza nei confronti dei figli o dei ragazzi graffitari. Il punto di vista è ora la vecchiaia («questione di idraulica»), l'«ultima cima» da salire che si avvicina. Ma il fascino di questo libro è che l'«ex» ribalta ma non cancella l'«in». Tutto si tiene insieme. Cosí come insieme al tema generazionale scorrono altri temi, piú laterali in questo libro rispetto ai libri precedenti, ma non meno importanti: la malattia, il «sangue amaro», la musica, la cultura pop. Sempre con quella capacità che è tipica di Magrelli di partire da una scena o da una constatazione e trasformarle in un percorso mentale inatteso, illuminante o, spesso, inquietante.

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Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2022
ISBN
9788858438725
Argomento
Letteratura
Categoria
Poesia

Sotto la protezione di Pollicino

Una variazione da Addio al calcio

Palleggi e palleggi
in un pomeriggio d’estate, e di calore.
Solo col suo pallone e le sue leggi
quel bambino passava ore e ore
per superare il numero di colpi prefissato:
non allegro, ma assorto,
completamente dedito allo scopo assegnato.
Era un acconto di felicità, o conforto,
verso il futuro, verso i giorni avversi.
Forse per questo, adesso, scrivo versi.
Lunule, le chiamavano, e da piccolo
me le vedevo in punta,
sulla punta piú estrema delle dita
come candide falci.
Ogni tanto, però, la volta si velava,
e dal fondo, da un’alba di carne,
si staccavano nuvole minime
per salire nei giorni, pian piano.
Durava un mese, tre o quattro settimane,
il loro viaggio sul cielo dell’unghia,
fino a che scomparivano nel bianco
dell’orizzonte.
Con dolcezza (Vittorio,
Vittorio) mi disarma, arma
contro me stesso me.
VITTORIO SERENI
Ah, quel nome, Vittorio, Vittorio!
Quando la finirai di intralciarmi il cammino?
Le coppe di latta, i trofei
di tante gare fatte da ragazzo –
tutti a te dedicati.
Articoli che ho scritto –
pubblicati a tuo nome.
E lettere che iniziano:
«Caro Vittorio, seguo
da anni la sua opera». Lo vedo.
Prima o poi scriverò
un libro su di te:
Caro Vittorio, mio simil-Valerio,
che mormori qualcosa
a due passi da me.

Sunt lacrimae rerum

È specialmente nel pianto
che l’anima manifesta
la sua presenza
Somiglia all’acqua
che spegne gli incendi.
Invece è l’opposto – cauterio.
Quando il dolore tracima,
allora, contro l’acqua, serve fuoco.
E il pianto è questo:
merca, marchio rovente, fumo
che sale dalla pelle a sigillare
(per quanto?) la ferita.

Ego humus

A Maurizio Brusa
Ogni tanto mi telefona il mio amico malato.
Dovrei dire piuttosto «un» mio amico malato,
visto che non è il solo.
Ma lui è diverso dagli altri,
è «il mio amico malato».
Da quanto lo conosco? Non ne ho idea.
È un poeta, e abbiamo letto insieme.
Quando? Venti anni fa?
Facciamo pure trenta – mezza vita.
E lui, nel frattempo, ammalatosi,
ha cominciato a chiamarmi, ogni tanto.
Rispondo sempre, ovunque.
Resto a sentirlo a lungo;
resto a sentirmi a lungo.
Se lui è malato, io che cosa sono?
Perché mi cerchi?
Per ricordarmi che anch’io sono malato?
Non come te, ma quasi,
mia dolce ombra sfregiata.
Come ogni sera, l’avevano riposto nella sua culla bianca in compagnia di monili, monete, ex voto, dentro un armadio blindato che da anni lo proteggeva. Poi i frati sono andati in chiesa per la funzione serale, e i ladri hanno fatto irruzione. Il bambinello di Santa Maria in Ara Coeli, uno degli oggetti sacri piú venerati dai romani e mèta di pellegrinaggio da tutto il mondo, è stato rubato ieri da due uomini. Scolpita col legno d’un olivo dell’orto di Getsemani, l’immagine votiva fu «battezzata» da un francescano nelle acque del Giordano. La statua, di circa 60 cm, è sempre stata custodita nella cappella sinistra dell’altare maggiore. Giunse in Italia con un viaggio miracoloso: la nave che la trasportava fece naufragio, ma secondo la leggenda il bambinello si salvò, approdando alle sponde laziali.
«la Repubblica», 2 febbraio 1994
In questo paese di ladri che rubano di tutto,
gioielli o bambinelli,
ecco sbucare un’Ara Coeli buia,
appena illuminata da candele
e canti gregoriani. È mezzanotte,
mio figlio piccolino spaventato.
La lunga scalinata, nella notte, fino all’Ara,
su in Cielo. Natale: un antro sonoro,
di tenebra canora e protettiva.
La musica, lei ancora,
serpente musicante, scivola
accanto a me facendo ombra,
facendo spirali di suoni,
facendo una Vigilia di lente vibrazioni.

Pro Zeichen

Valentino dal logopedista…
Il linguaggio da te quanto dista?,
quel linguaggio che padroneggiavi
e del quale hai perduto le chiavi.
Ma il poeta dei logopedisti
sa domare la voce: resisti!
Valentino ha perduto la voce…
La mancanza a che punto ti nuoce?,
La mancanza che tanto ti scotta
e che adesso ti torce la bocca.
Ma dei logopedisti il poeta
è il profeta, l’esteta, l’atleta.

Quattro distici e un kit di rime da assemblare

A PPP inventore di MM
Marilina Marilina
non si sa chi ti assassina.
Idololatria / CIA
Incandescente / Presidente
Quello sguardo da bambina
quell’occhiata da rapina.
Figli / Artigli
Senza / Prudenza
L’inquietudine è una spina
che si insinua fina fina
Decesso / Eccesso
Seno / Freno
Cameriera in qualche bar
dolorosamente Star

E ricomincia la solita tortura

E ricomincia la solita tortura:
esser costretti ad ascoltare musica.
Ché ti lega il cervello e ti dibatti.
Ma niente: ché piú smani, piú ti stringe.
Sei bell’e incaprettato
da questi miserabili legami.
Giusto strumenti a corda, andavano chiamati,
ma meglio ancora, a cinghia, e cinghia in cuoio,
che ti bloccano a un letto di contenzione sonora.
Tortura della ruota musicale,
dove sei dilaniato senza tregua
senza potere far nulla, se non patire,
e udire, subire, inveire.
«Ma mi state ascoltando?»

Sotto la protezione di Pollicino

Mi sento cosí impaurito e solo al mondo
che perdo gli oggetti, uno a uno.
Per farmi ritrovare da qualcuno?
O alleggerisco il carico
per non andare a fondo?

Una eccezione alla regola

La verità è come il sangue:
ci permette di vivere,
ma non dovrebbe mai venire alla luce.

Toilettes

In certi gabinetti
con la cellula elettrica
la luce scatta non appena si entra.
Ma dopo un po’,
se si rimane fermi,
ritorna il buio
(mancando il movimento, il meccanismo
viene portato a credere
che la stanza sia vuota).
Cosí resto felice nelle tenebre, sorpreso
dalle tenebre, sorpreso per l’assenza,
finalmente felice nell’assenza.

Sopra una mostra di Georgia O’Kitsch

A Paolo D’Angelo
Ma siete ciechi, o che?
Perché tanta prostrata soggezione
davanti a questi quadri?
Possibile che non riusciate a cogliere
il povero brancolare
che li anima – miserelli, impediti?
Mia moglie ribatte sdegnata:
ma siamo alla Tate Gallery!
Ed è proprio questo a turbarmi.
Perché, ogni tanto, accade:
qualcuno riesce a saltare i controlli.
Non tanto terrorista: piuttosto, clandestino.
Ho un’amica che ha protestato a lungo
contro il mio odio verso Barnett Newman,
donandomi 300 fotocopie di lodi
profuse da maestri in suo favore.
Mi sono rassegnato controvoglia.
Georgia, comunque, no.
Bisogna veramente essere ciechi.
A meno ...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. EXFANZIA
  4. Sotto la protezione di Pollicino
  5. Quattro poemetti
  6. Nota
  7. Il libro
  8. L’autore
  9. Dello stesso autore
  10. Copyright