Città della pianura
eBook - ePub

Città della pianura

  1. 340 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Città della pianura

Dettagli del libro
Anteprima del libro
Indice dei contenuti
Citazioni

Informazioni sul libro

Primi anni Cinquanta. John Grady Cole e Billy Parham lavorano in un ranch fra il Texas e il Messico. Insieme allevano cavalli, ascoltano sotto le stelle i racconti dei vecchi cowboy, si divertono al bar o al bordello. E al bordello John Grady incontra una sedicenne cosí bella da cambiargli la vita. Cosí contesa da costringerlo a scontrarsi con il protettore-filosofo Eduardo, in un duello allo stesso tempo epico e metafisico.
Ultimo capitolo della «trilogia della frontiera», Città della pianura parte dove arrivavano i primi due romanzi, Cavalli selvaggi e Oltre il confine. In un West sempre piú al crepuscolo, la natura esplode fuori e dentro i protagonisti, splendida e spietata. E se percepire il respiro delle cose, restituirlo nella forma di una superiore sapienza, è privilegio di pochi, nemmeno quei pochi possono cambiare gli eventi: possono soltanto far sentire la misteriosa forza che tiene insieme gli alberi, gli animali e i destini degli uomini.

Domande frequenti

È semplicissimo: basta accedere alla sezione Account nelle Impostazioni e cliccare su "Annulla abbonamento". Dopo la cancellazione, l'abbonamento rimarrà attivo per il periodo rimanente già pagato. Per maggiori informazioni, clicca qui
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui
Entrambi i piani ti danno accesso illimitato alla libreria e a tutte le funzionalità di Perlego. Le uniche differenze sono il prezzo e il periodo di abbonamento: con il piano annuale risparmierai circa il 30% rispetto a 12 rate con quello mensile.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì, puoi accedere a Città della pianura di Cormac McCarthy, Raul Montanari in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Literature e Literature General. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2010
ISBN
9788858400678

I.

Si fermarono sulla soglia, pestarono gli stivali a terra per scrollare via la pioggia, sventolarono il cappello e si asciugarono l’acqua dalla faccia. Fuori, nella strada, la pioggia sferzava l’acqua stagnante facendo ondeggiare e ribollire il verde e il rosso sgargianti delle luci al neon, e le gocce pesanti danzavano sui tetti d’acciaio delle automobili parcheggiate lungo il bordo del marciapiede.
Sono mezzo annegato, maledizione, disse Billy. Scosse il cappello gocciolante. Dov’è il cowboy tutto americano?
È già entrato.
Andiamo. Si sarà tenuto per sé le piú belle in carne, di sicuro.
Nei loro trasandati déshabillé, le puttane alzarono la testa per guardarli dai divani altrettanto malconci su cui stavano sedute. Il locale era quasi pieno. Pestarono di nuovo gli stivali sul pavimento e si diressero al bancone, dove si fermarono, spinsero i cappelli sulla nuca e appoggiarono i piedi alla sbarra che correva sopra il canale di scarico in mattoni, mentre il barman versava il whisky. Sotto le luci rosso sangue del bar, immersi in una nube di fumo sospesa a mezz’aria, sollevarono i bicchieri e accennarono con il capo, come per salutare un quarto compagno ormai perduto, poi buttarono giú il liquore, riappoggiarono sul banco i bicchieri vuoti e si sfregarono la bocca con il dorso della mano. Troy accennò con il mento in direzione del barman e fece un gesto circolare con il dito indicando i bicchieri vuoti. Il barman annuí.
page_no="3"
John Grady, hai tutta l’aria di un topo di fogna fradicio.
È giusto cosí che mi sento.
Il barman versò il whisky.
Mai visto piovere piú di cosí. Vi va una birra? Tre birre per noi.
Hai già scelto uno di quei fiorellini?
Il ragazzo scosse la testa.
A te quale piace, Troy?
Io la penso come te. Sono venuto qui per prendermene una bene in carne, ed è proprio quello che farò. Te lo dico francamente, cugino, quando ti prende quella voglia di una donna in carne non c’è nient’altro che ti può soddisfare.
Ah, lo so. Comincia a sceglierti la tua, John Grady.
Il ragazzo si voltò e guardò le puttane in fondo al locale.
Che te ne pare di quella grassa con il pigiama verde?
Non fargli mettere gli occhi addosso alla mia ragazza, disse Troy. Altrimenti nel giro di un minuto qui finisce a botte, per colpa tua.
Avanti. Sta guardando proprio qui.
Stanno tutte guardando qui.
Avanti, su. Le vai a genio, te lo dico io.
È il tipo che farebbe rimbalzare John Grady fino al soffitto.
No, con il cowboy tutto americano non ci riuscirebbe. Il cowboy se ne starebbe fermo e tranquillo come una lappola. Che ve ne pare di quella che si tiene addosso la tenda avvolgibile blu tipo mantello?
Non dargli retta, John Grady. A guardarla sembra che le abbia preso fuoco la faccia e l’abbiano salvata a colpi di rastrello. Per me la bionda giú in fondo è piú nel tuo stile.
Billy scosse la testa e allungò la mano verso il bicchiere di whisky. Non si può ragionare con lui. Non ha gusto in fatto di donne, e questa è verità matematica.
Tu da’ retta al tuo vecchio paparino, disse Troy. Ci pensa lui a consigliarti qualcosa che abbia un po’ di carne addosso. Il nostro Parham, lí, ha avuto il coraggio di sostenere che un uomo non dovrebbe dare appuntamento a niente che non possa poi sollevare di peso. Prova a immaginare se la casa prendesse fuoco, ha detto.
O il fienile.
O il fienile.
Ti ricordi quella volta che abbiamo portato qui Clyde Stapp?
Altroché, quello sí che sapeva scegliere. Si è preso una ragazza con un bel po’ di polpa sotto la pelle.
JC e gli altri mollarono alla vecchia un paio di dollari perché li lasciasse andare là dietro a sbirciare. Volevano scattargli una fotografia ma si misero a ridere e andò tutto a rovescio.
Abbiamo detto a Clyde che sembrava una scimmia che si scopava un pallone da rugby. Quella volta stava per incazzarsi sul serio. Che mi dici di quella laggiú in rosso?
Non ascoltarlo, John Grady.
Quella la paghi a peso, un dollaro alla libbra. Ma lui non la prenderà neanche in considerazione.
Cominciate ad andarci voi, disse John Grady.
Sceglitene una.
Va bene.
Hai visto, Troy? Tutto quello che sei riuscito a combinare è confondere il ragazzo.
JC disse a tutti che Clyde si era innamorato della vecchia e che avrebbe voluto portarsela appresso, ma avevano solo il pick-up e avrebbero dovuto mandare a prendere il camion. A quel punto però a Clyde era passata la sbornia e non era piú innamorato, e JC disse che non l’avrebbe mai piú portato in un bordello. Disse che non si era comportato da uomo e da persona responsabile.
Cominciate ad andarci voi, ripeté John Grady.
Dal retro dell’edificio gli arrivava il rumore della pioggia che tamburellava su una tettoia di metallo. Ordinò un altro whisky e rimase a far girare lentamente il bicchiere sul legno lucidato e a osservare il locale alle sue spalle, guardando nello specchio ingiallito della vecchia scaffalatura Brunswick, dietro il banco. Una delle puttane attraversò la sala, lo prese per un braccio e gli chiese di offrirle da bere, ma lui rispose che stava solo aspettando i suoi amici. Dopo un po’ Troy tornò, si sedette su uno sgabello alto e ordinò un altro whisky. Se ne stava seduto con le mani intrecciate davanti a sé sul banco, come un fedele in chiesa. Sfilò una sigaretta dal taschino della camicia.
Non so, John Grady.
Cosa non sai?
Non so.
Il barman versò il whisky.
Versagliene un altro.
Il barman eseguí.
Una seconda puttana era venuta a prendere John Grady per il braccio. Lo strato di cipria che aveva in faccia si era tutto crepato, e sembrava semolino.
Dille che hai lo scolo, suggerí Troy.
John Grady stava parlando con la donna in spagnolo. Lei lo tirava per il braccio.
Una volta Billy ha detto la stessa cosa a una tizia di qui. Quella ha risposto che non c’erano problemi perché ce l’aveva anche lei.
Si accese la sigaretta con un accendino Zippo del Terzo Fanteria, poi appoggiò l’accendino sulle sigarette, soffiò il fumo lungo il piano di legno lucido del bancone e guardò John Grady. La puttana era tornata sul divano e John Grady stava osservando qualcosa nello specchio dietro il bar. Troy si voltò seguendo la direzione del suo sguardo. Seduta sul bracciolo del divano c’era una ragazzina di diciassette anni o anche meno, che teneva le mani giunte in grembo e gli occhi bassi. Come una scolaretta, giocherellava con l’orlo del vestito pacchiano che indossava. Alzò gli occhi e lanciò uno sguardo verso di loro. I lunghi capelli neri le scesero su una spalla e lei li ravviò lentamente all’indietro con il dorso della mano.
Carina, eh? disse Troy.
John Grady annuí.
Va’ a prendertela.
Va bene.
E su, accidenti, forza.
Eccolo che arriva.
Billy si accostò al banco aggiustandosi il cappello sulla testa.
Vuoi che vada a prenderla io? disse Troy.
Me la prendo io, se la voglio.
Otra vez, disse Billy. Si voltò e guardò verso il fondo della sala.
Forza, insistette Troy. Diavolo, noialtri staremo qui ad aspettarti.
È quella ragazzina lí che stai guardando? Scommetto che non ha nemmeno quindici anni.
Ci scommetto anch’io, disse Troy.
Prenditi la mia, piuttosto. Quant’è vero che sono un buon cavaliere, è una che galoppa come il vento.
Il barman versò il whisky.
Fra un attimo sarà di nuovo qui.
Va bene.
Billy guardò Troy. Si voltò, prese il bicchiere e contemplò il liquore rossastro che arrivava a sfiorarne l’orlo, poi lo sollevò, bevve, tolse il denaro dal taschino della camicia e fece un cenno con il mento verso il barman che era rimasto a osservarlo.
Siamo tutti a posto? chiese.
Sí.
Andiamo a mangiare un boccone. Mi sa che sta smettendo di piovere. Non sento piú il rumore.
Risalirono l’Ignacio Mejía fino a Juárez Avenue. Scorreva un’acqua grigiastra nei canali di scolo, e le luci dei bar, dei caffè e delle rigatterie ristagnavano sulla strada umida e nera. I negozianti li chiamavano e i venditori ambulanti di gioielli e serapes si facevano avanti saltellando e li assalivano da destra e da sinistra. Attraversarono Juárez Avenue e proseguirono lungo la Mejía fino al Napoleòn, e qui si sedettero a un tavolo davanti alla vetrata del ristorante. Un cameriere in livrea arrivò a pulire la tovaglia bianca macchiata con una spazzola.
Caballeros, disse.
Mangiarono bistecche e bevvero caffè ascoltando le storie di guerra che Troy raccontava, poi fumarono e restarono a guardare i vecchi taxi gialli che avanzavano guadando le strade allagate. Quindi risalirono di nuovo Juárez Avenue fino al ponte.
I tram non passavano piú, e le strade si erano quasi svuotate di traffico e commerci. Le rotaie, che scintillavano all’umida luce dei lampioni, si allungavano verso la cabina del passaggio a livello, e piú in là giacevano incassate sul ponte come enormi pinze chirurgiche che immobilizzassero mondi fragili e disparati, mentre la nuvolaglia si era spostata dai monti Franklin dirigendosi verso sud, alla volta delle sagome scure delle montagne messicane chesi stagliavano sullo sfondo del cielo stellato. Attraversarono il ponte, passarono uno alla volta dal tornello, i cappelli leggermente all’indietro, loro stessi leggermente ubriachi, e imboccarono El Paso Street avviandosi verso sud.
Era ancora buio quando John Grady lo svegliò. Si era già alzato e vestito ed era andato e tornato dalla cucina, aveva rivolto qualche parola ai cavalli e ora stava sulla soglia della stanza dove Billy dormiva nella sua branda. Aveva spinto contro lo stipite la tenda di tela di sacco e teneva in mano una tazza di caffè. Ehi, cowboy, disse.
Billy grugní.
Andiamo. Avrai tempo tutto l’inverno per dormire.
Al diavolo.
page_no="8"
Andiamo. Sono quasi quattro ore che te ne stai lí, accidenti.
Billy si tirò su, sollevò le gambe e depositò i piedi sul pavimento, e infine si mise seduto tenendosi la testa fra le mani.
Non capisco come fai a startene lí sdraiato a quel modo.
Maledizione, come fai ad avere tanta voglia di scherzare al mattino, figlio di puttana. Dov’è il mio caffè, perdio?
Non ho intenzione di portarti nessun caffè. Alza il culo e togliti di lí. Il mangiare è in tavola.
Billy allungò una mano e staccò il cappello da un piolo sopra il letto, se lo infilò in testa e lo raddrizzò con le due mani. Okay, disse. Mi alzo.
John Grady girò i tacchi e si diresse verso la casa attraversando il capannone. Al suo passaggio, i cavalli nitrirono nei box. Lo so che ore sono, rispose lui. In fondo al capannone, un pezzo di corda penzolava dal vano soprastante, e lui mandò giú quello che rimaneva del caffè, scosse la tazza lasciando cadere a terra le ultime gocce, con uno scatto saltò in aria fino a colpire la corda e farla dondolare, quindi uscí.
Quando Billy spinse la porta ed entrò, erano tutti intorno al tavolo e mangiavano. Socorro prese il piatto delle focacce e le portò al forno, le mise dentro un tegame e mise il tegame a scaldare, poi tirò fuori le gallette bollenti, le dispose sul piatto e lo riportò in tavola. Sulla tavola c’erano una ciotola di uova strapazzate e una di polenta d’avena, e c’era anche un piatto di salsicce e una salsiera piena di sugo di carne, e tazze di conserva e pico de gallo, e burro e miele. Billy si lavò la faccia nell’acquaio e Socorro gli porse una salvietta, poi si asciugò la faccia, appoggiò la salvietta sulla mensola e andò a tavola, scavalcò lo schienale di una sedia libera, ci si sedette sopra e allungò la mano verso le uova. Oren gli lanciò un’occhiata da sopra il giornale, poi ricominciò a leggere.
Billy prese qualche cucchiaiata d’uova, rimise giú la ciotola e allungò la mano verso le salsicce. ‘Giorno, Oren, disse. ‘Giorno, JC.
JC sollevò gli occhi dal piatto. Hai l’aria di chi è proprio andato avanti tutta la notte a combattere con quell’orso.
A combattere con quell’orso, già, disse Billy. Prese una galletta, coprí di nuovo il tegame caldo con il tovagliolo e si serví il burro.
Fammi guardare ancora un po’ quegli occhi, disse JC.
Non c’è niente che non va nei miei occhi. Passatemi la salsa.
Con il cucchiaio, versò la salsa calda sulle uova. Il fuoco si combatte col fuoco. Non è cosí, John Grady?
Un uomo anziano con le bretelle penzoloni era entrato in cucina. Indossava una camicia vecchio stile, di quelle con il colletto fissato con i bottoni, ma questa era aperta sulla gola e non aveva il colletto. Si era appena rasato e aveva della schiuma da barba sul collo e sul lobo di un orecchio. John Grady spinse indietro la sedia.
Qui, signor Johnson, disse. Sedetevi qui. Io ho finito.
Si alzò con il piatto per portarlo all’acquaio, ma il vecchio gli fece segno con la mano di rimanere dov’era e proseguí verso la cucina a gas. Sta’ seduto, disse, sta’ seduto. Prendo solo un po’ di caffè.
Socorro staccò una delle tazze di porcellana bianca appese sotto la mensola della credenza, versò il caffè, girò la tazza in modo che avesse il manico in fuori e la porse al vecchio, che la prese, annuí e attraversò di nuovo la cucina. Si fermò al tavolo, versò nella tazza due enormi cucchiaiate di zucchero e lasciò la stanza portandosi dietro il cucchiaio dello zucchero. John Grady posò tazza e piatto sulla credenza, prese dalla mensola il portavivande con il pranzo e uscí.
Ma cos’ha? disse JC.
Non ha niente, rispose Billy.
Parlavo di John Grady.
page_no="10"
Lo so che parlavi di lui.
Oren piegò il giornale e lo appoggiò sul tavolo. Non è ora di partire, adesso, disse. Sei a posto, Troy?
Come no.
Spinsero indietro le sedie, si alzarono da tavola e uscirono. Billy rimase seduto a stuz...

Indice dei contenuti

  1. Capitolo primo
  2. Capitolo secondo
  3. Capitolo terzo
  4. Capitolo quarto
  5. Epilogo
  6. Indice