1Q84 - Libro 3
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1Q84 - Libro 3

Ottobre - Dicembre

  1. 408 pagine
  2. Italian
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1Q84 - Libro 3

Ottobre - Dicembre

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«Tengo, dove sei?» Ci sono amori che devono attraversare universi per incontrarsi. Ci sono amori che devono superare ostacoli, difficoltà, avversari, enigmi. Amori che devono, soprattutto, vincere le paure interiori - inquietanti e terribili come piccole creature che albergano dentro di noi - per poter creare a propria volta un mondo in cui non ci sia piú la paura, un mondo nuovo in cui essere al sicuro in due.
Aomame e Tengo vivono da sei mesi in una realtà che non è la loro, un mondo «al di là dello specchio» su cui brillano due lune. Divisi e braccati, costantemente in pericolo di vita, sembra che tutto congiuri per impedire che si incontrino. Sulle loro tracce, oltre la setta Sakigake e forze ancora piú sfuggenti e misteriose, adesso c'è anche l'investigatore privato Ushikawa, un ostinato segugio il cui bizzarro aspetto fisico (guardarlo «era come trovarsi di fronte a uno specchio deformante, e tuttavia nitido in modo spiacevole») si accompagna ad un intuito strepitoso. Ushikawa, però, è anche il terzo, inedito punto di vista che, alternandosi a Tengo e Aomame, accompagna il lettore nella vertiginosa conclusione di 1Q84. Qui Murakami tira le fila di tutte le trame, i personaggi, gli enigmi con cui ha costruito la sua narrazione: le domande, le coincidenze, i misteri daranno corpo a una nuova verità, come una costellazione che all'improvviso rivela il suo disegno. Murakami ha creato un universo per raccontarci come si creano gli universi. Come a volte bastino due persone per rendere reale qualcosa che prima non lo era: Aomame e Tengo, o uno scrittore e un lettore. E facendolo ha anche mostrato ai lettori di tutto il mondo che, in un tempo apparentemente refrattario alla letteratura e alla sua saggezza, ci sono sempre delle storie nuove che devono essere raccontate, e che si può farlo in modi nuovi, con nuove regole e nuovi linguaggi. Storie capaci, come sempre ha fatto la letteratura, di parlare al cuore di tutti. *** «Al caos e alla futilità del mondo Murakami trova un antidoto teneramente antiquato: l'amore». «Corriere della Sera» *** «1Q84 sta a Murakami come il White Album sta ai Beatles o come 2001: Odissea nello spazio sta a Kubrick». «L'Indice dei libri del mese»

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Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2012
ISBN
9788858406700

Libro terzo

Ottobre-dicembre

1. Ushikawa
Qualcosa tira calci ai lontani margini della coscienza

– Potrebbe fare a meno di fumare, signor Ushikawa? – chiese l’uomo basso.
Ushikawa guardò per qualche istante il viso della persona al lato opposto della sua scrivania, quindi lanciò un’occhiata alla Seven Stars che aveva tra le dita. Non era accesa.
– Se non le dispiace, – aggiunse l’uomo cortesemente.
Sul viso di Ushikawa si disegnò un’espressione perplessa, come se si chiedesse cosa ci faceva quella roba tra le sue dita.
– No, si figuri, anzi. Certo che non la accendo. Devo averla presa in mano senza accorgermene.
L’uomo spostò su e giú il mento di circa un centimetro, ma il suo sguardo non si mosse. Rimase puntato sugli occhi di Ushikawa. Questi rimise la sigaretta nel pacchetto, che ripose in uno dei cassetti.
L’uomo alto, dai capelli raccolti in una coda di cavallo, stava in piedi davanti alla porta, appoggiato alla cornice cosí leggermente che a stento la toccava, e lo guardava come si guarda una macchia sulla parete. «Tipi sinistri», pensò Ushikawa. Era la terza volta che incontrava i due uomini e parlava con loro, ma il disagio non diminuiva.
Nel piccolo ufficio di Ushikawa, l’uomo basso, dalla testa rasata, gli sedeva di fronte. Parlare spettava a lui. Il tipo con la coda di cavallo rimaneva in silenzio. Come i cani di pietra che sorvegliano l’ingresso dei santuari shintoisti, se ne stava perfettamente immobile a fissare la faccia di Ushikawa.
– Sono tre settimane, – disse il Rasato.
Ushikawa prese il calendario da tavolo che era sulla scrivania, controllò ciò che vi era annotato, quindi annuí.
– Esatto. Oggi fanno giusto tre settimane dall’ultima volta che ci siamo incontrati.
– Da allora non abbiamo piú ricevuto notizie da lei. Credo di averglielo già detto la volta scorsa: la questione è della massima urgenza. Non c’è tempo da perdere, signor Ushikawa.
– Me ne rendo conto perfettamente, – disse Ushikawa, rigirando tra le dita, al posto della sigaretta, un accendino d’oro. – Non possiamo permetterci di sprecare altro tempo. Lo so bene.
Il Rasato aspettava che continuasse.
Ushikawa riprese:
– Ma vede, il fatto è che non sono abituato a dare informazioni un poco alla volta. Non mi piace riferire le cose a pezzetti. Vorrei andare avanti fino a quando non avrò un quadro completo della faccenda, i pezzi andranno al loro posto e capirò cosa c’è dietro. Consegnarle ora un rapporto incompleto sarebbe inutile e dannoso. Forse le sembrerà un ragionamento egoistico, ma il mio metodo è questo, signor Onda.
L’uomo dalla testa rasata che rispondeva al nome di Onda lo guardò con freddezza. Ushikawa sapeva che non nutriva nessuna simpatia nei suoi confronti, ma non ci faceva troppo caso. Per quanto potesse ricordare, non era mai piaciuto a nessuno. Quella situazione era normale per lui. Genitori e fratelli non lo avevano mai amato, gli insegnanti e i compagni di scuola nemmeno a parlarne, moglie e figlie non facevano eccezione. Se qualcuno gli avesse mostrato simpatia, si sarebbe sentito un po’ in imbarazzo. Risultare sgradito, invece, non gli creava problemi.
– Signor Ushikawa se potessimo, rispetteremmo i suoi metodi. Anzi, direi che lo abbiamo sempre fatto. Ma adesso la situazione è diversa. Purtroppo non possiamo piú aspettare che lei continui a raccogliere e verificare le sue informazioni.
– Capisco, signor Onda, ma non credo che nel frattempo siate rimasti ad aspettarmi con le mani in mano, – disse Ushikawa. – Immagino che avrete battuto diverse piste per conto vostro, o sbaglio?
Onda non rispose. Le labbra chiuse formavano una riga orizzontale. Neanche la sua espressione mutò. Ma da quella reazione Ushikawa capí che il suo intuito aveva centrato il bersaglio. In quelle tre settimane, la loro organizzazione si era mobilitata per trovare la donna, seguendo probabilmente un percorso diverso dal suo. Senza, però, ottenere risultati degni di nota. Altrimenti quel sinistro duo non si sarebbe presentato di nuovo.
– Come si dice, ci vuole un diavolo per scacciarne un altro, – disse Ushikawa mostrando i palmi di entrambe le mani con l’aria di chi rivela un segreto prodigioso. – Se si cerca di nascondermi qualcosa, io divento un diavolo. Come potete vedere, non sono di bell’aspetto, ma ho un fiuto molto sviluppato. Se annuso qualcosa, sono capace di seguirlo ovunque. Però capirete che un diavolo deve agire secondo i suoi modi e i suoi tempi. Pur rendendomi conto dell’urgenza, devo chiedervi di aspettare ancora un po’. Se non mi lasciate lavorare con calma, perderemo tutto.
Onda osservò pazientemente i movimenti dell’accendino nella mano di Ushikawa. Quindi sollevò lo sguardò su di lui.
– Potrebbe raccontarci quello che ha scoperto finora, anche se si tratta di elementi parziali? Rispetto il suo modo di lavorare, ma se torniamo a mani vuote, senza nemmeno una notizia concreta, i nostri superiori non saranno contenti. Noi ci troveremo in seria difficoltà, ma anche lei, signor Ushikawa, sarà in una posizione tutt’altro che piacevole.
«Questi tipi sono con le spalle al muro quanto me», pensò Ushikawa.
I due uomini erano stati scelti per la sicurezza personale del Leader grazie alla loro eccellente padronanza delle arti marziali. Malgrado ciò il Leader era stato ucciso sotto i loro occhi. Anche se, in realtà, non c’erano ancora prove certe che si fosse trattato di un omicidio. Diversi medici della setta avevano esaminato il cadavere senza trovare nessun segno di ferite. Tuttavia la struttura medica della comunità era fornita solo di apparecchiature essenziali. E il tempo stringeva. Se fosse stato sottoposto a un’accurata autopsia per mano di specialisti, forse si sarebbe potuto scoprire qualcosa. Ma era troppo tardi. Il corpo era già stato fatto sparire in segreto dalla setta.
In ogni caso, non essendo riusciti a proteggere il Leader, i due uomini si trovavano in una situazione molto delicata. Il loro incarico adesso era quello di cercare la donna di cui si erano perse le tracce. Avevano l’ordine di trovarla, a costo di spaccare ogni filo d’erba in due. Ma per il momento non erano riusciti a ottenere nessun valido indizio: i due erano molto abili nel lavoro di sorveglianza e guardia del corpo, ma non avevano nessuna competenza nella ricerca di persone scomparse.
– Ho capito, – disse Ushikawa. – Vi riferirò quanto è emerso finora. Non posso farvi il resoconto completo, ma ve ne accennerò almeno una parte.
Onda socchiuse gli occhi per alcuni istanti. Poi annuí.
– Va bene. Anche noi sappiamo alcune cose. Cose che lei, forse, conosce già, oppure no. Proviamo a mettere insieme le informazioni.
Ushikawa posò l’accendino e incrociò le dita delle mani sulla scrivania.
– Una giovane donna di nome Aomame è stata chiamata in una suite dell’Hotel Ōkura, dove ha sottoposto il Leader a una sessione di stretching muscolare. Questo è avvenuto all’inizio di settembre, una sera in cui al centro della città infuriava un violento temporale. La donna ha eseguito la sua terapia per circa un’ora in una stanza, sola con il Leader, poi è uscita, lasciandolo dormire. Vi ha detto di non disturbarlo per circa un paio d’ore. Voi avete fatto come vi ha chiesto. Ma il Leader non stava dormendo. Era morto. Non recava segni di ferite. Sembrava avesse avuto un attacco di cuore. Subito dopo la donna è sparita, e il suo appartamento è stato sgombrato. Lo avete trovato completamente vuoto, senza nulla. Il giorno dopo ha inviato la lettera di dimissioni alla palestra dove lavorava. Tutto era stato pianificato. Ciò porta a escludere che si sia trattato di un semplice incidente. L’unica conclusione è che la signorina Aomame abbia ucciso il Leader intenzionalmente.
Onda annuí. Fino a quel punto non aveva nulla da ridire.
– Il vostro scopo è scoprire la verità. Per questo è necessario prendere quella donna a tutti i costi.
– Noi dobbiamo accertare che sia stata veramente lei a uccidere il Maestro, e se cosí fosse, per quale ragione lo ha fatto e cosa c’è dietro.
Ushikawa guardò le proprie mani sulla scrivania. Sembrava stesse osservando qualcosa d’insolito. Poi sollevò gli occhi sull’uomo di fronte a lui.
– Avete già controllato i familiari di Aomame, giusto? Tutti devoti seguaci della Società dei Testimoni. I genitori sono tuttora impegnati nel proselitismo. Il fratello maggiore, di trentaquattro anni, lavora nella sede principale della setta, a Odawara. È sposato e ha due figli. Anche la moglie è una fervente seguace dei Testimoni. Della famiglia, Aomame è l’unica ad aver abbandonato la setta, come dicono loro, «rinnegandola», e per questo l’hanno ripudiata. Per quasi vent’anni non hanno piú avuto contatti. È da escludere che loro possano nasconderla. Aomame ha troncato i rapporti con i suoi all’età di undici anni, e da allora ha contato solo sulle proprie forze. Per un periodo ha vissuto con la famiglia dello zio, ma quando ha cominciato il liceo è diventata del tutto indipendente. Mica roba da poco. Una donna dotata di grande volontà.
Il Rasato non disse nulla. Probabilmente erano tutte informazioni che conosceva già.
– È da escludere a priori che il nostro caso abbia a che fare con la Società dei Testimoni. È una comunità famosa per le convinzioni pacifiste e per il principio della resistenza passiva. È impensabile che avessero di mira la morte del Leader. Penso che su questo sarete d’accordo con me.
Onda annuí.
– La Società dei Testimoni non è coinvolta. Questo ci sembra chiaro. Per scrupolo abbiamo sentito suo fratello. Meglio non lasciare niente di intentato. Ma non sapeva nulla.
– Per non lasciare niente di intentato, non gli avrete mica strappato le unghie?
Onda ignorò la domanda.
– Scherzavo. Una battuta stupida. Via, non c’è bisogno di fare uno sguardo cosí feroce. In ogni caso il fratello, oltre a non sapere nulla delle attività di sua sorella, ignora anche dove si nasconda in questo momento, – disse Ushikawa. – Io, da pacifista convinto, non ricorro mai alle maniere forti, ma ho raggiunto le stesse conclusioni. La signorina Aomame non ha nessun rapporto né con la famiglia né con la Società dei Testimoni. Detto ciò, comunque la si voglia vedere, la sua non è stata l’azione di una persona isolata. Nessuno può realizzare da solo un’impresa del genere. Tutto è stato organizzato nei minimi particolari e lei ha agito con calma, seguendo passo passo il piano stabilito. Anche la sua sparizione è prodigiosa. Devono esserci stati il lavoro di altre persone e una notevole somma di denaro. La persona, o l’organizzazione, che si nasconde dietro Aomame voleva fortemente la morte del Leader. A questo scopo ha provveduto a tutto. Fin qui siamo sulla stessa lunghezza d’onda?
L’uomo annuí.
– Grosso modo.
– Ma di che organizzazione si tratti, non ho la minima idea, – disse Ushikawa. – Immagino che abbiate passato in rassegna le sue relazioni sociali.
Onda annuí in silenzio.
– Ma purtroppo non ce n’è una su cui valga la pena di soffermarsi, – disse Ushikawa. – Non ha amici, e a quanto pare nemmeno un uomo. Ha delle conoscenze al club sportivo, ma non le frequenta fuori dall’orario di lavoro. Almeno per quanto mi riguarda, non ho scoperto altro sulla vita sociale di Aomame. Strano, per una donna giovane, in salute, e carina come lei.
Dopo aver detto queste parole, Ushikawa guardò l’uomo in piedi davanti alla porta. Rispetto a prima, non aveva cambiato posizione né espressione. Ma poiché non aveva alcuna espressione, c’era poco da cambiare. «Avrà un nome? – si chiese Ushikawa. – Non mi stupirei se non ne avesse nessuno».
– Voi due siete gli unici ad aver visto in faccia questa Aomame, – disse Ushikawa. – Che ne pensate? Avete notato qualcosa di particolare?
Onda scosse leggermente il capo.
– In effetti, è giovane e abbastanza attraente nel suo genere. Non una bellezza da far girare la gente per strada. Una persona silenziosa, riservata. Mi ha dato l’impressione di una donna sicura delle proprie capacità professionali. A parte questo, però, non ricordo niente di particolare. Non ha un aspetto che colpisce. Al punto che faccio perfino fatica a ricordarne il viso.
Ushikawa lanciò un’altra occhiata a Coda di cavallo, sempre piantato sulla porta. Chissà, magari aveva qualcosa da dire. Ma se pure fosse stato cosí, non lo dava a vedere.
Ushikawa guardò il Rasato.
– Immagino che abbiate controllato anche i tabulati telefonici degli ultimi mesi.
Onda scosse la testa.
– No, non lo abbiamo ancora fatto.
– Ve lo consiglio. Bisognerebbe farlo sempre, – disse Ushikawa con un sorriso. – La gente telefona nei posti piú impensati, e riceve chiamate da tutte le parti. Da un semplice controllo dei tabulati, emerge a grandi linee il quadro generale della vita di una persona. E Aomame non fa eccezione. Entrare in possesso di tabulati privati non è facile, ma nemmeno impossibile. Ve lo ripeto, ci vuole un diavolo per scacciarne un altro.
Onda attese in silenzio il seguito del discorso.
– Spulciando con attenzione i tabulati di Aomame, sono saltati all’occhio diversi fatti. Intanto sembra ch...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. 1Q84
  4. Libro terzo. Ottobre-dicembre
  5. Il libro
  6. L’autore
  7. Dello stesso autore
  8. Copyright