Il rinoceronte d'oro
eBook - ePub

Il rinoceronte d'oro

  1. 296 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub
Dettagli del libro
Anteprima del libro
Indice dei contenuti
Citazioni

Informazioni sul libro

Anche se non documentata da testimonianze scritte, l'Africa antica possiede una storia, spesso sottostimata quando non brutalmente negata. A partire dalle tracce lasciate da civiltà il piú delle volte scomparse e dalle tradizioni orali, François-Xavier Fauvelle ricostruisce in modo rigoroso e appassionante la ricchezza di questo continente ritrovato. In trentaquattro brevi saggi offre al lettore un panorama dell'Africa subsahariana dall'VIII al XV secolo: dai viaggiatori cinesi del periodo Tang alle avventurose spedizioni di Vasco da Gama lungo le coste dell'oceano Indiano. Tra questi due estremi il lettore incontrerà momenti memorabili: una città introvabile, la capitale del Ghana, descritta nel 1068 da un geografo di Cordova; una cerimonia grandiosa svoltasi a Marrakech con l'arrivo del re dell'oscuro regno di Zafun; una misteriosa tomba sudafricana dove nel 1932 è stato trovato un piccolo rinoceronte d'oro del XII secolo; una chiesa costruita dal sovrano cristiano d'Etiopia nel xiii secolo... «Tra i fiumi Senegal e Gambia si estende il regno dei "Gilofi" (Wolof), guidato da un re che regna su altri re suoi vassalli. Ma, dice Cadamosto che cerca in qualche modo di cogliere l'originalità di ciò che sente e vede, "non è questo re simile alli nostri di cristianità; perché il suo regno è di gente selvaggia e poverissima; e non vi è città alcuna murata, se non villaggi con case di paglia". I loro regni, del resto, non sono ereditari, poiché la loro sovranità sembra dipendere da un sistema di scambio di servizi e tributi fra re e signori. Un re ha tutte le mogli che vuole ed è proprietario di schiavi che coltivano i suoi possedimenti. È presso un signore della costa chiamato il "Budomel" [...], che il Veneziano affina la sua antropologia del potere: i grandi di questo paese non sono affatto re per merito dell'estensione della loro terra, della potenza dei loro castelli o dell'ereditarietà del loro status. "Questi tali non sono signori perché siano ricchi di tesoro né di danari, perché non ne hanno, né lí si spende moneta alcuna; ma di cerimonie e di seguito di genti si ponno chiamar signori veramente, perché sempre sono accompagnati da molti e reveridi e temuti molto piú dai suoi subditi, di quello che non sono i nostri signori di qua". La regalità non consiste in un elenco di attributi; essa è una percezione sociale».

Domande frequenti

È semplicissimo: basta accedere alla sezione Account nelle Impostazioni e cliccare su "Annulla abbonamento". Dopo la cancellazione, l'abbonamento rimarrà attivo per il periodo rimanente già pagato. Per maggiori informazioni, clicca qui
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui
Entrambi i piani ti danno accesso illimitato alla libreria e a tutte le funzionalità di Perlego. Le uniche differenze sono il prezzo e il periodo di abbonamento: con il piano annuale risparmierai circa il 30% rispetto a 12 rate con quello mensile.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì, puoi accedere a Il rinoceronte d'oro di Francois-Xavier Fauvelle, Anna Delfina Arcostanzo in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Storia e Storia antica. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2017
ISBN
9788858426296
Argomento
Storia
Categoria
Storia antica

Approfondimenti bibliografici

Nelle note relative a ciascun capitolo, ho cercato di indicare i materiali utilizzati, cosí come anche i riferimenti fondamentali, gli studi recenti o, eventualmente, quelli di piú facile reperibilità. La «biblioteca di africanistica» è ampia e non è possibile, in questa sede, proporne una selezione, la quale non potrebbe che risultare arbitraria. Tuttavia, possono essere segnalati alcuni riferimenti bibliografici, non senza che risultino ridondanti, rispetto alle note, al fine di offrire un panorama commentato delle raccolte di fonti, dei compendi e dei lavori di riferimento piú utili, riguardo al Medioevo africano.
Anfray, Francis, Les anciens Éthiopiens, Armand Colin, Paris 1990 [L’opera classica sull’archeologia dell’Etiopia, scritta da uno dei suoi piú profondi conoscitori].
Cuoq, Joseph, Recueil des sources arabes concernant l’Afrique occidentale du VIIIe au XVIe siècle (Bilād al-Sūdān), Éditions du Centre national de la recherche scientifique, Paris 1985 (1a edizione 1975) [La raccolta classica, in traduzione francese, delle fonti arabe esterne riferite all’Africa occidentale nel Medioevo; ogni estratto è introdotto e annotato e sono citate le edizioni in arabo. Da consultare in parallelo con la raccolta di Levtzion e Hopkins].
Derat, Marie-Laure, Le domaine des rois éthiopiens (1270-1527). Espace, pouvoir et monachisme, Publications de la Sorbonne, Paris 2003 [Opera di riferimento per il periodo salomonico del Medioevo etiopico].
Devisse, Jean (a cura di), Vallées du Niger, Éditions de la Réunion des musées nationaux, Paris 1993 [Lussuoso catalogo della mostra omonima, quest’opera raccoglie gli approfonditi contributi dei numerosi specialisti in ambiente, società attuali e archeologia nell’area del Sahel e della savana dell’Africa occidentale, con il corredo di molte cartine e tavole].
General History of Africa, Unesco (1980-94), 8 voll. [Questa voluminosa summa, che esiste anche in formato tascabile in un’edizione priva di note, è stata pubblicata in svariate lingue. In Italia per ora sono stati pubblicati solo i primi due volumi. Tra gli otto volumi dell’edizione completa, si segnalano il III. Africa from the Seventh to the Eleventh Century (1988) e il IV. Africa from the Twelfth to the Sixteenth Century (1984)].
Insoll, Timothy, The Archaeology of Islam in Sub-Saharan Africa, Cambridge University Press, «Cambridge World Archaeology», Cambridge 2003 [Compendio che affronta, sulla scorta dei dati archeologici, la questione dell’islamizzazione e della presenza dell’islam nelle società africane precoloniali].
Levtzion, Nehemia, Ancient Ghana and Mali, Methuen, London 1973 [Il riferimento imprescindibile sui regni saheliani medievali. Alcuni piú recenti studi hanno in parte modificato, ma non hanno rivoluzionato, lo stato della ricerca. Soprattutto, in seguito, non fu mai piú tentata una simile sintesi delle fonti, capace di integrare fonti scritte, fonti archeologiche e tradizioni orali].
Levtzion, Nehemia e Hopkins, J. F. P., Corpus of Early Arabic Sources for West African History, Markus Wiener, Princeton 2000 (ristampa dell’edizione originale, Cambridge University Press, 1981) [Raccolta, in traduzione inglese, delle fonti arabe esterne riferite all’Africa occidentale nel Medioevo, con introduzione dei testi e annotazioni. Da utilizzare insieme alla raccolta di Cuoq].
Levtzion, Nehemia e Pouwels, Randall L., The History of Islam in Africa, Ohio University Press, Athens 2000 [Opera collettiva che raccoglie i contributi di specialisti su tutti gli aspetti della storia antica e contemporanea delle società musulmane d’Africa].
Masonen, Pekka, The Negroland Revisited. Discovery and Invention of the Sudanese Middle Ages, The Finnish Academy of Science and Letters, Helsinki 2000 [Eccellente studio sulla nascita e lo sviluppo della storiografia occidentale sull’Africa saheliana e sulla «costruzione» intellettuale delle formazioni politiche medievali].
Mauny, Raymond, Tableau géographique de l’Ouest africain au Moyen Âge, d’après les sources écrites, la tradition et l’archéologie, Institut fondamental d’Afrique noire, Dakar 1961 [La prima risorsa per qualsiasi ricerca sulla storia medievale dell’Africa occidentale. Opera oggi, per certi aspetti, superata ma la raccolta enciclopedica delle conoscenze relative al terreno è rimasta ineguagliata. Altrettanto ineguagliato è il tentativo di integrazione di dati eterogenei: lo scritto, le fonti orali o etnografiche e i dati archeologici].
M’Bokolo, Elikia, Afrique noire: histoire et civilisations, Hatier-Aupelf, Paris, tomo I. Jusqu’au XVIIIe siècle, 1995; tomo II. XIXe-XXe siècle, 1992. [Il miglior compendio in lingua francese sulla storia dell’Africa, in due dettagliati volumi, di cui uno dedicato alla storia precoloniale del continente].
Monod, Théodore, Méharées. Explorations au vrai Sahara, Actes Sud, «Babel», Arles 1994 (1a edizione 1937). In Italia è stato pubblicato nel 2002 con il titolo Il viaggiatore delle dune (Bollati Boringhieri, Torino 2002) [Piú che un’introduzione agli studi sahariani, un’iniziazione alle condizioni del lavoro scientifico sul campo].
Moraes Farias, Paulo F. de (a cura di), Arabic Medieval Inscriptions from the Republic of Mali. Epigraphy, Chronicles, and Songhay-Tuāreg History («Fontes Historiae Africanae, new series», n. 4, Oxford University Press, Oxford), 2003 [Questo vertice di erudizione rinnova l’approccio dell’epigrafia funeraria araba dell’Africa subsahariana, per produrre una storia delle relazioni fra Tuareg e Songhay nell’attuale Mali e interroga i diversi tipi di fonti, nel loro rispettivo apporto].
Oliver, Roland e Atmore, Anthony, Medieval Africa, 1250-1800, Cambridge University Press, Cambridge 2001 (1a edizione 1981) [Una panoramica ben fatta sulla storia dell’Africa detta «medievale», in questo caso direi «precoloniale» in senso piú ampio].
Phillipson, David W., African Archaeology, Cambridge University Press, Cambridge 2005, 3a edizione [Aggiornata di edizione in edizione, quest’opera è il «manuale» di riferimento per l’archeologia africana. Le parti sul periodo medievale non sono molto sviluppate, tuttavia quest’opera offre il miglior panorama archeologico a partire dalla preistoria antica dell’Africa].

Capitolo primo

Il dossier riguardante Du Huan è presentato da Wolbert Smidt in A Chinese in the nubian and abyssinian kingdoms (8th century), in «Chroniques yéménites», IX, 2001, 16 pp. Molte fonti cinesi del Medioevo sono esposte da Friedrich Hirth in Early Chinese notices of East African territories, in «Journal of the American Oriental Society», XXX (1909), n. 1, pp. 46-57. La piccola opera di Jan Julius Lodewijk Duyvendak, China’s Discovery of Africa (Arthur Probsthain, London, 1949, 35 pp.), raccoglie due sue conferenze tenute alla School of Oriental and African Studies di Londra nel 1947, e rimane la migliore e piú sobria presentazione di questi testi in una lingua occidentale. È da quest’opera (p. 27) che è tratta la citazione sullo «shopping». Lo stesso autore aveva precedentemente stabilito (in The true date of the Chinese maritime expeditions in the early fifteenth century, in «T’oung Pao», seconda serie, XXXIV, 19395, pp. 341-413) le date e gli itinerari delle varie spedizioni dell’eunuco. L’opera di Teobaldo Filesi, Le Relazioni della Cina con l’Africa nel Medio-Evo (A. Giuffrè, Milano 1962), tradotta in inglese dodici anni dopo senza un vero e proprio aggiornamento, è stata molto criticata per entrambe le sue edizioni per aver dato troppo credito all’idea di una frequentazione diretta dell’Africa da parte dei Cinesi del Medioevo: questo può valere altrettanto bene anche per i resoconti che ne sono stati fatti. In termini piú generali, John Shen in New thoughts on the use of Chinese documents in the reconstruction of early Swahili history, in «History in Africa», XXII, 1995, pp. 349-58, ha fatto un’analisi molto critica delle traduzioni disponibili delle fonti cinesi e degli usi che ne sono stati fatti dagli storici dell’Africa. È utile anche la voce «Zheng He» redatta da Sally Church nell’Encyclopaedia of the History of Science, Technology and Medicine in non-Western Cultures (Springer, Berlin 2008). La stessa cosa vale per l’articolo di Geoff Wade, The Zheng He voyages: A reassessment, in «Asia Research Institute Working Paper Series», n. 31, 2004, 19 pp., che sottolinea lo sfarzo militare di queste spedizioni. Piú recente, Robert Finlay, The voyages of Zheng He: Ideology, state power, and maritime trade in Ming China, in «Journal of the Historical Society», VIII (2008), n. 3, pp. 327-47. Sulla carta di Zheng He, consultare, in primo luogo, Mei-Ling Hsu, Chinese marine cartography: Sea charts of premodern China, in «Imago Mundi», XL, 1988, pp. 96-112. Sulla «lettura sinicentrica» delle fonti relative alle spedizioni di Zheng He e sull’ipotesi di una scoperta dell’America da parte delle giunche cinesi (nel 1421), bisogna fare riferimento al poderoso lavoro di Robert Finlay, How not to (re)write world history: Gavin Menzies and the Chinese discovery of America, in «Journal of World History», XV (2004), n. 2, pp. 229-42. Per concludere, a proposito delle imbarcazioni e navigazioni arabe nell’oceano Indiano è sempe utile consultare George F. Hourani, Arab Seafaring (Princeton University Press, Princeton 1995, per l’edizione ampliata).

Capitolo secondo

La piú utile raccolta di testi relativi alla costa dell’Africa orientale è quella di Greville S. P. Freeman-Grenville, The East African Coast. Select Documents from the First to the Earlier Nineteenth Century (Clarendon Press, Oxford 1962). Per il testo di al-Mas‘ūdī, l’edizione critica e la traduzione piú frequentemente usata è in francese: Maçoudi, Les Prairies d’or, cura e traduzione di Charles Barbier de Meynard e Abel Pavet de Courteille (Imprimerie impériale, Paris 1861-77, 9 voll.). Charles Pellat ha fornito una traduzione riveduta e corretta di questo testo (stesso titolo, Paris 1962-97, 5 voll.), sotto l’egida della Società Asiatica. Anche la voce su al-Mas’ūdī, presente nell’Encyclopédie de l’Islam (2a ed.), è di Charles Pellat e contiene tutte le informazioni dettagliate, biografiche e bibliografiche, necessarie sull’autore. Un’ottima panoramica sulle navigazioni persiane nel mar Arabico, relativamente alla costa dell’Africa orientale, è fornita da Thomas M. Ricks, Persian Gulf seafaring and East Africa: ninth-twelfth centuries, in «African Historical Studies», III (1970), n. 2, pp. 339-57, ma si può fare riferimento anche a George F. Hourani, Arab Seafaring (Princeton University Press, Princeton 1995), pp. 61-68. Un buon dossier su miti arabi ed europei inerenti all’ambra grigia è stato raccolto da Karl H. Dannenfeldt, Ambergris: The search for its origin, in «Isis», LXXIII (1982), n. 3, pp. 382-97.

Capitolo terzo

Una prima versione del testo contenuto nel papiro arabo di Qaṣr Ibrīm è stata fornita da J. Martin Plumley, An eighthcentury arabic letter to the king of Nubia, in «Journal of Egyptian Archaeology», LXI, 1975, pp. 241-45. Un’edizione critica (copia del documento originale, edizione e traduzione) di Martin Hinds, A letter from the governor of Egypt to the king of Nubia and Muqqura concerning Egyptian-Nubian relations in 141/758, in Studia Arabica et Islamica. Festschrift for Ihsan ‘Abbās on his sixtieth birthday (American University of Beirut, Beirut 1981), pp. 9-29, è stata ripubblicata in un volume di varia di questo autore intitolato Studies in Early Islamic History, a cura di Jere Bacharach, Lawrence I. Conrad e Patricia Crone (Darwin Press, Princeton 1996). William Y. Adams, Qasr Ibrim. The Earlier Medieval Period (Egypt Exploration Society, London 2010), p. 245, offre dei chiarimenti circa l’autore e la destinazione dei documenti in copto. Le altre fonti citate o menzionate sono presenti in Joseph Cuoq, Islamisation de la Nubie chrétienne (Geuthner, Paris 1986). Sullo stesso argomento si vedano le osservazioni di Jean-Claude Garcin, Qūṣ. Un centre musulman de la Haute-Égypte médiévale (Ifao, Il Cairo 2005), 2a ed., pp. 39-43. Un approccio storiografico e critico, che tuttavia sembra accordare scarsa importanza ai documenti di Qaṣr Ibrīm, è offerto da Jay Spaulding, Medieval christian Nubia and the islamic world: A reconsideration of the «Baqt» treaty, in «The International Journal of African Historical Studies», XXVIII (1995), n. 3, pp. 577-94. La piú completa opera generale sulla Nubia medievale è quella di Derek A. Welsby, The Medieval Kingdoms of Nubia (British Museum Press, London 2002). Robin Seignobos, La Frontière entre le «bilād al-islām» et le «bilād al-Nūba»: enjeux et ambiguïtés d’une frontière immobile (VIIe-XIIe siècle), in «Afriques. Débats, méthodes et terrains d’histoire», II, 2010 [consultabile on line: http://afriques.revues.org/800], ha fornito utilissimi elementi di analisi sul carattere paradossale della frontiera tra Egitto musulmano e Nubia cristiana.

Capitolo quarto

L’affresco di Giorgio II, cosí come tutto il complesso iconografico di Faras, fu staccato dalle pareti della cattedrale prima della sommersione del sito. Oggi, è conservato al Museo Nazionale di Varsavia; altri sono nel Museo di Khartum. È stato pubblicato a piú riprese, in particolare nel catalogo di Kazimierz Michałowski, Faras. Wall Paintings in the Collection of the National Museum in Warsaw (Wydawnictwo Artystyczno-Graficzne, Warszawa 1974), n. 34 (pp. 173-176). È da questa pubblicazione che sono tratti gli elementi relativi alla scoperta del sito e alle condizioni di lavoro e di prelievo degli affreschi. L’iscrizione greca è stata pubblicata da Stefan Jacobielski nella stessa opera, pp. 291-92 al numero 18. Notizie degli scavi sono state pubblicate in diversi volumi: K. Michałowski, Faras. Fouilles polonaises 1961 [= Faras I] (Éditions scientifiques de Pologne, Warszawa 1962); K. Michałowski, Faras. Fouilles polonaises 1961-1962 [= Faras II] (Éditions scientifiques de Pologne, Warszawa 1965); Stefan Jakobielski, Faras III. A History of the Bishopric of Pachoras on the Basis of Coptic Inscriptions (Éditions scientifiques de Pologne, Warszawa 1972); Jadwiga Kubińska, Faras IV. Inscriptions grecques chrétiennes (Éditions scientifiques de Pologne, Warszawa 1974); Janusz Karkowski, The Pharaonic Inscriptions from Faras [= Faras V] (Éditions scientifiques de Pologne, Warszawa 1981); Włodzimierz Godlewski, Faras VI. Les Baptistères nubiens (Éditions scientifiques de Pologne, Warszawa 1979); Małgorzata Martens-Czarnecka, Les Éléments décoratifs sur les peintures de la cathédrale de Faras [Faras VII] (Éditions scientifiques de Pologne, Warszawa 1982); Tadeusz Dzierżykray-Rogalski, Faras VIII. The Bishops of Faras. An Anthropological-Medical Study (Éditions scientifiques de Pologne, Warszawa 1985). Una sintesi di queste ricerche è stata pubblicata da K. Michałowski, Faras. Die Kathedrale aus dem Wüstensand (Benziger Verlag, Köln 1967). Sulla Campagna di Nubia promossa dall’Unesco si veda, infine, l’articolo di Fekri A. Hassan, The Aswan high dam and the international rescue Nubia campaign, in «African Archaeological Review», X...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Il rinoceronte d’oro
  4. Prefazione. L’Africa nel Medioevo: il tempo ritrovato
  5. I. Le tribolazioni di due Cinesi in Africa. Africa orientale, dall’VIII al XV secolo
  6. II. Nel ventre della balena. Africa dell’Est, inizio del X secolo
  7. III. Aspetti di una frontiera. Qaṣr Ibrīm, Bassa Nubia, a partire dal VII secolo
  8. IV. Andirivieni diplomatico alla corte di Giorgio II di Nubia. Faras, attuale Egitto, e Dongola, attuale Sudan, ultimo quarto del X secolo
  9. V. «C’è ancora qualcuno, dopo di voi?». Sahara centrale, dal VII al IX secolo
  10. VI. Per quarantaduemila dinari. Awdaghost, attuale Mauritania, metà del X secolo
  11. VII. Questa non è una città: a proposito della capitale del Ghāna. Regione dell’Aouker, attuale Mauritania, attorno al 1068
  12. VIII. Ghāna, cento anni dopo. Sulle rive di un fiume del Sahel, tra il 1116 e il 1154
  13. IX. Conversioni a catena. Varie regioni del Sahel, secoli XI e XII
  14. X. Il re di Zāfūn entra a Marrakech. Marocco e Sahel occidentale, attorno al secondo quarto del XII secolo
  15. XI. I ricchi defunti dei tumuli. Etiopia, Mali, Senegal, tra il X e il XIV secolo
  16. XII. Aksum, la città che rende re. Nord dell’Etiopia, attorno al XII secolo
  17. XIII. I tesori di Debra Damo. Nord dell’Etiopia, fino al XII secolo
  18. XIV. La cartina e le due geografie. Corno d’Africa, prima della metà del XII secolo
  19. XV. La faccenda della concubina. Aydhab, Berbera, coste degli attuali Sudan e Somaliland, dicembre 1144
  20. XVI. Sigilmasa, un crocevia alla fine del mondo. Sud-est del Marocco, dal XII al XIV secolo
  21. XVII. Il paese in cui l’oro cresce come le carote. Sahel, dal X al XIV secolo
  22. XVIII. Miniere fantasma. Altopiano dell’attuale Zimbabwe e savana dell’Africa occidentale, attorno al XIII secolo
  23. XIX. Il paese di Sofala. Coste degli attuali Tanzania e Mozambico, fine del XIII secolo - inizio del XIV secolo
  24. XX. Il rinoceronte d’oro. Nord-est dell’attuale Africa del Sud, XIII secolo
  25. XXI. La stratigrafia di Kilwa, ovvero come nascono le città. Coste dell’attuale Tanzania, dal X al XV secolo
  26. XXII. I cammelli del Madagascar, ovvero l’Africa di Marco Polo. Somalia e Madagascar, fine del XIII secolo
  27. XXIII. L’opera degli angeli, la parte dell’uomo. Lalibela, altopiano etiopico, intorno al XIII secolo
  28. XXIV. Il sultano e il mare. Coste degli attuali Senegal o Gambia, attorno al 1312
  29. XXV. Rovine di sale. Taghaza, estremo nord dell’attuale Mali, dall’XI al XVI secolo
  30. XXVI. La dogana del Māli. Walata, attuale Mauritania, circa il 17 aprile 1352
  31. XXVII. Un relitto nel Sahara. Attuale Mauritania centro-orientale, intorno ai secoli XI, XII e XIII
  32. XXVIII. La sfera d’oro. Regno del Māli, XIV secolo
  33. XXIX. Il re di parola. Nella città di Māli, capitale del regno, da giugno 1352 a febbraio 1353
  34. XXX. Produzione di eunuchi in Abissinia, ovvero piccoli compromessi tra nemici. Etiopia e Somaliland, attorno al 1340
  35. XXXI. Inventario al Grande Zimbabwe. Grande Zimbabwe, attuale Zimbabwe, secoli XIV e XV
  36. XXXII. L’anno prossimo a Tamentit, o la (ri)scoperta dell’Africa. Oasi del Touat, Sahara algerino, seconda metà del XV secolo
  37. XXXIII. Le nuove coste dell’Africa. Coste degli attuali Mauritania, Senegal e Gambia, 1455
  38. XXXIV. Vasco da Gama e il Nuovo Mondo. Oceano Indiano, anno 1498
  39. Glossario
  40. Approfondimenti bibliografici
  41. Elenco delle cartine e delle illustrazioni
  42. Ringraziamenti
  43. Il libro
  44. L’autore
  45. Copyright