Zavorre
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L'eutanasia nella Germania nazista 1939 - 1945

  1. 288 pagine
  2. Italian
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L'eutanasia nella Germania nazista 1939 - 1945

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Tra gli orrori del nazismo figura l'assassinio deliberato di circa 200 000 cittadini tedeschi tra il 1939 e il 1945. Qualificati come infermi incurabili, malati mentali, epilettici, affetti da tare ereditarie, li si considerava una zavorra per il Reich e una minaccia per la salute pubblica. Gli assassini parlavano di «eutanasia» o «liberazione dalla sofferenza» a familiari fin troppo disponibili a sollevare se stessi da un peso economico ed esistenziale. Conveniva, inoltre, liberare risorse a vantaggio dei tedeschi evacuati di ritorno in patria, garantire ricoveri stabili all'esercito impegnato nella campagna di Russia, risorse mediche e camere di ospedale ai feriti negli attacchi aerei. In molti casi le famiglie degli uccisi (persone di tutte le età, neonati compresi) preferirono dimenticare anche il nome di nonni o fratelli assassinati pur di non ammettere un'infermità ereditaria o di riconoscere la propria acquiescenza. Piú che fornire un'ulteriore denuncia dei crimini nazisti, questo libro si propone di situare gli eventi nel quadro della società tedesca, sottolineando la responsabilità individuale in ogni scelta. Grande rilievo hanno le fonti in cui prendono la parola le persone assassinate, capaci di esprimere esigenze e bisogni del tutto incompatibili con l'idea di una vita «indegna di essere vissuta». Tra il 1939 e il 1945, circa 200 000 tedeschi furono vittime delle uccisioni per «eutanasia». I numerosi responsabili parlavano eufemisticamente di «sollievo», «interruzione della vita», «morte misericordiosa», «aiuto a morire» o, appunto, di «eutanasia». Costoro agivano in parziale segretezza, ma nel bel mezzo della società. Molti tedeschi erano favorevoli a una morte violenta per i «mangiatori inutili», tanto piú durante la guerra: pochi condannarono con fermezza le uccisioni, i piú tacevano per vergogna, non volevano conoscere troppi particolari. E andò avanti cosí anche dopo il 1945. Solo in casi eccezionali le famiglie si ricordavano delle zie, dei figli piccoli, dei fratelli o dei nonni assassinati. Soltanto oggi, dopo circa settant'anni, l'incantesimo svanisce. Lentamente riaffiorano quei dimenticati che furono costretti a morire perché percepiti come pazzi, molesti o imbarazzanti, perché anormali, pericolosi per la comunità, inabili al lavoro o costantemente bisognosi di cure, perché gravavano di un marchio d'infamia le loro famiglie. Ancora oggi, nelle manifestazioni, nei libri e sui monumenti il piú delle volte i nomi di queste vittime non vengono citati. Eppure sono soprattutto i nomi dei morti, oggi, a dover essere ricordati. I disabili, i deboli di mente e gli storpi che furono abbandonati e costretti a morire non erano affatto non-persone anonime. Questo libro racconta la storia del loro assassinio deliberato, in quella che è nota come la famigerata Aktion T4.

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Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2017
ISBN
9788858424650
Argomento
Geschichte

Note

Henry K. e Louise S.: morti senza nome

1. L’Archivio federale (Hollmann) all’autore, 10 luglio 2012; l’incaricato federale della protezione dei dati (Schaar) all’autore, 17 luglio 2012.
2. Ringrazio per questa informazione Boris Böhm, direttore del monumento commemorativo di Pirna-Sonnenstein.
3. Il titolo originale può essere tradotto letteralmente con «I gravati» [N. d. T.].
4. Il dato sull’età media delle persone uccise è tratto da SCHILTER 1999, pp. 153 sg.
5. L’Archivio federale (Beier) all’autore, 24 ottobre 2012.
6. Il termine tedesco Opfer, «vittima», ha anche il significato spregiativo di «sconfitto, perdente» [N. d. T.].

Capitolo primo

1. In DE CRISTOFARo e SALETTI 2012, pp. 43-89 [N. d. T.].
2. Resoconto della 163a assemblea dei neurologi sassoni del 22 giugno 1922, in «Allgemeine Zeitschrift für Psychiatrie», LXXIX (1923), pp. 438-42.
3. NOWAK 1977, pp. 43-63; SCHWARTZ 1995 e 2008.
4. Istruttivi a questo proposito i molti articoli e le brevi notizie sul tema, pubblicati nelle riviste «Die Feuerbestattung. Monatsschrift für die Freunde der Feuerbestattung» (1924-43) e «Die Flamme. Zeitschrift zur Förderung der Feuerbestattung im In- und Auslande» (1884-1942).
5. BISCHÖFLICHES ORDINARIAT BERLIN 1946, p. 108.
6. Goette alla sua famiglia e ad A., 13 giugno, 5 e 31 ottobre, 17 novembre 1941 e 28 aprile 1942, Archivio dell’Akademie der Künste di Berlino, Archivio Wolf Goette, lettere da Praga 1939-42. Un ringraziamento a Gisela Riff-Eimermacher.
7. Nelle sue opere Ernst Klee ha richiamato piú volte l’attenzione sulla continuità delle carriere e sulla mancanza di senso di colpa delle persone coinvolte: KLEE 1986, 2001, 2003 e 2010.
8. DE CRISTOFARo e SALETTI 2012, p. 63 [N. d. T.].
9. LIMACHER 1934, pp. 181-83.
10. I Gauleiter governavano le regioni amministrative in cui era suddivisa la Germania nazista [N. d. T.].
11. SCHMUHL 1993; su Brandt cfr. FAULSTICH 1998, pp. 587-89.
12. Citato da KAISER et al. 1992, p. 250.
13. Dibattiti del Primo convegno dei sociologi tedeschi, SCHWARTZ 1998, p. 624.
14. Cfr. cap. VIII.2 di questo libro.
15. Bozza del testo di Morell, citata da ROTH e ALY 1984, pp. 123-228; MELTZER 1925, pp. 52 e 85-101.
16. Citato da ROTH 1985, p. 175.
17. Deposizione di Bayer del 31 gennaio 1946, procedimento istruttorio contro Bayer e altri, Proc Amburgo, 14Js265/48, vol. I.
18. MELTZER 1925, p. 92.
19. Citato da BING-VON HÄFEN 2011, p. 53
20. Citato da ALY 1984e, p. 276
21. ROTH e ALY 1984.
22. Relazione sull’iter di pianificazione per lo Schleswig dell’11-19 settembre 1941, BArch, R96-I/15.
23. Relazione sulla commissione medica in Sassonia del 18 febbraio 1943 (Wischer). Fotocopie del centro di documentazione dell’amministrazione archivistica statale della Ddr, Dok-P 136. Gli originali si trovano nell’Archivio di Stato principale della Sassonia, Dresda.
24. Relazione sull’iter di pianificazione per il Württemberg del 21 ottobre - 12 novembre 1942, BArch, R96-I/15. Erich Straub (1885-1945) era un perito e un collaboratore della centrale T4 a Berlino.
25. Hermann al ministero dell’Interno del Reich, 6 agosto 1940, citato da BING-VON HÄFEN 2011, pp. 79 sg.
26. Cfr. cap. III.2 di questo libro.
27. Rielaborato sulla base di BING-VON HÄFEN 2011, pp. 87, 98-103 e 171.
28. Rielaborato sulla base di MAY 1996, pp. 78-80.
29. Baumhard al dottor Gerke, istituti di assistenza della circoscrizione di Hub, 20 febbraio 1940, citato da KLEE 1985, p. 107.
30. Raccontato e citato sulla base di FAULSTI...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Henry K. e Louise S.: morti senza nome
  4. Tavola delle abbreviazioni
  5. Zavorre
  6. I. Un peso tolto dalla coscienza
  7. II. L’Aktion T4, tenuta nascosta e nota a tutti
  8. III. Berlino: trasferiti, scomparsi, dimenticati
  9. IV. Racconti dall’arcipelago delle camere a gas
  10. V. L’evacuazione, la guerra e le uccisioni dei malati
  11. VI. Rilevamento di neonati malformati
  12. VII. Cervelli di bambini per una scienza d’eccellenza
  13. VIII. L’eutanasia nella quotidianità di una clinica pediatrica
  14. IX. Una terapia rischiosa: un’offerta per i genitori
  15. X. Ultimi segnali di vita infantili
  16. XI. L’improvvisa interruzione dell’Aktion T4
  17. XII. La ricerca sui vivi e sui morti
  18. XIII. Asociali, criminali, tubercolotici
  19. XIV. Aiuto ai feriti, morte ai pazzi
  20. XV. Notizie dalle case della morte
  21. XVI. I messaggi degli uccisi
  22. Postfazione
  23. Note
  24. Bibliografia
  25. Indice analitico
  26. Il libro
  27. L’autore
  28. Dello stesso autore
  29. Copyright