La liberazione dei campi
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La liberazione dei campi

La fine della Shoah e le sue eredità

  1. 312 pagine
  2. Italian
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La liberazione dei campi

La fine della Shoah e le sue eredità

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Quando i martoriati prigionieri dei campi di concentramento e di sterminio furono liberati, l'orrore delle atrocità naziste venne alla luce per intero. A stento si può immaginare l'enorme sollievo provato in quel momento dai prigionieri. Tuttavia, per chi era sopravvissuto all'inimmaginabile, l'esperienza della liberazione fu un lento e sfibrante percorso di ritorno alla vita.
In questa indagine senza precedenti sui giorni, mesi e anni successivi all'arrivo delle forze alleate nei campi nazisti, uno dei piú importanti storici dell'Olocausto utilizza fonti archivistiche e testimonianze dirette, scritte e orali, per raccontare le nuove odissee che i prigionieri liberati dovettero affrontare e le grandi difficoltà incontrate da chi li liberò nel tentativo di ridare un senso alle loro vite in frantumi. Dan Stone si concentra sui sopravvissuti: sul loro senso di colpa, sullo sfinimento, le paure, la vergogna che provavano per essere ancora vivi e il devastante dolore per i famigliari perduti, sugli enormi problemi di salute, e sulle loro successive richieste di abbandonare i campi sfollati per insediarsi in altri Paesi.
L'autore non descrive soltanto gli sforzi che i liberatori (russi, inglesi, americani e canadesi) dovettero affrontare per soddisfare i bisogni immediati dei superstiti, ma prende anche in considerazione i problemi a lungo termine che influenzarono il mondo del dopoguerra, primo baluginare dell'imminente guerra fredda.

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Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2017
ISBN
9788858425022

Note

INTRODUZIONE. SPIEGARE LA LIBERAZIONE.

1. Wilzig, citato in Chamberlin e Feldman (a cura di), Liberation, p. 157. Radnóti, Peace, Horror, in Id., Forced March, p. 32.
2. Knoller, Living with the Enemy, p. 209.
3. Rosensaft, Yesterday, pp. 51-52. Cfr. una versione con parole leggermente diverse in Id., Bergen-Belsen. The End and the Beginning, in United States Holocaust Memorial Museum, Children and the Holocaust, pp. 117-36, in particolare p. 119, e un’altra ancora leggermente differente in tedesco in Buser, Überleben von Kindern und Jugendlichen, pp. 265-66.
4. Esistono due studi di carattere generale: Abzug, Inside the Vicious Heart, e Bridgman, The End of the Holocaust, entrambi obsoleti e insoddisfacenti sotto molti aspetti, ciò nondimeno ancora utili. Esiste un’ampia letteratura specialistica, come si può vedere in bibliografia, non ancora assimilata nelle narrazioni standard della Shoah che normalmente si concludono nel maggio 1945.
5. Sack, Dawn after Dachau, p. 28.
6. Langer, Holocaust Testimonies, p. 67. Sull’impossibilità di «chiudere la partita» dei sopravvissuti alla Shoah e il loro bisogno compulsivo di dire e ridire, scrivere e riscrivere, cfr. Eaglestone, The Holocaust and the Postmodern, pp. 64-67.
7. W. J. Sachs, resoconto scritto (non datato), Archive of the VJHC in Cracow, statement n. 114, in Hochberg-Mariańska e Grüss (a cura di), The Children Accuse, p. 45.
8. Bernard Warsager, intervista a David Boder, 1° settembre 1946, trascrizione in http://voices.iit.edu/interview?doc=warsagerB&display=warsagerB_en. L’intervista originale in tedesco si trova a sua volta sul web. Una sintesi precedente dei commenti di Warsager (senza le interruzioni di Boder, né le esitazioni di Warsager) è reperibile in Niewyk, Fresh Wounds, p. 79.
9. Josephs, Survivors, p. 178.
10. Lanzmann, Shoah, p. 200 [trad. it. p. 215]. Cfr. il suo racconto in Kazik, Memoirs of a Warsaw Ghetto Fighter, pp. 50-52. Ringrazio Anna Solarska per avermi fatto riflettere sulla solitudine.
11. Rabbi Baruch G., in Greene e Kumar (a cura di), Witness, pp. 214-15.
12. Leon Bass, USC Visual History Archive: http://vha.usc.edu/viewingPage.aspx? testimonyID=47936&returnIndex=0.
13. The Seventy-First Came… to Gunskirchen Lager, p. 5.
14. Smith, Forgotten Voices, p. 280.
15. Hutler, citato in Kolinsky, After the Holocaust, p. 79.
16. Karoly, citata in Kushner e Knox, Refugees in an Age of Genocide, p. 204.
17. Birkin, in Gill, The Journey Back from Hell, p. 429.
18. Swift, in Flanagan e Bloxham (a cura di), Remembering Belsen, p. 37.
19. Sington, Belsen Uncovered, p. 28.
20. Phillips (a cura di), The Belsen Trial, p. 716.
21. Ibid., p. 718.
22. Sington, Belsen Uncovered, p. 25.
23. Cfr. Le Chêne, Mauthausen, pp. 171-74.
24. Cfr. ibid., p. 166.
25. Loidl, Entweihte Heimat, citato in Horwitz, In the Shadow of Death, pp. 164-65 [trad. it. p. 209].
26. Ibid., pp. 170 (citazione), 171 (progetti edilizi) [trad. it. p. 219].
27. Cfr. Wachsmann, The Dynamics of Destruction. The Development of the Concentration Camps, 1933-1945, in Caplan e Wachsmann (a cura di), Concentration Camps in Nazi Germany, p. 23; Goeschel e Wachsmann, Before Auschwitz. Per una dettagliata panoramica del sistema dei campi cfr. Wachsmann,...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Introduzione. Spiegare la liberazione
  4. Elenco delle abbreviazioni
  5. La liberazione dei campi
  6. I. Liberati dai sovietici
  7. II. Gli Alleati occidentali
  8. III. Fuori dal caos
  9. IV. Sfollati o traditi? Vita nei campi sfollati
  10. V. Transizioni: gli sfollati in un mondo che cambia
  11. VI. Conclusione: le pene della liberazione
  12. Note
  13. Appendici
  14. Bibliografia
  15. Elenco delle tavole fuori testo
  16. Ringraziamenti
  17. Indice analitico
  18. Apparati iconografici
  19. Il libro
  20. L’autore
  21. Copyright