Gli uomini di Mussolini
Prefetti, questori e criminali di guerra dal fascismo alla Repubblica italiana
- 280 pagine
- Italian
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Gli uomini di Mussolini
Prefetti, questori e criminali di guerra dal fascismo alla Repubblica italiana
Informazioni sul libro
Alla fine della Seconda guerra mondiale molti tra i piú alti vertici militari delle Forze armate italiane avrebbero dovuto rispondere di crimini di guerra. Nessuno venne mai processato in Italia e all'estero. A salvarli furono gli equilibri della Guerra fredda e il decisivo appoggio degli alleati occidentali grazie a cui l'Italia eluse ogni forma di sanzione per i suoi militari. Diversi di loro furono reintegrati negli apparati dello Stato come questori, prefetti, responsabili dei servizi segreti e ministri della Repubblica e coinvolti nei principali eventi del dopoguerra: il referendum del 2 giugno; la strage di Portella della Ginestra; la riorganizzazione degli apparati di forza anticomunisti e la nascita dei gruppi coinvolti nel «golpe Borghese» e nel «golpe Sogno» del 1970 e 1974. Il loro reinserimento diede corpo a quella «continuità dello Stato» che rappresentò una pesante ipoteca sulla storia repubblicana. Attraverso documenti inediti, Conti ricostruisce vicende personali, profili militari, provvedimenti di grazia e nuove carriere nell'Italia democratica di alcuni dei principali funzionari del regime di Mussolini. Nel corso degli ultimi anni la storiografia si è occupata approfonditamente dei crimini di guerra italiani all'estero durante il secondo conflitto mondiale e delle ragioni storiche e politiche che resero possibile una sostanziale impunità per i responsabili. Meno indagati sono stati i destini, le carriere e le funzioni svolte dai «presunti» (in quanto mai processati e perciò giuridicamente non ascrivibili nella categoria dei «colpevoli») criminali di guerra nella Repubblica democratica e antifascista. Le biografie pubbliche dei militari italiani qui rappresentate sono connesse da una comune provenienza: tutti operarono, con funzioni di alto profilo, in seno all'esercito o agli apparati di forza del fascismo nel quadro della disposizione della politica imperiale del regime, prima e durante la Seconda guerra mondiale. La gran parte di loro venne accusata, al termine del conflitto, da Jugoslavia, Grecia, Albania, Francia e dagli angloamericani, di crimini di guerra. Nessuno venne mai processato in Italia o epurato, nessuno fu mai estradato all'estero o giudicato da tribunali internazionali, tutti furono reinseriti negli apparati dello Stato postfascista con ruoli di primo piano. Le loro biografie dunque rappresentano esempi significativi del complessivo processo di continuità dello Stato caratterizzato dalla reimmissione nei gangli istituzionali di un personale politico e militare non solo organico al Ventennio ma il cui nome, nella maggior parte dei casi, figurava nelle liste dei criminali di guerra delle Nazioni Unite.
Domande frequenti
Informazioni
Il «processo Roatta» e la crisi dell’epurazione antifascista
[…] il momento piú delicato e avanzato della pur sorda lotta nella quale non singoli individui, ma forze politiche imponenti si trovarono impegnate. Una lotta dal cui esito dipese non solo e non tanto la sorte di taluni personaggi, ma la piega che la storia d’Italia avrebbe preso […] Quell’attimo d’incertezza, di perdita di equilibrio, che avrebbe potuto far precipitare la situazione nell’altro senso3.
Il 26 luglio, caduto il fascismo, fu nominato ministro della Guerra dal maresciallo Badoglio. In questa sua ultima qualità il generale Sorice, durante i 45 giorni del governo Badoglio, prese parte attiva alla trattativa dell’armistizio, e piú precisamente alla collaborazione militare concordata fra l’Italia e gli alleati. Collaborazione che riguardava particolarmente la costituzione da parte nostra di un corpo d’armata motocorazzato destinato alla difesa della capitale ed a proteggere il concordato sbarco alleato nelle vicinanze di Roma. Sbarco che poi non avvenne per la mancata azione del predetto corpo d’armata all’atto della proclamazione dell’armistizio.Cadono sul ministro della guerra le responsabilità dell’impreparazione della predetta grande unità6.
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- Tavola delle abbreviazioni e delle sigle archivistiche
- Gli uomini di Mussolini
- Introduzione
- PARTE PRIMA. Politica dell’ordine pubblico e «questione siciliana» nell’Italia della transizione
- PARTE SECONDA. I generali della guerra fascista negli anni della democrazia repubblicana
- Conclusioni. Il «processo Roatta» e la crisi dell’epurazione antifascista
- Elenco dei nomi
- Il libro
- L’autore
- Copyright