I Vangeli apocrifi
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I Vangeli apocrifi

  1. 656 pagine
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I Vangeli apocrifi

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Qui i primi cristiani riversarono il proprio ingenuo bisogno di conoscere tutto ciò che i quattro Vangeli canonici non avevano detto del loro Salvatore e Maestro. L'infanzia di Gesú nella casa di Nazareth, dopo i prodigi della sua nascita, o i misteri che accompagnarono e seguirono la sua morte, elaborati da una fantasia ricca di tutta la tradizione orientale ed ellenistica e sentiti con la freschezza del mondo nuovo che sorgeva sulla decadenza dell'antico. La commovente bellezza dell'arte mescolata alla forza creativa dell'eresia, un cristianesimo vivificante e «sotterraneo».

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Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2017
ISBN
9788858426784

Vangeli dell’infanzia

PROTOVANGELO DI GIACOMO

A buon diritto il Protovangelo di Giacomo1 viene di consueto collocato al primo posto nel gruppo dei Vangeli apocrifi della Natività di Maria e dell’Infanzia di Gesú, non solo per la maggior ricchezza di particolari con cui esso offre il racconto della nascita di Gesú, preceduto da un’ampia leggenda sulla vita della Madonna, e per la freschezza e l’ingenuità della narrazione, che in alcuni punti raggiunge i confini della vera poesia, ma soprattutto perché esso ha costituito il modello di numerose altre composizioni del genere.
La definizione di «proto» vangelo gli è stata data dall’umanista Guillaume Postel, il quale a metà del Cinquecento lo ha per primo scoperto e fatto conoscere attraverso una sua traduzione in latino2, avendolo egli ritenuto il piú antico di tutti gli scritti neotestamentari.
Poiché l’autore dichiara di chiamarsi Giacomo, comunemente il Protovangelo viene attribuito a Giacomo il Minore, fratello di Gesú, e perciò la sua composizione è ritenuta non posteriore all’anno 150 ed è considerato piú un testo extracanonico che un vero apocrifo, avendo tacitamente la Chiesa accettato da esso, come dati storici, molti particolari della vita di Maria.
Ma contro questa tesi suggestiva, che farebbe del Protovangelo uno dei piú antichi documenti cristiani, all’incirca contemporaneo dei Vangeli canonici, e secondo qualche studioso persino precedente a Luca e a Matteo3, stanno molti validi argomenti. Innanzi tutto sull’esistenza del Protovangelo manca qualsiasi testimonianza sicura prima del VI secolo. Infatti l’accenno di Origene (†254) ad un Vangelo di Giacomo il Minore, fratello di Gesú4, non ci dimostra che si tratti proprio del testo che possediamo adesso, sotto questo nome, e anche il fatto che verso la metà del II secolo Giustino (†165) già parli di una «grotta» come del luogo in cui nacque Gesú5 non è prova che egli abbia conosciuto il nostro scritto. La prima volta che il Protovangelo viene esplicitamente citato e descritto è nel Commentario all’Hexaemeron di Eustachio di Antiochia, ma ormai è a tutti noto che anche questo commentario è ben posteriore al secolo IV, cui veniva attribuito per il passato.
Oltre al silenzio della patristica cristiana dei primi secoli intorno al Protovangelo (che potrebbe anche non essere un dato definitivo per escluderne l’esistenza), vi è poi anche il fatto significativo che del Protovangelo si posseggono oggi oltre venti manoscritti in lingua greca e numerose versioni orientali, ma nessun manoscritto in latino. Ciò indica che la Chiesa occidentale ha tardato molto ad accogliere l’apocrifo con le sue notizie intorno a Maria, il che non sarebbe avvenuto se tali notizie fossero state davvero ritenute di prima mano, cioè di un fratello di Gesú.
Infine, la scarsa conoscenza della geografia palestinese e delle usanze locali (nonostante le frequenti reminiscenze bibliche) ha convinto gli studiosi dell’impossibilità di supporre un originale del Protovangelo scritto in lingua aramaica. Cade pertanto la tesi del già citato L. Conrady, secondo il quale il Protovangelo sarebbe stato addirittura la fonte dei Vangeli canonici di Luca e di Matteo, per quanto riguarda il racconto dell’annunciazione e della natività, ed è molto improbabile anche l’opinione di O. Cullmann che Protovangelo, Luca e Matteo derivino da una tradizione orale comune6.
Un esame interno del Protovangelo ci dice anche che esso non è nemmeno un’opera organica che si possa attribuire ad un solo autore, poiché si compone di tre parti nettamente distinte, che A. Harnack è stato il primo ad individuare7:
  1. Γέννα Μαρίας (capp. I - XVIII 1): nascita e vita di Maria fino alla nascita di Gesú;
  2. Apocryphum Iosephi (capp. XVIII 2 - XXI): commozione e ansia di Giuseppe (raccontate in prima persona) in cerca di una levatrice; constatazione da parte di questa della verginità di Maria;
  3. Apocryphum Zachariae (capp. XXII-XXV), aggiunta che non si trova in tutti i manoscritti, con il racconto della strage degli innocenti e dell’uccisione del sacerdote Zaccaria.
Ciascuna delle tre parti può aver anche avuto primitivamente vita autonoma, ma un elemento in comune hanno le prime due: l’intento apologetico della Madonna; e poiché – come è noto – il culto della Madonna è cominciato propriamente nel IV secolo, il Protovangelo può ben essere ascritto a quell’epoca.
Il Protovangelo di Giacomo non è la fonte di Luca, ma al contrario denuncia la sua dipendenza da esso: il sobrio racconto lucano dell’annunciazione a Maria e della nascita di Gesú, ancora tutto orientato a mettere in risalto la paternità divina di Gesú, piú che la verginità, di per se stessa, della Madonna, è servito di base per la composizione di una leggenda sulla Madonna con elementi biblici e invenzioni fantasiose.
La novità del Protovangelo consiste proprio in questo spostamento di interesse da Gesú, che era stato fino allora il protagonista della letteratura neotestamentaria, a Maria, e di riflesso anche a Giuseppe, che acquistano rilievo di personaggi principali.
Per la traduzione che segue mi sono basato sulla ricostruzione del testo fatta dal Tischendorf, che è sempre considerata la piú autorevole, riportando in Appendice le varianti del testo piú interessanti, nei Codici stessi collazionati dal Tischendorf, e cioè:
A (Veneto Marciano 42) del sec. X.
B (Veneto Marciano 363) del sec. XI.
C (Parigi, Nazionale 1454) del sec. X.
D (Parigi, Nazionale 1215) dell’anno 1068.
E (Parigi, Nazionale 1468) del sec. XI.
Fa (edito da Neander nel 1564, ora perduto).
Fb (Vaticano 455) del sec. XI (?).
G (Vaticano 654) del sec. XII.
H (Veneto Marciano XI, 200) del sec. XV.
I (Vienna, Bibl. Cesarea, cod. teol. gr. 123) del sec. XIV.
K (Parigi, Coislin n. 152) frammento del sec. IX.
L (Parigi, Nazionale 1190) dell’anno 1567.
M (Parigi, Nazionale 1174) del sec. XII.
N (Parigi, Nazionale 1176) del sec. XIII.
O (Milano, Ambrosiana A 63) del sec. XI (?).
P (Milano, Ambrosiana C 92) del sec. X (?).
Q (Veneto Marciano 40) del sec. XVI (mutilo).
R (Dresda, A 187) del sec. XVI (?).
Ho anche tenute presenti le scoperte successive al lavoro del Tischendorf:
Versione siriaca (ed. A. Smith Lewis, «Studia Sinaitica», n. XI, London 1902).
Papyrus Bodmer V (ed. M. Testuz, Nativité de Marie, Paris 1958; revisione critica E. STEYCKER, La forme la plus ancienne du Protévangile de Jacques, Bruxelles 1961).
Le edizioni e traduzioni piú importanti del Protovangelo sono:
J. A. FABRICIUS, Codex Apocryphus Novi Testamenti, I, Hamburg 1703 (testo gr. e vers. lat.).
J. C. THILO, Codex Apocryphus Novi Testamenti, I, Leipzig 1832 (testo gr. e vers. lat.).
G. BRUNET, Les Evangiles Apocryphes, Paris 1849 (vers. franc.).
R. CLEMENS, Die geheehaltenen oder sogenannten apokryphen Evangelien, Stuttgart 1850 (vers. ted.).
R. A. HOFMANN, Das Leben Jesu nach den Apokryphen, Leipzig 1851 (vers. ted.).
C. TISCHENDORF, Evangelia Apocrypha, Leipzig 1853, 18762 (testo gr.).
B. H. COWPER, The Apocryphal Gospels, London 1867, 18782 (vers. ingl.).
A. WALKER, Apocryphal Gospels and Revelations, Edinburgh 1890 (vers. ingl.).
E. AMANN, Le Protévangile de Jacques, Paris 1910 (testo gr. e vers. franc.).
C. MICHEL, Evangiles Apocryphes, I, Paris 1911, 19242 (testo gr. e vers. franc.).
E. PISTELLI, Il Protevangelo di Giacomo, Lanciano 1919 (vers. it.).
M. R. JAMES, The Apocryphal New Testament, Oxford 1924, 19669 (vers. ingl.).
A. MEYER, in E. HENNECKE, Neutestamentliche Apokryphen, I, Tübingen 1904, 19593 (vers. ted.).
E. GONZALES-BLANCO, Los Evangelios Apócrifos, I, Madrid 1934 (vers. sp.).
G. BONACCORSI, Vangeli Apocrifi, Firenze 1948 (testo gr. e vers. it.).
H.DANIEL-ROPS (H. PETIOT), Les évangiles de la Vierge, Paris 1948.
G.ROTUNNO - E. BARTOLETTI, Il Protevangelo di Giacomo, Venezia 1950 (vers. it.).
F. AMIOT, Evangiles Apocryphes, Paris 1952 (vers. franc.).
A. DE SANTOS OTERO, Los Evangelios Apócrifos, Madrid 1956, 19632 (testo gr. e vers. sp.).
M. TESTUZ, Nativité de Marie, Paris 1958 (testo Bodmer V e ve...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Prefazione di Dario Fo
  4. La fatica della storia di Geno Pampaloni
  5. Il Gesú dei Vangeli apocrifi di Marcello Craveri
  6. Nota al testo
  7. I Vangeli apocrifi
  8. Vangeli dell’infanzia
  9. Vangeli della predicazione
  10. Vangeli della Passione e della Resurrezione
  11. Assunzione di Maria
  12. Vangeli gnostici
  13. Vangeli dualistici
  14. Bibliografia
  15. Indice analitico
  16. Il libro
  17. Copyright