L'intervista
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L'intervista

Commedia in tre atti

  1. 60 pagine
  2. Italian
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L'intervista

Commedia in tre atti

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Informazioni sul libro

Da un'intervista mancata, anzi due, si incrociano le vite di Marco, giovane giornalista, Ilaria, donna triste e perplessa, e Stella, una ragazza alla ricerca del proprio futuro. Su tutti e tre aleggia la figura di Gianni Tiraboschi, famoso intellettuale perennemente assente, dalle interviste a cui il giornalista lo vorrebbe sottoporre, dalle responsabilità familiari, dai rapporti affettivi. Nei tre tempi in cui si svolge la commedia, Marco si presenta ogni volta a distanza di anni nella stessa stanza della stessa villa isolata. Nel corso del tempo, veniamo a sapere, si è intrufolato nella vita di Ilaria, di Stella e, per vie traverse, molto pesantemente anche in quella di Tiraboschi. È diventato a sua volta un personaggio famoso, uno sceneggiatore. Alla fine, però, intorno a questo strano clan familiare, un microcosmo endogamico in cui si rispecchia il mondo intero, non appaiono che macerie. I sogni di tutti sono spariti, sostituiti dalle cicatrici di ferite dolorose.

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Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2014
ISBN
9788858412428
Argomento
Literature
Categoria
Drama

PRIMO ATTO

MARCO Buongiorno.
ILARIA Buongiorno. Lei chi è?
MARCO Sono Marco Rozzi. Sono dell’Ariete.
ILARIA Io della Bilancia.
MARCO L’Ariete è un settimanale. È un settimanale che facciamo io e un mio amico. Non è il mio segno zodiacale, l’Ariete. Il mio segno è un altro.
ILARIA Cerca qualcuno?
MARCO Cerco Gianni Tiraboschi. Gli ho parlato al telefono ieri. Mi ha detto di venire stamattina. Devo fargli un’intervista.
ILARIA Non c’è.
MARCO Non c’è?
ILARIA È partito.
MARCO No. È partito? Io sono venuto da Roma apposta. Ho fatto tre ore di macchina.
ILARIA Che macchina ha?
MARCO Una centoventisette. Ma cosa importa che macchina ho?
ILARIA Niente. Domandavo.
MARCO Possibile che sia partito? M’aveva dato un appuntamento.
ILARIA È partito per Modena. L’hanno chiamato ieri sera tardi. C’era là una tavola rotonda. Sulla politica dei redditi, credo. Mi pare che abbia detto cosí. Probabilmente si è dimenticato che le aveva detto di venire. È molto smemorato. Il suo numero di telefono lo aveva?
MARCO No. Stupidamente io non gliel’ho dato il mio numero e sull’elenco non c’è.
ILARIA Può anche darsi che nel pomeriggio ritorni. È partito in macchina.
MARCO Che macchina ha?
ILARIA Una minimorris. Ma cosa importa che macchina ha?
MARCO Niente. Domandavo. Davvero forse ritorna nel pomeriggio? Perché allora lo aspetterei.
ILARIA Ma sí, lo aspetti. Non è mica lontana Modena. Saranno novanta chilometri.
MARCO Non si potrebbe telefonargli per chiedergli a che ora torna?
ILARIA Telefonargli dove? Ha detto che andava a Modena per una tavola rotonda. Non ha detto altro. Dove sia questa tavola rotonda, non lo so.
MARCO Però io non voglio dar noia. Vado ad aspettarlo giú in paese, in un bar.
ILARIA Ma no, lo aspetti qui. Non si muova. Si metta seduto.
MARCO Molto bella questa stanza. Molto bella tutta la casa.
ILARIA Cosa ci vede di bello? È una casa vecchia, casca tutta a pezzi. Era dei genitori di Gianni. Lui c’è venuto a stare quando son morti. È venuto ad abitare qui con la sua sorella piú piccola, Stella. Ha altri fratelli e sorelle, ma soltanto Stella gli va bene. Prima lui abitava a Roma. Adesso invece odia Roma. Ha ragione perché è una città odiosa. Anch’io odio Roma. Questa casa però è molto isolata e qui non si trova niente. Per comprare qualcosa da mangiare bisogna andare fino in paese. Ci vuole circa una mezz’ora a piedi. Qui c’è soltanto uno spaccio. Hanno il pane e il sale. No, hanno anche il caffè, ma di una qualità pessima. Io non guido la macchina e del resto la macchina non ce l’ho. Solo Gianni ha la macchina. Io ho una bicicletta.
MARCO È bello abitare in campagna.
ILARIA Non è bello abitare in campagna, ma è brutto abitare in città. Brutto abitare a Roma. Lei dove abita, a Roma?
MARCO In Trastevere.
ILARIA Brutto. Ci ho abitato anch’io per un certo tempo.
MARCO Brutto? no, si sbaglia. Io ho una mansarda in via della Lungara. Dalla mia finestra, vedo il Tevere.
ILARIA È un brutto fiume, il Tevere. Giallo. Tutto pieno dell’orina dei topi. È velenosa, l’orina dei topi. Se ne bevi una goccia, muori.
MARCO Ma io non lo bevo, il Tevere. Lo guardo dalla finestra. Non ci penso all’orina dei topi.
ILARIA Perché non ci pensa? ci pensi.
MARCO Verrà presto, Gianni Tiraboschi? Io ci tengo tantissimo a intervistarlo. Sono stato alzato fino a tardi, ieri sera, per scrivermi tutte le domande. Mi sono accorto che il mio registratore era rotto e me ne sono fatto portare uno da un mio amico. Stamattina sono partito da Roma presto, avevo messo la sveglia telefonica perché ho tendenza a dormire molto. La mia centoventisette è un po’ scassata e mi son dovuto fermare da un elettrauto perché c’era qualcosa che non andava. Faceva un gran caldo, avevo sonno, avevo sete e ho bevuto molti cappuccini freddi in molti autogrill. Dopo Arezzo per un poco tutto filava liscio, poi mi son perso. Gianni Tiraboschi mi aveva dato delle indicazioni riguardo alla strada, ieri sera al telefono, ma erano indicazioni complicate e piuttosto confuse. Mi son perso. Finalmente ho visto il campo sportivo. Lui mi aveva parlato di un campo sportivo, di una pianta di fichi, di un crocicchio e di un semaforo spento. Dopo c’è un viottolo sassoso che sale su in mezzo alle vigne, cosí mi aveva detto. Finalmente ho visto il cancello. Ho suonato ma non veniva nessuno. Ho aspettato quasi dieci minuti. Sul cancello sta scritto «cani mordaci», però non ho visto l’ombra d’un cane. Per fortuna, perché non amo i cani. Poi è comparsa una ragazza e mi ha aperto. Una ragazza con dei jeans e con una maglia bianca che ha sul petto un grande palmizio. Con dei lunghi capelli biondi e ricciuti che le arrivano fino in fondo alla schiena. Dei bellissimi capelli.
ILARIA È Stella, è la sorella di Gianni.
MARCO Molto giovane. Quindici anni, sedici.
ILARIA Diciassette.
MARCO Molto carina. Mi ha detto che potevo posteggiare la macchina nel giardino. L’ho posteggiata vicino al muro, sotto una tettoia dove ci sono delle damigiane vuote.
ILARIA Come lo sa che son vuote?
MARCO Non lo so. Mi sembravano polverose.
ILARIA Difatti son vuote.
MARCO Sempre niente cani. Io non amo i cani. I miei genitori adesso hanno preso un cane e ne vanno pazzi. Vivono ad Albissola. Quando vado ad Albissola a fargli visita, questo cane me lo trovo sempre nei piedi. È brutto, grasso, basso e con le gambe storte. Non lo posso soffrire. L’ultima volta mi ha morso. Ho dovuto fare l’antirabbica. I miei genitori tutt’e due impassibili. Come se non mi fosse successo niente. Non volevano nemmeno che facessi l’antirabbica. Dicevano che era un’esagerazione.
ILARIA Io non ho piú i genitori. Sono morti quando ero piccola. Mi ha tirato su una mia nonna. È morta anche lei da un mucchio di tempo. Non ho nessuno.
MARCO Ma com’è che c’è scritto «cani mordaci» sul vostro cancello, visto che poi non si vede l’ombra di un cane?
ILARIA Prima avevamo un cane, ma è scappato. È scappato circa dieci giorni fa. Gianni non vuole togliere la scritta perché spera sempre che ritorni. Veramente non era affatto un cane mordace. Era un cane piccolo e piuttosto tranquillo. Ne parlo all’imperfetto perché ormai non credo che tornerà piú. La scritta «cani mordaci» naturalmente è indirizzata ai ladri.
MARCO Sono sceso dalla macchina e ci siamo guardati, quella ragazza e io. Stella. Stella, ha detto che si chiama? È carina, Stella. Aggrottava le sopracciglia e si succhiava una ciocca di capelli. Io le ho detto dell’appuntamento. Mi ha risposto che potevo salire. Non mi ha detto che Tiraboschi non c’era. Il fratello. Tiraboschi è il fratello. Niente mi ha detto, né di Modena, né della tavola rotonda. Aveva un secchio e un bruschino e si è messa a lavare gli scalini. Io sono entrato in casa e sono salito su.
ILARIA Le piace lavare gli scalini. La casa è zozza ma gli scalini sono sempre ben lavati. La casa fa schifo. Viene la signora Olimpia, il...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. L'intervista
  3. Personaggi
  4. PRIMO ATTO
  5. SECONDO ATTO
  6. TERZO ATTO
  7. Il libro
  8. L’autore
  9. Dello stesso autore
  10. Copyright