Considera l'aragosta
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Considera l'aragosta

  1. 35 pagine
  2. Italian
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Nell'agosto del 2003, la rivista "Gourmet" affida a David Foster Wallace un reportage sul Festival dell'aragosta del Maine. Considerata una delle migliori feste a tema gastronomico del mondo, si tratta di un evento enorme, con un'affluenza di centomila persone e un consumo di oltre undicimila chili di aragosta appena pescata.
È un'esperienza che permette a Wallace di raccontare, nel suo modo esilarante e al tempo stesso limpidamente analitico, un insolito frammento di America; ma lo lascia anche turbato: di fronte alla Pentola per aragoste piú grande del mondo, che può cuocere - vivi - piú di cento crostacei alla volta, Wallace arriva a farci delle domande scomode, e a chiederci perché proprio non vogliamo farcele, quelle domande. Per esempio: è giusto bollire una creatura senziente solo per il piacere delle nostre papille gustative?

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Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2013
ISBN
9788858411452

David Foster Wallace

Considera l’aragosta

Traduzione di Adelaide Cioni

Einaudi

Il Festival dell’aragosta del Maine, immenso, pungente ed estremamente ben pubblicizzato, si tiene ogni anno a fine luglio nella regione costiera centrale dello Stato, ovvero il lato occidentale di Penobscot Bay, cuore dell’industria dell’aragosta del Maine. La regione va da Owl’s Head e Thomaston a sud fino a Belfast a nord (in realtà, è possibile che arrivi su fino a Bucksport, ma non siamo mai riusciti ad andare piú a nord di Belfast sulla Route 1, dove il traffico d’estate è, come potrete immaginare, inimmaginabile). Le due principali comunità della zona sono Camden, con i suoi ricchi di antica data, il porticciolo pieno di yacht, i ristoranti a cinque stelle e i B&B fenomenali, e Rockland, un vecchio, autentico villaggio di pescatori che ogni estate ospita il Festival nello storico Harbor Park, proprio sull’acqua1 .
Le due principali industrie della regione sono il turismo e le aragoste, entrambe attività legate alla calda stagione, e il Festival dell’aragosta del Maine rappresenta, piú che un incrocio fra le due, una deliberata collisione, gioiosa, lucrativa e chiassosa. L’argomento assegnatomi per questo articolo di «Gourmet» è il 56esimo Fam annuale, 30 luglio-3 agosto 2003, il cui tema ufficiale quest’anno era Fari, risate e aragoste. L’affluenza totale ha superato le centomila persone, in parte grazie a uno spot della Cnn trasmesso a giugno in tutta la nazione nel quale un’editor anziana della rivista «Food & Wine» proclamava il Fam una delle migliori feste a tema gastronomico del mondo. Punti salienti dell’edizione 2003: concerti di Lee Ann Womack e degli Orleans, concorso di bellezza annuale Dea marina del Maine, grande parata di sabato, corsa sulle casse in memoria di William G. Atwood di domenica, gara di cucina amatoriale annuale, giostre e attrazioni da luna park e stand di roba da mangiare, oltre al tendone ristorante del Fam, dove vengono consumati qualcosa come piú di undicimila chili di aragosta del Maine appena pescata, cotti nella Pentola per aragoste piú grande del mondo vicino all’ingresso nord della fiera. Vengono serviti anche panini all’aragosta, involtini di aragosta, sauté di aragosta, insalata di aragosta, vellutata di aragosta, ravioli all’aragosta e fagottini fritti all’aragosta. L’aragosta gratinata si può trovare in un ristorante chiamato Black Pearl sul molo nordoccidentale di Harbor Park. Un grosso stand di legno di pino patrocinato dal Consiglio per la promozione dell’aragosta del Maine offre opuscoli gratuiti con ricette, consigli e curiosità. Il vincitore della gara di cucina amatoriale di venerdí prepara ramequin di aragosta allo zafferano, la cui ricetta è ora disponibile per il pubblico download sul sito www.mainelobsterfestival.com. Ci sono magliette con l’aragosta e statuine caricaturali a forma di aragosta e aragoste gonfiabili con cui giocare in piscina e cappelli a forma di aragosta con grosse chele scarlatte che ballonzolano su molle. Il vostro corrispondente incaricato ha visto tutto, accompagnato da un’amica e dai genitori di entrambi – un genitore dei quali a dire il vero è nato e cresciuto nel Maine, seppure nell’entroterra, all’estremità settentrionale dello Stato, che è la terra delle patate e un altro pianeta rispetto alla costa turistica2 .
Nella pratica, sappiamo tutti cos’è un’aragosta. Come al solito, però, c’è molto di piú da sapere di quanto possa interessare alla maggior parte di noi – è solo una questione di quali sono i nostri interessi. Dal punto di vista tassonomico, un’aragosta atlantica è un crostaceo marino della famiglia Homaridae, caratterizzato da cinque paia di zampe articolate, di cui il primo termina con due grosse chele pinzute usate per sottomettere la preda. Come molte altre specie di carnivori bentonici, le aragoste sono sia cacciatrici che spazzine. Hanno gli occhi posti alla sommità di peduncoli, le branchie sulle zampe, e le antenne. Ne esistono circa una dozzina di tipi diversi al mondo, fra i quali la specie che ci interessa qui è l’aragosta del Maine, Homarus Americanus. Il nome inglese, lobster, viene dall’antico inglese loppestre, che si pensa essere una forma corrotta della parola latina per «locusta» combinata con loppe dell’antico inglese, che significava «ragno».
Inoltre, un crostaceo è un artropode acquatico della classe Crustacea, che comprende granchi, gamberi, cirripedi, aragoste e gamberi d’acqua dolce. È tutto scritto qui, nell’enciclopedia. E gli artropodi sono membri del phylum Arthropoda, phylum che conta insetti, ragni, crostacei e centopiedi/millepiedi, la cui principale caratteristica comune, a parte l’assenza di un sistema spino-cerebrale centrale, è un esoscheletro chitinoso composto di segmenti, da cui si articolano coppie di appendici.
Le aragoste sono in sostanza enormi insetti marini3. Come la maggior parte degli artropodi, risalgono al Giurassico, biologicamente tanto piú vecchie dei mammiferi che potrebbero benissimo venire da un altro pianeta. Inoltre sono – soprattutto nel loro stato naturale marrone-verde, con le chele brandite come armi e le grosse antenne alzate a mo’ di frusta – piuttosto bruttine da vedere. Ed è vero che sono i netturbini del mare, divoratrici di cose morte4, anche se mangiano pure molluschi vivi, certi tipi di pesci feriti, e a volte si mangiano fra di loro.
Di per sé però hanno un buon sapore. O almeno cosí pensiamo adesso. Fino a un momento imprecisato dell’Ottocento, tuttavia, l’aragosta era cibo per i ceti bassi, consumato solo dai poveri e dagli internati. Persino nel duro ambiente pena...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Considera l'aragosta
  3. Il libro
  4. L’autore
  5. Dello stesso autore
  6. Copyright