Io ti saluto
essere fraterno
carico di mistero
NELLY SACHS
Cos’è l’altroche gli scagliate contro le pietre?
NELLY SACHS
«Bruto» e «Cesare»: che cosa c’è in quel Cesare?
Perché quel nome dovrebbe suonare meglio del tuo?
Scrivili entrambi, il tuo nome è un nome altrettanto buono.
Da’ loro voce, il tuo s’addice alla bocca altrettanto bene.
Pesali, il tuo nome non è da meno. Usali per evocare spiriti,
«Bruto» ne farà apparire uno non piú tardi di «Cesare».
Ora, nel nome di tutti gli dèi in una volta,
di quale cibo si nutre questo nostro Cesare
da diventare cosí grande?
SHAKESPEARE, Giulio Cesare (I, II, 142-50).
CAINO
Fratello – siamo qui –
io e te. Siamo messi qui
e pare senza significato. Pare quasi
un’attesa. Ma di che cosa. Ti chiedo.
L’ILLUSIONISTA
L’animale chiamato Dio
sbatte i suoi capelli
fino all’unto del cielo.
Si mostra in tabernacoli scuri
la sua luce trattiene nell’ombra,
nell’ombra sudicia.
L’animale chiamato Dio
spinge in pericolose contrade.
Ti vuole solo. Perduto
sul punto del pianto
stanco ti vuole.
Ah l’animale! come chiama!
e come morde!
come atterrisce e manca!
Nel buio ti riempie di una
paura sepolta nel vivo di te
ti tiene chiuso nella
piú orba delle tue notti.
Che cosa vuole?
Cosa vuole da te?
L’ALATO
L’animale chiamato Dio
è una larga intesa
fra tutte le cose. È
un modo del respiro, un’attesa
in pacifica quiete.
È montagna che brucia e fiamma
e in ogni parola
sta tutto intero, con l’infinito suo
con l’infinito perfetto e infinito
slegato vuoto e perfetto suo.
Che è bellissimo si intuisce
continuamente. Basta un frutto
una buccia, una faccia. Un piccolo
pezzo di qualcosa, una forma, un colore,
un dettaglio qualunque grida
che è bellissimo il tremendo animale
è bellissimo.
Si può entrare nella luce
che scatena nei cieli. Si lascia camminare
e si lascia scalare. E respirare. E nuotare.
L’animale chiamato Dio.
CAINO
Abele mio fratello
è una cometa. Obbedisce perfetto
a questa legge d’ignari, forse.
Il suo cuore è di fibra animale.
È una capra mio fratello Abele.
Conosce la gioia di sdraiarsi nel sole.
L’immensa gioia di essere senza pensiero.
Io mi sbatto nella campagna,
semino sudore, parole stanche, cattive.
Abele mio ride. Dolcemente.
CORO
Sgozza. Che ci vuole a sgozzare un agnello.
Lui sgozza lui sgozza.
Che ci vuole a sgozzare. Ci vuol niente ci vuole.
Ma fai crescere il grano piuttosto. E poi vedi.
Ma fai crescere un frutto. Quello sí che è fatica.
Che ci vuole a guastare un agnello. Ci vuol niente ci vuole.
A guastare. Un agnello. Poi la pecora te lo rifà nuovo.
Ma fai crescere il grano. Ma fai crescere tu qualche cosa.
Prova tu a strapparlo alla terra. Quello sí che è fatica.
E la testa ci vuole.
Esperienza. E l’intelligenza. Ragionare pensare osservare.
Quello sí. No sgozzare e sgozzare. Tutto lordo di sangue.
E la pecora piange. Bela tutta la notte. Per tre notti
la pecora piange.
Che ci vuole a versare del sangue.
A guastare ci vuol niente ci vuole. A versare a guastare.
L’ILLUSIONISTA
Qualcuno è sempre meglio di te.
Qualcuno è piú amato. Sempre.
Qualcuno è piú fortunato.
Come si può sopportare?
Mortificata la tua mano
torna dai doni sconsolata.
Lei offre, offre, e non c’è accoglienza
per quel suo sporgersi.
E tu resti lí, tristissimo
nell’inspiegabile scena.
Sento crescere in te la turbolenza.
E guarda lui come dorme beato,
il fratello, il compagno tuo.
In ogni cosa pare migliore. Piú gradito –
il fratello – in ogni cosa. E non sappiamo perché.
Silenzioso come un fumo che s’alza
nella campagna lontana
uno stare male si impadrona
del tuo petto e della gola
e resti lí
in uno stallo amaro che a poco a poco
lo sento, ti schiaccia il respiro –
lo accorcia, gli dà nodi e peso.
Allora ti consegni tutto alla terra
la zappi la esplori la scavi con le mani
la chiami madre. Seppellisci un seme
come farle un dono.
La terra accoglie e fa una festa grande
per ogni seme. Lo scalmana, lo espande.
Ma lui no. Lo scontroso animale non accetta.
Rifiuta tutte le offerte – tue! tue!
E quando Abele si incammina
per portargli il suo dono
da subito si sente la sostanza del mondo
che ride, tutta pervasa di luce.
Se la terra s’accende come in una aurora
allora sai che tuo fratello sta offrendo del suo.
E che l’offerta piace.
Lui è dentro una legge di pace
e di tutto pare contento. E tu?
CORO
Che ci vuole a versare del sangue.
A guastare ci vuol niente ci vuole. A versare a guastare.
Ma creare io voglio. Fare uscir dalla terra
tutti i frutti che voglio.
Tutti i fiori. E le foglie. Io non voglio guastare.
È creare che voglio.
Migliorare ’sto secco. Ombreggiare il deserto. Farlo bello.
È c...