Camminare può cambiarci la vita
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Camminare può cambiarci la vita

  1. 184 pagine
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Camminare può cambiarci la vita

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Qual è il tratto che ci differenzia da tutti gli altri esseri viventi? Di solito in cima alla lista figurano la capacità di pensare e di parlare: sono due prerogative esclusive dell'uomo, non c'è dubbio. Eppure i nostri antenati, milioni di anni fa, per svilupparle si sono dovuti alzare in piedi e mettere in cammino. Il linguaggio e i pensieri umani si sono evoluti in modo tanto singolare proprio quando abbiamo iniziato a compiere spostamenti impossibili per qualsiasi animale. Siamo esseri mobili, in tutti i sensi. Oggi però, dopo aver tanto camminato, gli uomini si sono un po' fermati, viaggiano ovunque ma in fondo sono sempre fermi. Shane O'Mara, che di mestiere fa il neuroscienziato, e che per passione non può proprio astenersi dal passeggiare ogni giorno, ci spiega in queste pagine perché sarebbe il caso di ricominciare a fare affidamento sulle nostre gambe: per essere piú in forma ma non solo, anche per essere piú creativi e piú aperti ad accettare le idee e i punti di vista degli altri. Camminare riduce lo stress e rallenta l'invecchiamento del nostro cervello, fa bene ai muscoli cosí come alla nostra socialità e alla nostra mente. E dopo aver letto questo libro non avremo piú scuse per non alzarci dal divano e fare una bella passeggiata.

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Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2020
ISBN
9788858433591
Argomento
Filosofia

Note

Introduzione.

1. W. T. Fitch, The evolution of speech: a comparative review, in «Trends in Cognitive Sciences», IV (2000), n. 7, pp. 258-67, cfr. http://citeseerx.ist.psu.edu/viewdoc/download?doi=10.1.1.22.3754&rep=rep1&type=pdf.
2. Sull’evoluzione del bipedismo umano esiste una letteratura vastissima. Quanto segue ne è un piccolo campione. S. K. S. Thorpe et al., Origin of human bipedalism as an adaptation for locomotion on flexible branches, in «Science», CCCXVI (2007), n. 5829, pp. 1328-31, cfr. http://science.sciencemag.org/content/316/5829/1328.long; M. D. Sockol et al., Chimpanzee locomotor energetics and the origin of human bipedalism, in «Proceedings of the National Academy of Sciences», CIV (2007), n. 30, pp. 12265-69, cfr. http://www.pnas.org/content/pnas/104/30/12265.full.pdf; D. Schmitt, Insights into the evolution of human bipedalism from experimental studies of humans and other primates, in «Journal of Experimental Biology», CCVI (2003), n. 9, pp. 1437-48, cfr. http://jeb.biologists.org/content/jexbio/206/9/1437.full.pdf.
3. Gli esperti di robotica ce la stanno mettendo tutta, però. Per un inizio promettente si veda: Robot masters human balancing act, https://news.utexas.edu/2018/10/02/robot-masters-human-balancing-act; particolarmente degno di nota è il quadrupede robotico Boston Dynamics Big Dog: https://www.bostondynamics.com/bigdog.
4. E. W. Straus, The upright posture, in «Psychiatric Quarterly», XXVI (1952), n. 1-4, pp. 529-61, cfr. https://link.springer.com/article/10.1007 %2FBF01568490.
5. B. G. Richmond et al., Origin of human bipedalism: the knuckle-walking hypothesis revisited, in «American Journal of Physical Anthropology», CXVI (2001), n. S33, pp. 70-105, cfr. https://onlinelibrary.wiley.com/doi/pdf/10.1002/ajpa.10019.
6. A. Abourachid e E. Höfling, The legs: a key to bird evolutionary success, in «Journal of Ornithology», CLIII (2012), n. 1, pp. 193-8, cfr. https://link.springer.com/article/10.1007/s10336-012-0856-9.
7. https://www.bbc.com/news/uk-scotland-north-east-orkney-shetland-45758016.

Perché camminare fa bene.

1. J. T. K. Woon et al., CT morphology and morphometry of the normal adult coccyx, in «European Spine Journal», XXII (2013), n. 4, pp. 863-70, cfr. https://link.springer.com/article/10.1007/s00586-012-2595-2.
2. J. J. Rousseau, The Confessions of Jean-Jacques Rousseau, trad. di J. M. Cohen, Penguin, London 1953 [trad. it. Le confessioni, Garzanti, Milano 1976, p. 426].
3. Secondo lo psicologo Martin Conway, «per molte esperienze può bastare semplicemente ricordare il senso o il succo»; https://old-homepages.abdn.ac.uk/k.allan/pages/dept/webfiles/4thyear/conway%202005%20jml.pdf.
4. J. R. Stroop, Studies of interference in serial verbal reactions, in «Journal of Experimental Psychology: General», XVIII (1935), n. 6, pp. 643-62, cfr. http://dx.doi.org/10.1037/h0054651.
5. D. Rosenbaum et al., Stand by your stroop: standing up enhances selective attention and cognitive control, in «Psychological Science», XXVIII (2017), n. 12, pp. 1864-67, cfr. http://journals.sagepub.com/doi/pdf/10.1177/0956797617721270.
6. S. E. Carter et al., Regular walking breaks prevent the decline in cerebral blood flow associated with prolonged sitting, in «Journal of Applied Physiology», CXXV (2018), n. 3, pp. 790-98, cfr. https://www.physiology.org/doi/full/10.1152/japplphysiol.00310.2018; R. E. Climie et al., Simple intermittent resistance activity mitigates the detrimental effect of prolonged unbroken sitting on arterial function in overweight and obese adults, in «Journal of Applied Physiology», CXXV (2018), n. 6, pp. 1787-94, cfr. https://www.physiology.org/doi/full/10.1152/japplphysiol.00544.2018.
7. K. M. Horner et al., Acute exercise and gastric emptying: a meta-analysis and implications for appetite control, in «Sports Medicine», XLV (2015), n. 5, pp. 659-78; W. F. Keeling et al., Orocecal transit during mild exercise in women, in «Journal of Applied Physiology», LXVIII (1990), n. 4, pp. 1350-53.
8. La formazione dell’ippocampo mostra una notevole plasticità in risposta all’esercizio aerobico. Numerosi dati relativi a gruppi diversi indicano che muoversi con regolarità produce questi effetti in maniera sistematica: gli interventi che migliorano la salute del cuore migliorano anche quella del cervello; K. I. Erickson et al., Exercise training increases size of hippocampus and improves memory, in «Proceedings of the National Academy of Sciences», CVIII (2011), n. 7, pp. 3017-22, cfr. http://www.pnas.org/content/pnas/108/7/3017.full.pdf; K. I. Erickson et al., Aerobic fitness is associated with hippocampal volume in elderly humans, in «Hippocampus», XIX (2009), n. 10, pp. 1030-39, cfr. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3072565; A. G. Thomas et al., Multi-modal characterization of rapid anterior hippocampal volume increase associated with aerobic exercise, in «Neuroimage», CXXXI (2016), pp. 162-70, cfr. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4848119. Per conclusioni simili riguardo a soggetti giovani si veda: É. W. Griffin et al., Aerobic exercise improves hippocampal function and increases BDNF in the serum of young adult males, in «Physiology & Behavior», CIV (2011), n. 5, pp. 934-41, cfr. https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0031938411003088.
9. É. W. Griffin et al., ibid.
10. Lo straordinario potenziale del brain imaging si porta però dietro un grosso problema: richiede una teoria riguardo a quale attività compare dove, perché e con che tempi per supportare una certa funzione o un certo processo in cui una o piú aree cerebrali lavorano in isolamento o, piú probabilmente, in sinergia. Non solo: richiede una teoria anche riguardo all’ordine in cui compare l’attività all’interno delle diverse aree e tra un’area e l’altra. Di conseguenza, la definizione dei compiti con cui si punta a capire il funzionamento del cervello è cruciale. Serviranno test di controllo: test condotti nelle stesse condizioni cosí da avere un riferimento rispetto a cui valutare i cambiamenti provocati da determinate manipolazioni. Senza test di controllo adeguati è impossibile sapere se i cambiamenti osservati sono frutto del caso o derivano davvero dalle manipolazioni sperimentali. Come si fa a escludere ciò che viene chiamato «falso positivo»? Test di controllo, analisi statistica, una buona teoria, esperimenti seri, lucidità di pensiero, la volontà di non prendersi in giro e la capacità di lasciar perdere una teoria smontata dai dati sono tutti requisiti chiave per chi lavora con le tecniche di brain imaging (e gli scienziati in generale!).
11. S. Ladouce et al., Understanding minds in real-world environments: toward a mobile cognition approach, in «Frontiers in Human Neuroscience», X (2017), 694, cfr. https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fnhum.2016.00694/full.
12. Il campionamento dell’esperienza permette di capire cosa pensano e provano le persone nel corso della giornata, ad esempio mentre camminano. M. Csíkszentmihályi e R. Larson, Validity and reliability of the experience-sampling method, in M. Csíkszentmihályi, Flow and the Foundations of Positive Psychology, Springer, Dordrecht 2014, pp. 35-54.
13. Y. Fu et al., A cortical circuit for gain control by behavioral state, in «Cell», XLVI (2014), n. 6, pp. 1139-52, cfr. https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0092867414001445; M. C. Dadarlat e M. P. Stryker, Locomotion enhances neural encoding of visual stimuli in mouse V1, in «Journal of Neuroscience», XVI (2017), n. 2728, http://www.jneurosci.org/content/jneuro/early/2017/03/06/JNEUROSCI.2728-16.2017.full.pdf.
14. http://www.iceman.it/en/the-iceman; K. Oeggl et al., The reconstruction of the last itinerary of “Ötzi”, the Neolithic Iceman, by pollen analyses from sequentially sampled gut extracts, in «Quaternary Science Reviews», XXVI (2007), n. 7-8, pp. 853-61; https://s3.amazonaws.com/academia.edu.documents/41301635/The_reconstruction_of_the_last_itinerary20160118-13142-1a3jpae.pdf; M. Paterlini, Anthropology: The Iceman defrosted, in «Nature», CDLXXI (2011), n. 7336, pp. 34-35, cfr. https://www.researchgate.net/profile/Marta_Paterlini/publication/50267692_Anthropology_The_Iceman_defrosted/links/58ad462f92851c3cfda0705c/Anthropology-The-Iceman-defrosted.pdf.
15. https://www.washingtonpost.com/ . . . iceman/0d60afe8-a3c6-4a9c-acfa-16c9147b40d4.
16. L. P. Ardigò et al., Physiological adaptation of a mature adult walking the Alps, in «Wilderness & Environmental Medicine», 22 (2011), n. 3, pp. 236-41, cfr. https://www.wemjournal.org/article/S1080-6032(11)00080-9/fulltext; quello di Luca Ardigò e dei suoi colleghi delle Università di Verona e Parma è uno studio istruttivo basato...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Camminare può cambiarci la vita
  4. Introduzione
  5. Perché camminare fa bene
  6. Via dall’Africa
  7. Come camminiamo: la meccanica
  8. Come camminiamo: dove vai?
  9. Camminare in città
  10. Un balsamo per il corpo e il cervello
  11. Cammino e creatività
  12. Camminare in gruppo
  13. Postfazione
  14. Ringraziamenti
  15. Note
  16. Il libro
  17. L’autore
  18. Copyright