L'impero nascosto
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L'impero nascosto

Breve storia dei Grandi Stati Uniti d'America

  1. 576 pagine
  2. Italian
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Breve storia dei Grandi Stati Uniti d'America

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L'America si è sempre vantata di essere un esempio di sovranità e indipendenza. Sappiamo che ha diffuso il suo denaro, la sua lingua e cultura in giro per il mondo, ma continuiamo a pensare ad essa come a un universo geo-graficamente ben definito, limitato a nord dal Canada, a sud dal Messico e dagli oceani ai lati. Nulla di meno vero. A partire dall'Ottocento, gli Stati Uniti cominciarono ad annettere numerosissimi territori oltremare e dopo la Seconda guerra mondiale l'impero americano raggiunse la sua massima espansione, con piú persone che vivevano al di fuori del continente che al suo interno. Tuttavia, negli anni che seguirono, si concepí un nuovo tipo di influenza che non richiedesse il controllo delle colonie, anche grazie a innovazioni in diversi campi (dall'elettronica ai trasporti e dalla medicina alla cultura popolare). La pillola anticoncezionale, la chemioterapia, la plastica, Godzilla, i Beatles, lo stesso nome «America»: non possiamo capire niente di tutto ciò senza comprendere il concetto di impero territoriale. Ricco di sorprese e analisi innovative, sempre animato da una concezione originale di cosa significhino oggi impero e globalizzazione, questo libro getta una luce piena di contrasti sul ruolo degli Stati Uniti nella storia mondiale.«Definire questo straordinario libro un atto correttivo, lo farebbe sembrare zelante e disciplinato, quando in realtà è pungente, godibile e spesso sorprendente. Al di là della raccolta di aneddoti e curiosità, il saggio offre qualcosa di piú ricco e piú profondo. Mescola abilmente l'ampiezza dello sguardo con una particolare attenzione per i dettagli. Il risultato è una storia provocatoria e avvincente degli Stati Uniti, non per come appare nelle fantasie americane, ma per come è per davvero».
«The New York Times»

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Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2020
ISBN
9788858433133
Argomento
Storia

Note

INTRODUZIONE. OLTRE LA MAPPA-LOGO

1. Alfredo Navarro Salanga, They Don’t Think Much About Us in America, in Poems 1980-1988: Turtle Voices in Uncertain Weather, Manila 1989, pp. 180-81.
2. Louis Morton, The Fall of the Philippines, Washington (D.C.) 1953, p. 88.
3. L’etimologia dell’espressione, che fu usata per la prima volta sull’«Oregonian» di Portland due giorni dopo l’attacco, è analizzata in Emily S. Rosenberg, A Date Which Will Live: Pearl Harbor in American Memory, Durham (N.C.) 2003, p. 16.
4. Beth Bailey e David Farber, The Attack on Pearl Harbor… and Guam, Wake Island, Philippines, Thailand, Malaya, Singapore, and Hong Kong: December 7/8, the Pacific World, American Empire, and the American Political Imaginary, in Beyond Pearl Harbor: A Pacific History, a cura di Beth Bailey e David Farber, Lawrence (Kans.) 2019.
5. Sumner Welles Papers, Speeches and Writings, «Speech Draft, December 8, 1941», 16, FDR Library.
6. Discorso del 7 dicembre 1941, Eleanor Roosevelt Papers, Speech and Article File, dicembre 1941 - gennaio 1942, FDR Library.
7. Bozza 1, Significant Documents Collection, FDR Library.
8. Earl S. Pomeroy, Pacific Outpost: American Strategy in Guam and Micronesia, Stanford (Cal.) 1951, p. 140. Un altro fattore che probabilmente contribuí alla revisione del manoscritto da parte di Roosevelt fu la confusione riguardo al fatto che le Filippine fossero o meno state colpite. È possibile che l’inclusione e poi l’esclusione delle Filippine da parte di Roosevelt fosse una risposta a un rapporto iniziale fasullo secondo cui l’arcipelago era stato colpito, seguito da una ritrattazione. Eppure Roosevelt continuò a editare la stessa bozza fino alla notte inoltrata del 7 dicembre: a quel punto le Filippine erano state attaccate, e Roosevelt lo sapeva. Aggiunse a matita le Filippine e Guam nell’elenco degli obiettivi. Se Roosevelt cancellò le Filippine per la ritrattazione, viene da chiedersi perché una volta ricevuto un rapporto veritiero riguardo al raid sulle Filippine non sia tornato alla formulazione originaria, «le Hawaii e le Filippine» (o, se è per questo, non l’abbia cambiata in «le Hawaii, le Filippine e Guam»). A questo riguardo, si veda il mio capitolo e quello di Bailey e Farber nel volume di saggi curato da questi ultimi, Beyond Pearl Harbor cit.
9. John Hersey, Men on Bataan, New York 1942, p. 365.
10. WTR, vol. XI, p. 250; Woodrow Wilson, A History of the American People, New York 1902, vol. V, p. 295.
11. Cit. in Rebecca Tinio McKenna, American Imperial Pastoral: The Architecture of U.S. Colonialism in the Philippines, Chicago 2017, p. 110.
12. Benedict Anderson, Comunità immaginate. Origini e fortuna dei nazionalismi, trad. di Marco Vignale, Laterza, Roma-Bari 2018, p. 163 (ed. or. Imagined Communities: Reflections on the Origin and Spread of Nationalism, ed. rivista, New York 2006). Il fondamento teorico della mappa-logo è il concetto di «geo-corpo» formulato da Thongchai Winichakul in Siam Mapped: A History of the Geo-Body of a Nation, Honolulu 1994.
13. L’espressione viene discussa in Daniel Immerwahr, The Greater United States: Territory and Empire in U.S. History, in «DH», XL (2016), pp. 378-81.
14. La mappa è ispirata a quella di Bill Rankin, intitolata The Territory of the United States, 2007, radicalcartography.net/us-territory.
15. Bouda Etemad, Possessing the World: Taking the Measurements of Colonisation from the Eighteenth to the Twentieth Century, New York 2007, p. 131 (ed. or. La possession du monde: poids et mesures de la colonisation, 18-20 siècles, Bruxelles 2000).
16. Nel conteggio è compreso il personale militare.
17. Immerwahr, The Greater United States cit., p. 376. Il conteggio degli afroamericani comprende quelli che vivevano nei territori.
18. Lettere raccolte nella cartella «World’s Colonies – General», box 67; 9-0-1, Administrative, World’s Colonies; Office of Territories Classified Files, 1907-1951; ROT.
19. Helen Johnson della Rand McNally a Donna Kowalski, 1942 circa, ibid.
20. Barbara Frederick a Harold Ickes, 14 gennaio 1943, ibid.
21. Ruth Hampton a Barbara Frederick, 30 gennaio 1943, in ibid.
22. U.S. Bureau...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. L’impero nascosto
  4. Introduzione. Oltre la mappa-logo
  5. Una nota sulla lingua
  6. PARTE PRIMA. L’impero coloniale
  7. PARTE SECONDA. L’impero puntillista
  8. Conclusioni. Sopravvivere all’impero
  9. Elenco delle abbreviazioni
  10. Note
  11. Crediti delle illustrazioni
  12. Ringraziamenti
  13. Indice analitico
  14. Il libro
  15. L’autore
  16. Copyright