Le lacrime di Roma
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Le lacrime di Roma

Il potere del pianto nel mondo antico

  1. 176 pagine
  2. Italian
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Le lacrime di Roma

Il potere del pianto nel mondo antico

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Tesi di fondo di questo libro è che nell'antica Roma il pianto è alquanto diffuso e accompagna gli avvenimenti della vita pubblica e privata. Si tratta di esercitare un potere politico e simbolico: per aumentare la loro autorità, senatori, imperatori e brillanti condottieri non esitano a versare lacrime. Esse vengono usate nelle piú svariate situazioni: per esprimere la sofferenza del lutto, la volontà di espiazione quando oscuri presagi appaiono minacciosi, la paura di un'esclusione sociale per cui si invoca la tradizione della propria famiglia; per manifestare la propria grandezza d'animo davanti agli sconfitti. L'autrice si sofferma poi sul messaggio politico che le lacrime diffondono, sul momento calibrato in cui compaiono. Esamina con cura testi e tradizioni, sconfessando l'immagine monolitica dei romani come un popolo duro e crudele. Il tema del libro ha un interesse generale, in un momento in cui si recupera lo studio delle emozioni, la loro spontaneità o la loro calcolata esternazione, il loro ruolo nelle traiettorie individuali nelle relazioni interpersonali.Nel gennaio 2016 il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha pianto in pubblico. Sottolineando l'intreccio di forza e debolezza, la stampa si è interrogata: «Obama ha reso accettabile il fatto di piangere in pubblico?» In realtà la novità è meno importante di ciò che lascia intravedere: un'attenzione collettiva verso le lacrime. Il dato che forse colpisce di piú è che tale attenzione nasce da una dimenticanza. Le lacrime un tempo erano frequenti, tanto in pubblico quanto in privato. Nella Roma antica fornivano un ausilio imprescindibile al politico, erano l'arma preferita degli oratori e il mezzo con cui distinguersi dal volgo. Contribuivano anche a veicolare i presagi riguardanti la città. Le lacrime, insomma, scorrevano abbondanti tra i romani. Gli imperatori, il popolo, i senatori, i soldati piangono. I dibattiti pubblici, i processi, le ambasciate, tutto è pretesto per riversare emozioni. Piú dei greci, che già piangevano abbastanza, i romani hanno la lacrima facile. Essi vengono spesso dipinti come conquistatori spietati (e lo erano). Ma se ne mostrano troppo poco i momenti di fragilità. Cosí la (cattiva) reputazione dei romani ha scoraggiato finora qualunque ricerca generale sulle lacrime, mentre i lamenti degli eroi greci hanno fatto versare fiumi d'inchiostro. In questa storia della forza romana al rovescio bisogna accettare di non riconoscersi, di rimanere spaesati. I comportamenti sociali dei romani, tanto spesso punteggiati di lacrime, ci disorientano. Ma fare un passo di lato permette di vedere piú chiaro.

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Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2020
ISBN
9788858433034
Argomento
Storia
Categoria
Storia antica

Note

Elenco delle abbreviazioni.

AE «Année épigraphique»
CE Carmina Epigraphica
CIL Corpus Inscriptionum Latinarum
ILS Inscriptiones Latinae selectae
PG Patrologia Graeca
PL Patrologia Latina

Preambolo.

1. G. LECAPLAIN, Obama a-t-il rendu acceptable le fait de pleurer en public?, in «Libération», 18 gennaio 2017 (edizione online).
2. SVETONIO, Cesare, LXXXI 4 (le edizioni francesi [e le corrispondenti italiane ove disponibili, N.d.T.] dei testi antichi utilizzati sono indicate alle pp. 151-53). I cavalli piangono anche nell’Iliade, XVII 426-428: «[M]a i cavalli d’Achille fuori della battaglia piangevano (klaion), da che avevano visto l’auriga caduto nella polvere sotto Ettore massacratore». Nell’Eneide, XI 89-90, è il cavallo di Eurialo che si commuove sul suo padrone defunto: «Quindi Etòne, il cavallo da guerra, spogliato di insegne va fra le lacrime, e grandi gocce gli bagnano il muso».
3. Questa parola non ha un equivalente esatto in latino, dove si può parlare specificamente di passio, di adfectus o di motus animi. In questo libro vengono utilizzati indifferentemente i termini «emozione» e «sentimento».
4. Questo giudizio si fonda sull’analisi delle Vite di Plutarco condotta da D. LATEINER, Tears and Crying in Hellenic Historiography. Dacryology from Herodotus to Polybius, in T. FÖGEN (a cura di), Tears in the Graeco-Roman World, De Gruyter, Berlin 2009, p. 128: «In the Lives δακρυ-terms appear 134 times, 79 for Romans and 55 for Greeks».
5. G. BONFANTE, I verbi di «piangere» in latino e nelle lingue romanze, in «Archivio glottologico italiano», LXII (1977), pp. 98-104, analizza le ragioni dell’abbandono di flere a favore di plorare e plangere nelle lingue romanze. Nei testi greci troveremo piú spesso dakryein e klaiein.
6. Cosa che la legge romana disapprova. Riferendosi a CICERONE, Le leggi, II 23, 59, P. CORDIER, Nudité romaines. Un problème d’histoire et d’anthropologie, Les Belles Lettres, Paris 2005, p. 111, afferma: «Strapparsi le vesti non è in genere un comportamento abituale tra i romani in lutto; è anzi proibito».
7. SENECA, Consolazione a Marcia, I 5: «[L]e lacrime […] sgorgano dai tuoi occhi stanchi ed esausti (defessos exhaustosque oculos)». Anche LUCANO, La guerra civile (Pharsalia), IX 171-173: «Allorquando, poi, Cornelia, sbarcando dalla nave, apparve, ridotta all’estremo dal pianto e con i capelli sciolti sparsi sul viso, si percossero ancora di piú il petto e i lamenti raddoppiarono». E la decima delle memorie di CALPURNIO FLACCO, Declamazioni, X 1, racconta come un padre perde la vista piangendo due dei suoi tre figli (amissis duobus flendo oculos perdidit).
8. R. SYME, Tacitus, vol. II, Clarendon Press, Oxford 1958, p. 535 [trad. it. Tacito, Paideia, Brescia 1971, p. 705]: «I romani non erano di cuore tenero».
9. FÖGEN (a cura di), Tears in the Graeco-Roman World cit., è la prima disamina complessiva dell’argomento, ma considera il pianto in maniera molto letteraria, attraverso le varie opere che si sono susseguite (di Platone, Aristotele e cosí via), senza una prospettiva d’insieme. Altri autori avevano già notato di sfuggita l’abbondanza di lacrime fra i romani, senza impegnarsi in uno studio sintetico capace di restituire il significato sociale di questi comportamenti emotivi (R. MACMULLEN, Romans in tears, in «Classical Philology», LXXV, 1980, n. 3, pp. 254-55).
10. H. MONSACRÉ, Les larmes d’Achille. Le héros, la femme et la souffrance dans la poésie d’Homère, Albin Michel, Paris 1984 [trad. it. Le lacrime di Achille. L’eroe, la donna e il dolore nella poesia di Omero, Medusa, Milano 2003]. Anche D. ARNOULD, Le rire et les larmes dans la littérature grecque d’Homère à Platon, Les Belles Lettres, Paris 1990. Le lacrime di Ulisse nel canto VIII dell’Odissea sono state studiate a lungo da F. HARTOG, Régimes d’historicité. Présentisme et expériences du temps, Seuil, Paris 2003, pp. 59-65 [trad. it. Regimi di storicità. Presentismo e esperienze del tempo, Sellerio, Palermo 2007, pp. 86-92].
11. Si devono anche nascondere gli specchi e bisogna adagiare il cadavere per terra. Si vedano il Talmud di Gerusalemme, MQ 3, 7; e P. HIDIROGLOU, Rites funéraires et pratiques de deuil chez les Juifs en France. XIXe-XXe siècles, Les Belles Lettres, Paris 1999, p. 249: «La qeriah, la lacerazione degli abiti a livello del cuore, è praticata spesso durante la veglia del defunto, quando ciascun parente prossimo la compie su di sé, invitato da un rabbino o da un membro della Hevrah Qaddisha. Si pratica anche al cimitero, prima che la fossa venga richiusa, o a casa, di ritorno dal cimitero. Questo uso farebbe riferimento al re David, che, apprendendo la notizia della morte del figlio, si alzò e si strappò la veste (2 Samuele 13,31). […] La veste si strappa a sinistra per il decesso di un genitore (padre e madre), a destra per quello degli altri parenti prossi...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Preambolo
  4. Le lacrime di Roma
  5. I. Piangere i morti
  6. II. «Nei templi l’avorio ha pianto». Lacrime e religione
  7. III. Il buon uso delle lacrime in politica
  8. IV. Il pianto nella voce. Ritratto dell’oratore in lacrime
  9. V. «Lacrime inutili scendono dai nostri occhi». Il pianto come oggetto filosofico
  10. VI. «Beati coloro che piangono». Lamentazioni cristiane
  11. Le lacrime perdute di Ortensio. Per una conclusione
  12. Note
  13. Indici
  14. Bibliografia
  15. Il libro
  16. L’autrice
  17. Copyright