- 216 pagine
- Italian
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L'invenzione di noi due
Informazioni sul libro
«Cominciai a scrivere a mia moglie dopo che aveva del tutto smesso di amarmi». Cosí si apre questo romanzo, in cui Milo, sposato con Nadia da quindici anni, si è accorto che lei non lo desidera piú: non lo guarda, non lo ascolta, non condivide quasi nulla di sé. Sembra essersi spenta. Come a volte capita nelle coppie, resta con lui per inerzia, per dipendenza, o per paura. Quanti si arrendono all'idea che il matrimonio non possa diventare che questo? Milo no, non si arrende. Continua ad amare perdutamente sua moglie, e non sopporta di non ritrovare piú nei suoi occhi la ragazza che aveva conosciuto. Vorrebbe che fosse ancora innamorata, curiosa, vitale, semplicemente perché lei se lo merita. Ecco perché un giorno le scrive fingendosi un altro. Inaspettatamente, lei gli risponde, dando inizio a una corrispondenza segreta. In quelle lettere, sempre piú fitte e intense, entrambi si rivelano come mai prima. Pian piano Milo vede Nadia riaccendersi, ed è felice, ma anche geloso. Capisce di essere in trappola. Come può salvarsi, se si è trasformato nel suo stesso avversario?
Domande frequenti
Informazioni
Grano
Sette forse (l’uomo che non ami)
Cara Agnese,come mi sembra strano scriverti.Prima, qualunque cosa io volessi dirti potevo sussurrartela direttamente all’orecchio, fartela capire con gli occhi, cantarti una canzone, prepararti un panino, ora invece non ho scelta e mi tocca fare cosí.Da quando mi hai lasciato sono passate tre settimane. Fuori è ancora primavera e le persone sono ancora vive. Vanno al lavoro, in palestra, in bicicletta, al parco giochi, al supermercato, a cena al ristorante, si amano e si feriscono e si tradiscono e dopo guardano la televisione e il vicino continua a tagliare l’erba del prato tutti i sabato mattina, alle nove in punto.Negli ultimi giorni mi sono chiesto se esista un momento che definisce il resto della nostra vita. Un passaggio dopo il quale nulla è piú come prima. Ci ho riflettuto a lungo e sono giunto alla conclusione che, se esiste, per me questo momento sei tu.Ho amato, di noi, quel che c’è stato e quel che non ci sarà. Soprattutto, ho amato quel che ci sarebbe potuto essere, anche se ormai non ha piú alcuna importanza.D’un tratto è tutto cosí semplice e crudele.Io ti amo e tu non mi ami piú.Va bene, non ti ho scritto per recriminare, ma solo per dirti che comprendo il tuo non amore. Per anni ho pensato che la punizione peggiore che avrei potuto ricevere sarebbe stata che tu mi vedessi con gli occhi con cui mi vedevo io. Per questo il regalo piú bello è stato vedermi a lungo attraverso i tuoi. Ma oggi il mio timore si è infine avverato. Non sono serviti i miei sforzi per cercare di essere l’uomo che volevi. Eccomi, questo sono io: sono l’uomo che non ami.Ricordo come fosse ieri il giorno in cui mi hai detto che amarsi è come cucire, che l’amore è un ago che buca la pelle e le vene, una sofferenza necessaria per ottenere un abito su misura. Mentre il nostro matrimonio, nonostante l’impegno, è sempre stato un pesante cappotto della taglia sbagliata, un maglione troppo ampio, una coperta nella quale avvolgersi e scomparire. Il matrimonio è una consolazione, ecco tutto quello che è, ma tiene caldo solo se ci si seppellisce dentro. Forse ci vuole piú coraggio per un’esistenza in maniche corte, mettendo in conto il freddo, il vento, la siccità e la pioggia, continuando comunque a ridere in faccia alla tempesta.Quand’è che, senza accorgercene, siamo passati dall’amarci con urgenza all’amarci con pazienza? Quand’è che il nostro amore si è indurito come un pugno?Ti ricordi all’inizio? Quando ci siamo giurati che ci saremmo sempre raccontati ogni cosa, convinti che l’amore che cercavamo non si fondasse sull’essersi riconosciuti, ma sul volerci conoscere meglio di chiunque altro?Il risultato è che oggi, che ci sappiamo a memoria, è finito tutto.Forse avremmo dovuto conoscerci meno, Agnese, riservare dei segreti solo per noi, tenere su le maschere della possibilità. Forse cosí ci saremmo amati nel modo giusto, ammesso che ne esista uno, o semplicemente saremmo riusciti a essere ancora qui.Invece ora tu te ne sei andata portandoti via i dischi dei Pearl Jam e le cinque stagioni di Ally McBeal e la collezione di tascabili di Simenon e l’orchidea comprata a Natale di due anni fa che è sopravvissuta per miracolo, almeno lei. Il resto della nostra vita insieme è in quattro scatoloni che contengono cosí tanta esistenza finita, e fanno bella mostra di sé in soggiorno, davanti alla porta, e io ho tutto quest’amore che mi fa scottare le mani, e i piedi, e non so piú dove metterlo, ne ho pieni i cassetti e il letto e la credenza e il baule della macchina. Cosa posso farne, Agnese? Come posso far sparire la voglia di stringerti ancora, la voglia di sentirti ancora ridere, la voglia di annusare ancora il tuo collo, la voglia di stare ancora dentro di te, la voglia di guardarti ancora mangiare i tortellini con le fragole?Fino a quando ieri, all’improvviso, ho capito.Ho capito che il mio amore non vale di meno solo perché tu non ci sei piú. Se dipendesse dalla tua presenza non sarebbe amore, ma nient’altro che un bisogno.Quindi ti scrivo per dirti che questa persona che sono io, quel che sono oggi, continuerà ad amarti nonostante tutto, anzi continuerà a farlo proprio perché.La differenza sarà che ti amerò da lontano, visto che da vicino non mi è piú permesso.Ti amerò piano, senza che tu te ne accorga, ti amerò con la tenacia dell’ultimo Tic Tac che si incastra di sbieco sul fondo della confezione.Forse un giorno ricomincerai ad amarmi anche tu, forse smetterò io, forse fra un mese incontreremo il nuovo momento che definirà il resto della nostra vita e tutto questo ci sarà sembrato chiaro e necessario.Fino ad allora, prometto che farò quel che posso affinché il mio amore non ti disturbi, e che cercherò di non farmi trovare in casa quando verrai a prendere gli scatoloni.Rileggendo questa mail mi sono accorto che ci sono ben sei «forse».Adesso, sette.Credo sia perché l’amore lavora sempre, sempre sulla trasformazione e sulla possibilità.E perché i futuri migliori prendono spesso la rincorsa dai presenti senza speranza.Il tuo ragazzo
L’amore sulla carta
Nevicare in autunno
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- L’invenzione di noi due
- Spiga
- Grano
- Farina
- Acqua
- Ringraziamenti
- Nota al testo
- Il libro
- L’autore
- Dello stesso autore
- Copyright