Aulularia
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Aulularia

  1. 80 pagine
  2. Italian
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Informazioni sul libro

L' Aulularia è un'opera ben rappresentativa dell'arte di Plauto. In essa, infatti, vi si trovano tutti gli espedienti abituali del poeta: la beffa, l'equivoco, la sorpresa, e l'insulto, l'invettiva, la frenesia dei ritmi e dei suoni. Al di là di questi motivi di interesse specifico, la commedia sta poi con grande rilievo nella più ampia storia del teatro per l'indicazione, se non la definizione, di una figura comica fortunatissima; per le molte commedie che dopo di sé ha generato, e fra esse almeno un capolavoro assoluto: l'Avare di Molière.
Dalla nota introduttiva di Carlo Carena

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Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2016
ISBN
9788858423158
Argomento
Literatura

ATTO SECONDO

SCENA PRIMA
Eunomia, Megadoro.
Eunomia e Megadoro escono dalla casa di quest’ultimo.
EUNOMIA Vorrei che tu fossi persuaso di una cosa: questo discorso che ti faccio è sincero da parte mia e vantaggioso per te, come conviene a una sorella germana. So che noi donne diamo fastidio a tutti; siamo ritenute in blocco, e a ragione, assai loquaci, si dice che una donna silenziosa non si è mai trovata né oggi né nei secoli passati. Però considera, fratello mio, un semplice fatto: che io sono la tua parente piú prossima, come tu il mio; dunque è giusto ritenere vantaggioso per entrambi che tu mi dia consigli e suggerimenti, e che io li dia a te, invece di tenere nascoste certe cose e tacerle per paura, senza confidarsi a vicenda. Questo è il motivo per cui ti ho attirato qui fuori, per parlarti qui di una certa faccenda che ti riguarda intimamente.
MEGADORO Oh donna meravigliosa! Dammi la mano.
EUNOMIA (guardandosi attorno) Dov’è costei? Chi è questa donna meravigliosa?
MEGADORO Tu.
EUNOMIA Tu lo dici?
MEGADORO Se tu dici di no, dico di no.
EUNOMIA Tu almeno devi dire la verità. Di donne meravigliose non se ne può trovare nessuna, una è peggio dell’altra, fratello mio.
MEGADORO La penso anch’io cosí, e su questo punto non ti contraddirò mai davvero.
EUNOMIA Stammi attento, ti prego.
MEGADORO Son tutto tuo, fa’ di me ciò che vuoi.
EUNOMIA Vengo a suggerirti ciò che risponde meglio al tuo interesse.
MEGADORO Sei sempre tu, sorella.
EUNOMIA Voglio sia cosa fatta.
MEGADORO Di cosa parli, sorella?
EUNOMIA Di una cosa che ti sistemerebbe in eterno. Per generare figli...
MEGADORO Lo volessero gli dèi!
EUNOMIA ... desidero che tu conduca in casa una moglie.
MEGADORO Ehi, ma tu mi vuoi morto.
EUNOMIA Perché mai?
MEGADORO Perché, povero me, le tue frasi mi sconvolgono il cervello, sorella mia; ogni parola è una sassata.
EUNOMIA Suvvia, fa’ come dice tua sorella.
MEGADORO Se mi piace, lo farò.
EUNOMIA È nel tuo interesse.
MEGADORO Sí, di morire prima di prender moglie. La prenderò, se vuoi darmene una a questo patto: che domani entri, e dopodomani, o sorella, esca per la sepoltura. A questo patto vuoi darmene una? Allora acconsento, prepara la cerimonia.
EUNOMIA Potrei dartene una, fratello, con dote immensa, ma un po’ attempata: donna di mezza età. Se vuoi che la chieda per te, io la chiedo.
MEGADORO Posso farti una domanda?
EUNOMIA Di’ pure quello che vuoi, figurati.
MEGADORO Quando un uomo di mezza età conduce in casa una donna di mezza età, e, vecchio com’è, rende per caso incinta la vecchia, non credi che il piccolo abbia già bell’e pronto il nome di Postumo1? Cosí, sorella, il fastidio di trovare una moglie me lo prendo io, togliendolo a te. Grazie agli dèi e ai nostri avi, sono ricco abbastanza, e tutti questi gran partiti, la loro boria, le doti splendide, il fracasso, le signorie, le carrozze d’avorio, i manti e le porpore, io non ci bado; chiedono tante spese, da ridurre i galantuomini alla schiavitú.
EUNOMIA Allora dimmi, per favore: chi vuoi sposare?
MEGADORO Ti spiegherò. Conosci il vecchio Euclione, quel nostro vicino lí, poveretto?
EUNOMIA Lo conosco. Brav’uomo, per Castore.
MEGADORO Ha una figlia nubile, e io vorrei che me la promettesse in sposa. Non aprir bocca, sorella: so cosa vuoi dire, che è povera. Ebbene, cosí povera mi piace.
EUNOMIA Gli dèi ti assistano.
MEGADORO Lo spero anch’io.
EUNOMIA E da me vuoi qualcosa?
MEGADORO Sta’ sana.
EUNOMIA Anche tu, fratello.
MEGADORO Io vado a parlare con Euclione, se è in casa. (Eunomia esce, mentre sta sopraggiungendo appunto Euclione). Ma eccolo qui, se vedo bene. Chissà di dove se ne torna a casa, l’uomo.
SCENA SECONDA
Euclione, Megadoro.
EUCLIONE (fra sé) Me lo diceva il cuore, all’uscita di casa, che facevo la strada per niente. Perciò me ne andavo malvolentieri. Dunque, nemmeno uno dei curiali è venuto, e nemmeno il presidente, che avrebbe dovuto distribuire il denaro. Ora ho una gran fretta di essere in fretta a casa mia, perché, se io son qui, il cuore è in casa.
MEGADORO Salute e fortuna per sempre a te, Euclione.
EUCLIONE Gli dèi ti proteggano, Megadoro.
MEGADORO Come va? Bene? E la salute è quale la desideri?
EUCLIONE (a parte) Non è un caso, quando il ricco si mostra cortese con un poveretto. Quest’uomo sa che ho dell’oro, e quindi mi saluta con tanta cortesia.
MEGADORO Cosa dici? che stai bene?
EUCLIONE Non molto bene a denari, per Polluce.
MEGADORO Per Polluce, se hai la quiete dello spirito, ne hai abbastanza per viver bene.
EUCLIONE (a parte) Per Ercole, la vecchia lo ha avvertito dell’oro, è chiaro come il sole. Ma appena in casa, io le mozzo la lingua e le cavo gli occhi.
MEGADORO Che vai dicendo fra te e te?
EUCLIONE Lamento fra me e me di essere povero. Ho una ragazza adulta senza dote e difficile da collocare. Non riesco a collocarla con nessuno!
MEGADORO Taci e sta’ di buon animo, Euclione. L’accaserai, ti aiuto io. Dimmi se ti occorre qualcosa, comanda pure.
EUCLIONE (a parte) Questo qui chiede, mentre promette. Spalanca le fauci sull’oro per divorarlo; in una mano ha il sasso, mentre con l’altra mostra il pane2. Non credo mica ai ricchi che largheggiano in moine coi poveri. Quando ti porgono la mano benignamente, allora ti appioppano qualche danno. Li conosco questi polipi; se toccano qualcosa, vi s’attaccano.
MEGADORO Stammi a sentire un momento, se ti va, o Euclione. C’è una cosa di cui ti voglio parlare, nell’interesse mio e tuo.
EUCLIONE (c.s.) Oh povero me! Mi è stato arraffato3 l’oro, là dentro. Adesso so cosa vuole costui: stringere un patto con me. Ma io entro a vedere. (S’incammina).
...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Aulularia
  3. Personaggi della commedia
  4. Prologo
  5. Atto primo
  6. Atto secondo
  7. Atto terzo
  8. Atto quarto
  9. Atto quinto
  10. Appendice Dall’Avaro di Molière
  11. Atto primo
  12. Atto quarto
  13. Atto quinto
  14. Il libro
  15. L’autore
  16. Dello stesso autore
  17. Copyright