Prologo.
1 «Tutti tacquero. Max riprese: “Conosci il tedesco?” “Lo so leggere ma non saprei parlarlo”. “Che libri leggi in tedesco?” “Sto leggendo Heidegger”. Max si rivolse all’agente della Gestapo dicendo: “Dev’essere uno scrittore comunista. Vero?” L’altro guardò l’ufficiale italiano dicendo: Ja, ja» (PIETRO CHIODI, Banditi, Einaudi, Torino 1975, p. 49).
2 Classici dell’emergentismo: JOHN STUART MILL, Sistema di logica deduttiva e induttiva (1875), Utet, Torino 1988; SAMUEL ALEXANDER, Space, Time and Deity, Macmillan, London 1920; CONWY LLOYD MORGAN, Emergent Evolution, Williams and Norgate, London 1923; e CHARLIE DUNBAR BROAD, The Mind and its Place in Nature, Routledge and Kegan Paul, London 1925. Discussioni successive: THOMAS NAGEL, Panpsichismo, in ID., Questioni mortali (1979), il Saggiatore, Milano 2015; COLIN MCGINN, Consciousness and content, in «Proceedings of the British Academy», LXXIV (1988), pp. 225-45; JAMES VAN CLEVE, Emergence or Panpsychism. Magic or Mind-Dust?, in «Philosophical Perspectives», IV (1990), pp. 215-26; BRIAN P. MCLAUGHLIN, The rise and fall of British Emergentism, in A. BECKERMAN, H. FLOHR e J. KIM (a cura di), Emergence or Reduction?, De Gruyter, Berlin 1992; JOHN R. SEARLE, La riscoperta della mente (1992), Bollati Boringhieri, Torino 1994; TERENCE HORGAN, From Supervenience to Superdupervenience. Meeting the Demands of a Material World, in «Mind», CII (1993), 408, pp. 555-586; DAVID M. ARMSTRONG, Emergence and Logical Atomism, in ID., A World of States of Affairs, Cambridge University Press, Cambridge 1997; e TIM CRANE, The Significance of Emergence, in B. LOEWER e G. GILLETT (a cura di), Physicalism and its Discontents, Cambridge University Press, Cambridge 2001. All’origine però metterei GOTTFRIED W. LEIBNIZ, Il nuovo sistema (1695).
3 Una volta Ortega y Gasset fece una conferenza in Messico e un ascoltatore gli disse: “La vita è uno schifo”; e Ortega: “Rispetto a cosa?”
4 Cfr. GOTTFRIED W. LEIBNIZ, Discorso di metafisica (1686). Ho riproposto questo argomento in Anima e iPad, Guanda, Parma 2011.
5 GIOVANNI RABONI, Dopo la vita cosa? Ma altra vita, in ID., Tutte le poesie 1949-2004, Einaudi, Torino 2014.
Ontologia.
1 Cfr. MAURIZIO FERRARIS, Necessità materiale, in «Isonomia. Rivista dell’Istituto di Filosofia, Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”», 2004, pp. 1-30.
2 I tradizionalisti (da Platone a Guénon) pensano che la verità fosse già presente per intero all’inizio, e che si tratta solo di ricordare quanto si è dimenticato, commettendo l’errore simmetrico a quello dei costruttivisti, e confondendo l’epistemologia e l’ontologia, cioè partendo, per cosí dire, dalla ontologia. Non tutto ciò che c’è è per questo saputo – né dunque è stato semplicemente dimenticato – come pensano i tradizionalisti, e non c’è solo quello che è saputo, come pensano i costruttivisti.
3 Cfr. MAURIZIO FERRARIS, Documentalità. Perché è necessario lasciar tracce, Laterza, Roma-Bari 2012.
4 Su come sia possibile articolare l’indipendenza dalla mente degli oggetti sociali e su come sia possibile la scoperta nel mondo sociale, cfr. AMIE L. THOMASSON, Foundations for a Social Ontology, in «Protosociology», 18-19, Understanding the Social II. Philosophy of Sociality, 2003, pp. 269-90.
5 Cfr. MAURIZIO FERRARIS, Realismo Positivo, Rosenberg & Sellier, Torino 2013, in particolare il capitolo III, Oggetti, pp. 47-56; e ID., Ding an Sich, in M. GABRIEL, W. HOGREBE e A. SPEER (a cura di), Das neue Bedürfnis nach Metaphysik, De Gruyter, Berlin 2015.
6 HILARY PUTNAM, Cervelli in una vasca, in ID., Ragione, verità e storia (1981), il Saggiatore, Milano 1985, pp. 7-27.
7 Cfr. MAURIZIO FERRARIS, Goodbye Kant! Cosa resta oggi della Critica della Ragion Pura, Bompiani, Milano 2004, pp. 65-72.
8 BRUNO LATOUR, Ramses II est-il mort de la tuberculose?, in «La Recherche», 1998, 307, pp. 84-85.
9 Che è notoriamente la tesi di Heidegger: «Prima che le leggi di Newton fossero svelate, non erano “vere”; non ne consegue che fossero false […] Che le leggi di Newton non fossero, prima di lui, né vere né false, non può significare che l’ente da esse svelato e mostrato prima non sia stato. Quelle leggi divennero vere grazie a Newton, grazie a esse l’ente si rese in sé accessibile all’esserci. Una volta svelato, l’ente si mostra proprio come quell’ente che già prima era» (MARTIN HEIDEGGER, Essere e Tempo [1927], Longanesi, Milano 1970, pp. 344-45).
10 Cfr. UMBERTO ECO, Di un realismo negativo, in M. DE CARO e M. FERRARIS (a cura di), Bentornata realtà, Einaudi, Torino 2012, pp. 91-112.
11 FERRARIS, Realismo positivo cit.
12 Ho esposto le linee del realismo trascendentale in ID., Transcendental Realism, in «The Monist», XCVIII (2015), 2, pp. 215-32. L’idea di realismo trascendentale (cosí come quella di “empirismo trascendentale”) riprende un ...